Naufragio di Cutro: un doloroso evento che fa riflettere
Messaggio per Lilli Gruber
Mercoledì 8 marzo 2023 08:50:57
Anche drammi come il naufragio di Cutro riescono a produrre le contorte e sistematiche elucubrazioni della sinistra, caldeggiate, in questo caso, anche da Calenda, Boschi e Casini. Quest’ultimo si è fatto notare per aver ricordato il suo libro per ben quattro volte durante la discussione… A sconfessare la vergognosa montatura antigovernativa in corso ci pensano le testimonianze dei profughi come quella di un giovane afgano intervistato ieri mattina dall’inviato in Calabria di Myrta Merlino. In armonia con il coro quotidiano e notturno dello stuolo dei suoi colleghi,
la presentatrice stava seguendo la pratica comune delle domande intese ufficialmente a «capire», ma poste in modo tale da portare immancabilmente alla messa in dubbio dell’operato del governo, quando ha chiesto di mandare in onda un video. Il messaggio della zia del giovane, deceduta nel disastro, suonava come una netta smentita alle gravissime, anche se pretestuose, accuse che si muovono nei confronti delle nostre autorità.
La persona tranquillizzava sua madre, diceva che stavano bene, che praticamente erano arrivati e che dovevano solo aspettare la polizia per i controlli. Un secondo naufrago ha testimoniato esattamente la stessa situazione. Comunque si voglia vederle, queste dichiarazioni provano che, poco prima della catastrofe, sulla nave non c’era né panico, né stato di emergenza di nessun tipo e spiegano la mancanza di una richiesta di soccorso. La prima segnalazione di Frontex è stata una semplice comunicazione d’ufficio di presenza in mare di un battello, straniero o non identificabile, con galleggiamento normale e una persona a bordo corretta successivamente con una sospetta presenza umana piu’ consistente. La Guardia di Finanza, destinataria del messaggio, facendo il suo dovere, si è rapidamente attivata recandosi sul posto indicato per l’abituale controllo di polizia. Raggiunta l’imbarcazione ha rinunziato all’avvicinamento ritenendolo pericoloso per gli occupanti del battello viste la brevissima distanza dalla costa, l’assenza di scogli e le condizioni del mare che non lasciavano supporre una possibile situazione di pericolo. I finanzieri sono per questo rientrati riservandosi di agire a sbarco avvenuto. E’ probabile che queste considerazioni abbiano convinto i responsabili della Guardia di Finanza a ritenere non necessario coinvolgere la Guardia Costiera e il Ministero degli Interni in un’operazione che appariva come semplice routine. E’ anche possibile che all’arrivo della Guardia di Finanza gli scafisti abbiano fatto una manovra imprudente per sfuggire a un controllo che li avrebbe portati ad un sicuro arresto. Malauguratamente per tutti, poco dopo il rientro di Frontex e della Guardia di Finanza, il battello ha urtato una secca a loro sconosciuta. La violenza delle onde, che nel frattempo avevano raggiunto forza 6/8, unita alla fragilità dell’imbarcazione, testimoniata dalle condizioni del relitto, hanno fatto il resto. In casi come questo, bastano pochi minuti per generare una tragedia. La fatiscente struttura del galleggiante, danneggiata dall’urto, è stata sconquassata tanto velocemente da rendere vana ogni possibilità di soccorso. Anche qualora Guardia di Finanza avesse, malgrado tutto, allertato la Guardia Costiera per una scorta protettiva o un eventuale salvataggio, il suo intervento sarebbe arrivato troppo tardi. Sui fatti, la procura calabrese ha aperto una doverosa inchiesta che risulterà facilmente senza oggetto e porrà fine al clamore assurdo che la sinistra sta cavalcando senza ritegno e senza il minimo rispetto per le vittime di questo disastro e per il dolore dei loro familiari. I propagatori di odio hanno comunque raggiunto il loro scopo: ancora una volta, in mezzo ai fiori dell’omaggio e del dolore, i soliti imbecilli non hanno mancato di affiggere cartelli sui quali campeggiava ancora nuovamente la parola «assassini» all’indirizzo del governo. A indagine conclusa, la frotta compatta dei “giornalisti” indignati si guarderà bene dall’affermare che ha «capito». Piuttosto, si attiverà alacremente a tener vivo il consueto lavaggio del cervello a supporto delle nuove polemiche che la sinistra si darà cura di creare miranti alla denigrazione sistematica di ogni provvedimento del governo Meloni. Si continuerà a far nascere dubbi sulla sua validità per indebolirne il credito, a rendere problematica la realizzazione di ogni sua iniziativa e a fomentare subdolamente disordini e confusione nel paese. Ovviamente politico e stampa di sinistra indosseranno la consueta benda quando la loro parte sarà coinvolta in eventi negativi, come hanno fatto ignorando totalmente l’attacco di giovani dei Centri Sociali di Bologna a studenti di Azione Studentesca che distribuivano volantini. Organizzeranno sempre nuove manifestazioni che aiuteranno la neo-segretaria del PD a propagandare meglio la sua “democrazia” che, per risolvere il problema delle case popolari, vuole in pratica confiscare le case disabitate dei «ricchi » per darle ai poveri, promulgherà il salario equo senza mettere le imprese nelle condizioni di farlo e risolverà tutti i problemi economici imponendo tasse anche sull’aria che gli italiani respirano. Nella difficile situazione attuale, un minimo di senso civico dovrebbe spingere tutti questi signori a lasciar lavorare il governo facendosi un dovere di criticare severamente i suoi reali errori e suggerendo eventuali, possibili soluzioni per il bene del paese. Una utopia questa che, in Italia, é di là da venire.
la presentatrice stava seguendo la pratica comune delle domande intese ufficialmente a «capire», ma poste in modo tale da portare immancabilmente alla messa in dubbio dell’operato del governo, quando ha chiesto di mandare in onda un video. Il messaggio della zia del giovane, deceduta nel disastro, suonava come una netta smentita alle gravissime, anche se pretestuose, accuse che si muovono nei confronti delle nostre autorità.
La persona tranquillizzava sua madre, diceva che stavano bene, che praticamente erano arrivati e che dovevano solo aspettare la polizia per i controlli. Un secondo naufrago ha testimoniato esattamente la stessa situazione. Comunque si voglia vederle, queste dichiarazioni provano che, poco prima della catastrofe, sulla nave non c’era né panico, né stato di emergenza di nessun tipo e spiegano la mancanza di una richiesta di soccorso. La prima segnalazione di Frontex è stata una semplice comunicazione d’ufficio di presenza in mare di un battello, straniero o non identificabile, con galleggiamento normale e una persona a bordo corretta successivamente con una sospetta presenza umana piu’ consistente. La Guardia di Finanza, destinataria del messaggio, facendo il suo dovere, si è rapidamente attivata recandosi sul posto indicato per l’abituale controllo di polizia. Raggiunta l’imbarcazione ha rinunziato all’avvicinamento ritenendolo pericoloso per gli occupanti del battello viste la brevissima distanza dalla costa, l’assenza di scogli e le condizioni del mare che non lasciavano supporre una possibile situazione di pericolo. I finanzieri sono per questo rientrati riservandosi di agire a sbarco avvenuto. E’ probabile che queste considerazioni abbiano convinto i responsabili della Guardia di Finanza a ritenere non necessario coinvolgere la Guardia Costiera e il Ministero degli Interni in un’operazione che appariva come semplice routine. E’ anche possibile che all’arrivo della Guardia di Finanza gli scafisti abbiano fatto una manovra imprudente per sfuggire a un controllo che li avrebbe portati ad un sicuro arresto. Malauguratamente per tutti, poco dopo il rientro di Frontex e della Guardia di Finanza, il battello ha urtato una secca a loro sconosciuta. La violenza delle onde, che nel frattempo avevano raggiunto forza 6/8, unita alla fragilità dell’imbarcazione, testimoniata dalle condizioni del relitto, hanno fatto il resto. In casi come questo, bastano pochi minuti per generare una tragedia. La fatiscente struttura del galleggiante, danneggiata dall’urto, è stata sconquassata tanto velocemente da rendere vana ogni possibilità di soccorso. Anche qualora Guardia di Finanza avesse, malgrado tutto, allertato la Guardia Costiera per una scorta protettiva o un eventuale salvataggio, il suo intervento sarebbe arrivato troppo tardi. Sui fatti, la procura calabrese ha aperto una doverosa inchiesta che risulterà facilmente senza oggetto e porrà fine al clamore assurdo che la sinistra sta cavalcando senza ritegno e senza il minimo rispetto per le vittime di questo disastro e per il dolore dei loro familiari. I propagatori di odio hanno comunque raggiunto il loro scopo: ancora una volta, in mezzo ai fiori dell’omaggio e del dolore, i soliti imbecilli non hanno mancato di affiggere cartelli sui quali campeggiava ancora nuovamente la parola «assassini» all’indirizzo del governo. A indagine conclusa, la frotta compatta dei “giornalisti” indignati si guarderà bene dall’affermare che ha «capito». Piuttosto, si attiverà alacremente a tener vivo il consueto lavaggio del cervello a supporto delle nuove polemiche che la sinistra si darà cura di creare miranti alla denigrazione sistematica di ogni provvedimento del governo Meloni. Si continuerà a far nascere dubbi sulla sua validità per indebolirne il credito, a rendere problematica la realizzazione di ogni sua iniziativa e a fomentare subdolamente disordini e confusione nel paese. Ovviamente politico e stampa di sinistra indosseranno la consueta benda quando la loro parte sarà coinvolta in eventi negativi, come hanno fatto ignorando totalmente l’attacco di giovani dei Centri Sociali di Bologna a studenti di Azione Studentesca che distribuivano volantini. Organizzeranno sempre nuove manifestazioni che aiuteranno la neo-segretaria del PD a propagandare meglio la sua “democrazia” che, per risolvere il problema delle case popolari, vuole in pratica confiscare le case disabitate dei «ricchi » per darle ai poveri, promulgherà il salario equo senza mettere le imprese nelle condizioni di farlo e risolverà tutti i problemi economici imponendo tasse anche sull’aria che gli italiani respirano. Nella difficile situazione attuale, un minimo di senso civico dovrebbe spingere tutti questi signori a lasciar lavorare il governo facendosi un dovere di criticare severamente i suoi reali errori e suggerendo eventuali, possibili soluzioni per il bene del paese. Una utopia questa che, in Italia, é di là da venire.
Da: Anna
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