Messaggi e commenti per Vittorio Feltri - pagina 18

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Frasi di Vittorio Feltri

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Biografieonline non ha contatti diretti con Vittorio Feltri. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Vittorio Feltri.

Venerdì 24 luglio 2020 10:06:35

Caro Feltri, sono un lettore CRITICO di Libero quotidiano. Sotto lo pseudonimo di andrea andrea scrivo i miei post su alcuni vostri commenti con i quali non sono d'accordo. Da questa mattina, mi avete disattivato e non posso più commentare. Sono molto dispiaciuto di questo fatto perchè dimostra, per me, che la testata Libero, non corrisponde nella realtà. A prescindere dalle idee che possiamo avere, accettandio le critiche, dimostrerete di essere democratici. Adeso nei miei confronti non lo siete e, dall'alto della tua professionalità, mi auguro che tu voglia sanare e risolvere questa brutta situazione. Ti saluto caramente.

Giovedì 23 luglio 2020 13:14:15

Chi controlla i controllori ?
I recenti fatti di Piacenza che coinvolgono i Carabinieri fanno risaltare ciò che molti benpensanti intuivano da tempo e che i segnali che qualcosa non andava erano nell'aria perché era sotto gli occhi di tutti che le forze dell'ordine, la magistratura, le forze armate in tutte le loro specializzazioni sono diventate di fatto dei centri di potere semi-indipendenti che il ministro pro-tempore del dicastero specifico riesce a malapena a gestire con mille cautele e concordati altrimenti viene defenestrato senza tanti complimenti.
Assistiamo a fatti eclatanti di deviazione dalle regole sia nelle carceri che in tante funzioni della sicurezza pubblica dove sempre più spesso azioni spregevoli individuali di singoli funzionari dimostrano sempre più il distacco fra gli alti comandi e le forze sul territorio.
I primi viaggiano altissimi a braccetto con la politica e l'alta finanza delegando l'operatività delle forze a ufficiali e sottufficiali non sempre preparati e all'altezza del compito di gestione di casi sempre più complessi e difficili da governare senza scontrarsi con questo o quello orientamento sociale e politico.
Un distacco disastroso per i cittadini che sempre più si chiedono perché non viene contrastato efficacemente lo spaccio degli stupefacenti visto che si conoscono uno per uno gli spacciatori nordafricani che assediano le nostre periferie e non si espellono come persona non gradita visto che non sono profughi che scappano dalle guerre ma che la polizia e i carabinieri vedono ma si girano di là sapendo che se li arrestano dopo poco minuti tornano liberi.
Aiutooo

Sabato 18 luglio 2020 10:09:23

Illustrissimo direttore, sono un suo assiduo lettore e tifoso juventino e come tale devo replicare al suo commento all'indomani di juve-atalanta. Ho grande stima della sua squadra e spero arrivi seconda, ma sui rigori di quella partita c'è da discutere se parliamo di regola scellerata (personalmente preferivo quando era il direttore di gara a stabilire l'intenzionalità o meno del fallo di mano), ma così sono ineccepibili. La juve ha beneficiato di 12 rigori e ne ha avuti 10 contro, quasi tutti per fallo di mano simili, contro i 9 a favore e 6 contro della Dea. Vorrei inoltre precisare che in juve-inter di cui nello stesso articolo fa menzione, il rigore reclamato su Ronaldo era per una ostruzione ai suoi danni causata da Juliano e non come erroneamente lei scrive per un "calcione" a circa 15 minuti dalla fine, con la juve in vantaggio per 1-0 e che l'eventuale pari non avrebbe smosso la classifica con la juve avanti di 3 punti, quando allora le vittorie valevano due punti. Le rimanenti 3-4 partite dilatarono ancor di più il vantaggio juventino. Quella "partita" si concluse infine per 2-0. Distinti saluti, suo sempre più affezionato Walter Cieri.

Sabato 4 luglio 2020 11:30:11

Dovrei mandare una raccomandata a Vittorio Feltri ma non ho l'indirizzo se gentilmente mi vorreste inviarmi un indirizzo utile, ve ne sarei molto grato.

Lunedì 29 giugno 2020 17:30:50

" UN PADRE CHE, PRIMA DI SUICIDARSI; UCCIDE I PROPRI FIGLI LO FA PER PROTEGGERLI DAL DOLORE CHE DERIVEREBBE DALLA SCOMPARSA DELL'AMATO GENITORE "

E' il pensiero che risalta maggiormente in una lettera assurda (degna della persona a cui è indirizzata) con la quale l'autore esprime inequivocabilmente i valori che orientano la propria coscienza.

Un consiglio, sig. Ledda: dire ciò che si pensa è degno di encomio soltanto quando si pensa a ciò che si dice.

Egidio Bastianelli

Domenica 28 giugno 2020 21:30:55

Gent. mo Dott. FELTRI, sono un suo ammiratore, sono felice che in questo paese ormai alla deriva, ci sia ancora qualcuno con le "palle", che abbia il coraggio di dire pane al pane e vino al vino!!! purtroppo mi sono reso conto che VIVIAMO SUL PIANETA DEGLI IDIOTI!!! Potremmo stare tutti bene, invece c'e chi manovra per distruggere questo pianeta! ! UN PIANETA DI IDIOTI che trova l ITALIA sul podio! ! IO ho 65 anni, e mi fregheranno di poco, ma sono seriamente preoccupato per le generazioni giovani, figli e nipoti perché se non cambiano le cose troveranno veramente un pianeta invivibile. Spendiamo miliardi per colonizzare marte, e non siamo capaci di sconfiggere un virus!!! scusi lo sfogo! ! le auguro fortuna e salute, anche se non e' più un "giornalista" lei sara' sempre un GRANDE !!! ANTONIO

Domenica 28 giugno 2020 20:08:45

Caro Vittorio, non sempre abbiamo le stesse idee.. ma apprezzo la tua lealtà/obiettività ed il tuo non pontificare. Mi piace il tuo essere giornalista. Ti annovero fra i migliori. Dimettendoti dall'ordine dei giornalisti hai agito con grande spessore morale, facendo si che il super io sociale non prevalesse sull'uomo, dicendo NO all'ordine (specchio di una parte di questa società... che non ammette contradditorio alcuno) HAI DETTO NO, ad essere incatenati, inquadrati, classificati, standardizzati. UN ESEMPIO QUINDI, (cominciamo ad essere in tanti...) NON ESSERE SERVI,. ESSERE LIBERI... SIGNIFICA SENTIRSI A CASA. Saluti

Domenica 28 giugno 2020 15:36:41

Oggetto: La tragedia in Valsassina (SO). La disperazione dei padri

Egregio e stimato Direttore,

Faccio riferimento alla tragica notizia, di cui in questi giorni hanno dato ampio risalto i media, del suicidio di quel papà che in Valsassina (SO) ha ucciso i suoi due figli e si è tolto la vita. Immediatamente sottoposto a un’autentica gogna mediatica trasversale. Ricordando altri casi, anche del recente passato, mi sembra che il tema sia meritevole di approfondimento.

Per quale motivo, peraltro, sarebbe dato chiedersi, quando analoghi gesti sono compiuti da donne, la notizia non suscita altrettanto clamore, risalto, eco e condanna pubblica senza appello, sia sui mass che sui social media… Come mai? Perché questa differenza di reazioni e trattamento?

Credo che sia giusto e opportuno che qualcuno solleciti le coscienze dell’opinione pubblica ad osservare-analizzare simili tragedie familiari con maggiore obiettività e anche da un diverso punto di vista.

Non conosco né è mio obiettivo soffermarmi sui dettagli della specifica situazione familiare e personale del padre dell’episodio in Valsassina. Né intendo giustificare il gesto, dal quale prendo chiaramente le distanze.

Più in generale, prendendo semplicemente spunto dalla notizia, mi propongo di stimolare un approfondimento di analisi e un ragionamento di carattere più ampio.

A mio parere, la domanda di base da porsi è: per quale motivo da una separazione coniugale possono discendere avvenimenti così drammatici?

Per quale motivo, in particolare, ci si dovrebbe anche domandare, un genitore che si separa potrebbe arrivare a compiere gesti disperati verso se stesso o verso i suoi stessi figli? Eppure, con riferimento al caso da cui si prende spunto, al momento non risulta che quell’uomo avesse fama di essere un folle, anzi. Era considerato un uomo normale, una persona per bene, e soprattutto molto affezionato ai suoi due figli maschi. Un uomo come tanti, quindi.

Forse perché, come tanti padri, in caso di separazione, ne avrebbe potuto avere la vita rovinata e non ha saputo reggere alla frustrazione e al dolore? E perché ciò avviene?

Chiunque conosca le vicende anche giudiziarie che seguono a una separazione conflittuale, può almeno intuire o comprendere, almeno in parte, i motivi di un gesto tanto estremo. Intuire o capire i motivi non significa giustificare giuridicamente o moralmente il gesto, sia chiaro, ma significa sforzarsi di comprenderne i risvolti emotivi ed umani. Ciò dovrebbe portare quantomeno a non infierire, come è avvenuto, sulla memoria di un morto, con insulti e improperi di ogni genere. “ Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato”. (Luca 6, 37). Ma, d’altra parte, chi conosce ormai più, nella nostra società atea e materialista, gli insegnamenti classici?

Dalle donne obiettività di giudizio su certe questioni sembra inutile attendersela, perché sono ben ferme nel difendere a denti stretti i privilegi che il sistema giudiziario attribuisce loro nelle separazioni, quasi come una sorta di compensazione per le violenze e le discriminazioni che le donne subiscono su altri fronti.

Però dovrebbero riflettere, soprattutto gli uomini, prima di “giudicare”, perché la vita è una ruota, e anche loro un giorno potrebbero dover affrontare la tragedia di quell’uomo che così velocemente hanno condannato senza esitazione a bruciare perennemente nell’inferno dei dannati.

Tengano perciò anche conto che le vicende giudiziarie, che quell’uomo potrebbe aver intuito, lo avrebbero potuto portare ad essere letteralmente cacciato dalla propria casa ed essere improvvisamente allontanato dai figli. Forse qualcuno, che ha vissuto tale calvario, ha riferito a quell’uomo che nessun giudice avrebbe valutato quale dei due genitori fosse più “idoneo” per il collocamento dei figli (perché i figli stanno con la madre “a meno che non si arrampichi sui muri in udienza” è il noto motto dei magistrati delle sezioni Famiglia dei Tribunali): nell’ipotesi più fortunata, le condizioni di “visita” stabilite dal Tribunale avrebbero consentito al padre di vedere i figli in media una volta alla settimana. Negli atti della separazione, la moglie e il relativo avvocato, per assicurare egoisticamente il collocamento dei figli presso la madre per il maggior tempo possibile, avrebbero potuto, come molto spesso avviene, offenderlo, diffamarlo, calunniarlo (secondo il clichè del padre disinteressato, assente, violento verso moglie e figli). E forse qualcuno ha riferito a quell’uomo che nessun giudice sarebbe mai entrato nel merito di quelle accuse (anche in ragione dell’abuso dell’ipotesi di non punibilità ex art. 598 c. p.), che però sarebbero rimaste lì, come un macigno, ad opprimere ulteriormente la sua mente e il suo cuore affranto. E poi magari i suoi figli, condizionati anche semplicemente dal detto “lontano dagli occhi lontano dal cuore”, per non parlare delle possibili manipolazioni da parte della madre, avrebbero potuto allontanarsi anche emotivamente da lui, magari rifiutando del tutto di incontrarlo (cfr. “Alienazione Genitoriale”), aggiungendo dolore al dolore.

Solo che non tutti gli uomini posseggono le enormi risorse di calma e razionalità necessarie a resistere a un dolore così immenso. Qualcuno potrebbe cedere alla disperazione, e preferire l’oblio. Per sé, normalmente, ma a quanto pare talvolta anche per i figli, forse anche solo per proteggere li stessi a loro volta dal dolore che deriverebbe dalla scomparsa dell’amato genitore.

Anche queste sono le conseguenze di quella subdola riforma sociale pseudo-progressista, iniziata ormai molti anni or sono, di lotta senza quartiere alla figura paterna (intesa prima di tutto, come Padre supremo, quindi negazione di esistenza di un Dio padre) associata – impropriamente – anche alla rivendicazione dei diritti delle donne.

Sarebbe forse il caso che politici e magistrati, ma anche avvocati, psicologi, sociologi e gli stessi giornalisti, si interrogassero, prima o poi, degli effetti anche tragici che possono seguire alle prassi di affidamento seguite nelle separazioni coniugali. Prassi che sono normalmente improntate a una forte discriminazione di genere (del tutto sfavorevole ai padri). Checchè ne possano dire femministe e femministi, che ovviamente con indignazione si ribelleranno ferocemente a queste mie considerazioni. A dimostrazione, però, che l’emotività può offuscare la ragione (cvd).

Lo so, la mia lettera attirerà biasimo anche su di me. Ma non importa, ho avuto la forza di sopportare ben altro e ho l’onestà morale per esprimere senza paura il mio punto di vista. Anche se potrebbe non essere politically correct.

Distinti saluti

Fabio Ledda

giornalista pubblicista, Ordine giornalisti Lombardia

Domenica 28 giugno 2020 15:02:15

Buongiorno dott. Feltri,
solo per manifestarLe il pieno apprezzamento per la Sua coerenza e per la Sua schietta visione delle italiche cose.
Un sincero in bocca al lupo per la Sua Atalanta.
Un napoletano che non si è mai sentito offeso da chi dice il vero.

Venerdì 26 giugno 2020 17:23:06

Buongiorno (italiano che vive tra Parigi e Canarie) sono dispiaciuto che lasci la presidenza dell'ordine dei giornalisti. In Italia abbiamo bisogno di gente come lei, sgarbi salvini, la meloni eccccc. Non mollare, anzi dagli qualche lezione a questi pivellini, non mollare. Ti apprezzo molto anche sull'aspetto che ti poni. SCUSA IL MIO ITALIANO MEDIOCRE(40 ANNI VISSUTI A PARIGI) CORDIALI SALUTI SINCERI

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