Messaggi e commenti per Dacia Maraini - pagina 6

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Frasi di Dacia Maraini

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Biografieonline non ha contatti diretti con Dacia Maraini. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Dacia Maraini.

Lunedì 30 agosto 2021 15:15:45

Eventuale pubblicazione di un libro


Gentile professoressa Maraini, chiedo gentilmente la sua mail personale per una proposta di valutazione al fine di una eventuale pubblicazione. Sarei lieto se, con suo riscontro positivo, potesse fare la prefazione.
Grazie
Marino Esposito
392-------

Giovedì 26 agosto 2021 12:16:22

Richiesta ascolto


Buongiorno sono un docente di musica di Napoli
vorrei mandarle un brano sulla scuola
se possibile
grazie
Antonio Del gaudio

Giovedì 19 agosto 2021 12:06:57

Gentilissima Dacia,
la ringrazio.
La ringrazio per avermi fatto partecipe di quanto suo padre ha negli anni appuntato nei suoi quaderni.
Da quando ho letto, nei primi anni 2000, "Case, amori, universi", libro che ho acquistato senza nulla sapere dell'autore, Fosco Maraini si è come impiantato in un angolo del mio cuore, e non solo di lettrice.
Le confesso che mi sono lasciata coinvolgere dalla storia della sua famiglia, di cui via via ho ritrovato tracce negli scritti suoi e dei suoi genitori, per la ricchezza e profondità di esperienze e vissuti e per quella stupefacente, indomabile curiosità di ciò che gli incontri e la vita portano con sé.
E poi Fosco. Non so esprimere a parole il grande fascino che esercita su di me, so
che è a 360°, seducente come uomo ma seducente soprattutto per la presa che ha avuto sulla vita, per cosa ha saputo cogliere, ricercare, inseguire, per come non si è lasciato impaurire anzi accogliendo col sorriso e la dolcezza.
È stata fortunata Dacia ad averlo come padre.
Per questo la ringrazio, per aver voluto condividere le sue riflessioni, materiale privato, dove ho anche incontrato questa frase che mi ha riempito di una sorta di dolce rimpianto:
"... immaginando che qualche sperduto lettore scorra queste righe, soprattutto qualcuno che sarebbe stato un caro amico, ci fossimo conosciuti di persona. "

Carla Benzi

Mercoledì 18 agosto 2021 22:09:34

I furbetti del quartiere


Gentilissima grande dottssa maraini
mi aiuterebbe a scrivere un libro la storia della mia vita
ciò che ho fatto come donna per sopravvivere in un mondo di lupi, tra intrighi politici, lavorare 50 e perdere tutto per gente ignobile e chiedersi se valeva la pena di super lavorare aver dato il tempo la vita e perdere tutto per il. malaffare italiano

Lunedì 16 agosto 2021 13:02:30

Mi è parso grave sentire Dacia Marini dire, nel corso di una vecchia trasmissione di Rai tre" Quante storie"in replica, donne" Incinta ".

Giovedì 12 agosto 2021 14:50:10

Archivio Yoï Maraini


Buongiorno. Avrei bisogno di sapere dove sono conservate le carte di Yoï Crosse Maraini e come fare per consultarle.

Grazie per ogni aiuto che potrete darmi!

Martedì 10 agosto 2021 15:47:32

Invio libro


Gentilissima Signora,
nutro molta ammirazione per lei e la sua famiglia, in particolare per suo padre col quale condivido la nascita nella strada più bella del mondo. Mi dispiace solo non averlo conosciuto, ma proprio nell'anno della sua morte io ho iniziato a scrivere. Sono una docente in pensione da quasi un anno. Ho all'attivo qualche libro di narrativa e poesia, pubblicati con una piccola casa editrice locale. Mi piacerebbe avere un giudizio da lei sulla mia scrittura. Può inviarmi il suo indirizzo, se ha voglia di perdere qualche ora per me ?
Grazie e complimenti per la sua magnifica vecchiaia che aggiunge alla suo fascino un che di dolce e materno
Pamela

Domenica 8 agosto 2021 15:59:21

Una bella storia


In questi giorni di vacanza, incontro uno strano ragazzo: capelli arruffati, barba non curata secondo la moda, andatura quieta, occhi vispi. In mano ha un volumetto sulla "Teoria dei quanti". L'argomento stuzzica la mia curiosità di insegnante, anche se in pensione, e mi spinge ad attaccare discorso col giovane, che lo accetta con un sorriso. Il ragazzo, saputi i miei trascorsi di docente, con una simpatica inflessione della Ciociaria, mi racconta parte della sua vita. Simone, questo è il nome del ragazzo (anzi: dell'Ingegnere), ora ha 34 anni ed è titolare, assieme alla moglie Marta, di una piccola azienda informatica, con promettenti e sicuri sviluppi nel prossimo futuro (sì !, tiene a sottolineare, nel prossimo futuro, ma prossimo assai !). Le seguenti sono le riflessioni di Simone (per la cui pubblicazione mi ha dato il benestare), il quale desidera che la sua vicenda possa essere di stimolo ad eventuali giovani lettori titubanti, indecisi, incerti sul proprio futuro. Mariano Gulmini In vacanza nella bergamasca: Valcanale di Ardesio %%%
Simone Truglia [-------]gio 5 ago, 23: 49 (3 giorni fa) a mea me
A 14 anni ho scelto di andare all'IPSIA, la scuola dove va chi non vuole andare a scuola. Ed io in effetti a scuola non ci andavo. A 16 anni mi hanno bocciato la prima volta, a 17 la seconda, a 18 la terza ed allora ho dovuto lasciare la scuola per le troppe bocciature. All'epoca nessuno (in realtà qualcuno sì) avrebbe scommesso nemmeno 50 centesimi che io avessi mai potuto fare qualcosa di particolarmente buono. A 22 anni, io che non ero nemmeno riuscito a finire l'IPSIA ho detto a tutti che volevo fare l'università, Ingegneria Informatica alla Sapienza precisamente, probabilmente tra le facoltà più difficili che potessi scegliere. Io che avevo seri problemi a fare le divisioni in colonna, volevo fare Ingegneria Informatica dove la matematica è pane quotidiano? Quanti hanno riso a sentirmelo dire? Quanti hanno pensato che semplicemente non avevo voglia di lavorare e stavo solo perdendo tempo e facendo sprecare soldi ai miei genitori? Non avevo un diploma all'epoca e sono dovuto ripartire dalla scuola serale per prenderlo. Non avevo niente dalla mia parte, tranne una cosa che non mi ha mai abbandonato nel mio percorso universitario: la tigna. La tigna di arrivare a dormire 3 ore a notte e studiare per tutto il resto del giorno se questo era l'unico modo per recuperare tutte le mie immense lacune e studiare poi l'effettivo programma universitario. La tigna di fare un pasto unico alle 16 invece che pranzo e cena in modo da avere più tempo per preparare l'esame. La tigna di non arrendermi davanti a pagine di libri che non mi sembravano nemmeno vere per quanto fossero assurde. La tigna di dire a me stesso che per quanto un esame potesse essere tosto, io lo ero di più. La tigna di non crollare emotivamente in alcuni momenti. La tigna di rialzarmi nei momenti in cui invece non ero stato abbastanza bravo per non crollare. È poi dai, onestamente, come potevo tornare a casa con la coda tra le gambe e dire che avevo fallito e che aveva ragione chi pensava che fossi troppo stupido per farcela? Oggi ho 27 anni, ho finito tutti gli esami, portato a casa 3 Lodi e domattina vado in segreteria a consegnare la mia domanda di laurea. Ventidue esami, ognuno con la sua storia, lasciati alle spalle ed una sola cosa da dire: ho vinto io. Cazzo se ho vinto io. Quindi ragazzi, se leggete questo messaggio, fatevi un grande favore, non permettete mai a nessuno di venirvi a dire che non siete in grado di fare qualcosa, anzi, non state proprio a sentire nessuno perché tanto, tanti dicono solo una marea di cazzate. Se volete fare una cosa, fatela e metteteci tutta l'anima, ogni singolo brandello di forza che avete in corpo e vedrete che alla fine vincerete voi. Ing. Simone Truglia

Giovedì 29 luglio 2021 20:09:48

Marianna Ucria (film)


Nel film di R. Faenza, tratto dal suo libro, è presente una sequenza che ritrae una cena festosa allietata da un canto dal sapore decisamente popolare (... rosa, rosa mia haiu passatu li guai pi amari a vui...), ebbene le sarei profondamente grato se vorrà essere così gentile di comunicarmi delle informazioni più precise su quel canto, a mio parere, di estrema bellezza.
Grazie

Lunedì 19 luglio 2021 09:08:55

Gent. ma Sig. ra Maraini,
sono Mimmo Di Silvestro classe 1940 da Castel San Vincenzo un piccolo paese ai piedi delle Mainarde nell'area molisana del P. N. A. L, M. dove vivo da oltre 10 anni in seguito al terremoto dell'Aquila.. Durante i terribili anni '40 ho trascorso la mia infanzia fra questo piccolo borgo e Pescasseroli dove ho abitato per 6 anni in una delle palazzine dell'attuale Centro Visita del Parco.. Durante la pandemia, nel rispolverare i ricordi di quel periodo ho ritenuto raccoglere in un libro alcuni fatti avvenuti in quel tempo che hanno accompagnato per sempre la mia vita. Ciò premesso vengo a chiederle se, e come eventualmente poterla incontrare a Pescassseroli innanzi tutto per il piacere di conoscerla e nel contempo invitarla a visitare Castel San Vincenzo ed essere nostra ospite casomai in occasione della presentazione del libro.

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