Messaggi e commenti per Massimo Giannini - pagina 18
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Frasi di Massimo Giannini
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Biografieonline non ha contatti diretti con Massimo Giannini. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Massimo Giannini.
Martedì 31 marzo 2020 09:50:12
Lunedì 30 marzo 2020 11:04:10
Illustre Sig. Giannini,
Mi rivolgo a Lei allo scopo di esporLe il mio pensiero circa la sola iniziativa che a mio avviso può salvare il nostro Paese dalla bancarotta finanziaria e dal crollo del nostro sistema produttivo. Con la conseguenza, inevitabile, di trascinare con sé altri Paesi europei e alla fine del progetto europeo.
Si tratta, per essere il più chiaro possibile, di far eleggere Draghi alla Presidenza della Repubblica il più presto possibile. A maggio-giugno, non appena le camere potranno tornare a funzionare regolarmente. Alla data inizialmente ipotizzata per questa operazione, il 2023, ci sarà solo un cumulo di rovine.
Il mio ragionamento si basa su 6 considerazioni di fatto:
1) l’Italia non può salvarsi senza l’Europa.
2) l’Europa non può salvarsi senza un incremento considerevole della capacità di spesa della Commissione.
3) Ciò non può avvenire senza la creazione di un meccanismo istituzionale di carattere federale, che richiede la piena codecisione tra Consiglio e Parlamento.
4) Questo meccanismo, che richiede una riforma dei trattati esistenti, non può essere creato senza il pieno sostegno da parte di Francia e Germania (oltre al nostro Paese, si intende, e possibilmente di altri Stati come la Spagna e il Belgio).
5) Il solo personaggio pubblico italiano di cui i tedeschi si fidino è Mario Draghi. Prodi e Monti non esistono più.
6) Solo Draghi è quindi in grado di garantire, dal punto di vista dei tedeschi, un’operazione politica di ampia portata, la sola in grado di salvare l’Italia e l’Europa dal baratro, che di fatto crea la federazione europea, o per lo meno un nucleo federale all’interno dell’Unione, qualora non tutti i suoi stati membri siano disposti a prenderne parte immediatamente.
Draghi è oggi un pensionato. Di lusso, autorevole, in grado di influire indirettamente sulle scelte politiche, ma sostanzialmente esterno al perimetro in cui si esercita il potere. E’ una situazione che non possiamo permetterci, perché si tratta dell’unico italiano di spicco di cui i tedeschi si fidino. E senza i tedeschi non si fa l’Europa. La storia del processo di unificazione europea è la storia della progressiva integrazione di questo popolo con il resto dell’Europa. La Germania è stata il vero nodo della tragedia europea del 900, nel male e nel bene.
Stimo molto Mattarella e penso che in occasione di questa crisi abbia dato il meglio di sé, ma è del tutto evidente come non sia in grado di supplire all’evidente e imbarazzante inadeguatezza di Conte a gestire una crisi economica, politica e psicologica senza precedenti storici, se non quelli relativi a eventi bellici di grande portata. Il problema è che non è possibile sostituire Conte con Draghi. Conte rappresenta la linea del Piave dei 5 stelle. L’unica loro speranza di non scomparire per sempre dalla scena politica alle prossime elezioni. Non potrebbero pertanto votare la fiducia a un eventuale esecutivo Draghi, senza vedere ulteriormente erosa la loro rappresentanza parlamentare. Un eventuale esecutivo Draghi avrebbe dunque bisogno dell’appoggio di Berlusconi e Salvini. Ciò significherebbe consegnare a Berlusconi e Salvini le chiavi di Palazzo Chigi, vale a dire la scelta della data delle prossime elezioni politiche. Un suicidio politico per noi e una tragedia per il Paese.
La sola possibilità di portare Draghi, il più presto possibile (e lo sottolineo! !) a una posizione di responsabilità politica è dunque di farlo eleggere al Colle. Sono certo che Mattarella, un vero servitore dello Stato, non esiterebbe a lasciare e che Draghi otterrebbe, in questa situazione di assoluta emergenza, il pieno dei voti.
Questa operazione ci consentirebbe di far fronte all’emergenza e probabilmente di uscirne, ma al prezzo di incrementare il nostro debito pubblico che diventerebbe nel medio periodo insostenibile, perché le esportazioni, con le quali paghiamo il debito esistente, inevitabilmente subiranno un crollo. La crisi sarà globale, la recessione potrebbe trasformarsi in depressione di lunga durata. La cura si potrebbe dunque rivelare peggiore del male. Certo, abbiamo bisogno di liquidità da iniettare artificialmente nel sistema (che risulterà di fatto ‘drogato’, o ‘dopato’ se preferisci) e la BCE non sarà in grado di mettere in campo una potenza di fuoco illimitata (come invece può fare la FED). Non saremmo neppure in grado di trovare sul mercato la liquidità di cui abbiamo bisogno per salvare il processo produttivo dall’implosione. Questo perchè tutti i Paesi si troveranno più o meno nella nostra stessa situazione. Con una differenza sostanziale tra di loro: come in natura, i più forti ce la faranno e i più deboli soccomberanno. Temo che il risultato finale di questo processo di ‘selezione naturale’ possa vedere come veri vincitori, i grandi sconfitti della storia: Russia, Cina e Turchia. Le tre maggiori autocrazie oggi esistenti.
L’incremento del debito nazionale, pur consentendoci di uscire, pur con le ossa rotte, dall’emergenza, avrebbe tuttavia la conseguenza diretta della fine dell’euro. La BCE non è però la FED, perché in Europa non esiste oggi un governo federale. La BCE non è in grado di far fronte da sola a una crisi che si preannuncia essere sistemica e che è destinata a colpire più duramente gli anelli più deboli del sistema, dai quali dipende la sua stessa tenuta. Se salta l’anello più debole, è infatti inevitabile che salti l’intera catena. L’apertura di una linea di credito (anche illimitata e a zero interessi) agli stati che risulteranno più colpiti dalla crisi produttiva conseguente alla chiusura delle attività, non farebbe infatti che peggiorare la loro situazione debitoria nel suo complesso, rendendola di fatto insostenibile anche nel medio periodo. Qualora tra essi ci fosse uno stato di proporzioni maggiori e già fortemente indebitato, come l’Italia, il crollo del sistema nel suo complesso sarebbe inevitabile.
Per capire quello di cui gli stati membri dell’Unione Europea avrebbero oggi bisogno per fronteggiare una crisi produttiva e finanziaria senza precedenti storici basta volgere lo sguardo oltre Atlantico, e notare come vani, o poco efficaci a frenare il crollo di Wall Street, siano stati gli annunci della FED a iniettare nel mercato una dose massiccia di liquidità e a garantire alle imprese linee di credito a tasso zero. E’ stato necessario un accordo parlamentare bipartisan per mettere in campo un primo intervento d’emergenza dell’esecutivo senza precedenti storici, volto a iniettare direttamente liquidità a fondo perduto, nelle imprese e nella popolazione. Appare del tutto evidente poi che si tratti solo del primo intervento e che altri seguiranno, a seconda della capacità di recupero del sistema produttivo. I 2. 200 miliardi di dollari stanziati dall’esecutivo federale non verranno iniettati in egual misura nel sistema produttivo, ma a seconda di priorità strategiche definite dall’amministrazione e ratificate dai due rami del Parlamento. Sin tratterà dunque di scelte politiche, frutto certamente di negoziati da parte delle forze in campo, ma alla fine condivise. Sarà inevitabile dunque che il flusso di liquidità andrà a beneficiare alcuni settori produttivi (quelli più strategici) rispetto ad altri, e alcuni stati (quelli più colpiti dalla crisi, gli anelli più deboli della catena) rispetto ad altri.
La dimensione della sproporzione degli strumenti oggi in possesso dall’esecutivo americano rispetto a quello europeo è di 20 a 1. Appare del tutto evidente come l’Unione Europea potrà fronteggiare questa crisi epocale solo con un aumento significativo della capacità di spesa, proporzionato alla dimensione della crisi produttiva che si andrà progressivamente definendo. Gli interventi della BCE, anche mediante l’emissione di eurobond, potranno certo avere effetti benefici immediati, consentendo probabilmente di superare la fase acuta della crisi, ma alla fine si potrebbero rivelare fatali per la tenuta del sistema finanziario europeo nel suo complesso, venendo ad accentuare il debito degli stati membri più colpiti dalla crisi, che di fatto sono anche oggi quelli più deboli economicamente. Si verrebbe così a invertire il processo di convergenza finanziaria che sta alla base del processo di unione monetaria europea, portando di fatto alcuni stati fuori dall’eurozona. Il crollo della costruzione europea seguirebbe inevitabilmente, dal momento che è stata fondata sul dogma funzionalista, che prevede la progressiva fusione di competenze governative su base tecnocratica, con assai limitate capacità redistributive del reddito degli stati membri. La cura si potrebbe dunque rivelare più dannosa del male, dal momento che il risultato finale potrebbe essere il fallimento finanziario degli stati estromessi dal sistema, nel contesto di una recessione mondiale che può trasformarsi in depressione. Vale la pena qui ricordare che gli Stati Uniti ne uscirono, recuperando il 45% della capacità produttiva persa nel triennio 1929-32, solo nel corso della Seconda Guerra mondiale, grazie proprio al volano dell’economia bellica!
La scelta che sta di fronte agli stati membri è dunque se seguire l’esempio della Gran Bretagna, che pur venendo penalizzata, nel breve e medio periodo, dall’uscita dal mercato interno, è in grado oggi di far fronte da sola alla crisi utilizzando i tradizionali strumenti fiscali e monetari, o aumentare in modo significativo la capacità di spesa da pare della Commissione. Il problema è che ciò non sia possibile senza la creazione di un vero e proprio bilancio federale, a disposizione di un esecutivo responsabile di fronte a due rami del Parlamento con eguali poteri. Il nodo fondamentale da sciogliere, dal quale dipende l’ingresso del processo di unificazione nella sua fase conclusiva o il suo fallimento, e dunque quello del raggiungimento della piena codecisione tra il Consiglio e il Parlamento. Il momento tanto temuto è dunque arrivato: ‘federarsi o perire’.
In questa fase pre-rivoluzionaria solo un uomo è in grado di far compiere all’Europa la scelta rivoluzionaria e si chiama Mario Draghi. Nello stesso modo come in Gran Bretagna, nel maggio del 1940, un solo uomo fu in grado di guidare un Paese sull’orlo del crollo, alla resistenza ad ogni costo, e si chiamava Winston Churchill. Fu un deputato conservatore, Leo Amery, ad alzarsi in Parlamento e intimare all’allora Primo Ministro e Presidente del suo stesso partito, Chamberlain: ‘In nome di Dio, vattene’. In questo momento terribile della nostra storia spetta a un manipolo di coraggiosi del PD chiedere a Mattarella di farsi da parte e lasciare a Mario Draghi le redini del Paese.
Le chiedo, come vero erede di Scalfari, di usare tutto il prestigio di cui gode, per garantire il necessario sostegno della pubblica opinione per garantire il successo a questa operazione politica. L’unica che ci consentirà di fronteggiare lo tsunami che verrà con qualche strumento in più per respingerlo.
Colgo l’occasione per porgerLe i miei più cordiali saluti.
Andrea Bosco
Jean Monnet Chair, History and Theory of European unification, Firenze.
Direttore, The Lothian Foundation, Londra.
Domenica 29 marzo 2020 09:56:08
Noi che siamo i datori di lavoro dei parlamentari possiamo, come i dirigenti della juve, decurtare del 50% almeno il loro stipendio e azzerare i vitalizi??? quanti presidi e ventilatori in piu' potremmo offrire agli ospedali ? ? vergogna!!!
sarebbe possibile sapere se le mail vengono lette da lei ? ? grazie e buon lavoro
Sabato 28 marzo 2020 18:02:11
Caro Massimo Giannini,
ti seguo e ti apprezzo ormai da tanti anni, volevo chiederti il motivo della scelta di chiamare oscar giannino e la sua "squadra" a radio capital.
premetto che ciò che scrivo è condiviso da quasi tutti coloro con cui mi rapporto, amici, parenti, colleghi ecc,
per cominciare due ore il sabato mattina, di un economia raccontata in maniera quasi incomprensibile, tanto è farcita di tecnicismi e ambienti sconosciuti ai più, è veramente troppo, ma la cosa più riplorevole secondo noi è il continuo attacco al governo e a conte in particolare, portato a volte anche in maniera brutale e con pochissimo rispetto di ciò che rappresenta, Ora considerato il momento tragico che stiamo vivendo, non pensi sia meglio, come del resto hai sempre detto tu, fare cerchio e apprezzare l' operato, in fin dei conti apprezzabile, di coloro che si sono trovati a dover gestire una situazione che non ha precedenti e lasciare al futuro ALMENO QUANDO NON CI SARANNO PIù MORTI le aspre critiche fuori luogo? ti invito ad ascoltare la puntata del 28/03 e a riflettere su quanto sopra,. .. mi spiace ma credo proprio che il caro ZUCCONI non avrebbe permesso tutto ciò.
p. s. io voto Potere al Popolo quindi non sto sponsorizzando ne PD ne 5STELLE.
Venerdì 27 marzo 2020 15:08:11
Come uscire dal dopo VIRUS?
Se ne parla ancora poco e sopratutto chi di dovere non ne ha la minima IDEA - manca una nuova VISIONE.
Già prima di questo tragico evento il nostro sistema di economia (per come gestito), era ed è destinato al FALLIMENTO.
Da tutto ciò, dovremmo trarre il massimo insegnamento e cogliere questo evento come una GRANDE OPPORTUNITÀ:
Se ne potrà USCIRE solo con il CORAGGIO di CAMBIARE e RIPARTIRE da SUBITO con 1 NUOVA VISIONE DI ECONOMIA creando un NUOVO STANDARD DI QUALITÀ DI VITA SUPERIORE (bisogni Primari) dove il NUOVO CITTADINO SOVRANO ne è da SUBITO il principale ARTEFICE (del suo destino).
Sarà DELETERIO non saper cogliere e attivarsi da SUBITO su questa OPPORTUNITÀ.
PER come, altro e oltre... sentiamoci al 334 -------.
Grazie.
Venerdì 27 marzo 2020 14:56:55
Egr, tra un europa come ora, con. germania e olanda che non vogliono unirsi ad un grande cambiamento, non potremmo fare una nuova europa, con tutti quelli che ci stanno... alla filosofia di Draghi?
Un nuova piu’ piccola europa ma best perfomed, fondata da principi valoriali più etici
senza rinunciare a dire che anche il valore economico e’ un valore etico!
E allora via, ! non so se bisogna trovare i modi di far uscire dalla porta germania olanda ed altri... o se dobbiamo uscirne noi... so che sara’ un processo difficile, ma nascerà un gruppo con un carattere distintivo, che andra’ d’ accordo con est - nord est, ovest e che sara’ riferimento dei problemi dell’area del bacino mediterraneo e con la prospettiva di allargare i suoi interessi verso il nord africa! spero di sentirla su questi argomenti a meno che qualcuno che leggera’ questa mia email, vorrà girargliela e che ringrazio. cordiali saluti ermanno montobbio
Venerdì 27 marzo 2020 14:43:14
La vedo e spero di riuscire ad ascoltarLa senza che la Panella si sovrapponga alle sue parole prima che Lei abbia terminato. PROPONGO UNA CLESSIDRA affinchè le varie sapientine non possano interrompere chi è stato invitato. E sinceramente di come vive la paura o le giornate questo o quel quasi vip o attore o politicante al telespettatore interessa pochino.. Perchè non fate una trasmissione Lei e Cacciari. ? che è stato mitico quando anche ieri sera ha ripetuto per l'ennesima volta Ma perchè mi fa sempre le stesse domande? ? Chissà se la conduttrice l'ha capita. Dubito. Ora mi metto di nuovo in ascolto. Grazie
Giovedì 26 marzo 2020 17:31:45
Egr. Direttore le scrivo per segnalare velocemente la mia sventura! : sono vittima dall'11 marzo, in piena pandemia,. .. di un pignoramento delle mie due post pay depositarie dei miei pochi euro... non so a chi rivolgermi, da 10 giorni faccio fatica a fare la spesa e vivendo da solo, non ho moglie e figli (devo dire fortunamente, vista la situazione) nessuno ascolta le mie rimostranze in quanto non ne conosco la causa (del pignoramento) vorrei rendere pubblica la mia sventura e per motivi di sintesi, non mi dilungo. Se crede accetterei un suo contatto. Cell. 348 7907901
Cordiali saluti
Raffaele di Nora
Giovedì 26 marzo 2020 16:47:17
Appello: rispettare le scadenze di pagamento.
Egregio direttore
le sottopongo un tema vitale per l'economia e il paese intero. E' possibile aprire un pubblico dibattito sull'argomento pagamenti alle imprese ?
Il cliente che non rispetta il termine di pagamento mette in grave difficoltà il fornitore che a sua volta non potrà pagare gli stipendi ai lavoratori, pagare contributi e pagare i fornitori.
Chi è in difficoltà finanziarie non deve abusare dei fornitori perché crea un Eco-Virus (Virus Economico) che divorerà tutta la società. Serve rigore oggi che il costo del denaro è molto basso.
Mercoledì 25 marzo 2020 14:57:57
Buonasera, Scusi il disturbo, le scrivo perchè ho molta stima di Lei, nella speranza di avere una risposta, dal momento che tutte le istituzioni a cui ho scritto non mi hanno degnato di una risposa.
Io vivo a Napoli ma lavoro a Lecco come dipendente dell'agenzia delle entrate.
Mia figlia di 5 anni non vede suo padre da più di un mese perchè sono rimasto a Lecco per lavoro e per senso di responsabilità. Ora però, mia figlia piange ogni giorno, e dice di non voler più mangiare se non torno... purtroppo non esiste solo il coronavirus come malattia, e per una bambina di 5 anni non è un semplice capriccio vedere il suo papà... ho letto che se fossi separato non avrei problemi a tornare per vedere mia figlia, ma io sono ancora sposato. Posso tornare da mia figlia le ultime restrizioni me lo vietano?
Grazie mille anticipatamente della risposta