Situazione italiani iscritti alla AIRE

Gentile Grammellini, le scrivo perche' la seguo da sempre e la stimo. Vorrei sottoporle la situazione mia e di tanti altri cittadini iscritti all' AIRE che momentaneamente vivono all'estero. Io vivo a São Paulo da un anno: ho seguito mio marito che é stato trasferito qui per lavoro. In Italia abbiamo gli affetti piu' cari (figli e l'unico genitore ormai rimasto), oltre che interessi economici e naturalmente pagare le tasse. In base all'ordinanza ministeriale a noi, sempre e comunque cittadini italiani, é negato da circa un anno l'accesso in Itália perche'non siamo residenti (per forza: dobbiamo essere residenti nel paese che ci ospita). .. Ma come é possibile non aver pensato a questo gruppo di persone quando si é scritta l'ordinanza? Mio marito ed io inoltre a fine luglio avremo finito il ciclo vaccinale (AstraZeneca) e soprattutto vorrei sottolineare che gli italiani che risiedono in Brasile vivono, da quando é scoppiata la pandemia, con grandi restrizioni e attenzione, non solo per proteggersi, ma anche per poter tornare in Itália per rivedere i propri cari e per fare una vacanza (adesso tutti parlano di turismo...). So che quello che le ho scritto potrebbe non interessarla e lo capisco bene. É che abbiamo provato a scrivere al Presidente del Consiglio e al Ministro Speranza ma naturalmente non abbiamo ricevuto risposta... Allora ho pensato di scrivere a lei, forse solo per sentirmi ancora italiana, visto che ogni volta che sul Corriere "la leggo" mi ritrovo nelle sue parole e nei suoi pensieri... Ho sempre pensato che un cittadino onesto dovrebbe sentirsi parte del proprio Stato. E pensavo anche che in momenti come quello che stiamo vivendo ora il proprio Stato avesse il compito di proteggere il cittadino che momentaneante vive in una altra parte del mondo... e invece non é cosi. Non so se mai leggera' quello che le ho scritto. Se lo fara'la ringrazio anticipatamente per l'attenzione, se non lo fara' continuero' a leggerla con attenzione e affetto.