Al termine di questa lettera capirà perché non potevo renderla pubblica prima

Messaggio per Lilli Gruber

Sabato 13 febbraio 2021 12:43:24
Oggi, 13 febbraio 2021, a giuramento prestato, posso finalmente pubblicare la lettera che avevo in serbo per la Sig. ra Gruber e che più volte ho tentato di farle avere in forma riservata.

Al termine della lettura si capirà per quale motivo non potevo renderla pubblica prima che fosse certificato in modo definitivo, l’influsso positivo e benefico dell’Innominabile che, oltre ad averci regalato Mattarella ci ha messo ora sulla strada per risalire dal baratro, grazie a Draghi.

Checché ne dica ai suoi intimi, il Goffredo da Bangkok, il personal trainer di Zingaretti, che è arrivato a definirlo “sicario”, (senti da quale pulpfiction viene la predica) oggi si apre una prospettiva che solo qualche giorno fa sarebbe stata impensabile. Osservo in proposito che l’accusa di Bettini, la testa pensante di scorta del PD, attribuisce a Renzi un ruolo determinante che il Travaglio ha invece tentato di negargli. Insomma, si mettano d’accordo, almeno per conquistare il primato della stupidità. Che, evidentemente è il necessario pendant del genio italico. Già una volta nel passato abbiamo gettato il futuro dalla finestra quando destra, sinistra, ed industriali, uniti in un abbraccio mortale, finirono per “estirpare il neo dell’informatica” che un genio aveva realizzato per primo al mondo. Se c’è qualcuno che merita la damnatio nominis é colui che, chissà per quali scopi reconditi, ha impedito all’Italia di percorrere quella strada che ci avrebbe portato chissà dove.
Dopo questo stupido denigratore da maledire, via via, tutti i suoi occasionali emuli fino all’ultimo che, col suo nome, che certo non ispira benessere e serenità, dovrebbe camminare rasente ai muri per non farsi riconoscere.
Ora che si è finalmente verificato l’evento più fortunato degli ultimi 50 anni, penso che attribuirne il merito a chi ne è stato, per un verso o per l’altro, l’artefice, possa valere come antidoto dal malocchio che qualcuno ha tentato di affibbiargli. Dare a qualcuno dell” innominabile” vuol dire una sola cosa, e se qualcuno usa le parole senza conoscerne i significati palesi e sottostanti, farebbe bene a fare un altro mestiere.
Si può dire quello che si vuole, ma nessuno può disconoscere che questo risultato fortunato, che sia stato voluto o no, lo si deve ad una personalità che ha il nome e cognome di Matteo Renzi e che qualcuno, tutti sanno chi, ha tentato di demolire nella maniera più vigliacca che si possa escogitare, dandogli un non-nome che ispira una stupida paura per incombenti disgrazie.
Se si avrà pazienza di arrivare agli ultimi paragrafi della lettera, si capirà quale infame delitto è stato tentato ai suoi danni, definito (non l’Innominato, come qualcuno, fuorviato dalla sua profonda cultura, ha creduto di sentirgli dire), ma “l’innominabile” il cui senso riposto è difficile ignorare se si è in buona fede o se solo si è letta una famosa novella di Pirandello o visto il film di Totò.

Quella che segue è la mia lettera che, se me ne fosse stata data la possibilità, avrei inviata in forma riservata alla Dr. ssa Gruber in modo che tentasse di impedire questo sconcio senza però renderlo pubblico, perché farlo prima della conclusione positiva del miracolo, avrebbe liberato il suo virus malefico.

Roma 29 gennaio 2021
Gentile dr. sa Gruber
°Da molti anni (da quando gli fui presentato, di fronte al Canottieri Aniene, da Giovanni Malagò) seguo Enrico Mentana. Ha una memoria prodigiosa e magari se ne ricorda😀
Inevitabilmente 20 e più anni determinano una sorta di dipendenza; quel tipo di assuefazione che diventa incontrollabile al punto da non potersene privare anche quando cominciano a manifestarsi fastidi che si preferirebbe evitare.
Un’ “attrazione fatale” per la7 che si è accentuata da quando ho preso a seguire il suo Ottoemezzo.
Possedete entrambi uno stile impareggiabile: grande competenza, eloquio fluido, misurato, profondamente colto ma, soprattutto, grande eleganza nel contegno e nel modo di pensare, di trattare cioè ogni argomento con raffinato distacco senza far trasparire, troppo, il proprio personale orientamento, lasciando il telespettatore libero di formarsi il proprio convincimento. O almeno, quasi libero e comunque, non più come prima.
Non si può dire lo stesso di alcuni suoi ospiti fissi che già all’aspetto sono il suo esatto contrario: personaggi come quello che tanto diverte Damilano, sempre in prima fila ad applaudirlo (devo peraltro ammettere che lo apprezzo molto perché riesce ad esprimere i suoi concetti senza mai ricorrere ad invettive ed anatemi) e l’altro, sulla strada del Vate che non è Padellaro, altra persona sobria che si ascolta volentieri e con rispetto. Questo per dimostrarle che si può accettare di buon grado qualsiasi parere, purché sia espresso con il rispetto che si deve in primo luogo ai telespettatori che non hanno bisogno di essere guidati nel giudizio da epiteti ed insulti rivolti all’odiato di turno, come fosse un Savonarola, al sicuro dal rogo, però.
E qui mi domando: come può lei, quintessenza dell’eleganza e del bon ton, tollerare che in sua presenza si possano usare toni così insultanti, come lo è il definire una personalità di indiscutibile valore come: “l’innominabile”?

Per una normale sensibilità appena civilizzata, che abbia dimenticato gli antichi riti tribali, il vezzo di affibbiare un malevolo soprannome che fa pensare all’anatema di una fattucchiera che lancia il malocchio, è veramente intollerabile. Ancora di più se si percepisce la implicita presuntuosa pretesa di ottenerne il Copyright, quasi fosse un Pulitzer o un Gay Talese. (Preciso, TALESE, che mai potrà essere confuso con altri giornalisti presenti e futuri.

Ed ora, se c’è ne fosse ancora bisogno, mi spiego. Ricordo che ai tempi della scuola, tantissimi anni fa, qualcuno si era inventato un altro “innominabile”. Mi son sempre chiesto chi fosse stato il primo a far circolare, con volontà criminale, quell’anatema capace di distruggere e nel modo più vigliacco una persona. Della quale non voglio fare il nome, ormai fortunatamente dimenticato anche se tornato famoso per i meriti ed il valore di chi lo porta oggi. Ma varrebbe la pena di approfondire l’argomento per far capire quanto male possa fare, per la durata di una vita intera, insinuare e poi far circolare un venticello così subdolo e assassino. Occorre ricordarle il caso di Mia Martini?

So per certo di essere del tutto immune dal rischio di contagio dalle maniere di questo sagrestano della morale Prêt-à-porter. So valutare con chiarezza ed in piena autonomia i difetti di Matteo Renzi (in quanto all’ultima, aspetterò le sue spiegazioni, ma questa volta con accentuato scetticismo). Sembra un destino di chi sta una spanna più su rispetto a tutti gli altri, subire questa sorte e comunque, tra tutta quella gente chi è senza peccato?. Ci vuole una bella faccia di bronzo ad accusare uno di aver fatto cadere un governo che conteneva al suo interno, prima, durante e dopo conterrà ancora, gente che su tutto la pensa in modo diverso. Penso anche io che solo un miracolo (o forse lo stellone italico) potrà portarci fuori dalle sabbie mobili in cui ci avevano, tutti insieme, portati.

Concludo questa amara riflessione: non ho che un’unica arma di difesa, che non sposterà di una virgola gli effetti iniqui di questa pratica stregonesca, attuata con parole piuttosto che con gli spilloni, ma serve a mettere in equilibrio il mio senso di giustizia.

Ecco quello che farò: ogni volta che lei, durante l’esibizione del suddetto, darà spazio alla pubblicità, cambierò canale per “godermene” la solita massiccia dose altrove: chissà che, imitato da molti altri, qualche genio dell’informatica, grazie ad algoritmi opportunamente trattati con l’intelligenza artificiale, rilevando queste repentine oscillazioni dell’indice di ascolto, non riesca a trasformare il disgusto di molti in una specie di VPC (VOX POPULI CERTIFICATA). 🤓

Se volesse, ma so che è presuntuoso ed ingenuo al tempo stesso pensarlo, potrei raccontarle un fatto che mette seriamente in discussione l’adamantina onestà (onestà, onestà, onestà!) o la sovrumana inflessibilità del citato Signor Sorrisetto Supponente, il quale, dopo un articolo apparso sul Fatto quotidiano a firma di Elisabetta Ambrosi, che metteva a nudo le sconcezze di una gloriosa (in altri tempi) Istituzione, non fu onesto ed incorruttibile fino in fondo. Perché su quello scoop inquietante è calato il silenzio? Senza alcuna spiegazione e senza alcuna protesta da parte dell’Istituzione, forse (ma non credo) ingiustamente calunniata? Cosa è successo per frenare l’ira funesta del Nostro Eroe? Che sia intervenuta un’autorità superiore? E chi, se non il Padreterno in persona, visto che di mezzo c’era anche un Cardinale? È onesto buttare la pietra e poi nascondere la mano? In cambio di cosa?

La ringrazio per l’attenzione e rimango a sua disposizione. All’occorrenza le fornirò, su sua richiesta, anche il mio recapito telefonico

Cordiali saluti Francesco Gennaro
Da: Francesco

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