Non sempre è questione di covid

Messaggio per Mario Giordano

Martedì 15 febbraio 2022 16:25:35
Ieri sera Nicola Porro, in apertura della sua trasmissione "Quarta repubblica", ha menzionato il caso di un povero signore, che aveva perduto il padre di 92 anni ricoverato in ospedale senza più poterlo rivedere, nè riabbracciare nonostante avesse fatto anche la dose booster del vaccino. Nicola Porro aveva giudicato di metterlo in apertura, proprio per sottolineare la disumanità, e l'assurdità dei comportamenti che si stanno verificando anche negli ospedali. Quest'uomo, come a un po' tutti noi, credo, ha suscitato in me una pena infinita, quella di un figlio che piangeva per l'impossibilità di dare l'ultimo saluto al proprio padre. Non ricordo il nome di questo signore, ma vorrei "consolarlo" almeno in parte affermando che, più che disumanità scaturita dalle regole imposte negli ospedali, nel suo caso si è trattato di MALASANITA'. Una parola, ed un fenomeno che purtroppo conosciamo un po' tutti molto bene, e già da molto, molto tempo prima dell'avvento del covid. Vorrei trovare parole di conforto raccontandogli di aver vissuto la medesima esperienza in un noto ospedale romano, dove sono accaduti fatti gravissimi. Mio padre, all'epoca 86enne, ricoverato in seguito ad una crisi cardiaca, era affetto, poveretto, anche da altra patologie. La più "semplice" era una fistola perianale andata in infezione poichè le sue difese immunitarie erano praticamente scese a zero a causa di un mieloma multiplo. Mio padre fu ricoverato in chirurgia, dopo essere stato "sballottato" tra altri reparti che nulla avevano a che vedere con la sua patologia. Era ormai allo stremo, e noi familiari ottenemmo dall'ospedale un "passi" per poterlo accudire anche al di fuori delle ore consentite. Noi fratelli e mia madre facevamo dunque delle turnazioni. Ma il medico responsabile del reparto, una vera carogna, c'impediva ugualmente l'accesso nonostante il permesso accordatoci. Mio padre ormai respirava con l'ossigeno, era intubato, non poteva nè bere nè mangiare ma ogni giorno gli addetti gli lasciavano sul tavolino... piatti di rigatoni nonostante facessimo notare l'assurdità della cosa. Aveva le labbra spaccate dall'arsura e mio fratello un giorno, corse a comprargli un ghiacciolo mentre io cercavo di fargli passare poche gocce d'acqua, attraverso garze intrise, sulle labbra. Mentre mio fratello stava tornando, un'infermiera gli sbarrò il passo, gli tolse il ghiacciolo di mano scagliandolo a terra. Io assistevo esterrefatta a tale scena, e poichè in quel momento passava il buffone di corte, vale a dire il"medico" responsabile del reparto, segnalai infuriata l'accaduto. Costui non volle altro per inscenare una vera chiassata nel corridoio e poichè, di fronte a tale atteggiamento avevo minacciato di chiamare i carabinieri, mi strappo' letteralmente il cellulare dalle mani. Ne nacque una scena spaventosa nel corso della quale gl'intimai di restituirmelo immediatamente, finchè, colta da una crisi di pianto avendo tra l'altro capito che mio padre era alla fine, venni allontanata dal reparto. Il giorno dopo, mio fratello si recò di nuovo in ospedale. Fece appena in tempo a vedere mio padre che gli spirò tra le braccia. Il suo vicino di letto ci raccontò in seguito che di notte era accaduto un macello. Papà, non si sa per quale motivo, si era strappato l'intubazione, ma di più costui non volle dirci. Noi pensammo che gli avessero affrettato la fine. Dopo la sua morte, andai a denunciare l'accaduto al responsabile dell'ospedale. Costui mi ascoltò con attenzione, mi promise che avrebbe anche preso provvedimenti... a patto però, che facessi nomi e cognomi dei responsabili, medici e infermiere. Non potei farli. Avevo in mano, infatti, la sua cartella clinica dove avrebbero dovuto essere annotati gli orari dei turni nonchè i nomi degli addetti. Non c'era nulla del genere. Quei nomi li ricordo ancora molto bene nonostante siano passati 17 anni, ma farli a lui senza prove evidenti mi avrebbe solo esposta ad una denuncia. Così mi limitai a rispondere: "Non occorre. Quei nomi, lei, li conosce meglio di me". Vero, "signora" Elisabetta, "signora" Mirella? il medico, seppi molti anni dopo, morì poi di cancro. Brutto episodio, vero? Eppure il covid ancora non c'era. Ma la malasanità, purtroppo, già esisteva. Grazie
Da: Roberta 2

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