Messaggi e commenti per Paolo Del Debbio - pagina 29

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Frasi di Paolo Del Debbio

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Biografieonline non ha contatti diretti con Paolo Del Debbio. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Paolo Del Debbio.

Martedì 31 marzo 2020 13:16:30

Sono un libero professionista di 67 anni devo ancora lavorare perché percepisco una pensione agricola di 690 euro mensili insufficienti per avere una vita dignitosa ma non ho diritto a nessun aiuto da parte dello stato in questo momento critico!

Martedì 31 marzo 2020 12:30:09

Gent. Del Debbio vorrei segnalare una cosa sono gestore di un bar e a quanto ho capito questi famosi 600 euro non mi spettano perché percepisco una pensione. Ora con 900 euro al mese dovrei pagare le spese private vitto bollette ecc ecc e anche le spese del negozio affitto bollette ecc. ecc. tasse Ora se non lavoro come farò? Preciso che sto pagando ancora i contributi inps!!! Ora sento che vogliono dare assistenza anche a chi lavora in nero e non paga mai niente. Le sembra giusto? Sarò costretto a chiudere è questo che vogliono ? Grazie

Lunedì 30 marzo 2020 17:25:48

Caro Paolo ti scrivo per metterti al corrente delle difficoltà per sospendere il mutuo prima casa a seguito problematica corona virus. Nessun contatto umano e solo parole e documenti da presentare. La solita rimbalzella delle banche. Ma se ad una persona che fa' il tassista il cui lavoro non e' che e' calato di una certa percentuale ma e' proprio finito che paletti gli vuoi mettere o che burocrazia gli proponi. E' una battaglia contro i mulini a vento. Con stima le invio i miei più cordiali saluti.

Domenica 29 marzo 2020 21:46:08

Caro Paolo ti mando mie “farneticazioni”
SCACCO MATTO – 29 Marzo 2020
“Del senno di poi son piene le fosse”: quante volte abbiamo sentito questo mantra! E’ indubitabile che questa frase risponda al vero e sia una risposta buona per ogni tempo, per ogni situazione, per ogni critica.
Se dovessi trovarne un’ altra altrettanto efficace, mi verrebbe “chi è senza peccato, scagli la prima pietra”; ecco fatto, le bocche sono cucite; prima o poi siamo tutti peccatori, prima o poi commetteremo degli sbagli: tira diritto e taci!.
Nel III canto dell’inferno Dante pone gli “ignavi”, cioè coloro che in vita non hanno fatto scelte, evitando di avere loro idee, di schierarsi né in favore del né in favore del male; “in medium stat virtus” insomma.
Questo lungo preambolo mi è servito per descrivere ed inquadrare la attuale situazione italiana che, a mio avviso, richiederebbe scelte ben più coraggiose. Andiamo a rimorchio del virus anziché cercare di precederlo. Scegliamo di non scegliere, perché ripetere da più di un mese dovunque (TV, social, giornali, chat private, etc. .) “io stò a casa” significa proprio questo: non fare niente, stare fermi, aspettare che passi (stessa … tattica … usata nei secoli passati, si secoli, per fronteggiare epidemie più o meno virulente) ; poi, solo poi, fare il conto: il conto dei morti; il conto delle imprese, piccole o grandi non fa differenza, che falliranno, il conto dei suicidi che nei prossimi 1-2 anni, spero di sbagliarmi, potrebbero superare il numero dei morti  a causa del virus;  il conto del costo politico di questa non-scelta.
Da più parti si diceva e si dice ancora oggi che c’erano tre modi di fronteggiare questa emergenza: il “metodo” Cinese, il “metodo” Coreano, il “metodo” fatalistico.
Il “metodo” Cinese consiste nel chiudere tutto, persone obbligate in casa e sistema produttivo fermo; si badi che parliamo di una parte della Cina, perché la restante parte del paese non ha chiuso, anzi! Ha lavorato ancora di più per aiutare quella parte di paese colpita dall’ epidemia.
Il “metodo” Coreano consiste nel ricorrere alla tecnologia non solo per individuare e circoscrivere i singoli focolai, ma addirittura i singoli contagiati, avvisando poi, tramite apposite app, gli altri cittadini nel caso avessero incrociato qualche ammalato; in sostanza un metodo selettivo che ha consentito al contempo di contenere l’ epidemia e di non chiudere tutto. Metodo coraggioso, impegnativo, difficile, ma lungimirante.
Per ultimo il “metodo” fatalistico, cioè lasciare che il virus faccia il suo corso continuando a vivere come sempre. Metodo cinico ed inumano, impossibile e giustamente insostenibile in questo secolo ed in paesi democratici.
Dando per scontato che quest’ ultimo metodo non si può nemmeno ipotizzare nelle nostre realtà, capiamo bene che la scelta fatta nel nostro paese, a braccio, è la prima (col piccolo ma non irrilevante particolare che noi, passo dopo passo, abbiamo bloccato tutto il paese, non una sua parte).  Scelta che da un lato è la più semplice (“state tutti a casa”), dall’ altra è la più …ignavia: allarghiamo le braccia e vediamo che succede con la conta ex-post delle sue conseguenze. Insomma lasciare che il tempo passi: sia prima dell’arrivo dell’ emergenza (ricordiamo dichiarata il 31 gennaio), che durante la pandemia, che dopo (alla fine faremo i conti, istituiremo “commissioni di inchiesta” che non produrranno nulla se non perdite di tempo e denaro, prenderemo provvedimenti… tutti verbi con il maledetto futuro…
Mai si è parlato di tavoli con esperti medici e politici che prendessero in esame varie ipotesi di movimento, ne analizzassero le conseguenze e che ne parlassero ai cittadini (certo c’era e c’è, almeno quello un comitato medico scientifico che ha suggerito ed avallato alcune scelte, sempre a posteriori) ; mi sarebbe piaciuto vedere una conferenza stampa in cui a noi comuni mortali qualcuno illustrasse le varie ipotesi prese in considerazione e il perché si è deciso di perseguire una certa strada, anche facendoci eventualmente capire che era quella obbligata per incapacità di mettere in campo risorse, attrezzature, tecnologia. Invece ci sono state propinate conferenze stampa notturne in cui si annunciavano provvedimenti farraginosi “a babbo morto”.
Mi piacerebbe ancora adesso sapere che da qualche parte c’è un gruppo di persone che stanno pensando come fronteggiare economicamente la situazione davvero (non per finta con annunci vuoti), ora che l’epidemia è in corso, ma soprattutto dopo. Sapere in sostanza che ci sono idee chiare, che la strada è tracciata, che c’è una visione. Non stiamo parlando di virus (territorio in parte sconosciuto), ma di economia (quindi di persone) ; non è la prima crisi che il mondo ha affrontato, anche se certamente diversa. Dobbiamo ad esempio (o meglio dovremmo…) sapere già ora cosa fare se l’ Europa non metterà in campo quello che chiediamo…parliamo di strategia di un paese, parola oggi assai vaga.
L’impressione è che non sia cosi: abbiamo inseguito il virus e lo stiamo ancora inseguendo, inseguiremo anche la catastrofe economica man mano che ci mostrerà la sua tragicità.
Il grande principe De Curtis, in arte Totò, scrisse una bellissima poesia sul significato della morte: “A livella”. Mi sa che in Italia (ma anche nel mondo occidentale) ci sia anche “a livella” nella mediocrità, nel senso che mai come oggi questa mediocrità di pensiero, ignavia di animo, incapacità di visione abbia pervaso e livellato verso il basso le nostre società.
L’abilità di un giocatore di scacchi (di un governo) è quella di prevedere le mosse dell’ avversario (il virus/crisi economica) e di avere già in testa la strategia da adottare se l’avversario sposta il cavallo, la torre, l’alfiere.. in un determinato posto della scacchiera. Un mediocre giocatore di scacchi aspetta di vedere la mossa e prova affannosamente a contrastarla esponendosi a sconfitta sicura. C’è anche un tempo negli scacchi per fare la propria mossa, l’avversario non può aspettare all’ infinito.
Ho due certezze in questo momento: la prima è che chi gioca a scacchi ora (per conto nostro ahimè) non sia un gran giocatore, la seconda che il tempo a sua disposizione (quindi nostro) per “muovere” sia già finito.

Domenica 29 marzo 2020 19:46:52

Buongiorno, Dott. Del Debbio,
Hanno fermato partite iva, autonomi, povere donne che campavano facendo i mestieri presso le famiglie mettendo tutti in affanno economico, e diciamo va bene, pazienza se serve si fa, però la domanda che mi pongo e pongo a Lei, forse gli operatori di borsa sono immuni al virus, perché hanno tenuta aperta la borsa permettendo a pochi pescecani di speculare e fare guadagni enormi rovinando piccoli risparmiatori. Grazie

Sabato 28 marzo 2020 17:46:31

Sono ormai passate diverse settimane tra polemiche politiche restrizioni decreti certificazioni non vi lasceremo soli lo stato c'è.
Ora elenco alcune considerazioni personali :
1) non só ancora se siamo sono in cassa integrazione;
2) la banca mi dice che non sa quando e se mi sospende la rata del mutuo;
3) qualcuno ha chiesto il congedo parentale ma non ha ancora risposte;
4) alcuni che conosco che hanno partita iva non hanno ancora ricevuto la questua dei 600 euro.
Ora elenco delle certezze:
1) luce gas e mutuo sono arrivate puntuali e per intero e le ho pagate;
2) non lavoro;
3) non posso giustamente uscire di casa altrimenti ho la certezza di pagare sanzioni a caro prezzo;
4) l'unione europea si è presa altri 10 giorni di tempo per decidere dei nostri destini;
5) non stampo più la certificazione perché ho quasi finito l'inchiostro quindi aspetto che esca la prossima.

Considerazione finale faccio sempre il soldatino aspetto ordini dal governo e aspetto aprile per il prossimo decreto che stanzierà altri 25 miliardi purché non siano del Monopoli.

Sabato 28 marzo 2020 09:34:37

Buongiorno, sono una donna di 57 anni che, nonostante vertebre collassare e varie cisti spinali, faccio la colf stagionale. ora ho finito la disoccupazione perché avrei dovuto ricominciare a lavorare ad aprile, ma naturalmente non posso. ora mi dovete spiegare come farò a pagare l agenzia delle entrate luce, acqua, gas, medicine e in ultimo mangiare? A me non spettano neanche i 600 euro.

Sabato 28 marzo 2020 00:05:39

Dottor Del Debbio, tutti i medici ci dicono che una via di ingresso del virus è costituita dagli occhi. Perchè allora non si dice di proteggerli? si fa propaganda per le mascherine e infatti tutti usano SOLO le mascherine a protezione di bocca e naso... ma si lasciano gli occhi completamente esposti all'aggressione dal virus. solo i medici dentro i reparti di contagiati hanno il viso totalmente protetto... tanto altro personale ospedaliero ha solo mascherine... specialmente i medici di base... anche i nostri politici e forse anche Bertolaso non ha protetto gli occhi... ci pensi... per favore. Grazie

Venerdì 27 marzo 2020 23:18:12

Buonasera dott. Paolo del Debbio
Mi permetto di disturbarla perché volevo, se me lo permette, proporle un quesito alla sua cortese attenzione.

Io sono un uomo di 45 anni, con una moglie ed una bambina di 6 anni affetta da ritardi psicomotori, sono un percettore del reddito di cittadinanza, al quale ho aderito, non per poter vivere alle spalle dello Stato o della gente che paga le tasse, ma perché speravo che la sua strutturazione di reinserire la gente nel mondo del lavoro, mi dasse la possibilità di tornare a fare il lavoro che amo, il falegname lucidatore e laccatore. Purtroppo così non è stato, e le dico la verità, mi pento di aver aderito a tale soluzione, ma ho dovuto fare anche questa scelta per tutelare un po' la mia bambina, ma mi sono sempre sentito a disagio a vivere questa situazione. Ora, dopo un mio continuo cercare e perseverare ad avere un lavoro, ero riuscito ad avere una possibilità con un'azienda di Verona, ma a causa di questa pandemia, tutto è rinviato chissà a che periodo. Il non lavorare, non avere un reddito, non avere una buona base alle spalle, è per me una mancanza che dura da quasi 7 anni; il problema più grave è che io e la mia famiglia siamo senza fissa dimora, e l'RDC percepito, lo utilizziamo maggiormente per pagare le strutture per poter dare un tetto alla nostra bambina. Io in prima persona mi vergogno di vivere così e di non poter dare una vera casa a ciò che si ama di più per un genitore; accedere alle case popolari, si sa è un impresa non da poco, l'affitto non può essere garantito con l'RDC, e purtroppo dobbiamo andare avanti così; ma la vera questione sta nel fatto che le strutture iniziano a chiudere per mancanza di avventori, non avendo davanti a sé una prospettiva rosea a causa di questa sciagura, ed io e la mia famiglia ci troviamo ad affrontare un grande problema; se le strutture chiudono e l'affitto non ce lo possiamo permettere, per i motivi sopra esposti, come potremmo difenderci da questo virus, come potremmo rispettare le ordinanze e le restrizioni messe in campo dal governo, dove andremmo a dormire, come potremmo chiuderci per non rischiare di essere contagiati e di rischiare di contagiare poi altri, alimentando così la catena mostruosa che si è venuta a creare, e magari incorrere nelle sanzioni previste dalla legge. Ecco questo è il punto che volevo esporle. In questi giorni ho sentito di tutto e di più, ma mai e poi mai una parola spesa per noi disagiati, per noi che viviamo ai margini di una società che ora come ora si trova unita in questa sventura, ma che posso dire per esperienza personale, non solidale, e mi passi il termine, anche egoista. Chiedere aiuto è sempre una cosa difficile, ma sentirsi sbeffeggiati e scansati è ancor più mortificante.
Anche noi poveri disgraziati abbiamo una dignità, un orgoglio, una voglia di riscatto, e parlando personalmente, una grande energia per tornare ad avere una vera vita.
In tutto questo mio scrivere ho dimenticato di dirle che noi viviamo a Roma, dandole così la vera percezione delle mie parole. Lo Stato ha pensato anche a noi? La prospettiva lavorativa futura dopo aver vinto questa guerra, che solo noi italiani possiamo dimostrare come fare, quale sarà?
Mi sono permesso di scrivervle perché nessuno mi ascolta, nessuno mi dà un po' di coraggio, ma come detto prima, questa classe politica come mi sostiene. È vero ho un sostegno economico per poter sopravvivere, ma questa emergenza non richiede solo questo, serve anche mettere in sicurezza la salute di tutti, ricchi normali e poveri. E in primis perché non parla in televisione, alla radio, o sui giornali, anche di decine e decine di gente come me?
Purtroppo in tutto questo c'è anche un dettaglio, o se vogliamo vederla sotto un ottica più pragmatica, una situazione grave e sottovalutata; i senza fissa dimora, le persone disagiate e tutti coloro che vivono per strada, in questo funesto momento sono, e dal mio punto di vista, saranno il maggior pericolo da affrontare, perché forse si è dimenticato che, vivendo in strada, in uno stato di servizio igienico mancante, non avendo la possibilità di ripulirsi continuamente, come suggerito più e più volte, come si potrà evitare il propagarsi del virus? Continuo a sentire e vedere personaggi ripetere e ripetere di restare a casa, ma io e chi è come me, come può fare. Io e la mia famiglia combattiamo ogni giorno da quando questa disgrazia è iniziata, soprattutto perché con queste restrizioni che ci sono, è ben facile capire cosa potrebbe succederci se venissimo presi, addio alla nostra bambina. Parlare con le strutture preposte, è da una parte rischioso, ed i fatti di cronaca passata dimostrano come chi chiede aiuto possa essere danneggiato ancor di più, dall'altra parte ti viene risposto che loro non possono aiutarti, perché il governo non ha pensato a questa categoria (c'è una telefonata effettuata da mia moglie al numero verde sociale di Roma dove le veniva specificatamente detto che loro non potevano far nulla e che se ci serviva aiuto saremmo dovuti andare dal governo).
Chiudo chiedendole umilmente scusa se un reietto della società abbia osato disturbarla ed importunarla, ma ribadisco, credo sia giusto parlare anche di questo (ho scritto alla Presidenza del Consiglio, al Senatore Salvini e ad altri ma invano).
lasaluto con tutto il rispetto che Lei merita, la ammiro per la sua franchezza nel dire le cose giuste e reali, e spero che anche questo grido possa essere ascoltato.
Chiudo con una battuta sentita da alcune persone disagiate come me; "Le mosse del governo sembra che vanno nella direzione della legge omertosa; uccidiamone pochi e salviamone molti "
Io so che così non è però vorrei che mi venisse dimostrato, come? Anche parlandone.
Grazie del tempo che mi ha concesso; in ultimo, ma non meno importante, mi unisco a tutti nel dare voce e sostegno al nostro sistema sanitario, decimato e ridotto negli anni, ma pieno di uomini e donne eroiche.
Con i dovuti rispetti e saluti.
Giulio Moroni.

Venerdì 27 marzo 2020 15:39:34

Buongiorno Dott. Del Debbio,
Vorrei ringraziarla per darmi la possibilità di esprimere alcune mie considerazioni sul Codiv. 19.
Chi le scrive è un Chirurgo di 76 anni e con più di 50 anni di esperienza lavorativa in Ospedali ed in libera professione, ma questa mia presentazione serve solo a farle sapere che una certa infarinatura di Medicina mi si è attaccata negli anni.
Seguendo le sue trasmissioni e anche quelle di altre testate, mi rendo conto che si sta navigando a vista con i provvedimenti delle Autorità competenti.
Provvedimenti come: Isolamento per 14 giorni, poi per 21 ecc. ecc., ma ma tutti sanno che la Quarantena è di 40 giorni dall'ultimo contagio. Questo dato risale ad una esperienza millenaria, in tempi in cui non esistevano farmaci o altri ausili per guarire le persone, e così facendo, isolavano l'agente infettivo fino a farlo morire per assenza di ospiti.
Oggi, che abbiamo ausili farmacologici e tante maggiori conoscenze, non riusciamo a venirne a capo.
Allora, perché non si attuano misure di isolamento più lunghe, evitando il riapparire del contagio in zone apparentemente bonificate? Anche in Cina, che ha avuto una esperienza sul campo più lunga della nostra, vede riapparire nuove infezioni. Penso che tutti noi, Medici, Politici e cosiddetti esperti dovremmo ammettere di saperne poco in proposito. Abbiamo il coraggio di chiudersi in casa il più possibile, senza scoraggiarci, in fondo oggi abbiamo la TV con tutte le piattaforme, Gli smartphone con cui possiamo parlarci e vederci. Non posso immaginare cosa doveva essere ai tempi del Colera e della Spagnola. Non parliamo, poi, della gestione politica della Sanità circa risorse posti letto e sprechi per nuove strutture inutilizzate, quando ne sono state chiuse a migliaia (per volere politico) di quelle già esistenti e ben funzionanti. Ma di questo, se vuole, potremmo parlarne più approfonditamente un'altra volta, le assicuro che ne ho una approfondita esperienza in proposito.
Ringraziandola per l'ospitalità,
Con Rispetto
Dott. Paolo Bartolini.

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