Tra i pochissimi che vale la pena di ascoltare
Messaggio per Corrado Augias
Mercoledì 24 aprile 2024 18:39:28
Caro e stimato Dr. Corrado Augias
Le scrivo in quanto ritengo che Lei possa comprendere le mie perplessità per quanto sta avvenendo in Italia.
Sono oramai mesi che si discute su temi che nel complesso, come proposti, sono svolti in modo più distrattivo che costruttivo.
La cosiddetta “opinione pubblica” è monopolizzata su questioni come l’antifascismo, l’aborto, il pnrr ecc. Temi ovviamente importanti, ma posti maliziosamente.
Il tutto, purtroppo, mi pare proprio sia solamente nelle mani di “alcuni”.
Mi riferisco alla presidente Meloni, la segretaria del PD Schlein, le presidenti Von der Leyen e Metsola, a scendere poi alla giornalista Gruber e il suo team dei soliti Saccenti o Travagliati (seguaci di Travaglio) oppure Gramellati (ovvio) o Florizzati fino a sprofondare nell’influencer Ferragni e amichetti.
Il resto d’Italia è formato dagli ascoltatori, identificabili in massa con lo “share” e che servono per vendere loro formaggi, pizzette, creme varie, biancheria intima, olio extravergine taroccato (lo dico da esperto di tossicologia alimentare) e via di seguito.
Ascoltatori, che non fanno mai parte dei salotti televisivi, se non quando sono coagulati in specie di pollai vocianti.
Alla fine siamo nella vastissima maggioranza “quelli del Marchese del Grillo”.
Verba volant
Liberté, Egalité, Fraternité, oppure Dio, Patria e Famiglia (che chi lo dichiara è single o divorziato), pane e lavoro ecc. ecc. Il tutto ha ben scarsa credibilità a causa di chi lo propone.
In una piccola edicola della Virgencita a Valparaiso, prospicente al mare, quasi nascosta, leggevo:
rispetto, lavoro e un poco di allegria. Forse la più appropriata richiesta antropologica.
Addirittura fa notizia, quasi scandalosa oppure osannata, il richiamo alla libertà simboleggiato dal 25 Aprile 1945, quando nessuno di costoro era ancora nato o al massimo poppante, come lo scrivente che ha 80 anni.
Il resto è un contesto di cacicchi, furbastri e millantatori.
Lei, a mio parere, è tra i pochissimi che vale la pena di ascoltare, perché apre un dialogo pacato con chi le sta di fronte e soprattutto, prima di parlare, si documenta.
A pensarci bene, questa nostra Italia è un bell’aquilone colorato che non potrà mai volare, con personaggi portanti nei quali è molto difficile riconoscersi.
Per questo non andrò a votare come circa il 35-40 % degli Italiani, sperando che prima o poi si mandi in Parlamento “random” la relativa rappresentanza, come se fosse una specie di giuria.
Con stima e Buon primo Maggio.
Umberto Cornelli
Prof Emerito Loyola University Medical School-Chicago
Le scrivo in quanto ritengo che Lei possa comprendere le mie perplessità per quanto sta avvenendo in Italia.
Sono oramai mesi che si discute su temi che nel complesso, come proposti, sono svolti in modo più distrattivo che costruttivo.
La cosiddetta “opinione pubblica” è monopolizzata su questioni come l’antifascismo, l’aborto, il pnrr ecc. Temi ovviamente importanti, ma posti maliziosamente.
Il tutto, purtroppo, mi pare proprio sia solamente nelle mani di “alcuni”.
Mi riferisco alla presidente Meloni, la segretaria del PD Schlein, le presidenti Von der Leyen e Metsola, a scendere poi alla giornalista Gruber e il suo team dei soliti Saccenti o Travagliati (seguaci di Travaglio) oppure Gramellati (ovvio) o Florizzati fino a sprofondare nell’influencer Ferragni e amichetti.
Il resto d’Italia è formato dagli ascoltatori, identificabili in massa con lo “share” e che servono per vendere loro formaggi, pizzette, creme varie, biancheria intima, olio extravergine taroccato (lo dico da esperto di tossicologia alimentare) e via di seguito.
Ascoltatori, che non fanno mai parte dei salotti televisivi, se non quando sono coagulati in specie di pollai vocianti.
Alla fine siamo nella vastissima maggioranza “quelli del Marchese del Grillo”.
Verba volant
Liberté, Egalité, Fraternité, oppure Dio, Patria e Famiglia (che chi lo dichiara è single o divorziato), pane e lavoro ecc. ecc. Il tutto ha ben scarsa credibilità a causa di chi lo propone.
In una piccola edicola della Virgencita a Valparaiso, prospicente al mare, quasi nascosta, leggevo:
rispetto, lavoro e un poco di allegria. Forse la più appropriata richiesta antropologica.
Addirittura fa notizia, quasi scandalosa oppure osannata, il richiamo alla libertà simboleggiato dal 25 Aprile 1945, quando nessuno di costoro era ancora nato o al massimo poppante, come lo scrivente che ha 80 anni.
Il resto è un contesto di cacicchi, furbastri e millantatori.
Lei, a mio parere, è tra i pochissimi che vale la pena di ascoltare, perché apre un dialogo pacato con chi le sta di fronte e soprattutto, prima di parlare, si documenta.
A pensarci bene, questa nostra Italia è un bell’aquilone colorato che non potrà mai volare, con personaggi portanti nei quali è molto difficile riconoscersi.
Per questo non andrò a votare come circa il 35-40 % degli Italiani, sperando che prima o poi si mandi in Parlamento “random” la relativa rappresentanza, come se fosse una specie di giuria.
Con stima e Buon primo Maggio.
Umberto Cornelli
Prof Emerito Loyola University Medical School-Chicago
Da: Umberto Cornelli
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