Messaggi e commenti per Paolo Del Debbio - pagina 12

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Frasi di Paolo Del Debbio

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Biografieonline non ha contatti diretti con Paolo Del Debbio. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Paolo Del Debbio.

Mercoledì 14 ottobre 2020 15:26:31

Buongiorno Paolo Del Debbio. Seguo con molto interesse la sua trasmissione e l'apprezzo al di là delle inclinazioni politiche la sua vicinanza alle persone umili e oserei dire a volte invisibili! Devo confessarle un mio sentimento! Sono un pensionato di 63 anni che ha avuto la fortuna di andare in pensione con la quota 100! Quando vedo molti servizi mi rendo xonto quanto sono fortunato in questo momento storico di percepire una pensione pur modesta! Vorrei fare molto per gli altri... Per chi ha perso il lavoro o lo sta perdendo e non sa quante volte ringrazio Iddio di avermi sollevato da certe pene! Aiuti sempre la povera gente! La forza della televione è immensa e questo vedrà la ripagherà nella vita! Grazie se avrà avuto pazienza di leggere questo mio scritto! Buon Lavoro
Cordiali saluti
Nicchi Stefano
333-------
snicchi71@gmail. com

Martedì 13 ottobre 2020 19:05:11

Buonasera caro Paolo, scusami se ti do del tu, ma sei entrato nel mio cuore, e non solo nel mio, come una persona di famiglia. Ti sento vicino, credo avvertano tutti gli italiani la stessa sensazione. Sei una persona che lotta per la giustizia ed ha la sensibilità necessaria per rincuorare i deboli, i poveri e tutti coloro che soffrono. E' da tanto che pensavo di contattarti, sia per sentirmi più incoraggiata che con la speranza di un qualsiasi possibile aiuto. Avevo iniziato a scrivere una lettera da inviarti, ma credimi non è facile. Ogni volta che inizio a scrivere rivivo le mie situazioni, quelle della mia famiglia e non riesco a finirla per inviartela. Lo so che esistono situazioni peggiori, ma questo non riesce a darmi forza per affrontare il male del vivere quotidiano. Tutto ciò accompagnato da una situazione economica precaria. La mia dignità mi ha dato una forza immane per affrontare le situazioni, ma non è purtroppo sufficiente per andare avanti. Vorrei chiedere aiuto, ma non gratuito, non vorrei pesare su nessuno. Vorrei solo trovare non dico proprio una soluzione, ma uno spiraglio di luce. Purtroppo è solo la mia la fonte di guadagno e con debiti fatti per problematiche di salute e fitto e figli a carico da aiutare poiché senza stipendio mi sento molto avvilita e anche umiliata nel dire queste cose. Vorrei tanto parlarti direttamente, ma mi vergogno delle mie vicissitudini.
Credimi è stato uno sfogo ed è dovuto alla forza della speranza che ancora ho che qualcosa, anche minima, possa migliorare.
Cari saluti e continua così. Ti ringrazio a nome anche di tanti di esserci vicino.

Martedì 13 ottobre 2020 18:45:08

Carissimo Paolo,
sono disperata, e non credo più nella giustizia…e spero che tu potrai aiutarmi… Ti voglio raccontare una storia, anche se ho la consapevolezza che questa lettera difficilmente verrà letta, io ti prego di leggerla fino in fondo, sono veramente disperata, e in casa mia non si vive più, e per questo motivo devo cominciare dall’inizio…
Mi chiamo Lella ho 53 anni, abito a Falcone in provincia di Messina, nella bellissima Sicilia, sono separata e ho 3 figli maschi, non ti scrivo per me, ma per mio fratello Alessandro e per i miei genitori … e per fare ciò devo partire dall’inizio.
I miei genitori si sono sposati che erano poco più di due bambini, all’età di 18 anni mia madre ha partorito me e dopo qualche anno mio fratello Francesco. La nostra famiglia non navigava nell’oro, nonostante mio padre facesse del suo meglio buttandosi in qualsiasi lavoro gli capitasse.
Finalmente nel 1974, la nostra vita cambia, mio padre vince il concorso nelle poste italiane, diventando così postino, però viene trasferito in Lombardia e precisamente a Como, tutto sembrava volgersi per il verso giusto, solo che papà non riusciva ad ambientarsi, lui aveva sempre una gran nostalgia della Sicilia, così nel 1979 arrivò l’agognato trasferimento… Tutto andava bene o quasi, scuola, casa, lavoro, ect…
Un giorno sento una discussione tra i miei genitori e capisco che la mamma aspettava un bambino, loro erano angosciati, pensavano alle spese che avevano sostenuto per il trasferimento e un altro bimbo non ci voleva proprio! Ma ormai era reale così tutta la famiglia ha accolto con felicità la lieta notizia.
I mesi passano e per tutti noi fervevano i preparativi…fra corredino, culla, stanzetta e qualsiasi altra cosa servisse per l’imminente arrivo. Ma purtroppo all’orizzonte c’era in agguato una brutta cosa… mamma cominciava a stare male e necessitava di un ricovero in ospedale, i ricoveri si susseguono e nonostante viene curata scrupolosamente, i medici non riescono ad evitare il peggio, infatti nel pomeriggio del 06/05/1982, mentre mi apprestavo come tutti i giorni ad andare all’ospedale insieme al mio papà (infatti in quel triste periodo la mia giornata tipo era: mattina scuola, arrivo a casa, preparavo il pranzo per me, papà e mio fratello, poi studiavo, preparavo qualcosa da mangiare da portare a mamma in ospedale, poiché la mamma non mangiava più il cibo che servivano lì), solo che quel giorno successe qualcosa che a me parve molto strano, mio padre non volle che io lo accompagnassi e nel frattempo mi fece preparare la valigia con tutti i vestitini del piccolo.
Nonostante il babbo, che per non farmi preoccupare, non parlò, io capì che il fratellino o la sorellina stava per nascere, anche se ancora mancavano circa 20 giorni. Io avevo appena 15 anni, non sono pochi ma neanche tanti e capivo bene che stava succedendo qualcosa… Era stata la mamma a pregarlo di non dire niente a nessuno, per poi fare la sorpresa a tutti quanti. Ma, purtroppo, le cose non vanno mai come ci si aspetta.
Eccoci la mattina del 07/05/1982, papà uscì presto come tutti i giorni, ma invece di andare a lavorare, andò in ospedale, la mamma doveva essere operata, ma nessuno ne sapeva niente, solo la nonna e la zia materna erano al corrente della situazione. Io invece ignara di tutto, andai a scuola, io studiavo a Milazzo, dove mamma era ricoverata. All’uscita di scuola, vado, come al solito alla stazione a prendere il treno per tornare a casa, qui incontro un signore del mio paese che lavorava in ospedale e mi da la lieta notizia: - “ AUGURI! “ mi dice… ” Ti è nato un bel fratellino”. ! !
Io fui stupita, un po’ delusa, io avrei voluto una sorellina, ma subito dopo realizzai e fui felice. Corsi a casa, ed ero al settimo cielo, perché ancora non sapevo cosa mi aspettasse. Appena aprì l’uscio di casa, percepì che qualcosa non andava bene, tutti piangevano e si disperavano, ma non parlavano, io ero troppo piccola per capire, e allora la mia disperazione aumentava sempre più. Ascoltai una telefonata e capì che la mamma era ancora in sala operatoria, dopo 5 ore, e non era di certo normale che un semplice cesareo durasse così tanto tempo. Le notizie si susseguono, ma non erano affatto buone. Finalmente alle 18. 00, la mamma esce dalla sala operatoria, ma io ero all’oscuro di tutto, non sapevo la verità, la cosa che mi fece preoccupare tantissimo, è stata quella che mio papà, quella notte non rincasò, il letto rimase intatto. Il mio papà non avrebbe mai lasciato da soli me, e mio fratello… e allora realizzai che era successo qualcosa di veramente terribile. Passai la notte più lunga della mia vita, ho pianto tanto, ma ad un certo punto, scese su di me una strana serenità, era come se qualcuno si fosse avvicinato a me e mi avrebbe sussurrato “ La mamma sta bene!
Stai tranquilla”.
L’indomani mi alzai per andare a scuola, solo così potevo essere più vicino all’ospedale per saperne di più, stavo impazzendo dall’angoscia, solo che stranezza delle stranezze, nella cucina di casa mia, trovai mia nonna e la zia che mi imploravano di non andare a scuola, ma la mia cocciutaggine vinse e non li ascoltai, anche perché loro si ostinavano a non dirmi niente. La mattinata fu tremenda, piansi per tutto il tempo, consolata dai compagni, finalmente arrivò mio padre che era stato avvisato della mia disperazione, io stentai a riconoscerlo, papà era dimagrito in una sola notte di almeno di 5 chili, dal tormento, stava per perdere la sua adorata moglie e noi la nostra dolcissima mamma, mi abbracciò, mi strinse forte ma così forte da farmi anche male (questo è uno dei pochi abbracci che ricordo da mio padre, non perché non ci voglia bene, ma questo è il suo carattere riservato, un po’ come il mio) e mi disse le parole che avevo sentito la notte “ Stai tranquilla! Mamma sta bene! ” In realtà non era così, la mamma era in coma e ci restò per 7 lunghissimi giorni, 7 giorni d’inferno, anche perché i medici avevano dato pochissime possibilità di vivere, anche per il mio fratellino, infatti ad Alessandro, (così venne battezzato il piccolo subito dopo la sua nascita, pesava Kg 1, 400) gli fu dato solo qualche ora, al massimo qualche giorno di vita, finiva che mamma non riusciva neanche a vederlo.
Invece esistono gli angeli, Alessandro ce la fa, ora dopo ora, giorno dopo giorno, goccia dopo goccia, sì perchè lui si alimentava con il contagocce oltre che con le flebo. Quando andai a vederlo per la prima volta, provai un’emozione grande e allo stesso tempo notai una cosa che mi restò impressa nella mente, quell’esserino piccolo e minuscolo continuava a muovere una gambetta ed io esclamai, rivolgendomi verso mio padre: “ Guarda papà, è un altro giocatore di pallone”; visto che in casa si mastica calcio da sempre. Mio padre prima giocava ed ora allena i piccolini.
Passano i giorni e in casa nostra ritorna il sorriso, le previsioni fortunatamente si rivelarono sbagliate, la mamma ce l’ha fatta, e quel piccolo e gracile esserino si rivelò pieno di forza e voglia di vivere, infatti mentre tutta Italia gioiva per i risultati dei mondiali di calcio 1982, lui lottava per la sua vita. Ti ho voluto raccontare la storia di Alex da prima della sua nascita per farti capire l’importanza che lui ha per tutta la famiglia e soprattutto per me che gli ho fatto un po’ da mamma, visto che la nostra mamma era in convalescenza dopo la sua turbolenta nascita e dopo il coma. Alessandro ora ha 38 anni, ma la sua vita non è certo stata una passeggiata, ha sempre lottato e ancora avrà tanto da lottare. Da piccolo quando i suoi coetanei cominciavano a camminare, lui riusciva appena appena a stare seduto, si vedeva che le sue gambine non funzionavano bene, e mamma preoccupata lo portava in giro per dottori e ospedali… i quali gli rispondevano sempre le stesse cose: “ Signora pensi che suo figlio doveva morire, è qui con lei, che va cercando! ! Camminerà col suo tempo”.
Ma Alex non camminava e i mesi passavano, ma lui essendo stato fin dai primi giorni di vita testardo e caparbio, provava e riprovava, cadeva e si rialzava, e tante volte cadeva e tante volte si rialzava, fino a quando all’età di 2 anni e 2 mesi lui riuscì a fare un altro miracolo, cominciò a camminare, però era evidente che aveva dei problemi. Così cominciò il tour negli ospedali e la sentenza arrivò a Bologna, Alessandro era stato colpito da una paresi alle gambe, e il medico che lo visitò disse a mia madre che Alessandro era un miracolo, per la patologia che aveva, il bambino non avrebbe mai potuto camminare da solo, ma lui invece ce l’ha fatta… purtroppo però da quel giorno cominciò un calvario fra sedute di fisioterapia e interventi.
Ma i mali non vengono mai soli, ad Alessandro non gli bastava quello che aveva, all’età di 5 anni venne colpito da una malattia rarissima che lo portò quasi alla morte perché nessun dottore capiva, ed è da allora che lui è in cura al Gaslini di Genova, dove gli hanno salvato la vita e dove si recava circa due, tre volte l’anno per i controlli clinici, lui non sa la gravità della sua malattia e non la deve sapere fino a che il Signore ce lo lascia. Tutti noi ringraziamo Dio di avercelo mandato e soprattutto di avercelo lasciato e lo preghiamo ogni giorno, affinchè lui rimanga sempre con noi. Alex ci ha insegnato ad apprezzare anche le piccole cose della vita, ha sofferto tanto e noi con lui.
In famiglia noi non l’abbiamo mai considerato un “ Diverso”, ma è sempre stato trattato come tutti noi, con i castighi e le punizioni, ma soprattutto lui ha sempre voluto fare quello che era impossibile, cioè, tutto ciò che lui con i suoi problemi alle gambe non avrebbe mai potuto fare, tipo: pattinare, andare in bicicletta, andare sugli sci e perfino la sua grande passione il calcio, la sua prima parola è stata palla.
E questo è l’inizio… sono partita da molto lontano per farti capire l’importanza che ha mio fratello per tutta la nostra famiglia…Nonostante tutto questo dolore, la nostra vita si è svolta più o meno come a tante altre famiglie. Forse una famiglia come tante... mi sono sempre reputata una persona molto fortunata perché sono nata e cresciuta in una famiglia perbene che mi ha insegnato un’educazione e soprattutto l’onestà… A casa mia si è sempre mangiato pane e sacrifici… Sono cresciuta vedendo mio padre fare pure tre lavori per permettere a tutti noi di studiare e di avere una vita dignitosa... non ricca… Ma dignitosa... E sono cresciuta vedendo mia madre fare sacrifici mettendo soldino dopo soldino da parte per poter realizzare la casa dei suoi sogni… Oggi quando questo grande sogno sembrava realizzato… Appare all’orizzonte una persona che vuole infrangere questo sogno… mettendoci in mezzo ad una storia a noi assolutamente estranea… Mi rendo conto che la cattiveria delle persone è enorme… Non si fermano davanti a niente… Il Dio denaro prevale anche sull’amicizia e anche sulle malattie…(neanche davanti alla malattia di mio fratello e neanche davanti alla malattia di mia madre, che per questo dispiacere ha avuto 3 infarti) …
E ora vi spiego cosa è successo e perché non credo più alla giustizia, pensando che la giustizia aiuti e difenda soltanto le persone malvagie e disoneste…
Come dicevo prima, i miei genitori vivono per i figli ma soprattutto per lui, per Alessandro, avendo come unico pensiero la paura che un giorno lo dovranno lasciare da solo, per questo motivo hanno sempre fatto tantissimi sacrifici, rinunciando a tutto per potergli comprare una casa che gli potesse garantire un futuro tranquillo. Il sogno si realizza, riusciamo a prendere una casa adatta a lui… Credetemi la felicità dei miei genitori era alle stelle, perché finalmente erano riusciti a realizzare il loro sogno, e soprattutto il sogno di lasciare il suo bambino sistemato …fino a quando tre anni fa ci arriva una lettera verde del tribunale, alle quali noi non siamo mai stati abituati, in quanto a casa mia prima si pagano le tasse, le bollette e poi si pensa al resto, e quindi in casa nostra non era mai arrivata una carta simile. Non vi dico le lacrime di mia mamma, e la disperazione di mio padre… in quella lettera c’era scritto che la casa veniva pignorata, in quanto l’impresa edile che aveva costruito l’immobile era andata in fallimento e uno dei suo creditori ci cita in causa, come terzo debitore, senza che noi non c’entriamo affatto…Ora siamo arrivati ad un punto di non ritorno, sono tre anni che combattiamo spendendo cifre esorbitanti di avvocato, ma l’ultima sentenza eseguita durante il lockdown, non so perché, ce la danno persa e mio padre è stato condannato a pagare la bella cifra di € 17. 000, 00 di spese processuali, bloccandogli pensione e conto corrento…(e pensa poi anche la vergogna di sentirti dire che sei pignorato, per gente perbene e onesta, è un’onta troppa grande da sopportare) mentre ti scrivo le lacrime scendono, il cuore mi batte all’impazzata, ho tanta paura vorrei tanto aiutarli, ma di solito sono loro che aiutano me, io purtroppo con il mio lavoro riesco a vivere con i miei tre ragazzi…Ti giuro non sappiamo più cosa fare, perché se perdiamo la causa finale, la casa verrà venduta all’asta, e i miei genitori dopo una vita di lavoro e di sacrifici rimarrebbero in mezzo ad una strada, e loro non hanno € 200. 000, 00 da dargli… Sono arrabbiata, furiosa, delusa, confusa, e non credo più nella legge e nella giustizia e ho paura per i miei genitori, li vorrei vedere nuovamente sorridere… li vorrei vedere nuovamente sereni e tranquilli nella loro casetta. Loro sono tutta la mia vita… e li amo da morire…Ti prego aiutami
Io spero che leggerete questa lettera, scusate per gli errori…ma è scritta di gettito e con tanta rabbia e nervosismo e tanta tristezza nel cuore…vorrei che mamma e papà vivessero gli anni che gli restano in serenità e tranquillità.
Ti saluto calorosamente e ti abbraccio, ti ringrazio di esistere perché grazie a te tante persone riescono ad esaudire i loro desideri… Grazie ancora carissimo Paolo.
Con stima, la tua affezionata e fedele Lella
INGEMI LELLA
Il mio numero è 340-------

Martedì 13 ottobre 2020 05:39:51

Caro Dott. Del Debbio,
prima di tutto complimenti per la Sua trasmissione.
Vorrei invitarLa a girare un servizio nei pressi della Stazione Termini di Roma nelle ore serali quando c'è assembramento di clandestini senza mascherina buttati a terra a bere e drogarsi. Mi riferisco soprattutto a Via Marsala.
So che Lei più volte ha fatto vedere questa triste realtà che purtroppo ormai è all'ordine del giorno in ogni città italiana, ma la situazione è veramente peggiorata. Sono una pendolare che ogni sera passa in quello schifo di zona, ormai ridotta ad una fogna da queste "risorse" come qualche personaggio politico li ha definiti, ed ho veramente paura. Tra l'altro non vedo perché per loro l'obbligo della mascherina non esiste.
Noto che le forze dell'ordine si trovano maggiormente all'interno della stazione a vigilare dove invece le regole si rispettano ed io ogni sera devo camminare in Via Marsala davanti ad una fila di clandestini ed insistito a chiamarli clandestini perché ogni volta che sento la parola immigrati mi innervosisco.
Sono stata immigrata anch'io per alcuni anni, con la differenza che io all'estero ci sono andata per lavorare e con i documenti necessari quali passaporto e permesso di soggiorno e non voglio essere paragonata a quei nullafacenti scrocconi delinquenti... altro che immigrati.
La ringrazio se vorrà far vedere ai nostri governanti la paura che siamo costretti a vivere ogni giorno. Parlo dei governanti come principali destinatari di questa documentazione perché sembra che vivano in un altro pianeta e quindi quando si cancellano certi Decreti Sicurezza vorrei che fossero consapevoli delle loro azioni.
Grazie ancora... Auguri per la trasmissione! Vada avanti sempre così! È uno dei pochi che dà voce agli italiani in TV!
Cordialmente
Erika

Martedì 13 ottobre 2020 01:52:31

Per favore se puoi ingrassari come prima ma mi raccomando tagliati ka barba

Sabato 10 ottobre 2020 20:27:15

Caro paolo si parla tanto di emergenza covid, noi qua in calabria nel cosentino esattamente comune di coriglianorossano stiamo affrontando una epidemia da circa 5 mesi, spazzatura che ormai arriva nelle nostre case, stiamo rischiando non solo la pandemia covid ma anche il colera, la pregherei di farsi una passeggiata dalle nostre parti e constatare lei di persona, abbiamo un governatore cioè la (santelli) che non sta per niente affrontando il problema, la prego ci pensi lei a smuovere questa situazione subito. perche e davvero una situazione insostenibile. grazie

Venerdì 9 ottobre 2020 00:59:15

Caro Paolo, seguo sempre la tua trasmissione. Mi permetto (e mi scuso se non è gradito) di darti del tu. Perché la tua trasmissione è un appuntamento che mai perdo. Potrei spiegare perché in mille e mille parole. Riassumo: amo la tua schiettezza. E come è gestita la trasmissione. Scrivo nepoure per avere una risposta, che amerei molto, ma risposta c'è. Sono situazioni infinite in tante parti dell'Italia. Del mondo. Mi basta di essere letta. E magari sperare che possiate una sera fare una trasmissione su questo argomento. Vivo di paura. E sono una combattente. Anche troppo. Ma in paesino, in una città che chiamerei paesone, vicini di casa delinquenti. Senza rispetto. Da no ciò che vogliono. Lui è stato in galera diverse volte. La sua compagna è la figlia... peggio. Non vado nei particolari perché da un po' ho paura. Non paura che mi uccidano. Paura dei loro soprusi morali. Di prendere posto che non gli è di diritto. Auto. Casini. Maltrattamento di animali (un loro AMICO una sera stava massacrando un gattino. Lì sono scesa ed ho fatto quello che dicevo. Oltretutto non abbiamo MAI detto loro nulla. Tanto fanno peggio. Sono stata dai carabinieri a parlare molti mesi fà. Mah. E non so che dire. Io ho passato molte cose nella vita questi ultimi anni. Non accetto più di essere succube di pezzi di merda. E non solo io. Mi si scusi la parola. Ci sarebbe molto da scrivere e spiegare. Mi fermo qui. Dimmi solo che bisogna stare muti tanto il mondo va così. E mi metto l'animo in pace. Anche se tutto questo mi dà vomito. Grazie Paolo. Ci sono molte trasmissioni. La tua è semplicemente quella che vedo PIÙ VERA. Anche se so che tante, ma tante persone ogni giorno lottano per qualcosa di giusto. Sono una persona rispettosa. E sinceramente non mi dà fastidio quasi nulla. Ma i soprusi di fecce da galera che si permettono di rubarti il posto nella tua vita SI. Penelope (Questo mio nome è perché io aspetto. Aspetto ma non viene mai una vita giusta) Un abbraccio.

Giovedì 8 ottobre 2020 23:41:29

Caro Paolo, capisco tutto ma che non riesci a far tacere Karima Moual non ci sta'. È lei che fa la trasmissione... quando c'è.

Giovedì 8 ottobre 2020 23:17:09

Ciao Paolo, ma perché inviti Pedulla? È inascoltabile, crea moti di contrapposizione verso la trasmissione, credimi!

Se deve per forza venire, consiglialo almeno di evitare di assumere quelle espressioni ebeti quando parlano gli altri. È una questione di rispetto.

Giovedì 8 ottobre 2020 22:10:14

Guardiamo spesso il suo programma ma quando c è librandi e la giornalista un po' di colore siamo delusi della poca educazione che dimostrano e il poco rispetto x noi italiani che siamo alla estero e in generale.. ci passa la voglia di vedere il suo programma.. distinti saluti.. g. r.

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