Messaggi e commenti per Lilli Gruber - pagina 292

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Frasi di Lilli Gruber

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Biografieonline non ha contatti diretti con Lilli Gruber. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Lilli Gruber.

Domenica 9 settembre 2018 08:43:06

Non faccio commenti e critiche.Elogi si... La Gruber è brava.Al suo programma otto e mezzo lo conduce ottimamente deve combattere TRAVAGLIO la Santanchè non è facile. Meno si possano vedere meglio èèè. La Santanchè ha bisogno di un psichiatra. Si faccia curare.
Continui dott.ssa Gruber non abbandono il suo programma interessante e meritevole.
Buon lavoro da
Anna Vanni di Rimini

Sabato 8 settembre 2018 13:37:50

Sono Anna di Rimini. GRAZIE per la trasmissione otto e mezzo sula sette, una rete fenomenale non stanca mai mai.Dott.ssa Gruber lei il suo lavoro lo fa molto bene una ottima giornalista.Essendo molta passionata guardare la sette le confermo che non c'è una volta che io e mio marito non vediamo otto e mezzo.Mi permetto a fare una semplice segnalazione TRAVAGLIO e la SANTANCHE' meno vengono invitati a otto e mezzo Meglio E' molti Italiani la pensono sono due personaggi bravi a criticare e dare giudizi i due "pittoreschi un po' cattivelli" Certamente non sono come Peppe Severgnini Massimo Giannini Floris Andrea Scanzi anche altri.Travaglio si fa notare abbastanza la Santanchè deve curarsi i nervi meglio per lei!!!

Buon Lavoro Dott.ssa Gruber e cordiali saluti

Giovedì 6 settembre 2018 22:23:36

Lilly Gruber, affronti la questione dei musulmani in Italia: l'identità diasporica che porta, per esempio, i pakistani a mantenere il purdah con conseguenze pesanti, è sommerse, sulle ragazze

Domenica 5 agosto 2018 15:00:47

ha ragione.. non è necessario essere ricchi per essere stronzi...
ma usare una posizione di priviligio ed usare una vignetta per dare dello stronzo a qualcuno vuol dire essere stati in prima fila quando il Signore dispensava questa qualita
buona giornata

Lunedì 2 luglio 2018 12:20:04

8 1/2 del 1^ luglio 2018.
L’intervento di Eva Cantarella, che si definisce di sinistra, sulla liberalità dei Romani a concedere la “la cittadinanza romana” è stato fuorviante e scorretto!
La professoressa (?!) sa bene che i Romani non sapevano cosa fosse lo “ius soli”!
Ognuno è libero di dire il proprio pensiero, ma non è lecito attualizzare la Storia con delle notizie non vere!
Ne va anche della credibilità de “La 7”!
In questo hanno una grande responsabilità gli stessi conduttori televisivi!
Mi auguro che la dott.ssa Gruber sia più attenta e meno di parte!
È facile cancellare dai propri interessi detta rete se comincia a debordare verso lidi troppo di parte!
Distinti saluti!

Martedì 26 giugno 2018 15:58:13

Il bullo di Stato

In ogni scuola ormai c’è un bullo,
che usa i compagni come trastullo;
comanda, atterrisce, fa violenza;
da tutti esige pronta obbedienza.
La scuola questi bulli vuol punire,
ma il fenomeno è duro a morire.
C’è anche il bullo di quartiere, famoso,
violento, brutto e minaccioso.
Da giorni inaspettatamente è nato,
prepotente,cinico, un bullo di Stato.
Capo leghista e ministro dell’interno,
da giorni ha saputo scatenare l’inferno.
Ha impedito ad una nave di attraccare,
con seicento persone in mezzo al mare.
Vi erano donne, bambini e poveri disgraziati,
che dalle guerre e dalla fame erano scappati.
Tutti i cittadini di armi vuole dotare
e concedere loro senza remore di sparare.
Rom italiani e non ogni giorno minaccia
e come difensore degli Italiani si spaccia.
Proprio ieri - come ciliegina sulla torta-
vuole far togliere a Saviano la scorta,
scrittore che contrasta la mafia con la cultura;
e di questa nobile missione non ha paura.
Di menzogne ogni dì ne produce un sacco,
agendo da situazione di forza questo vigliacco.
Lui e i suoi amici. - lo penso e lo dico-
per la loro identità han bisogno di un nemico.
Hanno odiato, dando loro dello “ sporco terrone”,
I meridionali che contribuirono alla ricostruzione
e che, migranti di allora, dettero una mano
negli anni sessanta al “miracolo italiano”.
Ora i loro nemici non sono più quelli di ieri,
ma i rom, i migranti e soprattutto i neri.
Se qualcuno di costoro in mare annega,
da novelli fascisti dicono: “ Chi se ne frega,”
perché sono sempre più cinici, biliosi,
tanto da renderli sempre più odiosi.
Pasquino, giugno 2018

Lunedì 25 giugno 2018 21:05:09

Cara Lilli,
Leggo con attenzione e curiosità le mail che mi arrivano puntuali dopo che, stufo della saccenza di Travaglio (che dallo schermo pareva trattarmi, me "spettatore generico", da scemo e ignorante, bisognoso di verità e conoscenza, - nonostante la mia laurea-...), chiesi/scrissi -umilmente--di limitarne la presenza nella trasmissione 8 e mezzo. Ora che ho letto tanti commenti devo soltanto dire COMPLIMENTI!! Se tutti, da destra-da sinistra-dal centro-dalla periferia, lamentano una tua (scusa la confidenza, sono più anziano...) parzialità vuol dire che sei una VERA GIORNALISTA, che sa ascoltare e portare in video TUTTE le opinioni!
E ti invito a dimenticare le offese che purtroppo qualche "elegante" signore (...??) ti ha inviato: testimoniano soltanto la qualità (... ) del soggetto che ha pensato di scriverle!
In bocca al lupo e ancora COMPLIMENTI!
CON GRANDE STIMA
Mario

Lunedì 25 giugno 2018 08:08:52

Cara signora Gruber, la stessa cosa che fa lei quando vede Sgarbi in TV la faccio io e molti altri come me quando vedo Lei che ritengo essere la più faziosa dei giornalisti italiani. Le ricordo che domani è la giornata dell'ambiente, sia costruttiva, non esca di casa.

Domenica 24 giugno 2018 19:19:20

Amici miei, più o meno cari: a vostra scelta. Nato a Milano nel 1931, sono cresciuto nel secondo decennio dell’era fascista. Diventato automaticamente balilla durante le elementari, ho frequentato con infantile partecipazione le molteplici cerimonie che la propaganda di regime allora allestiva nelle scuole per esaltare l’orgoglio nazionale anche nei futuri cittadini.
Sentimento che con la guerra, dopo l’esaltazione dei discutibili successi iniziali, cominciò non solo rapidamente a decrescere per il rovesciamento delle sorti militari ma soprattutto per le morti civili e le devastazioni delle nostre città, delle nostre infrastrutture e di interi territori. Anche per questo stato di cose, con la fine della guerra e la sconfitta degli stati dittatoriali europei (Urss esclusa), nacque in me ormai giovinetto, nella mia famiglia e nella maggioranza degli italiani, la capacità di elaborare con la propria testa il modo di pensare criticamente e di riflettere non solo sulla propria vita personale e collettiva passata, ma anche su quella presente e futura possibile. E questa capacità ce la diedero principalmente quegli italiani che divennero partigiani per fare un’eroica Resistenza agli occupanti nazifascisti fino alla loro definitiva capitolazione.
Così il 2 giugno 1946 nacque la Repubblica Italiana, frutto della resistenza e fondata sui principi democratici iscritti nella Costituzione che si era data e che aveva ridato ai suoi cittadini la possibilità di scegliere democraticamente le persone ritenute più idonee alla guida dello Stato.
Tutto ciò diede alla grande maggioranza della popolazione una forte carica di speranza e di voglia di vivere, sia per riparare gli enormi danni materiali causati dalla guerra, sia per superare con la mente gli anni bui che li avevano provocati, sia infine per far crescere tutti i settori produttivi di una nazione ancora prevalentemente agricola.
Dalla seconda metà del secolo scorso, per alcuni decenni nel mondo cosiddetto occidentale si determinò un’alternanza di gestioni politiche contrapposte ma di linea moderata - ricordiamoci sempre gli anni della “guerra fredda” e dei suoi effetti -. In Italia questo sistema democratico ‘misto’, pur soggetto all’indirizzo politico del suo principale partito, la DC, generò sempre speranze collettive (anche se in progressivo calo) perchè si svolse in maniera ‘accettabile’ fino all’inizio degli anni ’90, quelli della caduta del muro di Berlino, della fine dell’Urss e della trasformazione del PCI in PDS (oggi PD), nonché dello scandalo di Tangentopoli.
Questa ‘accettabilità’, antecedente agli eventi ora citati, era riuscita a promuovere in gran parte della popolazione, anche se spesso in modo assai modesto, la coscienza del bene collettivo e della solidarietà ad ogni livello della scala sociale. Questo obiettivo era la conseguenza di un’etica politica e di una cultura generale rivolta a formare ogni cittadino attraverso il contributo variegato dei partiti storici di massa e della società civile.
Da allora è iniziato il declino di questa cultura, oggi scomparsa quasi del tutto. E con essa è scomparsa anche la consapevolezza della natura originaria del nostro Stato democratico. Per di più e purtroppo, questa mutazione ‘genetica’ si sta diffondendo anche nella sostanza di come viene fatto degenerare il meraviglioso pensiero pacifista di Altiero Spinelli e di altri ‘moderni’ statisti europei di allora, pensiero che è stato il seme che ha generato la nascita di un’Europa Unita e da mantenere tale mediante la crescita di una comune cultura della pace e della solidarietà sociale. E non da una cultura solamente monetaria, come finora ha continuato a voler essere l’attuale UE, dominata dai molteplici egoismi dei suoi stessi paesi membri, nessuno escluso.
Ritengo che questa drammatica e universale mutazione genetica in corso in molti paesi ‘occidentali’ (e non solo) abbia una sua caratteristica specifica, quella denominata col termine “populismo”. Il suo significato spicciolo e semplicistico è la pretesa di coinvolgere la gente suscitando i suoi peggiori impulsi irrazionali (di pancia, per capirsi, tipici dei frequentatori degli innumerevoli BAR SPORT italici). Il vero obiettivo di chi suscita concetti e logiche irrealistiche è la raccolta di consensi politici esclusivamente utili a sue ambizioni e interessi personali.
Ritengo che l’origine italiana di questa mutazione abbia un nome: Silvio Berlusconi, il vero comandante della comunicazione televisiva ‘nazional popolare’ che, insieme allo sviluppo incontrollato dei social diffusi con Internet, fin dagli anni ’90 è stato il primo a diffondere il concetto ‘prima gli italiani’.
Su questo Slogan oggi specula, in maniera grossolana, volgare e con sfacciataggine bullista, anche l’attuale Ministro dell’Interno Matteo Salvini, in attesa di cannibalizzare politicamente il suo maestro, il quale si illude di potergli sopravvivere alle prossime elezioni politiche, anche se verrà ancora votato da qualche milione di ‘Ive Zanicchi’ sparse per l’Italia con la lacrima all’occhio perché non lo hanno mai lascito lavorare in pace, malgrado sia sempre stato così simpatico.
Oggi, purtroppo, queste riflessioni di pancia sono fatte in Italia dal 56% di piccoli Mattei Salvini, abbagliati dal look muscoloso esibito fino alla noia dall’uomo forte che lo indossa, in attesa che diventino i battaglioni della morte (dei migranti) e della caccia alle streghe.
Questo mio excursus storico, certamente lungo è noioso, è nato da due stimoli che mi hanno scatenato la voglia di dire la mia.
Il primo, dalla improvvisa sovrabbondanza di notizie che vi allego, prodotte da media diversi e riguardanti l’eccesso di comportamenti plateali esibiti dal nuovo governo del cambiamento in così pochi giorni dal suo avvio.
Il secondo, perché ho sentito il bisogno di comunicare, a chi abbia la pazienza di leggermi, il mio disappunto, il mio sconforto e la mia preoccupazione per le involuzioni politiche che stanno sconvolgendo l’Italia, l’Europa e il Mondo intero.
Sono però anche lieto di aggiungere che mi è rimasto ancora un briciolo di quella speranza sempre avuta in passato e che ora mi aiuta a pensare con maggiore ottimismo ad un futuro che potrà essere migliore per i miei figli e nipoti, specie se lo miglioreranno insieme alle rispettive generazioni future.
Infine, questa speranza residua non è affatto turbata dalla mia impossibilità di vivere di persona il futuro che verrà.
A tutti un rispettoso saluto,
Giancarlo Ciullini
cittadino europeo nato in Italia, ambientalista democratico

Sabato 23 giugno 2018 16:51:50

salve, personalmente penso e credo che portare in tv personaggi come Sgarbi sia altamente diseducativo, vedi le parolacce, le contumelie le oscenità che dice ripete e urla a qqsiasi lo contraddice. se vediamo che in tv qqcuno può tranquillamente fare e dire come sgarbi non facciamo altro che propagandare la ignoranza e la inciviltà, personalmente quando vedo sgarbi in tv cambio canale e nel mio piccolo faccio propaganda perché anche gli altri lo facciano.
cordialmente
Giuseppe

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