Messaggi e commenti per Myrta Merlino - pagina 41
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Frasi di Myrta Merlino
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Biografieonline non ha contatti diretti con Myrta Merlino. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Myrta Merlino.
Giovedì 26 marzo 2020 07:33:49
Giovedì 26 marzo 2020 06:15:13
Cara dott. ssa chiedo scusa se disturbo per una cosa così banale ma dato che la seguo spesso mi piacerebbe sapere perché il video che gira in rete riguardo ad alcune dichiarazione di ieri 25/3 del Dott. Galli sia così "tagliuzzato" rispetto al live che mi è capitato di vedere.
Allego un link del video trovato.
Grazie per l'eventuale risposta e grazie per lo splendido lavoro di informazione che fa.
https://www. ilfattoquotidiano. it/2020/03/25/coronavirus-galli-regioni- tranne-il-veneto-si-sono-dimostrate-estremamente- carenti-nella-gestione-si-ridefiniscano-competenze/5748875/
Cordiali saluti Fabio
Mercoledì 25 marzo 2020 20:52:36
Sto pensando a tutte le persone che se ne stanno andando una dopo l'altra per colpa del coronavirus e di una serie di concause (dicono gli esperti) dovute soprattutto all'età, sottacendo (o addirittura tacendo) il fatto che fra le cause prime di questo scempio va forse messa in conto la gestione dell'epidemia modello "Milano" che è stata messa in campo anche qui. Penso che non è un caso che la nostra provincia abbia un andamento esponenziale simile, se non superiore, vista la densità della popolazione, a quella delle provincie lombarde più colpite.
Da noi, come in Lombardia, si è scelto di fare il tampone solo a quelli che hanno sviluppato sintomi gravi, quando arrivano in ospedale (se ci arrivano) con i polmoni che non funzionano quasi più. Ma per tutto il tempo che stanno a casa (anche più di due settimane) senza tampone che dice che non è la solita influenza e visite mediche al telefono (!) Il contagio fra familiari è inevitabile e l'andamento non può che essere esponenziale.
Quella di non fare i tamponi a chi ha sintomi lievi (all'inizio lo sono sempre!), di non approntare unità mobili dedicate (e opportunamente attrezzate a protezione degli operatori e dei pazienti) di pensare solo ad aumentare i posti in rianimazione (insufficienti comunque sempre) è stata una scelta scellerata. Frutto di una cultura politica che negli ultimi decenni ha smantellato i capisaldi della struttura sanitaria pubblica basati sulla idea di prevenzione. Ovvero abbiamo sacrificato la rete capillare (pensiamo alla funzione degli ambulatori antitubercolari, la medicina scolastica, i posti letto... negli ospedali) della gestione della salute pubblica in nome di una maggiore efficienza, dell' eccellenza, del risparmio gestionale, della privatizzazione. E adesso ci accorgiamo che i posti letto sono insufficienti, che mancano medici, infermieri, analisti, macchinari, competenze... A proposito di competenze sto pensando che invece di considerare burocraticamente adatte a processare i tamponi solo le strutture accreditate (che di fronte a numeri di un contagio così veloce e vasto sono insufficienti) bisognerebbe individuare effettive competenze e permettere loro di agire (università?)
Mi domando cosa si aspetti per cambiare gestione di questa crisi, che è sanitaria perché è, soprattutto, di sistema. Anche perché è assurdo pensare che tutto si risolverà tenendo chiuse le persone in casa per un tot di mesi distruggendo completamente anche l'economia dopo aver devastato il tessuto sociale. Non è per fare polemica ma credo che certe cose vadano dette adesso. Per almeno un paio di ragioni. La prima è che forse è possibile fare cambiare passo a chi ha il potere gestionale. L'altra è che se non ricominciamo adesso che il disastro è sotto gli occhi di tutti a convincerci che la sanità deve essere pubblica, che istruzione, sanità e difesa debbono avere un respiro nazionale senza discriminazione di opportunità fra italiani residenti in regioni diverse, penso che in un mondo dove merci, denaro, persone, malattie viaggiano a velocità supersoniche, questi giorni così difficili e pieni di dolore per un numero esagerato di persone saranno passati invano.
Mercoledì 25 marzo 2020 18:56:45
Le recenti vicissitudini del principle Alberto di Monaco e del principe Carlo, entrambi contagiati dal coronavirus (?) e che, stante le ipotesi fatte da piu' parti (se non fosse per la tragicita' del momento, il fatto costituirebbe elemento di grossa ilarita'), sembra si siano "scambiati" il virus da buoni amici.
A questo episodio, ho collegato la poesia a' livella del nostro grande Antonio De Curtis.
Un saluto affettuoso e... che Dio ce la mandi buona
Tommaso da Napoli
Mercoledì 25 marzo 2020 18:56:32
Tfr Leonardo del 15 11 2015 è soprattutto sul coronavirus ti prego è importante io ho il file ma non so come i iarteli
Mercoledì 25 marzo 2020 18:44:01
Ho ricevuto su whatsapp un breve video tratto dal programma di RAI3 TGR LEONARDO del 16-11-2015 e dato il tipo di contenuto e l'importanza che potrebbe avere vorrei segnalarvelo per utilizzarlo, se lo riterrete opportuno, nel corso del programma "L'aria che tira" o di altri programmi della rete.
Il video è presente su Youtube all'indirizzo https://www. youtube. com/watch? v=r_vGG_1xMuA
Spero che il contenuto sia di vostro interesse e mi piacerebbe sapere in anticipo se e quando ne parlerete. Preciso che non vorrei essere coinvolto personalmente nel seguito che vorrete dare alla cosa, trattandosi oltretutto di un video che nel 2015 è andato in onda su un canale RAI,
Spero di ricevere un cenno di riscontro a questo messaggio
Con stima e simpatia
Alfredo
Mercoledì 25 marzo 2020 18:14:47
Mi scuso per non aver fatto in tempo ad inviarvi questa mia mail in tempo reale, Mi scuso anche di prevaricare, forse, i vostri suggerimenti prima di scrivervi, però credo che le mie osservazioni siano ancora valide e con la richiesta di trovare il coraggio..
È stato avvilente il 23 marzo sentire Claudio Amendola, che non credo nasconda la sua anima di sinistra, parlare dei soliti pochi noti (nel vostro video alcuni napoletani) che non obbediscono (e non sono poi così pochi!) alle nuove ordinanze sul distanziamento sociale e soprattutto far riferimento alla loro ignoranza.
Peccato che lui non ricordi che, storicamente, solo poche avanguardie sono riuscite a mobilitare masse di ignoranti e cambiare lo stato presente delle cose: ovvero, organizzando i cafoni russi contro la pazzia nazista e la superbia e vanagloria zarista, o quegli altri zotici, peones del campo ni siquiera campesinos contro il pupazzo yanquee Batista.
In Italia la mia generazione e la precedente erano riuscite a delineare l’assistenza sanitaria universale e l’educazione di massa.
Oggi non solo non si lavora per correggere gli errori della mia generazione, ma al contrario, in nome dell’economia, si sono restaurati concetti medioevali che ri-stratificano ancora più nettamente la società: dai soliti pochi noti superprivilegiati fino ai tanti ignoranti (oggi anche immigrati) cafoni del sud o delle vaste periferie metropolitane che, magari non cavano più la terra, ma sicuramente non possono neanche più affidarsi a quella cultura di classe che gli è stata alienata e manipolata.
Dispiace proprio che gente di sinistra si ponga all’esterno delle mille difficoltà delle classi subalterne del mondo occidentale.
Dispiace ancora di più che persone come Amendola non fanno pesare fino in fondo che fino a ieri l’educazione, impartita nelle scuole o riscontrata nella società in generale, non può certo essere invocata come un buon esempio di senso civico: a cominciare dai talk show: a cominciare dai rappresentanti della politica fino al colto Sgarbi aggressivo e, soprattutto incivile ed irrispettoso delle supposte capre a cui anche voi lo propina (va) te in tv.
Con quale autorevolezza, allora, you dare far appello al senso civico denigrando chi ha difficoltà materiali?
Come corollario di questa osservazione, credo sarebbe utile puntualizzare la differenza tra comunicare ed insegnare: ad esempio c’è un gran battage in difesa soprattutto di Conte, e del governo in generale, che non ha comunicato nella maniera giusta questo o quel provvedimento, trascurando oltretutto il braccio di ferro del ricatto del potere delle regioni oltre che di chi continua a speculare per fare campagna elettorale ipocritamente declamando di non voler polemizzare.
È vero che sono ormai anni che i politici propinano con esito panem et circenses, (ed in questi ultimi anni anche paura e razzismo) però non credo che la gente, incluso il volgo, che ha difficoltà ad aderire alla limitazione delle libertà personali non aderisca perché il problema del contagio viene comunicato più o meno bene. A supporto dell’accettazione della limitazione della libertà non può esserci solo la comunicazione (oltretutto dopo decenni di scarsissima fiducia nei politici) ma forse sarebbe più valida la comprensione del contagio della propria persona, degli altri e della salvaguardia dei propri cari.
La differenza tra comunicare e far capire credo sia sostanziale per richiedere autorevolmente ai cafoni di accettare ad essere aiutati per educarsi a quel senso civico che fino a ieri non veniva richiesto se non con la repressione delle leggi o nascondendolo sotto il tappeto dell'emarginazione delle grandi e violente periferie metropolitane.
Che dire poi –ma questa è solo una mia curiosità- della supposta incondizionata fiducia nei maestri che limitano le nostre libertà con suggerimenti che neanche loro sono in grado di osservare o di garantirne l’efficacia: è mai possibile che a distanza di oltre un mese sia Bertolaso che Borrelli vengano contagiati? Non hanno osservato completamente quelle regole che i cafoni hanno difficoltà ad osservare? Il distanziamento sociale non è così sicuro al 100%? …e poi, tutte le persone –immagino moltissime- che sono entrate in contatto con Bertolaso o Borrelli andranno tutte in quarantena più o meno volontaria?
Ringrazio se vorrete tener conto di queste mie osservazioni, non polemiche ma di analisi critica per una solidarietà collettiva più equa.
Cordialmente
Tavani Raul
Mercoledì 25 marzo 2020 15:36:22
Gent. ma Dott. ssa Merlino,
gradirei sottoporre alla Vostra cortese attenzione il mio caso, molto singolare, e quello sicuramente di tanti altri lavoratori dipendenti che pare non essere attualmente tutelato dalle misure speciali introdotte dal Governo in riferimento all'emergenza del COVID-19.
Spiego brevemente la mia situazione: il 3 Marzo 2020 sono stato assunto con contratto a tempo indeterminato da una Società torinese e ho iniziato a svolgere la mia attività lavorativa in consulenza presso uno dei loro clienti (una multinazionale).
A causa dell’emergenza sanitaria nazionale e dell’inasprirsi della situazione per molte aziende, Venerdì 20 Marzo 2020 la Società multinazionale (Cliente) mi ha comunicato che, a partire da Lunedì 23 Marzo 2020, i loro dipendenti dovranno considerarsi in cassa integrazione per almeno due settimane. Essendo io un consulente esterno, mi sono quindi rivolto alla mia Società per avere maggiori informazioni e capire come avrebbe gestito la mia situazione.
A questo punto mi è stata data la cattiva notizia: in quanto lavoratore assunto dopo il 23 Febbraio 2020 non ho diritto ad alcun ammortizzatore sociale secondo il Decreto-Legge “Cura Italia”.
Quindi, allo stato attuale, la mia situazione pare non essere tutelata né dalle misure speciali che sono state introdotte con il Decreto-Legge 17 marzo 2020 n. 18 “Cura Italia” né tantomeno dal Decreto Legislativo 14 settembre 2015, n. 148.
Nella fattispecie, per quanto riguarda il Decreto “Cura Italia” mi riferisco al testo pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 70 del 17 Marzo e contenuto nel Titolo II, Capo I relativo alle misure a sostegno del lavoro in tema di ammortizzatori sociali per tutto il territorio nazionale.
Da quanto si evince dal comma 1 e dal comma 8 dell'articolo 19 del Decreto-legge "Cura Italia", sembra che i lavoratori assunti dopo il 23 Febbraio 2020 siano esclusi da qualsiasi provvedimento, quasi come se non esistessero.
Sono consapevole del fatto che in questo momento di drammatica emergenza sia difficile per il Governo curare i diritti di tutti i lavoratori ma, dal momento che sono stato assunto con regolare contratto a tempo indeterminato, vorrei sapere in che modo i lavoratori che sono nella mia stessa condizione possono essere tutelati. Attualmente sembra che la mia unica possibilità sia restare a casa senza percepire alcuno stipendio ed alcuna forma di sussidio straordinario, come se non fossi mai stato assunto.
Mi rivolgo alla Vostra Redazione per chiedere di farvi portavoce dei lavoratori che sono in questa condizione, che ritengo paradossale, in modo che venga portata all'attenzione pubblica e del Governo, nella speranza che possa essere sanata attraverso i prossimi decreti attuativi.
Confido nella Vostra gentile collaborazione e in un Vostro riscontro in merito.
Cordiali saluti,
Alessandro
Mercoledì 25 marzo 2020 14:06:39
Perche' per fare la spesa non si usa il sistema delle poste: la turnazione alfabetica. A giorni alternati con cognomi partendo dalla a-b /c-d /e-k /l-o /p-r /s-z basta un agente per controllare a campione agli ingressi dei market. Tanti auguri e buona vita a tutti
grazie
Mercoledì 25 marzo 2020 13:45:03
Domanda: mia madre invalida (causa ictus ed eta' 96 anni) si puo' muovere solo con carrozzina ed ha necessita' di essere accudita cosa che fa' una mia sorella da anni. Io ed un altra mia sorella vorremmo darle un po' di respiro almeno nel fine settimana, io andrei al mattino presto per le medicine e colazione e poi l'altra mia sorella (infermiera in pensione) andrebbe per fare lavori e igiene personale. Abitiamo a circa 15 km ma in comune diverso, è possibile comportarsi in questo modo senza incorrere in pesanti sanzioni ? o necessita' di un certificato del dottore curante ? La ringrazio se dai suoi ospiti puo' avere una risposta. grazie