Messaggi e commenti per Mario Giordano - pagina 395

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Frasi di Mario Giordano

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Biografieonline non ha contatti diretti con Mario Giordano. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Mario Giordano.

Sabato 6 luglio 2019 11:34:13

Buongiorno
Con questa per ringraziare con tutto il mio essere il coraggio del signor Giordano che finalmente ha creato una crepa nel muro di ipocrisia della chiesa
Grazie grazie grazie

Sabato 6 luglio 2019 10:42:15

Caro Zingaretti,
quando tu mandi 5 parlamentari del PD a bordo di una nave che viola i confini italiani per far di tutto per violare le regole imposte dal Governo italiano, quando un giudice del tuo partito delegittima lo Stato Italiano nelle sue regole fondamentali, quando offendi gli italiani imponendo agli stessi di accogliere gli immigrati, ma te ne guardi bene di accoglierne nemmeno uno a casa tua.
Quando dici nei tuoi comizi che il Governo e incapace di compiere le riforme sulle tasse e sul lavoro e poi proponi le stesse cose, sapendo benissimo che voi del PD, quando avete governato, avete letteralmente buttato l'Italia nel cesso, devi renderti conto che il PD è fatto di personcine ambigue nel comportamento, certamente disoneste nel modo di fare, Se pensate che la gente sia cosi cogliona da votare un partito i cui rappresentanti agiscano in modo così falso e viscido, ricordatevi che la gente, quella vera, vi considera solo degli omiciattoli marci ed incapaci,

Venerdì 5 luglio 2019 19:06:06

Ciao Mario, scusa la confidenza ma sono un tuo simpatizzante da anni, ti leggo e ti seguo con interesse e stima. Sono presidente degli albergatori di Verona. Stiamo organizzando un evento annuale che si terrà il 14 Novembre prossimo (dalle 15 alle 18). Pensavo di invitare un giornalista di grido ed ho pensato a te. Potrebbe essere una opzione valida o lasciamo perdere? Visto che il tema trattato è l'abusivismo nel settore ricettivo potrebbe incuriosirti. Un caro saluto.
Giulio Cavara 335 -------

Venerdì 5 luglio 2019 12:55:18

Parere di competente: il recupero in mare di migranti non può essere considerato SAR ma trasporto, anomalo finché si vuole, ma pur sempre trasporto. Il responsabile della navigazione deve predisporre attrezzature e mezzi per il supporto prefissando i possibili approdi e non un approdo solo. Tale attività nasce inizialmente da scopi nobili che sono mutati per la facilitazione concesse. Ora, gli effetti hanno provocato reazioni che, senza indugio, bisogna annullare facendo rientrare l'attività di soccorso nel SAR classico distinguendolo dalla disponibilità a concedere aiuti che, individualmente, vanno poi continuati in solido da parte degli aiutanti. Se si vuol esser missionari, bisogna assumerne le vesti in toto senza scaricare sulla comunità gli oneri conseguenti.

Venerdì 5 luglio 2019 12:31:00

Ottima trasmissione. E' tutto vero quello che ha detto Mario Giordano. Complimenti... Purtroppo questa trasmissione non fa bene alla sinistra e che comunque deve ingoiare ed accettare. Forza Mario vai avanti a dire la verità
che fa male ai sinistrossi.

Venerdì 5 luglio 2019 12:24:43

Buongiorno sig Giordano, grazie per le sue battaglie, la trasmissione da lei condotta FUORI DAL CORO è straordinaria. Ma se non cerchiamo di guardare la verità in faccia non guadagneremo alcun progresso economico, 800 aziende agricole italiane in TUNISIA in cambio dell' olio Tunisino, questa realtà lei non la cambia e nemmeno SALVINI, no non ne usciamo. Per essere davvero competitivi col PD dobbiamo guardare in faccia al problema: dobbiamo tornare a lavorare la nostra terra con le mani, e lei lo sa, serve UN PUBBLICO Impiego AGRICOLO E RESTAURARE TUTTE LE NOSTRE CASCINE questa è la via maestra mi creda, l' unica via. ne parli nelle sue trasmissioni, lo dica, senza fare il mio nome non mi interessa, AL REDDITO DI CITTADINANZA INUTILE E NOCIVO VA SOTITUTIO UN PUBBLICO IMPIEGO AGRICOLO lo STATO TUI PAGA PER COLTIVARE LA TERRA COME SI FACEVA UNA VOLTA solo cosi saremo inattaccabili solo cosi nessuna azienda agricola sarà ceduta a stranieri e per legge on sarà possibile farlo se STATALE. LO DICA GIORDANO, questa è l unica salvezza del nostro disastrato paese, non ci sono altre uscite.

Venerdì 5 luglio 2019 12:19:18

Buongiorno a RADIO 24 Nicoletti ha inserito la mia lettera, con un mio intervento in diretta, in una trasmissione radio che non riesco ad allegare alla presente. nella trasmissione Nicoletti ha anche sbagliato ad interpretare il senso della mia lettera non era pubblico impegno agricolo MA BEN ALTRO. la può trovare su RADIO 24 MELOG GIANLUCA NICOLETTI Radio 24- Sono intervenuta in diretta radio- su invito di Gianluca Nicoletti conduttore della Rubrica Radiofonica Melog, in onda a Radio 24, ore 12. 00 e ore 23. 00- sul tema da me sollevato Giovani e allontanamento dal lavoro agricolo, commento ad una mia lettera trasmessa al Ministro su Giovani e non accettazione-abbandono del lavoro manuale agricolo.

Settembre-2017- http://www. radio24. ilsole24ore. com/programma/melog/rieducazione-2018 agricola-gioventu-bruciata-115439-gSLAsHxkmC#commenti

Venerdì 5 luglio 2019 12:09:25

La Cascina Lombarda: uno scrigno di bellezza, arte e sapienza.

La Cascina: un luogo di socialità e cultura, un universo che ancora oggi racconta la nostra Storia, la nostra cultura del lavoro quello vero fatto di immensa fatica e tanto sacrifico.
La cultura e il lavoro che ha generato, specie nel dopo guerra, la Cascina ha creato ciò che siamo oggi e ciò che abbiamo: ricchezza, tecnologia, scienza sono traguardi raggiunti anche dalla cultura contadina, che ha saputo produrre in Lombardia tanta prosperità e benessere economico.
Oggi le cascine cremonesi, bresciane, mantovane, casalasche sono, in molti casi, avvolte da silenzi tombali, sembrano, a mio avviso, mausolei che gridano parole che nessuno oramai vuole sentire: fatica, lavoro, sacrificio, lento scorrere del tempo, socialità, reciprocità solidale.
Le cascine abbandonate ora sono luoghi della separazione forzata tra ieri e oggi e della quiete forzata.
Ma è davvero questo il futuro che vogliamo riservare a questi mirabili spazi di cultura e di vita?
In questi luoghi, veri microcosmi di economia e di sapere, è nato il lavoro, qui si sono svolte vere e proprie trasformazioni tecniche, artistiche, artigianali, siamo certi che il desiderio di noi lombardi e di noi italiani sia vederle crollare del tutto?
Un tempo non esisteva silenzio tra le sue superbe mura, tra i mattoni e i silos che spiccavano come eloquenti esempi di voglia di fare, di spaziosità costruttive e di pura sapienza contadina.
Ancora oggi ci capita, spesso, di ammirarne le mura o i confini che le marcavano come se fossero città, perché le cascine in effetti erano paesi, talvolta capoluoghi come san Sillo a Corte dè Frati, spazi istituzionali dove dominava la legge unica per tutti: il duro lavoro contadino.
Tra i suoi ampi cortili, le aie o èrè… in dialetto cremonese, fluiva la vita sana, fiumi di solidarietà e amicizia. Convinta che la città non è e non sia mai stata uno spazio di vita salutare, oggi ricordo e mi manca, nella Cascina dove ho vissuto la mia infanzia, il grano steso ad asciugare, le pale e i rastrelli che le donne e noi bambini usavamo per creare dei grandi mucchi, che poi le donne coprivano con teli per proteggerli dall' umidità della notte.
E poi le trombe, pompe per acqua che tutti potevano bere, le mucche nelle stalle e il sano latte, tutto questo microcosmo perfetto ruotava intorno ad una sola espressione, oggi annientata: il lavoro contadino.
Chi, come me, pensa di restituire a questo mondo la vitalità perduta non è un sognatore, un visionario, ma il direttore di uno dei più grandi poli commerciali del mondo, un francese, che non riesce a concepire come mai in Italia le cascine, vere e proprie unità produttive, artistiche e culturali della Lombardia siano oggi semi-abbandonate.
In una pregevole pubblicazione di Antonio Barisani -Mino Piccolo e Liliana Ruggeri dal titolo "Cascine Frammenti del ricordo edita nel 2003 in collaborazione con La Provincia di Cremona Settore Territorio"- le cascine cremonesi vennero catalogate e descritte con foto davvero straordinarie che volentieri ho pubblicato nel mio libro Cascina aperta, immagini dal sapore vivo mai cessato del tutto che rappresentano scenari unici e sorprendenti. Guardando quelle immagini mi commuovo, e continuo a vederci un ritratto splendido di attualità, di dettagli umani e storici, come gli angoli delle misere cucine, o le camere da letto, dove nella povertà più assoluta e nel bisogno estremo di speranza e di futuro i figli si facevano, e poi i bidoni del latte oggi rugginosi o chiusi nei musei a riscrivere, e si spera a narrare, i saperi che abbiamo perso in quel mondo di lavoro sano e assoluto.
Altro che miseria! Oggi ce la sogniamo quella miseria, la vera ricchezza era quella e, se tutto va nella direzione sperata, tornerà a rinascere grazie a progetti di valorizzazione economico-produttiva di questi spazi di vita, di salute e di cibo sano, valori che devono costituire un patrimonio universale.
E' ciò che a mio avviso si dovrebbe realizzare, siamo già in ritardo: la Cascina abbandonata va recuperata e fatta tornare in vita, la Cascina come centro di vendita di cibi a km. zero, la cascina come produzione di una filiera di materie prime vendute da chi le produce, guardando negli occhi chi le acquista, e stabilendo con lui relazioni di fiducia sociale, la Cascina come sito da riscoprire e da amare, come universo di arte, di cultura e perché no di libri. Le biblioteche nelle cascine sono un mio sogno da sempre, ma i sogni devono fare i conti con il denaro, con i progetti e i finanziamenti, con idee e con voglia di fare. Queste mirabili scenografie sapienziali potrebbero costituire una architettura identitaria precisa, riconducibile ai valori che la cascina ha espresso nel tempo, un giusto contenitore dove riunire varie tipologie di sport per adulti, spazi di socialità e di incontro, di ristorazione ma con cibi e materie prime a km zero, eventi culturali ed enogastronomici, musica serale per i giovani, oppure la cascina dove lavorare ancora come si faceva una volta tagliando il grano con la falce, potanto la vite insieme agli anziani e ai nonni per educare le future generazioni a rispettare l' ambiente, a zappare la terra per conoscerla e rispettarne i valori e le esigenze, a tagliare l' erba con agricoltori che potranno, in tal modo, insegnare alle future generazioni che il computer è importante ma il lavoro manuale lo è molto di più.
Sarebbe bello tornare in Cascina per riviverla pienamente, perché questo spazio potrebbe diventare, nel caso risulti abbandonato, davvero di tutti.


Prof. ssa Manfredini Carolina
Docente di Filosofia e Scienze Umane.
Ghedi Brescia
Cell. 339-------

autorizzo alla pubblicazione con mio nome.

Venerdì 5 luglio 2019 11:03:10

Buongiorno direttore. Spero che sia Lei personalmente a leggere questo mio messaggio. Se lei, la prego di leggerlo fino in fondo, se non dovesse essere lei, prego la persona che lo legge di farlo avere al direttore Mario Giordano. Il mio nome è Alessandro. La mia età mezzo secolo. I miei 50 anni sono scomodi in questo paese per lavorare, eppure ho ancora una energia da 18'enne. Forse questo non è il modo ne il luogo giusto dove esprimere tutta la mia frustrazione, ma non so più cosa fare e a chi chiedere aiuto. Mi hanno insegnato che chiedere aiuto è da uomini e non me ne vergogno. Le scrivo perché Lei è l'unico che ad oggi denuncia fatti importanti fregandosene di eventuali ritorsioni a suo carico, e questo fa di lei un vero e forse unico giornalista. Sento spesso dire in TV che la crisi è finita, che la disoccupazione cala, che il lavoro aumenta e che gli Italiani stanno bene. Come mai io accompagnato dai mie 50 anni mi trovo ancora in giro a consegnare curriculum che non verranno mai visionati? Dottor Giordano, io ho 50 anni e nessuno mi farà lavorare tanto meno mi darà la possibilità di imparare un altro mestiere. Io non voglio il reddito di cittadinanza, io voglio solo lavorare. Lei adesso si chiederà: Ma io che c'entro? Dottor Giordano Lei c'entra come tutti gli altri uomini e donne di spettacolo e televisione a cui ho scritto e che mai nessuno ha avuto la delicatezza di rispondere. Io so fare solo il video operatore, cameraman, montatore video, fotografo.
Sa cosa mi frena a non salire con una corda su quell'albero che vedo difronte la mia finestra? Mi frenano il viso di mia moglie e dei miei due figli. Mia moglie che si spacca la schiena per 700 euro al mese e campa me e i miei due figli di cui uno universitario con ottimi voti e uno che fa scuola di doppiaggio. Questo paese mi ha tolto la gioia di essere marito e padre. Le chiedo quindi, con umiltà e con tutta la mia frustrazione se Lei o chi per lei, possa aiutarmi a fare quello che so fare per riacquistare quella gioia di essere marito e padre per poter semplicemente continuare a far studiare i miei figli e aiutare mia moglie. Non ho bisogno di altro. Le auguro una buona giornata e continui a sputtanare tutto quello che c'è da sputtanare in questo paese ormai marcio. Complimenti la seguo sempre.

Venerdì 5 luglio 2019 10:53:36

Buongiorno, sarei interessato a lavorare come giornalista pubblicista. In particolare le propongo di valutare: 1) se in Italia siano stati rispettati oggettivamente i risultati dei referendum a partire dal 1992 - 93 - 94; 2) se in Italia esiste l' accesso alla giustizia, per coloro che non hanno i soldi per pagare un avvocato in particolare nei procedimenti civili; 3) se in Sicilia venga rispettata la legge sull' esenzione del ticket sanità; 4) se in Sicilia venga applicato il decreto assessoriale sullo stato di disoccupato; 5) oggi in Italia vi è un forte problema relativamente all' applicazione delle leggi in vigore...

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