Messaggi e commenti per Milena Gabanelli - pagina 20
Messaggi presenti: 633
Lascia un messaggio, un suggerimento o un commento per Milena Gabanelli.
Utilizza il pulsante, oppure i commenti di Facebook, più in basso.
Leggi anche:
Frasi di Milena Gabanelli
Nota bene
Biografieonline non ha contatti diretti con Milena Gabanelli. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Milena Gabanelli.
Martedì 2 febbraio 2021 12:50:02
Bonus regione Lombardia
Buongiorno Milena. Questa è la mail che ho mandato sl sito bandi regione Lombardia.
Signori/e del sito dei bandi Regione Lombardia. Non c'è niente di politico in quello che scrivo, sia chiaro. Porto l'esempio del bando SìLombardia, avviso 2 bis (bonus di 1000 euro per chi, come me, è in sofferenza economica). Faccio solo notare che costringete i cittadini a dotarsi di strumenti complicatissimi: potranno andare bene per un'azienda, ma per un semplice cittadino, magari anziano - e con una scarsa capacità di usare i nuovi mezzi telematici - è un vero calvario, un labirinto. E intanto potrebbe rimetterci dei soldi senza alcuna sicurezza di ricevere l'aiuto richiesto. Chi l'ha pensata e per quale motivo?
Potreste mettervi nei panni del cittadino che in questo momento può trovarsi in vera difficoltà?
E agevolare l'accesso a queste forme di aiuto?
Cos'è? Un percorso a ostacoli per cui arriva al traguardo il più resistente, o performante?
https: //odg. mi. it/att ualita/bonus-da-1-000-eur o-di-regione-lomb ardia-per-giorn alisti-freela nce-con-par tita-iva-individuale-codice-at eco-90-03-01-dispon ibile-da-lunedi-1-h-15-a-ven erdi-5-febbraio/
Metto in copia alcuni colleghi nel caso a loro interessasse.
Distini saluti
Fabio Fioravanti
Odg Lombardia
Martedì 2 febbraio 2021 08:01:12
Buongiorno Milena,
sono Antonio Rubino, il direttore del Gruppo PugliaPress, il terzo gruppo editoriale pugliese. Avrei il piacere di averla come ospite per 10/15' sulla nostra piattaforma PugliaPress TV e successivamente pubblicare il suo intervento sul ns. quotidiano on line e la rivista free press distribuita in tutta la Puglia, tra le 18: 00 alla 19: 00. Il numero della ns redazione è 080. ------- ed il mio cellulare è 335-------. L'intervista la faremmo attraverso Streamyard, le invierei il link per collegarsi da qualsiasi dispositivo, magari se mi manda un messaggio su whatsapp. Spero di sentirla. A. R.
Lunedì 1 febbraio 2021 20:43:20
A proposito delle mascherine
Gentile Dottoressa,
l'ho ascoltata nel dataroom di oggi sulla 7.
In proposito le ricordo che noi in Cina abbiamo una importante Ambasciata e una efficiente rete di uffici ICE che avrebbero potuto validamente assistere Invitalia nella ricerca di potenziali fornitori di mascherine senza dover fare ricorso a dei procacciatori d'affari di dubbia trasparenza cui i fornitori hanno giustamente riconosciuto provvigioni che alla fine sono andate a gravare sulle casse dello Stato italiano.
Ciò ricordato, la saluto con stima e simpatia.
Sandro Costa
Lunedì 1 febbraio 2021 13:24:39
Pensioni, 2021 via ai tagli
Gent. ma Sig. ra Gabanelli,
oggi sono talmente sdegnata che non sapendo dove dirigere il mio sdegno, a chi fare sentire la mia voce, sto inviandole questo messaggio. Mia mamma, classe 1948, dopo una vita da casalinga percepisce da 1 anno e mezzo circa una pensione di reversibilità pari al -60% rispetto a quella che percepiva mio padre (come se la morte di un coniuge dimezzasse le spese fisse della casa!!!). Per fortuna, fortuna di mia mamma, mia mamma appunto non ha vizi, non ha una vita basata sul superfluo e, con il mio aiuto, si fa bastare (anzi si faceva bastare) 1007, 55€. Da gennaio però questi 1007, 55€ sono divenuti 996, rotti€ ed oggi, 1° febbraio 2021 sono diventati 985, rotti €. un -2, 4%.
So che il PROFESSOR Monti aborra i bonus e sussidi, ma grazie alla mia lungimiranza e alla conoscenza di questo disastrato paese, ho pensato bene di attivare a mia mamma il cach-back (brava lei ad adeguarsi al pagamento via bancomat! e brava io a smazzarmi tutte le distorsioni della piattaforma). Almeno, lo riporti all'esimio Prof. Monti semmai avrà modo di parlargli, dovrei compensare l'ammanco di cassa (dovrei, perchè ad oggi non c'è ombra di rimborso e rimaniamo appesi alla speranza).
Tutto questo ovviamente senza vere ricevuto il ben che minimo avviso da parte di INPS., ma cosa glielo dico a fare?
Grazie per far sentire la mia voce.
Cordialmente,
Giovanna Severgnini
Giovedì 21 gennaio 2021 10:38:46
Ritardo vaccini Pfizer
Carissima Milena, ascolto sempre con forte interesse i tuoi servizi nel dataroom del lunedì e, proprio per questo, vorrei che si facesse più chiarezza su questo ritardo dei vaccini forniti da Pfizer all'Europa. E' un tema che interessa molto tutti credo, perché ancora le persone credono che il ritardo sia dovuto a riorganizzazione logistica, ma, di certo non è questo il motivo e la ricaduta è che io, come operatore sanitario, non sono stata ancora vaccinata e che tante altre persone continuano a morire.
La ringrazio se vorrà are spazio questo tema.
Agnese Vogelsang, psicologa attiva in presenza, 71 anni, Roma, via ------- 209
338-------
Martedì 19 gennaio 2021 18:45:28
Buonasera, Milena
visto che ha toccato il tema dei tanti Governi che abbiamo dovuto subire, potrebbe dare una spinta alla possibilità che, partendo dalla Costituzione in cui si afferma la durata di 5 anni per legislatura, si potrebbe separare il lavoro delle Opposizioni, sulle cose che andrebbero fatte rispetto a chi è più bravo a realizzarle. Cioè quando vengono richieste a ripetizione nuove elezioni fuori del periodo elettorale, prefigurando che con la vittoria dell'Opposizione si risolvano tutti i problemi del Paese, in realtà si fa campagna elettorale e, senza il permesso del Presidente della Repubblica, questo dovrebbe diventare un reato, per violazione della Costituzione che chiede il rispetto dei 5 anni prima di tornare a votare. E' troppo facile per chi sta all'opposizione dichiarare che il Governo lavora male. Possono i giornali lavorare ai fianchi del Governo affinchè si puntualizza qualcosa del genere, in modo che si possano impegnare nei dibattiti più sulle cose da fare che su chi è più bravo a realizzarle?
In fin dei conti gli Italiani votano per Governi che devono durare 5 anni, non alcuni mesi, ma in Parlamento questo non conta.
Può impegnarsi su queso argomento? Grazie per l'attenzione
Raffaele Garramone
Martedì 19 gennaio 2021 15:45:12
Ho visto il tuo video su Facebook,
Chissà sono un tuo cietaneo e da ragazzino venivo a Nibbiano a fare il bagno nel Tidone, magari ci siamo anche visti..
Complimentandomi per quanto hai sempre fatto permettimi di significarti quanto segue.
Cordialità
Giuseppe Vitali.
Cara Milena Gabanelli, pienamente d'accordo su quanto diici nel video ma io queste cose le dicrvo alla metà degli anni 70 e dal novembre 1996, dopo aver sentito in sequenza dal Tg dei suicidi di un padre di famiglia e di un ragazzo per aver perso il posto di lavoro, cominciai a scrivere a tutti o quasi i media, a autorità, politici etc. per suggerire una proposta di legge che risolverebbe questa vergognosa situazione.
Va detto per completare il discorso dei suicidi che in Italia dal 1993 avvengono inintetrotamente nel più vergignoso silenzio dei politici e dei media da noi pagati. Il numero dei suicidi è impressionante tanto è che l'ISTAT il giorno 8 agosto 2012 fece un comunicato che diceva che dal 1993 i suicidi in Italia erano oltre i 4. 000 l'anno. Quasi tutte persone che avevano perso il posto di lavoro e dal 2008 dopo con la crisi negata dall'allora premier anche di piccoli imprenditori. La cosa continua fino ai giorni nostri e sotto ti lacsio i link dove potrai verificare.
Ho scritto molte volte anche a te, sia Report, sia direttamente ma non ho mai avuto risposta se non il fatto che dopo diverse mail invitasti in trasmissione dei docenti di una nota università che per risolvere il problema dell'evasione fiscale suggerivano di utilizzare il pagamento obbligatorio tramite bancomat o altre carte di credito. Pensa anche per questo tu fosti indicata come presidente della Repubblica, invece il tuo collega Pierluigi Paragone che aveva portato alla sua trasmissione La Gabbia un cittadino che che per risolvere la situazione suggeriva che lo Stato non pagasse i BOT emessi e così divenne senatore.
Chissà se qualcuno suggerisse qualcosa di intelligente, forse lo proporrebbero come presidente interplanetario.
Il fatto che pagare con un bancomat o altra carta non è male per una serie di ragioni, ma crea moltissimi problemi:
Tanto per cominciare un italiano su tre non sa cosa sia un conto corrente, sia perché su un conto si pagano delle tasse e delle commissioni bancarie, poi i costi dell'adeguamento dei commerciant e dei piccoli imprenditiri, le commissioni alle banche che poi finirebbero pagate dagli acquirenti trsmite aumento del costo della merce o deile prestazioni fatte dagli imprenditori.
Poi c'è il problema della sicurezza in particolare per le persone anziane che andrebbero a fare acquisti con il bancomat in una mano e il PIN nell'altra così in caso di furto le assicurazioni bancarie non risponderebbero nemmeno. Inoltre coi bambini e i ragazzini che che prima di entrare a scuola passano a comprare quaderni e altro nelle cartolerie e la merenda dai panettieri che facciamo diamo il bancomat in mano anche a loro???
Ora con l'arrivo dei migranti indiscriminato e altri che entrano nelle case per rapinare le persone sapendo che sono obbligati ad avere una tessera li massacrerebbero di botte per avere queste carte. Ti ricordi quella coppia di anziani massacrati di botte perché i rspinatori volevano sapere di una cassaforte che non c'era? Figurati con carte di credito che saprebbero tutti che ci ci sarebbero.
Io invece persknalmente propongo da 26 anni circa un metodo più semplice per eliminare l'evasione fiscale che consiste semplicemente nel permettere ai lavoratori dipendenti e ai pensionati e tutti quelli che ora non lo fanno dinportare in detrazione l'I. V. A., in questo modo permettendo di riprendere il 30% di quella pagata (i redditi sono differenti e la media delle aliquite darebbe il 30 % di restituzione, quindi nei dettati della Costituzione restituendo a tutti il 30% si darebbe solidarietà a chi guadagna meno).
Quindi ci sarebbero da subito una riduzione di tasse di 30 miliardi l'anno a chi le tasse le ha sempre pagate. Inoltre questi soldi non costerebbero un centesimo allo Stato in quanto sarebbero compensati dal recupero dell'I. V. A. ora evasa come dal 1996 sostengo e dal 2012 confermato dalla Corte dei Conti che stimava l'I. V. A. evasa in 36 miliardi l'anno. Invece la Corte Europea la stimava lo scorso dicembre in 37 miliardi, quindi maggiiore di quella parte da restituire.
Tieni presente che tutti i politici da almeno una decina d'anni dicono di voler diminuire le tasse.
Per la detrazione si potrebbere procedere con la detrazione con la dichiarazione dei redditi o ogni due o tre mesi. Oppure meglio ancora con un tesserino tipo bancomat o sanitario in tempo reale e in questo caso andrebbero restituiti direttamente sui conti correnti degli acquirenti o con assegni circolari agli stessi.
In questo modo nessuno potrebbe rubare questi soldi che finirebbero direttamente agli acquirenti senza rischi.
Agli attuali disoccupati o persone senza cspienza fiscale si dovrebbere riconoscere un "premio per il recupero dell'evasione fiscale".
Tu i tuoi colleghi e i politici continuate a parlare di 120 miliardi di evasione l'anno che deriva da uno studio fatto da Confindustria tra il 2009 e il 2010, ma è molto parziale o errato.
Per l'anno 2010 l'allora givernatore della Banca D'Italia disse che l'evasione fiscale
(non l'imponibile evaso) era pari sl 16 % del P. I. L. l'anno, la Corte dei Conti confermando le stime di Draghi disse che a questi soldi si dovevsno aggiungere dai 50 ai 60 miliardi l'anno per la corruzione.
Poi altri esperti con le grandi opere dissero che la corruzione era tra i 70 e gli 86 miliardi l'anno.
Quindi sommando tutte queste voci, l'I. V. A. altre tasse e i contributi previdenziali puoi capire che l'evasione fiscale totale e molto di più e se non sono oltre i 300 miliardi molto si avvicina.
Ti consilglierei di vedere nella cineteca di RAI Storia perché circa tre anni fece un ottimo servizio dove diceva, fonte Guardia di Finanza, che il 50% degli scontrini non veniva battuto e l'80% delle fatture non veniva emesso, già da questo puoi già renderti conto di quanto sia l'evasione fiscale reale.
La magistratura ci dice da oltre 40 anni che con l'evasione fiscale si creano fondi neri per pagare la corruzione chevcomprendevanche i finsnziamenti illeciti ai partiti. Sarà forse per questo che in questo Paese nessuno può parlare seriamente di evasione fuscsle e di come recuperarla???
Se fosse così con il mio metodo l'evasione fiscale la controllerebbero i cittadini ossia il popolo sovrano, con quello che proponi tu chi garentirebbe che i controlli siano uguali per tutti???
In Italia si registrano ogni anno circa 4000 morti per suicidio... Secondo i dati ISTAT della “Indagine sulle cause di morte”, nel 2016 (ultimo anno per il quale i dati sono attualmente disponibili) nel nostro Paese si sono tolte la vita 3780 persone. Il 78, 8% dei morti per suicidio sono uomini. 10 set 2020
www. epicentro. iss. it › mentale › gio...
Il fenomeno suicidario in Italia. Aspetti epidemiologici e fattori di...
8 ago 2012 — L'Istat rileva i suicidi attraverso due indagini: una di fonte sanitaria su “Decessi e cause di morte” (dati diffusi su I. Stat),. ..
Lunedì 18 gennaio 2021 16:59:33
Gli smartphone stanno distruggendo il pianeta: nessuno ne vuole parlare
Gli smartphone stanno distruggendo il pianeta
L'energia che serve per produrli è enorme: forse dobbiamo smettere di cambiare telefonino ogni due anni.
Di Andrea Signorelli
11/05/2018
Getty Images
Saranno anche una meraviglia tecnologica, ma nel mondo si utilizzano gli smartphone come se fossero un dispositivo usa e getta. In media, infatti, cambiamo il nostro telefonino una volta ogni due anni; un’abitudine che ha una conseguenza imprevista: stiamo distruggendo l’ambiente. È la tesi sostenuta da una ricerca condotta alla McMaster University (ripresa da FastCompany), secondo la quale la produzione di un nuovo smartphone – e in particolare l’estrazione dei rari materiali che si trovano al suo interno – richiede lo stesso consumo di energia di dieci anni di utilizzo.
Da questo punto di vista, poco importa che la crescita delle vendite di smartphone stia calando (nel mondo ce ne sono già due miliardi e mezzo): un po’ perché, come detto, li cambiamo comunque troppo spesso; un po’ perché le aziende producono dispositivi sempre più grandi e più potenti, la cui impronta ecologica continua quindi ad aumentare. Stando ai dati diffusi da Apple, per esempio, un iPhone 7 Plus causa il 10% di emissioni di CO2 in più rispetto a un iPhone 6S; che a sua volta causa il 57% di emissioni in più rispetto al vecchio 4S. I vari programmi per il riciclo degli smartphone, da questo punto di vista, servono a ben poco: meno dell’1% dei dispositivi attualmente in circolazione è riciclato.
Non c’è nessun cloud, solo giganteschi edifici stracolmi di server
Per avere un’idea di quanto la situazione ambientale stia peggiorando a causa dei dispositivi tecnologici, basti pensare che solo nel 2007 tutto il settore ICT (information and communication technology) causava circa l’1% delle emissioni di gas serra globali; una percentuale che oggi è già triplicata e che potrebbe raggiungere il 14% entro il 2040 (circa la metà dell’impronta ecologica dell’intera industria dei trasporti). La colpa, ovviamente, non è solo degli smartphone: i computer, i tablet, gli smartwatch e tutti gli altri dispositivi hanno le loro responsabilità; ma il vero nemico da sconfiggere sono i server e i data center (che entro il 2020 rappresenteranno il 45% delle emissioni del settore ICT).
Nonostante siano stati etichettati con il rasserenante nome di “cloud”, è importante ricordare che, nella realtà, non c’è nessuna nuvola; bensì giganteschi edifici, stracolmi di server, che richiedono enormi quantità di energia per salvare le foto scattate con l’iPhone, i documenti archiviati su Dropbox, i file che conserviamo su Drive (ma anche per processare le nostre richieste a Google o le nostre attività su Facebook).
Getty Images
Nel mondo, oggi, ci sono 8, 6 milioni di data center; alcuni dei quali occupano superfici da centinaia di migliaia di metri quadrati (consumando energia anche per tenere tutti i server sempre al fresco). Non va sottovalutato neanche l'impatto ambientale causato dal successo delle criptovalute: il “mining” dei bitcoin, per esempio, richiede la stessa energia necessaria a soddisfare il fabbisogno di una nazione come l’Irlanda (a breve raggiungerà i 42 terawatt/ora).
L’emergere della IoT potrebbe aumentare in maniera drammatica le emissioni di gas serra
Se non bastasse, la situazione è destinata a peggiorare con l’avvento, imminente, della internet of things: decine di miliardi di dispositivi connessi tra di loro e che inviano costantemente informazioni ai server che devono elaborarli. “Stiamo già assistendo alla diffusione di una miriade di dispositivi connessi; dai wearables fino agli oggetti domestici, e persino macchine, camion e aeroplani”, si legge nello studio. “Se questo trend dovesse continuare, possiamo solo immaginare quale sarà il carico aggiuntivo che questi dispositivi imporranno alle infrastrutture dei data center, senza contare il consumo energetico necessario alla loro produzione. L’emergere della IoT potrebbe aumentare in maniera drammatica le emissioni di gas serra”.
Che cosa si può fare allora? Per quanto riguarda le grandi aziende tecnologiche, è fondamentale che si convertano il prima possibile, e interamente, alle energie rinnovabili (come già hanno iniziato a fare). Come consumatori, invece, possiamo iniziare ad acquistare uno smartphone nuovo ogni tre anni invece che ogni due (o magari limitarci a sostituire la batteria).
ll telefono cellulare è ormai diventato per tutti uno strumento indispensabile o a cui non si riesce a rinunciare. La diffusione di tali apparecchi ha raggiunto livelli incredibili coinvolgendo persone di tutte le età (sempre più frequentemente anche i bambini), in tutto il mondo. Come tutte le innovazioni ha creato una divisione che oppone coloro che ne sono (più o meno) entusiasti utilizzatori a chi invece li ritiene dannosi per la salute a causa delle emissioni elettromagnetiche che generano. Per definire l''abbondante presenza nell''atmosfera di onde elettromagnetiche è stato coniato il termine elettrosmog, a sottolineare come lo si ritenga un vero e proprio inquinamento ambientale. Anni di studi non sono ancora riusciti a stabilire con certezza se i telefoni portatili siano alla base di alcune forma tumorali e quindi rappresentino in concreto un pericolo sia per chi li utilizza sia per tutti coloro che vivono immersi nelle emissioni elettromagnetiche. E'' invece certo che siano una delle maggiori fonti di inquinamento nel senso "classico" del termine. I materiali con cui ogni apparecchio viene costruito contengono sostanze altamente inquinanti e nocive per la salute. Partendo dall''esterno troviamo materie plastiche che se smaltite in inceneritori possono produrre diossina, poi ci sono i composti utilizzati per costruire i display a cristalli liquidi, metalli pesanti come il piombo che viene impiegato nella realizzazione dei circuiti stampati, bromuro che serve da isolante, berillio che trova impiego nella realizzazione dei contatti ed infine cadmio largamente presente nelle batterie soprattutto di apparecchi meno recenti. Tutte queste sostanze chimiche possono provocare serissimi danni al fisico come malattie del sistema immunitario, malattie endocrine e neuronali, problemi all''apparato respiratorio e al fegato, possono inquinare il terreno e le falde idriche o disperdersi nell''atmosfera. Il problema ed i rischi sono molto seri se tiene presente che ogni anno nel mondo vengono buttati via circa 230 milioni di telefonini, più di 100 milioni solo in Europa. Quasi tutti possiedono più di un cellulare ed il livello di funzioni che ogni apparecchio propone rappresenta una fonte di grande consumo per le batterie che vengono sfruttate e sostituite con frequenza. Inoltre i costi di riparazione, nella maggior parte dei casi superiori al prezzo di acquisto del telefono stesso inducono a disfarsi con facilità dell''apparecchio guasto e comprarne uno nuovo, producendo una quantità enorme di rifiuti. Va anche considerato che la maggior parte dei telefoni dismessi finisce nei paesi come Pakistan, India, Cina ed in molte nazioni africane dove vengono smontati e privati dei componenti riciclabili (come il nichel e il platino), senza rispettare alcuna precauzione per la salute e poi gettati in discariche prive di ogni controllo. Per cercare di controllare in qualche modo l''eliminazione di questi particolari rifiuti molte compagnie telefoniche hanno lanciato campagne di sensibilizzazione con l''obiettivo di raccogliere i cellulari inutilizzabili e smaltirli in sicurezza ed i produttori si sono impegnati a realizzare apparecchi il più possibile riciclabili.
(Giovanni Bosio)
Gli smartphone uccideranno la Terra, silenziosamente
di Emanuele Villa - 24/04/2018 15: 340
Secondo alcuni ricercatori Canadesi, l'impatto ambientale dei dispositivi elettronici sarà sempre più nocivo per il pianeta in cui viviamo. Smartphone sul banco degli imputati: inquina la produzione, vengono sostituiti troppo spesso e smaltiti male
Ogni anno i principali produttori di dispositivi elettronici si affrettano a pubblicare report di sostenibilità ambientale: palazzi alimentati da energie rinnovabili, flotte aziendali ibride/elettriche, modifiche ai processi produttivi, eliminazione di materie prime inquinanti, riduzione dei consumi del prodotto finito, packaging proveniente da materiali riciclati e via dicendo.
Tutto il sistema si riassume nel dato del carbon footprint, che rappresenta la stima delle emissioni di gas serra causate da un prodotto, un servizio o un'organizzazione con tutte le sue attività. Scopriamo così, andando a leggerci il rapporto Apple del 2017, che l'azienda è stata in grado di diminuire il proprio impatto ambientale complessivo portandolo a 27, 5 milioni di tonnellate da 29, 5 milioni dell'anno precedente.
Non occorre essere esperti sull'argomento per realizzare (vedi immagine sopra), che le emissioni di gas serra riguardano per la maggior parte il processo produttivo di un apparecchio, seguite dalla fase di utilizzo e dal trasporto, per terminare con la fase finale del ciclo vitale.
Ogni anno le aziende più grandi si impegnano a rispettare i parametri ambientali imposti dalle leggi, cui sommano un impegno etico a ridurre il più possibile l'impatto dei propri prodotti, inteso come produzione, uso e smaltimento dello stesso.
Se però ha ragione la ricerca dell'Università canadese McMaster pubblicata il mese scorso sul Journal of Cleaner Production, c'è poco da star sereni. Lo studio ha analizzato l'impatto ambientale di tutto il comparto ICT mondiale, ma in particolare quello degli smartphone, in quanto dispositivo tecnologico per eccellenza dell'ultimo decennio. Il fatto che se ne parli con insistenza negli ultimi tempi è indice di numeri in ascesa: nel 2007 il settore IT rappresentava l'1% del carbon footprint mondiale, ma nel 2040 arriverà al 14% andando a fare concorrenza col grande dominatore della scena, i trasporti.
Perchè prendersela con gli smartphone quando ci sono dispositivi ben più inquinanti come i server e i data center? Semplice: ce ne sono molti di più, il loro numero cresce di anno in anno, vengono sostituiti troppo rapidamente e smaltiti male. La ricerca stima infatti che, a livello globale, solo l'1% degli smartphone venga correttamente riciclato; il resto (complici le dimensioni compatte) finisce in qualche cassonetto o anche peggio.
Bisogna "tenerli" di più
Per arginare il problema, la prima soluzione consiste nel tenerli per più tempo prima di sostituirli: stimando un ciclo di vita di 2 anni, la produzione dello smartphone è responsabile di circa il 90% delle emissioni di CO2 causate dell'apparecchio. Entrano in gioco soprattutto l'estrazione di metalli rari, elementi chimici difficili da produrre e via dicendo, veri responsabili di un carbon footprint in costante ascesa: più i telefoni diventano grandi più "costa" produrli in termini ambientali (iPhone 7 Plus produce il 10% di CO2 in più rispetto al 6S), più diventano potenti più richiedono alimentazione e occupano risorse dei server cui sono connessi, aumentando le emissioni a livello esponenziale.
Soluzioni? Ovviamente i produttori devono impegnarsi sempre più a ridurre l'inquinamento legato al proprio processo produttivo e distributivo, cosa che in linea di massima stanno già facendo.
Un recente report di Greenpeace poneva Fairphone e Apple ai primi posti assoluti: della seconda si è già detto (qui il report del 2017), mentre la prima ha raggiunto i vertici della classifica proprio per la sua capacità di realizzare uno smartphone "anti inquinamento" azzerando il fattore dell'obsolescenza programmata e rendendolo facilissimo da riparare. Apple, dal canto suo, ha recentemente fatto entrare in servizio Daisy (vedi video), il robot tuttofare che si occupa dello smaltimento dei vecchi iPhone: ne gestisce 200 all'ora e recupera tutti i materiali e i componenti pregiati tra cui alluminio, oro, argento, tungsteno, rame e molti altri. Bene Dell, HP, Lenovo e Microsoft, leggermente dietro Google e LG, da migliorare Samsung, Amazon e Xiaomi, solo per citare i nomi più altisonanti.
Che poi la soluzione sarebbe anche abbastanza semplice: tenersi il più possibile il proprio smartphone, sostituendolo quando è necessario e affrontando il ciclo finale di vita in modo responsabile e sostenibile. Da questo punto di vista la possibilità di sostituire la batteria era un plus non da poco, ma ultimamente ben pochi dispositivi lo permettono.
I ricercatori hanno scoperto che le tecnologie attorno agli smartphone e ai data center potrebbero essere le più dannose per l’ambiente, in particolare con i telefoni smart che entro il 2020 saranno responsabili della produzione dell’85% del gas serra prodotto dalla categoria di elettronica. Lo rivela uno studio condotto da due professioni dell’Università canadese McMaster.
Smartphone vicino al letto rischio per la salute, colpa delle luci blu
Si apprende che i gas serra prodotti dagli smartphone provengono dal ciclo produttivo, soprattutto dal processo di estrazione dei metalli rari che i produttori sfruttano per realizzare i processori e le schede madri a bordo dei device. Senza contare che la batteria limitata induce gli utenti a cambiare spesso dispositivo, il che inquina ulteriormente l’ambiente. Spiegano i ricercatori che:
Per ogni messaggio di testo, ogni telefonata, ogni video c’è un data center che consuma molta energia e continua ad essere alimentato da elettricità generata dai combustibili fossili. L’industria tecnologica entro il 2040 sarà responsabile del 14% dei gas serra totali.
Sono Margarita Vecchiarelli e ho deciso di inviarvi questi articoli (spero veri) con il fine di sensibilizzare la signorina Greta… e vedere se contestando certe realtà adottate dai giovanissimi riesce a portare in piazza milioni di ragazzi per salvare il pianeta non sapendo fare a meno di cellulari e tablet.
Cordiali saluti
Domenica 3 gennaio 2021 20:27:01
COVID errori statistici falsano la realtà
Gent. ma Giornalista Milena Gabanelli
Premetto che mi rivolgo a lei con il dovuto rispetto e il massimo apprezzamento per la sua capacità di analisi e sintesi che rendono piacevolmente intellegibbile la conseguente esposizione.
Se sono esatte le tre affermazioni:
1) a fronte di un tampone positivo ne viene ripetuto un altro 1 o 2 giorni dopo
2) i tamponi totali nelle 24 ore comprendono sia tamponi su nuovi soggetti come pure quelli di controllo di cui al punto 1
3) i “nuovi positivi” comprendono il totale dei positivi a seguito del totale tamponi quotidiani
ci troviamo ad avere che un positivo rientra nella statistica almeno 2 volte; il primo giorno come nuovo positivo ed il giorno successivo come conferma positivo e di conseguenza un tasso di trasmissibilità falsato con provvedimenti non adeguati, e con una percezione di maggior allerta (se i dati in questione sono finalizzati anche a questo non è più una questione di statistiche, ma di senso sociopolitico).
Quanto sopra chiarisce perché le percentuali delle rilevazioni festive subiscono metodicamente incrementi dovuti si ai minori tamponi, ma specificatamente ai minori “nuovi” tamponi che rappresentano la realtà del tasso di trasmissibilità.
Rinnovo le mie scuse per averla contatta unitamente alla stima personale/professionale.
Cordialmente la saluto.
Italo De Giorgi
Chiarimento sui laureati