Messaggi e commenti per Gianrico Carofiglio - pagina 30
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Frasi di Gianrico Carofiglio
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Biografieonline non ha contatti diretti con Gianrico Carofiglio. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Gianrico Carofiglio.
Giovedì 14 novembre 2019 17:37:45
Giovedì 14 novembre 2019 11:02:39
Egregio dott. Carofiglio, mi chiamo Roberto Natoli e, per mestiere, insegno diritto agli studenti di giurisprudenza. Sono, quindi, un "giurista", come Lei pure si definisce e, per di più, ho per tanti insegnato Istituzioni di diritto privato ai ragazzi del primo anno. Nondimeno, prima di essere un giurista, sono un cittadino, interessato ai (tanti) problemi di questo Paese e al suo dibattito pubblico, al quale Lei assiduamente partecipa. Le scrivo perché, già in due occasioni (qualche sera fa dalla Gruber e ieri dalla Panella), l'ho sentita discutere, con piglio quasi accademico, del caso Ilva e della sua dimensione giuridica. Le ho sentito dire, dalla Gruber, che per risolvere un contratto azionando una "clausola risolutiva espressa" occorre una pronuncia giudiziale: per vero, all'Università, insegniamo (e non potremmo non farlo) che la clausola risolutiva espressa è un'ipotesi di risoluzione "stragiudiziale" del contratto, che non implica quindi, per spiegare i propri effetti, alcuna sentenza (costitutiva) del giudice: il quale, se richiesto, si limiterà ad accertare se la clausola è stata correttamente azionata o no. Con toni accorati, in difesa della purezza del linguaggio anche giuridico, Le ho poi sentito dire, ieri dalla Panella, che occorrerebbe non parlare di rescissione, termine truculento, ma di risoluzione, termine più morbido ed educato: anche perché le due parole evocano categorie giuridiche diverse per presupposti ed effetti. Sul fatto che siano cose diverse, ovviamente, convengo con Lei, pur avendo minor insofferenza per chi, nel linguaggio comune, non coglie le sottili sfumature del linguaggio giuridico. Provo invece non poca insofferenza quando, nel dibattito pubblico, ascolto chi, pur avendo - come Lei certamente ha - tutti gli strumenti per documentarsi, non si documenta. Se le capitasse di leggere l'atto di citazione di Arcelor Mittal, facilmente reperibile in rete, scoprirebbe, infatti, che né di rescissione né (se non in via subordinata) di risoluzione si parla: ma della legittimità, o meno, del già avvenuto recesso (conseguente a una clausola contrattuale) dal contratto. Tanto Le scrivo non per pedanteria, ma per rispetto delle migliaia di famiglie tarantine che, intuitivamente ignare di nozioni giuridiche, confidano nelle parole di chi, da "giurista", dice loro parole infondate. Non credo meritino anche questo, oltre a tutto il resto. Cordialmente.
Mercoledì 13 novembre 2019 23:39:41
Caro Gianrico Carfiglio, sto leggendo il suo ultimo libro. Grazie. Per me lei è il miglior narratore italiano attuale: lo scorrere del racconto (del narrare), perfetto come lingua, le riflessioni che si inseriscono senza artifici... Lo dice un tedesco (76 anni., da 70 in Italia) che ama la lingua e la scrittura. Mi piacerebbe conoscerla. Vivo nei dintorni di
Milano. Grazie ancora. Mathias Deichmann
Martedì 12 novembre 2019 15:26:28
Gentile dr. CAROFIGLIO,
Sono assidua lettrice delle sue opere, che apprezzo. Ho acquistato ieri il suo ultimo romanzo, La misura del tempo, e scopro adesso clamorose mancanze nell'impaginazione. Noterà che mancano circa sessanta pagine e che altrettante sono ripetute due volte. In pratica, la mia lettura si ferma a pag. 156.
Ho telefonato all'Einaudi, chi ha risposto mi ha dato email di Stefania Pico, alla quale ho scritto poco fa.
Ignoro quali decisioni prenderà la casa editrice; se il libro verrà ristampato correttamente (come mi auguro), spero che l'Einaudi me ne invii una copia.
La saluto e la ringrazio per i bei momenti di lettura che mi ha regalato.
Cordialità. Anna Maria Becherini
Martedì 12 novembre 2019 13:12:40
Caro Gianrico, ho avuto il piacere di sentire una Sua conferenza a Foligno. Il Suo modo di esporre gli argomenti è stato molto coinvolgente e piacevole. Le vorrei raccontare quanto accaduto a mia madre e mio padre verso la fine dell'ultimo conflitto mondiale. Io credo che la loro esperienza vissuta in quel periodo, raccontata da Lei, potrebbe tradursi in un buon libro. Le vorrei far recapitare un breve scritto su questa storia ma non so come. La ringrazio e La saluto caldamente.
Bianca Riccardi
Domenica 10 novembre 2019 09:07:39
Egreg. dott. Carofiglio,
la ricordo a Foggia, giovanissimo alla Procura, venne nel nostro ufficio per la stipula del contratto del gas in piazza Padre Pio, più di venti anni fa.
l'Italia ha bisogno della sua notorietà e di un messaggio dell' Associazione scrittori sul rogo della libreria di Roma. Grazie e a presto.
Mario Arpaia
Sabato 9 novembre 2019 12:28:12
Ho già acquistato e letto (più corretto: divorato) "La misura del tempo". Tutta la produzione letteraria penso di averla letta (e regalata, in parte). Su quest'ultima opera ho almeno un quesito - forse tanti, ma non si può - tecnico: Iacopo si fa sei anni di detenzione: potrà essere risarcito? Ovvero essere stato spacciatore - e quindi non un angelo - compensa l'ingiusta detenzione stessa? Grazie
Giovedì 7 novembre 2019 16:42:12
Buonasera Carofiglio la seguo da un po' e sto leggendo tutti i suoi libri perché ero curiosa. Le posso dire che mi sono piaciuti tutti ma quello che mi ha colpito di più è stato L'estate fredda perché io vengo da Terlizzi e per 9 anni ho lavorato a Bitonto e andavo al mare a Santo Spirito, quindi quei posti mi sono molto familiari. Dal 1997 vivo nelle Marche e quel libro mi ha fatto tornare indietro nel tempo anche i cognomi dei protagonisti mi so i familiari. La seguo sempre sul programma della Gruber e vedo sempre una persona molto coerente pacata con una proprietà di linguaggio. Rimanga sempre così. Un saluto
Giovedì 7 novembre 2019 15:17:03
Essendo un buon amico dell'avv. Guerrieri, avrei voluto esordire con un Caro Carofiglio, ma siccome (non è colpa sua) suona male questo ritornello (ca-ro-ca-ro-figlio) le dirò semplicemente buongiorno!
Avrei molte cose da dirle (si usa ancora il "Lei" e il "dirLe"?) ma temo che non mi leggerebbe fino alla fine... Ci provo.
Primo.
A pag. 6 del suo ultimo libro ho fatto un salto sulla sedia (in realtà dovrei dire "sono sobbalzato" dato che ero a letto a leggere...): <<... ti accorgi che perdi la dignità nell'insofferenza, nei gesti di stizza, nei "rimproveri" che rivolgi a una persona umiliata dalla vecchiaia e dalla malattia. >>
Accidenti! Quante volte mi sono sentito una merda quando, alle prime avvisaglie dell'alzhaimer che poi avrebbe devastato per sette anni mia madre, la scuotevo per le spalle gridandole in faccia "ma cazzo! sono tuo figlio, non lo capisci? " Poi, piano piano realizzi ed alla fine la (diciamo) serenità la raggiungi cercando di metterla in condizione di soffrire il meno possibile... (monumento nelle nostre piazze alla sante badanti!).
Ancora una cosa (siamo ormai agli ultimi mesi di vita di mia madre, ella da tempo non parla nemmeno più, è come una pianta)
E' notte, siamo in ospedale. Mia madre sta molto male, ad un certo punto vedo proprio come un'ombra gialla passarle attraverso la fronte, capisco che sta morendo.
Allora vado dal medico di guardia, quello viene e anche lui capisce, gli chiedo per favore di poterla portare in una stanza singola per poter morire con dignità. Ma una stanza singola non c'è, rizzano un paravento (sic!). Passo la notte accanto al letto di mia madre, poi, all'alba, stremato, vado a casa per una doccia e un paio d'ore di riposo. Ritorno. Mia madre è uscita dal coma. Mi guarda e MI SORRIDE!
Ho (anche tu!!! ma basta! !) un libro nel cassetto. Mi piacerebbe che leggesse una (UNA) pagina particolarmente "ispirata", se vuole mi mandi un suo indirizzo un po meno pubblico e gliela invio.
Sa qual'è il mio problema, Carofiglio? Scrivere mi agita troppo, mi da l'insonnia, a volte - mentre scrivo - tremo e faccio le fusa come un gatto. Ma i gatti fanno le fusa quando sono felici, ma anche quando stanno morendo.
Con stima
Livio
P. S. Tranquillo, non sono uno stalker...
Giovedì 7 novembre 2019 15:11:46
Caro signor carofiglio io non sono razzista ma l'integrazione se la faccia a casa sua quando i signori mussulmani mi permetteranno di andare nei loro paese con crocefisso e donne senza velo allora sarà ok fino ad allora devono stare a casa loro le cose o si fanno reciprocamente altrimenti non servono anzi dobbiamo noi imporsi a loro! ! Ma stiamo scherzando? Si faccia un esame di coscienza prima di sparare queste idiozie!!! Grazie