Messaggi e commenti per Giovanni Floris - pagina 32
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Frasi di Giovanni Floris
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Biografieonline non ha contatti diretti con Giovanni Floris. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Giovanni Floris.
Mercoledì 3 giugno 2020 11:22:52
Martedì 2 giugno 2020 22:42:56
Sig Floris sono anni che seguo la trasmissione ai tempi della RAI e adesso sulla sette! Mi dispiace ma perché c'è sempre Sallusti e giornalisti di Mediaset? Sallusti per favore non ne può fare proprio a meno? Inconcludente e ripete sempre le stesse cose! Certo è a libro paga del Berluska! Grazie mille!
Martedì 2 giugno 2020 22:25:40
Gentile sig. Floris
Io mi chiamo Laura Damiano, sono insegnante di scuola secondaria di primo grado, abilitata sia in musica sia sul sostegno.
Dato che il pulcino scalcia dentro di me (si sono incinta e gia madre di un pulcino di 4 anni) e dopo aver letto le convocazioni per l' immissione in ruolo da quota 100 pubblicate sul sito dell'usr della mia regione (Sicilia) non riesco proprio a dormire perché sono disperata.
Dovrò scegliere una provincia lontana piu di 200km da casa pena la rinuncia al ruolo invece di attendere agosto ed avere una rosa di scelte maggiori dato ché sono tra le prime nella mia graduatoria.
Perché penalizzare chi sta piu in alto in graduatoria?
E cosa molto piu importante... Perché non posso accedere ad assegnazioni provvisorie o mobilità per 5 anni? Che colpa abbiamo noi del gm del 2018? Abbiamo conseguito abilitazioni su abilitazioni e titoli per acquisire competenze... E adesso perché ci devono penalizzare così?
Perché un diritto sempre convalidato adesso non lo è più?
Perché dopo 10 anni di precariato in giro per l'Italia, 5 traslochi, due abilitazioni conseguite non ho il diritto di scegliere la provincia piu consona per me dato che sono quarta in graduatoria?
Perché dovrò srdadicare la mia famiglia di nuovo per 5 anni perché sono stati aboliti i canali di assegnazione e mobilità?
Io apprezzo moltissimo il suo operato per il bene dell'Italia e penso che lei metta cuore e anima per il suo lavoro e le chiedo di dar voce ai docenti in giro oer l'Italia che chiedono solo di avere un lavoro e non dover scegliere tra lavoro e famiglia
Si parla di meritocrazia... Ma dov'è la meritocrazia per chi ha superato i concorsi nel 2018 e nonostante le molteplici competenze acquisite non ha gli stessi diritti e di chi è stato messo di ruolo prima?
Sig. Floris perché devo per forza accettare una provincia che non mi appartiene e non attendere agosto quando verranno comunicati i posti effettivi ottenuti dopo le mobilità e sperare di essere messa di ruolo nella mia citta? ! ?
Perché? ! ! Perché devo essete vincolata da questa convocazione... Cosi perdo l'opportunità che mi spetta di diritto di avere piu margine di scelta della provincia e di avere la mia famiglia accanto..
E chi verrà dopo di me ad agosto potrà scegliere beatamente una rosa di province piu 'appetibili'
Ed io penso a mio figlio, al pulcino che nascerà ad agosto e a tutti i sacrifici buttati nella spazzatura perché dovrò per l'ennesima volta cambiare città.. adesso sono a letto perché mio figlio vuole nascere prima del tempo... Ho appena scelto le sedi... E non faccio altro che piangere perche dopo tutti questi anni e sacrifici il momento piu bello per un insegnante è stato rovinato
Perché? ! ? La prego!
Non ho piu forza e speranza...
La ringrazio per avermi ascoltato
Cordialmente,
Laura Damiano
Mercoledì 27 maggio 2020 13:08:54
Gentile dottor Floris,
nel suo programma si parla, ormai da mesi, solo ed unicamente del covid, ma, a mio avviso, in maniera molto, oserei dire troppo, politically correct.
Io, cittadina italiana residente nella regione Lazio, sono stata costretta a chiudermi in casa per circa due mesi, mi sono dovuta sottoporre a file anche di un’ora e mezza solo per fare la spesa, non ho potuto, e non posso tuttora, andare a trovare i miei fratelli e sorelle residenti fuori regione, mi devo tuttora bardare con mascherine e guanti (tutto a mie spese) per uscire di casa, non ho potuto fare i miei controlli medici di routine. Per tutto questo devo ringraziare la regione Lombardia che, a tutt’oggi, nella persona del suo governatore, compare in TV e si rifiuta di riconoscere le responsabilità, sue e del suo assessore alla sanità, addossandole al governo e reclamando a gran voce l’autonomia della sua regione.
Premetto che non sono una sostenitrice dell’attuale governo, non ho mai votato né PD, né tantomeno M5S, per cui non posso essere tacciata di essere di parte, tuttavia le domande che mi pongo e che la pregherei di rivolgere al super governatore non appena possibile, sono le seguenti:
1- Chi ha firmato l’ordine di riapertura dell’ospedale di Codogno, chiuso dai sanitari subito dopo la scoperta del paziente uno?
2- Di chi è stata la responsabilità della mancata o tardiva istituzione delle zone rosse in Lombardia, della regione o dello Stato?
3- Quanti pazienti sono stati trattati nel padiglione della fiera adibito ad ospedale dal super commissario Bertolaso, fatto venire espressamente da Sud Africa, e sparito dalle cronache?
4- Ci sono state pressioni, come ha denunciato Report, da parte degli industriali lombardi, alla fine di febbraio, per non chiudere le fabbriche, gli stessi “imprenditori” che ora riceveranno finanziamenti a fondo perduto che pagheranno gli stupidi, come me, che pagano le tasse?
5- Cosa ne pensano i cittadini lombardi (ai quali va tutta la mia solidarietà umana per la tragedia che hanno vissuto) dei loro governanti?
6- Con quale motivazione la regione Lombardia pretende una maggiore autonomia, dopo la prova di efficienza che ha fornito?
Non è pensabile che, brandendo i poveracci morti di covid, la Lega li usi per sfuggire alle responsabilità che una nazione civile ha il dovere di appurare e condannare. Noi non siamo la Cina dove le cose vengono messe a tacere dall’alto e, personalmente, mi fa schifo il pensiero che tutta l’Italia sia stata costretta a subire quello che ha subito, e sta ancora subendo, perché qualcuno ha anteposto una logica di profitto alla salute di un’intera nazione.
Avrà il coraggio di fare queste domande o dovrò subirmi ancora per molto le farneticazioni dei suoi ospiti (a proposito, ma questi pennivendoli vengono pagati per venire a raccontare le loro str***ate in TV?) sugli assistenti civici, o sui poveri commercianti ed imprenditori che pretendono soldi dallo Stato, di cui, per la stragrande maggioranza, hanno eluso le tasse?
Martedì 26 maggio 2020 07:22:54
SETTORE GIOCO PUBBLICO (Slot, Videolottery, Bingo, Scommesse)
Spettabile dott. Floris,
mi rivolgo a Lei in quanto seguendola da tempo ho avuto modo apprezzare il Suo coraggio con cui affronta questioni spinose e controverse che spesso dividono l’opinione pubblica nonché le posizioni politiche.
Il settore del Gioco Lecito, a cui appartengo, in questa lunga emergenza, in cui i DPCM si sono succeduti a iosa, non è mai stato preso in considerazione o nominato dalla politica e dai mass media…come se non esistessimo… e questo silenzio assordante sta mettendo in ginocchio un comparto economico composto da 10. 500 dipendenti dei Concessionari e 63. 000 occupati presso le imprese territoriali che per conto dei Concessionari mettono a disposizione i propri locali aperti al pubblico per la distribuzione agli utenti del gioco pubblico secondo modalità e termini imposti dalla legge (fonte: Primo Rapporto sul Gioco Pubblico 28 novembre 2019). La maggior parte di questi lavoratori sono in cassa integrazione, gli imprenditori che gestiscono gli esercizi non si sa se riusciranno a riprendersi.
Riprendersi, ma quando? Non ci sono indicazioni da parte del Governo su una data programmata di riapertura e ripartenza. Nulla si sente nei dibattiti parlamentari. Eppure il nostro settore, tramite le varie associazioni di categoria, ha proposto protocolli sanitari a tutela dei lavoratori e dei clienti (DPI, distanziamenti, misuratori di temperatura, nuovi layout degli apparecchi, contingentamenti degli accessi, ecc.). Perché tutto tace? Non voglio esprimere i miei pensieri politici che lasciano il tempo che trovano… Le sale da gioco sono più sicure di tanti negozi, i clienti si siedono e giocano e tutto è igienizzabile appena si alzano. Vogliono uccidere questo settore e tutte le famiglie coinvolte? Possibile che nessuno si renda conto che il gioco, da tanti visto come il demonio, non muore… in questo modo è solo sommerso ed in mano alla criminalità organizzata. Ringraziandola anticipatamente se vorrà dare voce anche a noi nei suoi programmi, la saluto cordialmente.
Barbara
Venerdì 22 maggio 2020 00:34:44
Buon giorno, seguo già i vari programmi da voi gestiti. Ben pochi arrivano ai destinatari. Pazienza. A Floris avrei detto durante la discussione sulla sanità lombarda che a tuttora alcuni infermieri del territorio bergamasco (ADI) non sono ancora stati chiamati da Ats x tamponi o sierologia. Siamo al 21 maggio. E per settimane hanno preso di tasca loro i DPI... andando a domicilio dai Covid positivi. No comment.
Mercoledì 20 maggio 2020 16:31:43
Gent. mo Floris,
avevo già espresso, con un precedente messaggio, le mie perplessità sulla presenza sistematica, nella Sua trasmissione di alcuni personaggi simbolo di spazzatura intellettuale, antitetica al dovere di autonomia e verità ben oltre i limiti dell'ideologia di appartenenza.
Anche ieri sera, con gli onnipresenti lubrici Sallusti e Senaldi, la trasmissione non si è smentita, rendendosi complice del vergognoso messaggio che Senaldi ha potuto trasmettere ai telespettatori.
GIUSEPPE CONTE RICEVE CONSENSI PERCHE' CON IL LOCKDOWN HA DATO, AD UN POPOLO DI PARASSITI, LA POSSIBILITA' DI STARE A CASA SENZA LAVORARE.
E' del tutto superfluo commentare una simile dichiarazione; resta da chiedere a questa sottospecie del regno animale quali siano i beni primari che egli produce per il paese.
Vuole forse farlo lei, Floris, magari alla prossima puntata?
Distinti Saluti
Egidio Bastianelli
Mercoledì 20 maggio 2020 10:39:59
Buongiorno. Ieri sera, nella trasmissione Dimartedì, lei, palando del tema dell'omofobia, ha detto (cito a memoria, ma il succo è quello) che occorre rispettare le persone che hanno fatto altre scelte. Ma non si è, ad esempio omosesuali per SCELTA ma per condizione. Nessuno sceglie di essere omosessuale o eterosessuale. Gradirei sentire una rettifia. Comunque complimenti per le conduzioni (con la schiena dritta) delle sue varie trasmissioni.
Buona giornata e Buon lavoro.
Martedì 19 maggio 2020 17:06:55
Gent. mo,
mi piacerebbe porre alla vostra attenzione queste tematiche che trovo siano poco considerate nel dibattito del come sarà la fase 2.
In questi giorni ci si appresta all'apertura di tantissime attività, comprese quelle in cui è scontato il contatto fisico ravvicinato, come parrucchieri ed estetisti, per fine mese è probabile la riapertura di centri sportivi, scuole di danza e palestre.
Riprenderanno a celebrarsi le Messe, luoghi di assembramento per definizione... Le attività produttive premono per ripartire.
Insomma tutti scaldano i motori, desiderosi di rimettersi in gioco, con nuove regole, modalità differenti da cui eravamo abituati prima, ma comunque con l'obiettivo di ricominciare.
Tutti tranne il comparto scuola. Tutto rimandato a settembre, forse, chissà come... Perché qui manca completamente l'entusiasmo che invece contraddistingue gli altri ambiti? manca soprattutto da parte degli "operatori", che in media sembra non vedano l'ora che arrivi il fatidico 8 giugno.
Lungi da me fare sconti alla prudenza per ipotizzare fughe in avanti che potrebbero essere pericolose, ma quello che stona rispetto al resto dei comparti è proprio questo silenzio e questa rassegnazione ad una situazione che sembra essere diventata una confort zone che ci accompagnerà per i prossimi mesi: la scuola a distanza adesso, l'assenza di scuola per la stagione estiva, visto che tra giugno e settembre pare che tutto si possa fare fuorché il recupero di quanto perso in questi mesi.
Nonostante gli sforzi fatti in questo periodo da parte dei docenti (non tutti a onor del vero), studenti e genitori (!) è evidente che anche la più avanzata ed efficace didattica a distanza non potrà sostituire quanto fatto in presenza, soprattutto per i piccoli, perché, anche banalmente confrontando l'orario delle lezioni pre e post emergenza, è evidente che alcune lacune ci sono state e ci saranno, al di là della formale conclusione dei programmi previsti.
Insomma lo smart working (tema di un bell'articolo odierno di Patrizia De Rubertis) non vale per tutto e se funziona, anche bene, per le attività amministrative in generale poco o niente si adatta per quelle ove il rapporto e l'assistenza alla persona, in questo caso agli allievi, sono tratti costanti e distintivi della prestazione (ve la vedete la maestra della materna, pur dotata di buona volontà, che assegna, lavoretti manuali da eseguire a casa sotto la guida esperta dei genitori?
Se lei se l'è cavata con un video tutorial inviato via whatsup alla chat di classe il resto del lavoro pratico se l'è gestito la mamma, tra il suo di lavoro e le altre incombenze domestiche...
Inoltre, se le ore fatte prima in classe, in presenza, avevano un valore e non erano sovradimensionate rispetto alla reale necessità di apprendimento, dobbiamo prendere atto che il risultato non potrà mai essere lo stesso. Aggiungo che l'applicazione della didattica sul territorio è molto eterogenea, cambia da scuola a scuola e spesso da classe a classe. Io ho due figlie, la prima ha iniziato la seconda settimana di marzo dopo "solo" 3 settimane di chiusura, la seconda, alla primaria ha iniziato i collegamenti la settimana scorsa, dopo quasi 3 mesi, prima facevamo solo compiti...
E' anche evidente che la capacità di seguire la didattica è disomogenea e cambia a seconda del supporto pratico che può garantire la famiglia.
In questo contesto mi sembrava scontato ipotizzare uno slittamento del calendario scolastico nazionale fino almeno a metà luglio che consentisse, quanto meno nelle regioni ove le condizioni sanitarie fossero compatibili una parziale riapertura della scuola dell'obbligo, anche se con modalità adatte alla nuove esigenze (gruppi ridotti, turnazioni, attività all'aperto magari reperendo altri spazi).
Questa ipotesi, tuttavia, non sembra essere stata contemplata dalla Ministra, che ha rimandato tutto al prossimo autunno, chiudendo così un anno scolastico interrotto a metà.
Si affaccia in questi giorni, tuttavia, a seguito delle legittime pressioni dei genitori, la possibilità di far partire i centri estivi.
La prima domanda è banale: perché i centri estivi, che peraltro comporterebbero oneri per le famiglie, oltre che per le casse dello stato e gli enti locali (visto che sarebbero previsti contributi e detrazioni), potrebbero partire ed invece la scuola no? Quali sarebbero i presupposti sanitari che differenzierebbero questi centri dalla scuola estiva?
Da cittadina mi sembra un'incongruenza inaccettabile: se ci sono degli impedimenti sanitari questi valgono per tutti i settori affini. Perché non applicare il protocollo sanitario previsto per i centri estivi alle scuole? D'altronde mi sembra più semplice mantenere la distanza svolgendo attività didattiche, seduti al banco, piuttosto che con attività ricreative e sportive in movimento. Potrebbe essere un modo, in una stagione più semplice, rispetto all'autunno, visto che ora potremmo contare anche sfruttare spazi all'aperto, per sperimentare come ripartire per il prossimo anno scolastico. Si tratterebbe di un esperimento monitorato con ingressi scaglionati, e solo per la scuola dell'obbligo, partendo da chi ha i genitori che lavorano.
Sembra che la scuola abbia abdicato al suo ruolo, ci dicono che la scuola non può partire per i prossimi 4 mesi, però potremo mandare tranquillamente ai corsi di tennis e di danza i nostri figli... la stessa Prof. ssa Chiara Saraceno, in un articolo pubblicato sabato su "La stampa" ha denunciato la criticità della situazione.
La seconda domanda è semplice quanto pragmatica: perché non si è pensato di modificare il calendario scolastico, dando la possibilità alle scuole di organizzare delle classi a numero ridotto per infanzia/primaria/medie per chi ha i genitori che lavorano fuori casa e magari prevedere delle sessioni di recupero per tutti, anche solo a turno... ?
Io temo che la ragione della mancata ripartenza di questo settore non stia solo nella problematica sanitaria ma nella difficoltà, incapacità o scarsa volontà di smuovere consuetudini calcificate nel sistema scolastico: a metà giugno fine delle lezioni e liberi tutti, a prescindere da tutto il resto, anche se in realtà sappiamo che, alla faccia dello "slogan" proclamato come un mantra "la scuola non si ferma", la scuola si è fermata eccome e sono rari i casi in cui l'offerta didattica a distanza è stata realmente compensativa di quella in presenza.
I ragazzini che non si vedranno a scuola staranno comunque assieme nei parchi "allo stato brado" (consentite l'esagerazione, ma basta fare una passeggiata nel parco per rendersi conto che tutto non è controllabile), concentrati nelle case di chi, non lavorando, potrà accudirli: dai nonni, ai vicini di casa, agli amici, o altre mamme. E' una grande ipocrisia credere che in questi mesi non ci saranno contatti fra questi bambini. Più sicuro, a questo punto, che stiano in maniera ordinata e regolamentata in classi/gruppi ove si inizi a far rispettare quelle regole indispensabili come il distanziamento, l'igiene delle mani, l'utilizzo dei dispositivi.
Ecco a me piacerebbe che, in mezzo ai tanti dibattiti, se ne facesse uno schietto senza ipocrisia, anche su questo tema.
Grazie dell'attenzione.
Donatella Giacoppo
Giovedì 14 maggio 2020 15:25:30
Buongiorno Signor Giovanni Floris,
da quando nel suo programma “dimartedì” gli interventi dei vari ospiti non sono più disturbati dagli applausi del pubblico in sala, la visione è estremamente più godibile. Finalmente si capisce tutto e le voci si sovrappongono meno, cosa che nelle televisioni italiane è uno standard deleterio.
La saluto cordialmente
Pasquale Durante - Lugano (Svizzera)