Un confronto: il Covid
Messaggio per Massimo Gramellini
Martedì 6 aprile 2021 11:59:19
Buongiorno, mi permetto di scriverle seguendola da tempo sia sul Corriere che nel programma del sabato in RAI.
L'apprezzo molto per l'acutezza e la profondità d'animo con cui sempre riesce a guardare ai tanti eventi che accadono nel mondo. Colgo in ciò che dice o scrive una comune visione del mondo, dove mi pare di cogliere che anche per lei può esistere una realtà altra che non è solo frutto dei nostri straordinari cinque sensi. Ed è forse per questo, e non solo, che mi sento di esprimerle un dispiacere legato all'informazione che da sempre caratterizza questa pandemia da coronavirus. Premetto che lavoro in un importante policlinico ed appartengo alle professioni sanitarie non mediche (brutta questa definizione ma oggi va così) solo per dire che un minimo di competenza sanitaria la mastico da più di trentacinque anni e che per la qualifica, non le mansioni che svolgo essendo in un ufficio, sono chiamata all'obbligo vaccinale, obbligo che da mesi vivo con lacerante conflitto interiore.
Sì credo che come me molte persone stiano vivendo la necessità di vaccinarsi come una forma di rispetto per i più fragili ma anche una stonatura per i termini con i quali sia la vaccinazione che la pandemia tutti, i media inclusi, la stiano gestendo.
È svilente classificare le persone che non si vaccinano come no vax o che pongano dubbi sull'informazione come complottisti. Da mesi cerco di leggere e ascoltare fonti diverse, ciò che mi addolora è vedere come molta informazione, stampa tv e radio, siano, ai miei occhi molto polarizzate. Ieri ho ascoltato medici, di cui uno di base, non ostile a vaccini o altro, che da 1 anno sta trattando solo pazienti a domicilio per evitare i ricoveri in ospedale con risultati ottimi. E lo fa da clinico, quindi ascoltando e monitorando segni e sintomi, e osando adottare quelle osteggiate terapie che forse ora faranno lentamente rientrare dalla finestra dopo averle ingiuriosamente estromessea. Il tutto a fronte di una scelta, ai miei occhi gravissima, di dare solo Tachipirina e operare una vigile attesa; e quindi consentire in questo assurdo modo, di intasare inevitabilmente gli ospedali per creare quella drammatica situazione che ben conosco anche per ragioni professionali.
Il Covid esiste ma sembra che la gestione e l'informazione che lo accompagnino lo rendano ancora più grave e complesso di quanto non sia.
Perdoni se sono così prolissa, a lei chiedo perché manca un'informazione pubblica che renda noto anche altre realtà. Il medico di base lombardo di cui le accennavo è stato contattato due volte per parlare in un programma televisivo pubblico ma 5 minuti prima dell'inizio per non ben precisati motivi tecnici, non ha avuto il collegamento. Bruno Vespa in una tv pubblica ha censurato 'brutalmente ' un altro medico di base (non lo scrivo per difendere quel medico che magari aveva esagerato, ma se parliamo di toni esagetati in televisioni quanti andrebbero censurati). Sono anche queste le perplessità che alimentano diffidenza e opposizione.
Spaventa cogliere il pensiero unico di cui da molto, troppo tempo ci nutriamo.
Mi devo arrendere ad una ben mascherata 'dittatura' mediatica o posso sperare che qualcosa si possa muovere.
Premetto che non guardo quasi mai la tv perché ho smesso di amarla, vedo, trascinata da mio marito a alcuni limitati programmi come il suo e quello della Gruber, ho smesso di vedere anche Fazio che come altri sono, a mio avviso, più che omologati al sistema e al pensiero unico.
Un dramma per una democrazia. Un dramma per i nostri figli.
Grazie
Stefania
L'apprezzo molto per l'acutezza e la profondità d'animo con cui sempre riesce a guardare ai tanti eventi che accadono nel mondo. Colgo in ciò che dice o scrive una comune visione del mondo, dove mi pare di cogliere che anche per lei può esistere una realtà altra che non è solo frutto dei nostri straordinari cinque sensi. Ed è forse per questo, e non solo, che mi sento di esprimerle un dispiacere legato all'informazione che da sempre caratterizza questa pandemia da coronavirus. Premetto che lavoro in un importante policlinico ed appartengo alle professioni sanitarie non mediche (brutta questa definizione ma oggi va così) solo per dire che un minimo di competenza sanitaria la mastico da più di trentacinque anni e che per la qualifica, non le mansioni che svolgo essendo in un ufficio, sono chiamata all'obbligo vaccinale, obbligo che da mesi vivo con lacerante conflitto interiore.
Sì credo che come me molte persone stiano vivendo la necessità di vaccinarsi come una forma di rispetto per i più fragili ma anche una stonatura per i termini con i quali sia la vaccinazione che la pandemia tutti, i media inclusi, la stiano gestendo.
È svilente classificare le persone che non si vaccinano come no vax o che pongano dubbi sull'informazione come complottisti. Da mesi cerco di leggere e ascoltare fonti diverse, ciò che mi addolora è vedere come molta informazione, stampa tv e radio, siano, ai miei occhi molto polarizzate. Ieri ho ascoltato medici, di cui uno di base, non ostile a vaccini o altro, che da 1 anno sta trattando solo pazienti a domicilio per evitare i ricoveri in ospedale con risultati ottimi. E lo fa da clinico, quindi ascoltando e monitorando segni e sintomi, e osando adottare quelle osteggiate terapie che forse ora faranno lentamente rientrare dalla finestra dopo averle ingiuriosamente estromessea. Il tutto a fronte di una scelta, ai miei occhi gravissima, di dare solo Tachipirina e operare una vigile attesa; e quindi consentire in questo assurdo modo, di intasare inevitabilmente gli ospedali per creare quella drammatica situazione che ben conosco anche per ragioni professionali.
Il Covid esiste ma sembra che la gestione e l'informazione che lo accompagnino lo rendano ancora più grave e complesso di quanto non sia.
Perdoni se sono così prolissa, a lei chiedo perché manca un'informazione pubblica che renda noto anche altre realtà. Il medico di base lombardo di cui le accennavo è stato contattato due volte per parlare in un programma televisivo pubblico ma 5 minuti prima dell'inizio per non ben precisati motivi tecnici, non ha avuto il collegamento. Bruno Vespa in una tv pubblica ha censurato 'brutalmente ' un altro medico di base (non lo scrivo per difendere quel medico che magari aveva esagerato, ma se parliamo di toni esagetati in televisioni quanti andrebbero censurati). Sono anche queste le perplessità che alimentano diffidenza e opposizione.
Spaventa cogliere il pensiero unico di cui da molto, troppo tempo ci nutriamo.
Mi devo arrendere ad una ben mascherata 'dittatura' mediatica o posso sperare che qualcosa si possa muovere.
Premetto che non guardo quasi mai la tv perché ho smesso di amarla, vedo, trascinata da mio marito a alcuni limitati programmi come il suo e quello della Gruber, ho smesso di vedere anche Fazio che come altri sono, a mio avviso, più che omologati al sistema e al pensiero unico.
Un dramma per una democrazia. Un dramma per i nostri figli.
Grazie
Stefania
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