Breve risposta alla lettera aperta dei 100 filosofi

Messaggio per Marco Travaglio

Domenica 17 ottobre 2021 16:41:04
Quando ho fatto leggere a un collega ingegnere la lettera aperta contra-Agamben (in una seconda versione convertito in non-solo Agamben) firmato da cento Accademici, tutti filosofi, ha sorriso imbarazzato. E non perché non condividesse la tesi di fondo del documento, al contrario. È solo che i punti enunciati sono talmente aderenti al senso comune e lo stile argomentativo così di basso profilo che francamente non si capisce proprio perché cento filosofi si siano presi la briga di sottoscrivere un documento simile. Dalla Filosofia, provo a tradurre il sorriso del mio collega, ci si sarebbe aspettati qualcosa di meglio.
Dal punto di vista conoscitivo affermare, ad esempio, la necessità di accettare i risultati scientifici appare sacrosanto, se non fosse che fra i sottoscrittori della lettera aperta vi sono epistemologi e teorici della complessità che da sempre ci insegnano a concepire le teorie scientifiche, la nozione di dato e quella di risultato scientifico in modo sicuramente meno ovvio e banale. Paragonare il green pass alla patente di guida può balzare agli occhi ancora una volta come evidente. Ma il filosofo dovrebbe sapere, e aiutare gli altri a capire, che il primo strumento ha una profondità incomparabilmente diversa, poiché coinvolge una stratificazione di piani che non sono minimante assimilabili alla lineare proceduralità e automatismo del secondo. E gli esempi potrebbero continuare.
Poi c’è l’aspetto etico. Da sempre ci viene insegnato che è buona norma attaccare le idee e non le persone. In questo caso ciò a cui abbiamo assistito sbigottiti è un attacco ad personam da parte di cento, dico cento, colleghi. Contra-Agamben, appunto. Questo davvero dai filosofi non ce lo saremmo aspettati e molti si augurano che ciò a cui abbiamo assistito rimanga un fenomeno isolato.
Firmo queste poche righe da sola. So che avrei potuto, chissà, rastrellare un buon numero di colleghi che la pensano come me. Ma ho pensato fosse meglio espormi in prima persona.
Con la speranza che il branco non mi attacchi.
Roberta Lanfredini
Professore Ordinario di Filosofia teoretica, Università di Firenze
Da: Roberta Lanfredini

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