Messaggi e commenti per Paolo Del Debbio - pagina 28

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Frasi di Paolo Del Debbio

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Biografieonline non ha contatti diretti con Paolo Del Debbio. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Paolo Del Debbio.

Giovedì 2 aprile 2020 09:46:24

Buongiorno Paolo,
invio, se di Suo interesse, alcune riflessioni sulla vera storia della convenzione capestro per l’anticipazione della cassa integrazione tra ABI+MINISTERO+PARTI SOCIALI.
Resto a disposizione per eventuali approfondimenti.
Buona giornata

La propaganda
“La convenzione si presenta come un'operazione a costo e burocrazia zero per il lavoratore. Le banche, come nel decennio della crisi finanziaria partita nel 2008, anticiperanno le somme e verranno poi ristorate direttamente da Inps. Qualora l'importo complessivo della Cig fosse superiore ai 1. 400 euro, sarà la stessa banca a integrare la differenza, una volta incassate le risorse extra dall'Istituto di previdenza "entro al massimo 7 mesi".
La realtà
ANTICIPAZIONE DELLE INDENNITA’ DI CASSA INTEGRAZIONE AI LAVORATORI DA PARTE DELLE BANCHE.
Ministro del lavoro, sindacati e ABI (associazione delle banche) hanno sbandierato come una semplificazione a costo zero per i lavoratori la stipula della convenzione per mezzo della quale le banche anticiperebbero le indennità di cassa integrazione ai lavoratori dipendenti per conto dell’Inps. Vediamo perché in pratica non è così. La convenzione che tutti possono visionare nel sito dell’Abi, impone una serie di condizioni per l’accesso all’anticipo, vediamo quali:
- Vengono anticipate solo le indennità di cassa integrazione a zero ore. Ciò significa che vengono esclusi i lavoratori che hanno una riduzione di orario (ad esempio quelli che lavorano a rotazione anche per poche ore alla settimana)
- L’anticipo è pari a 1400 euro e la sua durata è 7 mesi
- Viene valutato il merito creditizio: ciò significa che la banca potrebbe rifiutare l’anticipo al lavoratore che avesse in corso finanziamenti, rateazioni o cessione del quinto (“È fatta salva la facoltà delle Banche che applicano la Convenzione di procedere all’apertura di credito previa istruttoria di merito creditizio da effettuarsi nel più breve tempo possibile e in ogni caso in piena autonomia e discrezionalità, nel rispetto delle proprie procedure e delle vigenti disposizioni di legge e regolamento in materia di assunzione del rischio”)
- Complessità della procedura: Il lavoratore dovrà contattare telefonicamente la propria banca, senza recarsi presso la filiale, e compilare i seguenti moduli di richiesta dell’anticipo dell’integrazione salariale che gli spetta:
• Modulo per la richiesta di anticipazione della CIGO
• Modulo per la richiesta di anticipazione della CIGD
• Modulo per la richiesta di anticipazione della CIGS e CIGS in deroga
Ogni Modulo comprende 4 allegati che devono essere debitamente compilati:
• la richiesta dell’anticipazione alla banca
• la lettera all’INPS con l’indicazione del conto corrente bancario su cui accreditare il trattamento
• l’autorizzazione all’Inps di accreditare l’integrazione salariale sul conto corrente indicato e l’autorizzazione alla banca di provvedere al recupero delle somme versate quale anticipazione, una volta che l’Inps ha effettuato l’accredito
• l’elenco dei documenti da allegare alla domanda. (1. Copia documento d’identità; 2. Copia codice fiscale; 3. Dichiarazione dell’azienda di aver proceduto all’inoltro della domanda di CIGS all’Ente competente con richiesta di pagamento diretto secondo la normativa vigente. 4. Lettera di impegno irrevocabile ad autorizzare l’INPS ad effettuare l’accredito delle sue spettanze direttamente sul conto corrente su cui è stata concessa la disponibilità dell’anticipazione; 5. Copia della raccomandata AR o strumento equivalente per la richiesta di domiciliazione irrevocabile dello stipendio e dell’importo relativo al contributo di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS), CIGS in deroga (Allegato C3) ; 6. Copia ultima busta paga; 7. Copia del permesso di soggiorno, in caso di lavoratore straniero; 8. In caso di lavoratore dipendente da Azienda non associata alle parti sottoscrittrici, dichiarazione del datore di lavoro di condividere ed aderire ai principi, criteri e strumenti previsti nella Convenzione)
Dopo tutto questo “iter semplificato a burocrazia zero” (!), nel caso venisse negata la cassa integrazione per qualsiasi motivo (anche insufficienza di fondi) il lavoratore e il suo datore di lavoro sono obbligati in solido a restituire l’anticipazione, al termine dei 7 mesi, entro 30 giorni.
Ovviamente il Governo e l’Inps dovranno dare alla banche “adeguate garanzie” sulle anticipazioni.

Quindi, con l’avallo delle parti sociali e del Ministero le banche, come al solito, tutelano i loro interessi, altro che spirito di solidarietà!

Quello che si poteva fare, in modo semplice e diretto, veramente senza costi per alcuno era un’operazione semplicissima.
Le aziende hanno già un canale di comunicazione diretto con l’INPS attraverso il sito che si chiama “cassetto previdenziale aziende”. Bastava inviare un file con l’elenco degli IBAN dei lavoratori, l’INPS inviava direttamente l’ordine di accredito dell’acconto alle banche ed il lavoratore poteva ricevere immediatamente l’importo sul suo conto corrente. Poi, in base alle ore di cassa integrazione autorizzata dall’Istituto, le aziende e i Consulenti del lavoro che le assistono quali intermediari, avrebbero potuto procedere con calma, dal mese di aprile in poi a rendicontare gli importi all’Inps attraverso i flussi dei dati contributivi che si inviano mensilmente (Uniemens).

Le banche potevano essere comunque garantite (visto che questo è il fattore essenziale per il coinvolgimento delle stesse) dallo Stato e dall’INPS.

Nemmeno il terribile Corona riesce a bloccare il VIRUS DELLA BUROCRAZIA!

Patrizia Gobat
Presidente Ordine consulenti del lavoro Venezia.

Dott. ssa Patrizia Gobat

STUDIO CONSULENZA
DEL LAVORO E TRIBUTARIA
Via ------- n. 4
30026 PORTOGRUARO (VE)
Tel. +39 0421 -------
Fax +39 0421 -------
Cell. + 39 392 -------

Giovedì 2 aprile 2020 01:32:56

Buonasera, Dott. Del Debbio la informo su una ingiustizia che il Governo, speriamo momentaneamente, ha fatto verso le ns. Scuole Prof. li riconosciute dalle Regioni, non attuando nel Decreto anche per noi il 60% Credito di d'imposta sui fitti dei locali. Le nostre Scuole non finanziate dalla Comunità e cioè dallo Stato-Regioni ma con rate mensili delle famiglie che oggi con la chiusura causa VIRUS non pagano.
Formiamo, nel ns. caso Estetiste e Parrucchieri con Qualifica per lavorare e aprire una attività.
Una Sede riconosciuta legalmente ha costi di fitto mediamente di 4/5mila euro mensili oltre a utenze, Docenti ecc.
La ringrazio se può segnalare il problema delle ns. Scuole allocate in tutte le Regioni d'italia.
Nel ringraziarla la saluto distintamente.
Direttore a scuola SEM - Bari
Tel 080. 247. 2418. e-mail: info@scuolasembari. com

Giovedì 2 aprile 2020 00:15:33

Salve.

Sono una consulente del lavoro iscritta all'Ordine dei consulenti del lavoro.

Vorrei approfittare di questa stupenda trasmissione per dire:

. Vi è una incredibile burocrazia. Ci sono 4 tipi di Casse integrazioni:

FSBA (artigiani) ; FIS; CIGO; Cassa integrazione in deroga a cui allegare accordi sindacali, informative ai sindacati e marche da bollo (assurdo!) e firme, firme, firme...

Noi consulenti siamo allo stremo, dopo dottori ed infermieri veniamo noi che siamo in trincea (senza tra l'altro, sicuramente, incassare 1euro). Dobbiamo accedere a dei siti ufficiali che si bloccano, come Inps, ecc. Tremila codici e casistiche da capire, gestire e calcolare.

Ma non era forse meglio fare un fondo a cui tutti i lavoratori dipendenti avrebbero potuto accedere, previa una comunicazione semplice da parte di ogni azienda. Così lo Stato ha dato tutte le responsabilità alle aziende e ai consulenti (tra l'altro molte aziende neppure riapriranno).

- Inoltre io come consulente non ho diritto neppure ai 600, 00 euro, perchè nell'anno 2018 ho avuto un volume d'affari superiore a 50. 000, 00 euro lordi. E io dico, per fortuna che altrimenti non avrei quasi guadagnato nulla. Considerando che ho versato 8500, 00 di contributi alla cassa Enpalc. Ma io mangio oggi e non nel 2018! Anche qui una incostituzionale discriminazione. Gli iscritti all'inps, lavoratori autonomi hanno diritto a questa miseria di 600, 00 a prescindere dagli incassi, perchè un iscritto ad un ordine no? Anche io ho dei figli, una vita, una casa da mantenere e bollette da pagare.

A mio avviso ancora una volta siamo difronte ad uno stato incapace. Ma i Sigg deputati, senatori, assessori, governanti, si sono tolti gli stipendi almeno per 1 mese?

L'idea più corretta, democratica ed efficace?. .. Giorgia Meloni

Mercoledì 1 aprile 2020 23:38:57

Buonasera forse lei riuscirà a darmi una risposta.
Ho un bed and breakfast da 8 anni senza partita iva ed è l unica mia fonte di reddito. Sono iscritta al mio Comune pago rai, siae, tasse e verso la tassa di soggiorno ma per lo Stato non esisto e non ho nessun tipo di aiuto. Ovviamente la stagione doveva iniziare adesso invece il nulla come pago affitto e spese fisse?
Grazie mille

Mercoledì 1 aprile 2020 19:51:53

Ho depositato un brevetto che non farebbe più entrare in contatto chi fa la spesa (senza utilizz guanti o gel) con i microbi presenti nel carrello un industria di Brescia entusiasta del brevetto ha già pronta la produzione se volesse darmi una mano potremo evitare tantissimi contagi dai virus presenti su tali attrezzature è doppiamente felice che la produzione avvenga a Brescia così duramente colpita La ringrazio comunque per la cortese attenzione

Mercoledì 1 aprile 2020 13:37:01

Nel ringraziarvi per aver pubblicato il mio post, vorrei aggiungere un'altra domanda per la trasmissione del Dr. Del Debbio. C'è un argomento che non comprendo: i postivi al virus ignari di esserlo. Senza togliere nulla alle precauzioni adottate dal governo - di concerto con medici e virologi - io credo che potremmo andare avanti come ci hanno detto ma... all'infinito. Mi spiego meglio. Qualsiasi virologo intervistato ha affermato - a meno che chi ha contratto la malattia e ne è uscito guarito non abbia nel contempo sviluppato un'immunità alla stessa come accade per le malattie esantematiche dei bambini, ma non è dato ancora saperlo - che un portatore sano, o meglio asintomatico, e cioè che ha contratto il virus ma ne è ignaro, potenzialmente (anche nell'ambito dello stesso nucleo familiare) potrebbe infettare altre 6 persone. Lei comprenderà certamente come, a questo punto, siamo al gatto che si morde la coda. Per evitare di contrarre il Covid 19, cioè, dovremmo teoricamente prendercelo tutti e soltanto così, e sbarrando ovviamente le frontiere dell'Italia agli altri Paesi infettati, e a meno che non esca nel frattempo un farmaco (non un vaccino che richiede anni) che stronchi il virus in un arco temporale molto rapido, potremmo affermare di aver superato il contagio. MA SE NON SI PROCEDE AL TAMPONE PER TUTTI, a CHI BISOGNA GRIDARE CHE NON BASTA AVER CONTENUTO I MORTI ED I MALATI, MA CHE CHISSA' PER QUANTO TEMPO, IGNORANDO CHI SONO GLI ASINTOMATICI AVREMO IL VIRUS DENTRO IL PAESE CON IL RISCHIO D'INFETTARE MAGARI CHI, SEMPLICEMENTE, PRE PURA FORTUNA NON L'HA PRESO??? Non sono la sola a farmi questa domanda, eppure, quando ascolto la risposta degli specialisti, IL TAMPONE NON SI VUOLE FARE. Perché? chiedono gli intervistatori. Perché poi bisognerebbe farne un altro... E con questo? aggiungo io. Tra le risorse economiche stanziate, BISOGNA TROVARE PRIMA DI TUTTO I SOLDI PER I TAMPONI, OPPURE PER UN PRELIEVO DI SANGUE CHE PARE SI DIMOSTRI PIU' VELOCE ED EFFICACE! ! Ma santo Dio, ma come si fa a non capire che questa misura, come stanno facendo in Veneto, costituirebbe un'ulteriore SCREMATURA PER SCOVARE ED ISOLARE I PORTATORI ASINTOMATICI E DUNQUE FAR AMMALARE ALTRE PERSONE??? Qui si discetta di come varare le misure economiche per rilanciare il Paese dopo l'epidemia, quando solo la parola "dopo" costituisce un'incognita non solo matematica. Escludendo gli aiuti necessari a chi ha perso il lavoro o dovuto chiudere un'attività, E' INSENSATO pensare di far ripartire l'economia se prima non pensiamo ad eliminare l'epidemia, E' INSENSATO pensare di farci vivere per mesi e mesi isolati sperando che nel frattempo il virus cambi casa. BISOGNA FAR CROLLARE L'INFEZIONE, testando farmaci, facendo prelievi o tamponi e se poi il Padreterno ci darà una mano distruggendo il virus con il caldo, ebbene, chiederemo a Papa Francesco una preghiera speciale al Padreterno. Ma trovo insensato dire che questa pandemia non sia peggio della peste. A livello di contagio, almeno lo è, Se non la fermiamo con gli strumenti del 2020, ebbene, con quali strumenti pensiamo di arrestarla?. Ci sono riusciti nel '600 a fermare la peste senza farmaci, senza profilassi, senza precauzioni e quant'altro e noi pensiamo di debellarla solo stando isolati e lavandoci spesso le mani? A me sembra un'assurdità.

Mercoledì 1 aprile 2020 11:40:37

Gentile Dott. Del Debbio,
innanzitutto complimenti per la sua trasmissione, il cui segreto penso sia quello di parlare in modo chiarissimo e trasparente, privo di filtri, comprensibile ad ogni genere di spettatore e per la Sua capacità di scegliere di trattare argomenti universalmente sentiti.
Le scrivo, quindi, per esporLe il mio punto di vista su questa crisi sanitaria ed economica mentre me ne sto reclusa a casa insieme ai miei ragazzi di 11 e 14 anni, barcamenandomi tra la cura della casa, le necessità informatiche connesse ai collegamenti per le videolezioni e cercando disperatamente di riuscire a mantenere qualche contatto di lavoro per la mia attività. Anzi la nostra attitività: io e mio marito, infatti, conducevamo un valido studio associato di architettura, specializzato in particolare in restauro di immobili vincolati, (ville e palazzi d'epoca, ma anche chiese e campanili). Dico conducevamo perchè da un mese oramai siamo fuori dall'ufficio, relegati a casa, obbedienti alle richieste del nostro Governatore, Luca Zaia, condividendone, del resto, appieno il tenore e la necessità. Non si discute quindi sulla necessarietà della quarantena e ringrazio il cielo, anzi, della velocità e capacità di reazione che Zaia ha avuto nel prendere in mano la situazione e condurla in modo mirabilmente lucido. (a proprosito, si è notato che non si parla più dell'emergenza della regione Veneto? eppure abbiamo avuto il picco più alto subito dopo la Lombardia, prima che si infettassero il Piemonte e l'Emilia. Mha!).
Fermo restando che assisto impotente dal divano di casa a tutti i TG e alle conferenze stampa e che prego per le famiglie colpite da questo dramma, augurandomi che tutto finisca presto, sento crescere di giorno in giorno la preoccupazione per cosa mi/ci aspetterà dopo.
Fin da subito, una volta chiuso lo studio, pur cercando di attivare collegamenti che ci consentissero lo smart-working, è stato chiaro come tutto il nostro lavoro sarebbe svanito in breve: i cantieri sono stati fermati, le imprese ci hanno comunicato la loro indisponibilità e, del resto, era comprensibile perchè difficilmente esiste un cantiere edile dove si lavora sempre a distanza di un metro l'uno dall'altro e le mascherine erano introvabili. Quest'anno noi avevamo prevalentemente cantieri... le lascio immaginare. Inoltre il tipo di lavoro che noi svolgiamo non è di carattere compilativo e ripetitivo: pertanto anche lo smart-working non ci aiuta. Sono vietati gli spostamenti fuori città, quindi non possiamo nemmeno recarci da qualche cliente o effettuare rilievi o procedure che ci potrebbero aiutare a far partire altri lavori. Nel nostro mestiere il contatto con il cliente è fondamentale. Ho sentito diversi colleghi e tutti stanno accusando difficoltà serie, anche per impossibilità di dialogare con le amministrazioni sui progetti o perchè i clienti hanno annullato stoppato le progettazioni in attesa di vedere come si sarebbe evoluta la situazione.
Le manovre a sostegno dei professionisti sono pochissime e assurde: vengono giustamente tutelate le categorie di reddito della fascia più bassa, (fino a 50. 000 euro di reddito, suddivise in due scaglioni) gli altri sono fuori. Inoltre non c'è congedo parentale, non c'è sospensione del mutuo sulla sede dello studio, non è prevista sospensione della cassa, dell'assicurazione, dei versamenti delle ritenute alla fonte. Ora, mi scusi la crudezza, ma ci vogliono fare morire perchè non siamo tra i liberi professionisti che dichiarano il minimo?
Perchè va considerato anche che se un libero professionista guadagna di più delle fasce di reddito previste, vuol dire che ha una attività buona, che da da mangiare a dei collaboratori, che accoglie in studio degli stagisti e li avvi a al lavoro, che crea un indotto economico alle imprese, ai commercianti, ai negozianti, agli assicuratori, che magari ha quel reddito perchè fa anche bene il suo lavoro!
Come al solito si è pensato alle aziende, alla cassa integrazione e quindi ai dipendenti, che hanno tutti i sostegni del caso, - e sarà giusto che li abbiano -, ma perchè ci si dimentica dei 2, 5 milioni di partite IVA, o ci si dimentica delle partite iva più produttive?
Se ho avuto quel reddito significa anche che ho mosso capitali di clienti per opere del valore di milioni di euro, che ho reso allo stato fior di tasse in funzione del mio reddito! Tra l'altro avendo sempre contribuito onestamente non posseggo accantonamenti particolari, perchè con la tassazione attuale ciò che entra esce anche... e il governo cosa fa? Ci lascia fuori da ogni previsione di sostegno, al massimo rimbalza le tasse o i versamenti di due mesi. Ma ci si vuole rendere conto che una volta che si è interrotto il volano del gettito di denaro in ingresso, a causa dell'inattività, tra due mesi quei soldi da versare non li avremo in cassa?
Il reddito universale, - posto che non mi piace l'idea -, temporaneamente sarebbe l'unica soluzione democratica. Democratica perchè, fatto salvo chi è già coperto dalla cassa integrazione, tutti gli altri sono a piedi. Tutti stiamo risentendo del blocco delle attività, anche del blocco delle attività altrui, perchè si ferma ogni commercio.
E del resto ci stanno dicendo che dobbiamo renderci conto che al sud c'è molto sommerso e che questa gente sarà la prima a morire di fame e ad aver bisogno di aiuto. Ok, perfetto, aiutiamo anche chi non ha mai versato un euro (!), ma aiutiamo anche chi ha risorse molto limitate perchè lavora contribuendo onestamente alle casse dello stato!
Dopodichè, serve un attimo di tregua, di pace fiscale, per chi è nelle nostre condizioni, perchè possa avere il tempo, - e credo che non ci vorrà meno di un anno -, di riassestare l'attività e farla ripartire.
Ha ragione chi invoca una iniezione di liquidità, ma tale liquidità non deve fermarsi alla superficie del sistema economico, alle grandi e medie imprese, alle aziende, ai commercianti, deve arrivare anche ai piccoli imprenditori, alle partite IVA. E tale liquidità a basso costo - perchè se così non fosse non servirebbe a nulla- dovrà essere data a tutti. Che non pensino di darla alle partite iva più deboli, perchè invece dovrebbe essere erogata più velocemente a coloro che muovono un giro di affari valido, che a sua volta produce indotto.
Spero che potrà considerare questo mio punto di vista, che lo condivida almeno in parte e che voglia dargli voce.
AugurandoLe buon lavoro, la saluto cordialmente.

Mercoledì 1 aprile 2020 10:11:58

Il balletto dell'informazione

Buongiorno Dr. Del Debbio. Questa mattina, aprendo su internet la prima pagina di un quotidiano giudicato in televisione tra i più affidabili per attingere notizie, particolarmente sull'evoluzione dell'emergenza covid 19, sono rimasta atterrita: le misure di contenimento del coronavirus dureranno fino a... Luglio! impossibile descrivere la mia angoscia. Come molte altre persone, sono completamente sola, ho due fratelli che vivono lontani da me e che ovviamente, in caso d'emergenza, non potrebbero raggiungermi, ed il pensiero di continuare a vivere quest'incubo, senza poter uscire, senza poter fare ciò che facevo prima, isolata da parenti, amici e conoscenti mi getta nello sconforto più totale che prima o poi, ne sono certa, mi farà ammalare. Sono anche indignata per il continuo balletto dell'informazione in televisione, che giudico iniquo nei confronti degli italiani: ieri sera ero andata a letto più tranquilla, confidando nel fatto che i numeri legati alla pandemia erano almeno stabili, che i guariti cominciavano ad essere di più, mentre i morti, purtroppo sempre tanti, registravano aumenti pero un po' meno consistenti insieme ai portatori sani ed inconsapevoli di esserlo. Anche autorevoli esperti, intervistati, cominciavano a mostrare un debole sorriso pur mantenendosi cauti circa i tempi delle restrizioni. Nessuno di loro, però, ha affermato che dovremo restare isolati fino a Luglio, rinunciare alle vacanze (pur mantenendoci magari entro i confini italiani), si è parlato di un anno, forse due, per mettere a punto i vaccini, questo sì, ed è anche comprensibile, ma mi chiedo: CHI DICE LA VERITA'? A CHI DOBBIAMO DAR RETTA? Alle innumerevoli trasmissioni televisive che la sera ci confortano appena, oppure ai titoloni dei giornali della mattina dopo che ci gettano nello sconforto più totale??? la prego di portare avanti con chiarezza, nella sua trasmissione, che pure seguo regolarmente, l'interrogativo che, insieme all'economia, angoscia maggiormente gli italiani: PER QUANTO TEMPO RESTEREMO ISOLATI DA TUTTO E DA TUTTI? Che ce lo dicano una volta per tutte senza farci impazzire! ! La ringrazio

Mercoledì 1 aprile 2020 06:45:10

Complimenti per la trasmissione. Vorrei suggerire 2 argomenti da commentare:
a) gli interventi di supporto sociale si dimenticano dei disoccupati ultra sessantenni come me (come al solito) che si arrabattavano con lavoretti occasionali (giardinaggio, pulizie, imbiancature)
b) le sospensioni tributarie di qualche settimana non considerano che le piccole aziende (sono socio di una micro impresa) perchè i clienti con pagamenti a 60/90 giorni hanno stoppato gli stessi in attesa di vedere cosa succederà. Questo significa che i mancati incassi diventano di 2/3 mesi + periodo di blocco Covid-19. Di questo passo si chiude. Grazie per l'attenzione. Cordialmente, Mauro Ardizzoia

Martedì 31 marzo 2020 20:02:12

Salve, sono un 'autonoma, dal 1975 ho un negozio di calzature a Pescina (aq), ho sempre pagato regolarmente le contribuzioni e le imposte, sono andata in pensione nel 2011, ho continuato a gestire la mia attività versando, sempre regolarmente, contributi ed imposte.
Vorrei chiedere a questi scienziati dell 'economia e della politica in base a quali criteri veniamo esclusi dal percepire il BONUS di 600 euro, cioè io dalla mia pensione maturata con grandi sacrifici, dovrei prelevare gli importi per saldare le fatture per il consumo dell 'energia elet, trica, del riscaldamento, del consumo dell acqua tutte arrivate in questi giorni e domiciliate sul conto aziendale, dove dal 7 marzo, si percheè resomi conto del rischio per la salute mia e dei miei clienti, ho deciso di effettuare la chiusura, come tanti altri del mio paese, prima che fosse decretata, allora mi chiedo perche' non posso usufruire del bonus se sono un lavoratore autonomo ? visto che tu stato anche dopo il trattamento pensionistico mi hai concesso la possibilità di lavorare ? I l mio npme è Capo Gianfranca nata nel 1950 ed esercente dal 1975, il mio cell è 347 ------- e mi rendo conto che questi politici non hanno capito nulla, userei un altro termine per quanto sono incavolata, ho dovuto anche ac quistare un nuovo registratore di cassa con assegno a fine marzo
Se vuol essere così gentile, gradirei un chiarimento
saluto e ringrazio.

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