Messaggi e commenti per Massimo Giannini - pagina 17

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Frasi di Massimo Giannini

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Biografieonline non ha contatti diretti con Massimo Giannini. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Massimo Giannini.

Venerdì 3 aprile 2020 14:46:49

Buon giorno sig. Giannini
Giorni fa, su La Stampain Line ho appreso che il sindaco di Trino (vc) ha impedito alla cittadinanza di uscire da casa se non con la mascherina. Debbo ritenere che abbia provveduto alla consegna a domicilio delle mascherine.
Un suo contatto con il sindaco potrebbe chiarire tale divieto.
Inoltre le chiedo come può andare a fare la spesa una single con più di un figlio?
La ringrazio e cordialmente la saluto
Carosi Norberto
347 -------

Venerdì 3 aprile 2020 10:44:41

No Giannini, almeno non tu. Su Il Fatto Quotidiano, nei commenti nei vari studi e servizi televisivi e di alcuni politici, adesso nel tuo articolo di ieri su La Repubblica, abbondano le citazioni sulla presunta contrazione - colpevole ridimensionamento, gigantesco definanziamento, imponente riduzione, i termini più utilizzati - del finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale negli ultimi 10 anni, pari a 35/37 miliardi. Eppure basta un minimo ragionamento politico per capire che se nel 2008 il finanziamento a carico dello stato era di poco più di 100 miliardi, nessun governo poteva disporre un taglio di oltre un terzo senza scatenare il fuoco amico e nemico delle regioni. La cifra ripetutamente citata è quella presentata dallo studio Gimbe dello scorso anno e basta vedere come sono state prese date e cifre a base del calcolo per capirne la fondatezza. Una semplice verifica sul sito del Ministero della Salute offre la sorpresa: il finanziamento a carico dello stato del servizio sanitario nazionale dal 2008 al 2018 è cresciuto di 11 miliardi e 800 milioni e se nel 2008 valeva il 6, 2% rispetto al PIL. a prezzi del mercato, nel 2018 pesava per il 6, 4%. Giustamente si può sostenere che bisogna dare ancora più risorse, però lasciamo ad altri la costruzione di posizioni che nelle fase più delicate del paese sfruttano la circolazione di notizie false ma verosimili al pubblico a cui si vuole parlare.
Fabbio Baitelli - Botticino (BS) tel. 335 -------

Venerdì 3 aprile 2020 10:41:37

Buongiorno giannini, cosa ne pensi se i vigili del fuoco li facessimo diventare protezione civile? sai perche':: a parte i volontari che svolgono un servizio lodevolissimo, ma dietro loro c'e' un forte giro di poltrone un grande spreco di soldi e questo non va bene. quando avra' del tempo vorrei che prendesse in considerazione questa mia idea. grazie e ossequi.

franco gianazzi

Giovedì 2 aprile 2020 19:26:44

Buonasera Giannini, ho appena letto il suo articolo su Repubblica di oggi "Sveglia Italia o sarà tardi" e lo condivido in pieno. Chi ha in mano le decisioni (politici), faccia in modo che chi ha le capacità necessarie (scienziati, tecnici, manovali e persino volontari) abbia l'opportunità di operare e gli strumenti adatti allo scopo non solo in condizioni di eccezionale emergenza, ma anche nella normalità. Io, da libero professionista obbligato ad avere la PEC da diversi anni, non ho mai ricevuto una che è una comunicazione, pur avendo a che fare con diversi enti pubblici, Non è possibile che a livello politico si prometta la luna ben sapendo (o forse no... i ministri scaricano le certificazioni uniche dei loro genitori dal sito INPS... ?) che al di sotto la situazione è ridicola. Altro che "smart", di fronte a certe realtà mi torna in mente un film degli anni 60, mi sembra "I Tartassati", con Totò evasore fiscale e Aldo Fabrizi nella parte di un maresciallo della tributaria, che rivolgendosi a Totò gli dice... un modo per prendere i soldi ci sarebbe... quattro doppie e tre triple... e poi speriamo. Ecco, vorrei sperare non fosse così anche per gli italiani. O se è così ce lo dicano... giocate alla Lotteria di Capodanno. Ciò detto senza nulla togliere al comportamento dell'attuale Presidente del Consiglio, che ritengo stia svolgendo la sua parte in modo più che decoroso.

Giovedì 2 aprile 2020 17:39:58

Caro massimo,
in questi tempi di emergenza ti do del tu senza troppi fronzoli.
in base a tutte le informazioni ricevute ho elaborato una strategia di uscita dall'emergenza corona virus che ti mando a seguire.
se non si seguira' questa strategia od altre analoghe si pratichera' uno sterminio di massa a livello psicofisico, intellettuale... etc. che e' cio' che stiamo vivendo: non si puo' pensare di tenere una popolazione isolata per 2 o piu' mesi per poi doverlo ripetere dopo 1 o 2 mesi di liberta' pensando che resti sana.
leggi attentamente quello che ti invio :

STRATEGIA PER USCIRE DALL’EMERGENZA CORONA VIRUS
VALIDA PER TUTTO IL PIANETA E PER EVENTUALI EPIDEMIE FUTURE

31-3-2020

L’unica soluzione per combattere questa epidemia e’ lo screening totale (tamponi per vedere la positivita’ o negativita’ al virus e test rapidi per vedere se si sono sviluppati gli anticorpi) della popolazione, fatto quartiere per quartiere e casa per casa da dei volontari.

Dai risultati si evidenzieranno 3 gruppi di persone:
positivi al virus - negativi al virus – immunizzati dagli anticorpi.

Dopodiche' i negativi al test e coloro che hanno sviluppato gli anticorpi devono poter uscire liberamente e ricominciare una vita normale, in questo modo coloro che hanno sviluppato gli anticorpi potranno immunizzare anche i negativi, per quanto riguarda la cosiddetta immunita’ di gregge totale ci si arrivera’ quando il 50/60 per cento della popolazione sara’ immunizzata.
I positivi resteranno isolati e curati, nel caso sviluppino patologie, finche’ non svilupperanno anche loro gli anticorpi.
Se non si segue questa strada si rischia il collasso totale del nostro sistema socioeconomico planetario.

Bisogna considerare i seguenti fattori oggettivi per applicare questa strategia :

1) la gente chiusa in casa da 20 o piu’ giorni ha una situazione di positivita' o negativita' certa ;

2) ci vogliono test a sufficienza e team in attivita' 24 ore;

3) bisogna formare i team di volontari per fare i tamponi ed i test rapidamente ed in sicurezza;

4) i volontari impiegati nelle operazioni di screening devono fare per primi i test, e solo i negativi saranno abilitati al servizio;

5) bisogna dare l'informativa almeno 2 giorni prima di cominciare lo screening attraverso messagi televisivi e radiofonici e munire i volontari di tesserini di riconoscimento non falsificabili;

6) avere dai municipi e dalle circoscrizioni gli elenchi completi di tutti gli abitanti sul territorio;

7) dopo il test tutti gli immunizzati con anticorpi e i negativi potranno ricominciare una vita normale, resteranno sotto controllo solo i positivi, gli ultrasettantacinquenni e le persone a rischio per malattie pregresse, finche’ non si arrivera’ a contagiati zero, cio’ avverra’ quando il 50/60 per cento della popolazione avra’ sviluppato gli anticorpi e quindi immunizzera’ anche gli altri standoci a contatto;

8) va da se che va avviata immediatamente la produzione di tamponi e test in milioni di esemplari per sottoporre a screening tutta la popolazione.

Gli immunizzati con anticorpi ed i negativi al test che torneranno ad una vita normale dovranno essere muniti di badge identificativi differenti, fino a che la pandemia non sara’ totalmente eliminata.

Giuseppe Loreto
Gia’ Addetto d’Ambasciata
E Addetto alla logistica della Cooperazione Italiana
Tel/whatsup 3294933036
Email: pinoloreto@libero. it

Mercoledì 1 aprile 2020 20:35:30

Egregio dott. Giannini, dopo alcuni anni di in cui sono stato un vostro assiduo ascoltatore, ritengo che ormai si siano perse in toto le linee del DIRETTORE Zucconi.
E' facile sedersi davanti ad un microfono e pontificare, criticare quanto gli altri fanno, certo fa più rumore un'albero che cade che una foresta che cresce, questo è il filo conduttore del giornalismo.
Nei miei ormai quasi 40 anni di lavoro uno dei pilastri fissi è sempre stato cercare di migliorarsi e riconoscere i propri errori, chi lavora sbaglia chi non fa nulla non sbaglia mai, mettersi in gioco con le proprie armi a disposizione, senza millantare esperienze, conoscenze, TITOLI o risultati.
Comunque grazie di tutto perché il suo modo di fare giornalismo mi fa rivalutare chi ho conosciuto sul campo e rischiava di proprio per INFORMARE e non FORMARE

Mercoledì 1 aprile 2020 13:51:36

Buongiorno. anche un'ora fa avevo scritto come quasi ogni giorno alla merlino pregandola di non interrompere subito dopo aver dato loro la parola ospiti di qualita' per mandare la pubblicita'. chi ascolta sa che la pubblicita' che serve a pagare i compensi dei vari operatori e conduttori ma e' odioso impedire alla persona di proseguire nell'esposizione.. a volte poi non viene neppure ridata la parola. inviti meno ospiti e lasci parlare ! ! ovviamente l'ha fatto anche con lei che però è riuscito a proseguire. quando i politici decurteranno i loro mostruosi introiti ed elimineranno i vitalizi. tutti ereditabili dai parenti se loro muoiono. buon lavoro e grazie

Martedì 31 marzo 2020 09:50:12

Io vado fuori di testa. Ci sono interi campi di verdure da raccogliere in aziende aperte perchè NON SI TROVA CHI LE RACCOGLIE ??? Perchè gli stagionali indiani che le raccolgono non possono entrare in Italia e fare questo lavoro? ? ma che paese abbiamo ? ? Neppure durante questa tragedia si trovano italiani che vogliano guadagnare qlc ? ? E SI PARLA DI DARE A TUTTI IL REDDITO DI EMERGENZA ? ? Arrivati a questo punto fanno benissimo Olanda Finlandia Germania e C a negarci qualsiasi prestito! ! Inutile parlare di 8 e mezzo di ieri sera. Buon lavoro Ma qlc del suo staff legge queste mail? Non spero in una risposta ma almeno sapere che raggiungono qlc mi farebbe piacere. Grazie

Ma come eravamo un paese senza figli e ora tutti devono portare i bimbi a passeggiare? ? quali bimbi? di chi???
ma come eravamo il popolo con piu' risparmi in banca di tutto il pianeta e ora tutti hanno fame??? ma che succede? ?
ma come la mafia ha tentacoli ovunque e non si preoccupa che se andiamo a picco non avra' nessuno a cui vendere droga o da corrompere ? ?

Lunedì 30 marzo 2020 11:04:10

Illustre Sig. Giannini,

Mi rivolgo a Lei allo scopo di esporLe il mio pensiero circa la sola iniziativa che a mio avviso può salvare il nostro Paese dalla bancarotta finanziaria e dal crollo del nostro sistema produttivo. Con la conseguenza, inevitabile, di trascinare con sé altri Paesi europei e alla fine del progetto europeo.
Si tratta, per essere il più chiaro possibile, di far eleggere Draghi alla Presidenza della Repubblica il più presto possibile. A maggio-giugno, non appena le camere potranno tornare a funzionare regolarmente. Alla data inizialmente ipotizzata per questa operazione, il 2023, ci sarà solo un cumulo di rovine.
Il mio ragionamento si basa su 6 considerazioni di fatto:
1) l’Italia non può salvarsi senza l’Europa.
2) l’Europa non può salvarsi senza un incremento considerevole della capacità di spesa della Commissione.
3) Ciò non può avvenire senza la creazione di un meccanismo istituzionale di carattere federale, che richiede la piena codecisione tra Consiglio e Parlamento.
4) Questo meccanismo, che richiede una riforma dei trattati esistenti, non può essere creato senza il pieno sostegno da parte di Francia e Germania (oltre al nostro Paese, si intende, e possibilmente di altri Stati come la Spagna e il Belgio).
5) Il solo personaggio pubblico italiano di cui i tedeschi si fidino è Mario Draghi. Prodi e Monti non esistono più.
6) Solo Draghi è quindi in grado di garantire, dal punto di vista dei tedeschi, un’operazione politica di ampia portata, la sola in grado di salvare l’Italia e l’Europa dal baratro, che di fatto crea la federazione europea, o per lo meno un nucleo federale all’interno dell’Unione, qualora non tutti i suoi stati membri siano disposti a prenderne parte immediatamente.

Draghi è oggi un pensionato. Di lusso, autorevole, in grado di influire indirettamente sulle scelte politiche, ma sostanzialmente esterno al perimetro in cui si esercita il potere. E’ una situazione che non possiamo permetterci, perché si tratta dell’unico italiano di spicco di cui i tedeschi si fidino. E senza i tedeschi non si fa l’Europa. La storia del processo di unificazione europea è la storia della progressiva integrazione di questo popolo con il resto dell’Europa. La Germania è stata il vero nodo della tragedia europea del 900, nel male e nel bene.

Stimo molto Mattarella e penso che in occasione di questa crisi abbia dato il meglio di sé, ma è del tutto evidente come non sia in grado di supplire all’evidente e imbarazzante inadeguatezza di Conte a gestire una crisi economica, politica e psicologica senza precedenti storici, se non quelli relativi a eventi bellici di grande portata. Il problema è che non è possibile sostituire Conte con Draghi. Conte rappresenta la linea del Piave dei 5 stelle. L’unica loro speranza di non scomparire per sempre dalla scena politica alle prossime elezioni. Non potrebbero pertanto votare la fiducia a un eventuale esecutivo Draghi, senza vedere ulteriormente erosa la loro rappresentanza parlamentare. Un eventuale esecutivo Draghi avrebbe dunque bisogno dell’appoggio di Berlusconi e Salvini. Ciò significherebbe consegnare a Berlusconi e Salvini le chiavi di Palazzo Chigi, vale a dire la scelta della data delle prossime elezioni politiche. Un suicidio politico per noi e una tragedia per il Paese.

La sola possibilità di portare Draghi, il più presto possibile (e lo sottolineo! !) a una posizione di responsabilità politica è dunque di farlo eleggere al Colle. Sono certo che Mattarella, un vero servitore dello Stato, non esiterebbe a lasciare e che Draghi otterrebbe, in questa situazione di assoluta emergenza, il pieno dei voti.

Questa operazione ci consentirebbe di far fronte all’emergenza e probabilmente di uscirne, ma al prezzo di incrementare il nostro debito pubblico che diventerebbe nel medio periodo insostenibile, perché le esportazioni, con le quali paghiamo il debito esistente, inevitabilmente subiranno un crollo. La crisi sarà globale, la recessione potrebbe trasformarsi in depressione di lunga durata. La cura si potrebbe dunque rivelare peggiore del male. Certo, abbiamo bisogno di liquidità da iniettare artificialmente nel sistema (che risulterà di fatto ‘drogato’, o ‘dopato’ se preferisci) e la BCE non sarà in grado di mettere in campo una potenza di fuoco illimitata (come invece può fare la FED). Non saremmo neppure in grado di trovare sul mercato la liquidità di cui abbiamo bisogno per salvare il processo produttivo dall’implosione. Questo perchè tutti i Paesi si troveranno più o meno nella nostra stessa situazione. Con una differenza sostanziale tra di loro: come in natura, i più forti ce la faranno e i più deboli soccomberanno. Temo che il risultato finale di questo processo di ‘selezione naturale’ possa vedere come veri vincitori, i grandi sconfitti della storia: Russia, Cina e Turchia. Le tre maggiori autocrazie oggi esistenti.

L’incremento del debito nazionale, pur consentendoci di uscire, pur con le ossa rotte, dall’emergenza, avrebbe tuttavia la conseguenza diretta della fine dell’euro. La BCE non è però la FED, perché in Europa non esiste oggi un governo federale. La BCE non è in grado di far fronte da sola a una crisi che si preannuncia essere sistemica e che è destinata a colpire più duramente gli anelli più deboli del sistema, dai quali dipende la sua stessa tenuta. Se salta l’anello più debole, è infatti inevitabile che salti l’intera catena. L’apertura di una linea di credito (anche illimitata e a zero interessi) agli stati che risulteranno più colpiti dalla crisi produttiva conseguente alla chiusura delle attività, non farebbe infatti che peggiorare la loro situazione debitoria nel suo complesso, rendendola di fatto insostenibile anche nel medio periodo. Qualora tra essi ci fosse uno stato di proporzioni maggiori e già fortemente indebitato, come l’Italia, il crollo del sistema nel suo complesso sarebbe inevitabile.

Per capire quello di cui gli stati membri dell’Unione Europea avrebbero oggi bisogno per fronteggiare una crisi produttiva e finanziaria senza precedenti storici basta volgere lo sguardo oltre Atlantico, e notare come vani, o poco efficaci a frenare il crollo di Wall Street, siano stati gli annunci della FED a iniettare nel mercato una dose massiccia di liquidità e a garantire alle imprese linee di credito a tasso zero. E’ stato necessario un accordo parlamentare bipartisan per mettere in campo un primo intervento d’emergenza dell’esecutivo senza precedenti storici, volto a iniettare direttamente liquidità a fondo perduto, nelle imprese e nella popolazione. Appare del tutto evidente poi che si tratti solo del primo intervento e che altri seguiranno, a seconda della capacità di recupero del sistema produttivo. I 2. 200 miliardi di dollari stanziati dall’esecutivo federale non verranno iniettati in egual misura nel sistema produttivo, ma a seconda di priorità strategiche definite dall’amministrazione e ratificate dai due rami del Parlamento. Sin tratterà dunque di scelte politiche, frutto certamente di negoziati da parte delle forze in campo, ma alla fine condivise. Sarà inevitabile dunque che il flusso di liquidità andrà a beneficiare alcuni settori produttivi (quelli più strategici) rispetto ad altri, e alcuni stati (quelli più colpiti dalla crisi, gli anelli più deboli della catena) rispetto ad altri.

La dimensione della sproporzione degli strumenti oggi in possesso dall’esecutivo americano rispetto a quello europeo è di 20 a 1. Appare del tutto evidente come l’Unione Europea potrà fronteggiare questa crisi epocale solo con un aumento significativo della capacità di spesa, proporzionato alla dimensione della crisi produttiva che si andrà progressivamente definendo. Gli interventi della BCE, anche mediante l’emissione di eurobond, potranno certo avere effetti benefici immediati, consentendo probabilmente di superare la fase acuta della crisi, ma alla fine si potrebbero rivelare fatali per la tenuta del sistema finanziario europeo nel suo complesso, venendo ad accentuare il debito degli stati membri più colpiti dalla crisi, che di fatto sono anche oggi quelli più deboli economicamente. Si verrebbe così a invertire il processo di convergenza finanziaria che sta alla base del processo di unione monetaria europea, portando di fatto alcuni stati fuori dall’eurozona. Il crollo della costruzione europea seguirebbe inevitabilmente, dal momento che è stata fondata sul dogma funzionalista, che prevede la progressiva fusione di competenze governative su base tecnocratica, con assai limitate capacità redistributive del reddito degli stati membri. La cura si potrebbe dunque rivelare più dannosa del male, dal momento che il risultato finale potrebbe essere il fallimento finanziario degli stati estromessi dal sistema, nel contesto di una recessione mondiale che può trasformarsi in depressione. Vale la pena qui ricordare che gli Stati Uniti ne uscirono, recuperando il 45% della capacità produttiva persa nel triennio 1929-32, solo nel corso della Seconda Guerra mondiale, grazie proprio al volano dell’economia bellica!

La scelta che sta di fronte agli stati membri è dunque se seguire l’esempio della Gran Bretagna, che pur venendo penalizzata, nel breve e medio periodo, dall’uscita dal mercato interno, è in grado oggi di far fronte da sola alla crisi utilizzando i tradizionali strumenti fiscali e monetari, o aumentare in modo significativo la capacità di spesa da pare della Commissione. Il problema è che ciò non sia possibile senza la creazione di un vero e proprio bilancio federale, a disposizione di un esecutivo responsabile di fronte a due rami del Parlamento con eguali poteri. Il nodo fondamentale da sciogliere, dal quale dipende l’ingresso del processo di unificazione nella sua fase conclusiva o il suo fallimento, e dunque quello del raggiungimento della piena codecisione tra il Consiglio e il Parlamento. Il momento tanto temuto è dunque arrivato: ‘federarsi o perire’.

In questa fase pre-rivoluzionaria solo un uomo è in grado di far compiere all’Europa la scelta rivoluzionaria e si chiama Mario Draghi. Nello stesso modo come in Gran Bretagna, nel maggio del 1940, un solo uomo fu in grado di guidare un Paese sull’orlo del crollo, alla resistenza ad ogni costo, e si chiamava Winston Churchill. Fu un deputato conservatore, Leo Amery, ad alzarsi in Parlamento e intimare all’allora Primo Ministro e Presidente del suo stesso partito, Chamberlain: ‘In nome di Dio, vattene’. In questo momento terribile della nostra storia spetta a un manipolo di coraggiosi del PD chiedere a Mattarella di farsi da parte e lasciare a Mario Draghi le redini del Paese.

Le chiedo, come vero erede di Scalfari, di usare tutto il prestigio di cui gode, per garantire il necessario sostegno della pubblica opinione per garantire il successo a questa operazione politica. L’unica che ci consentirà di fronteggiare lo tsunami che verrà con qualche strumento in più per respingerlo.

Colgo l’occasione per porgerLe i miei più cordiali saluti.

Andrea Bosco
Jean Monnet Chair, History and Theory of European unification, Firenze.
Direttore, The Lothian Foundation, Londra.

Domenica 29 marzo 2020 09:56:08

Noi che siamo i datori di lavoro dei parlamentari possiamo, come i dirigenti della juve, decurtare del 50% almeno il loro stipendio e azzerare i vitalizi??? quanti presidi e ventilatori in piu' potremmo offrire agli ospedali ? ? vergogna!!!
sarebbe possibile sapere se le mail vengono lette da lei ? ? grazie e buon lavoro

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