Messaggi e commenti per Lilli Gruber - pagina 256

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Biografieonline non ha contatti diretti con Lilli Gruber. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Lilli Gruber.

Mercoledì 27 febbraio 2019 21:23:33

Buonasera

La Signora che ha scritto pocanzi ha
Qualche ragione, forse un format diverso, non x questo più nuovo,
Con partecipazione attiva, difficile da
Gestire è auspicabile, sarebbe forse
Necessario il Blok dei microfoni.
Comunque quello che volevo dire in rapporto alle manifestazioni x es.
quella che farà Landini con le altre sigle
Direi: io non sono ricco ma se devo
Pagare una patrimoniale anche salata,
Lo farei volentieri ma, poi questi sciagurati al governo dovrebbero
Gestirli? Aiutooo!!!

Mercoledì 27 febbraio 2019 19:02:52

Cara Sig. Ra Gruber,
Penso da tempo che i talk show italiani debbano cambiare format altrimenti come me cambiamo sempre canale.
La mia semplice proposta è quella di cambiare i soliti volti coinvolti con interessi privati, con liberi cittadini che possano esprimere idee nuove etc. e libere da compromessi

Mercoledì 27 febbraio 2019 08:19:40

Cara Lilli, seguo da tempo immemorabile il tuo "sal otto e mezzo". Ultimamente però questa rotazione perpetua di Buttafuoco, Carofiglio (che ha fatto il magistrato), Scanzi, Travaglio, Mieli, Telese ed altri opinionisti.. comincia a segnare la corda, ovvero diventa routine. Se non fosse per Cacciari che ogni tanto apre la testa (e gli occhi) ai telespettatori direi che lo zapping viene premiato da altre trasmissioni simili (rete 4 ad esempio). Che ne diresti, semel in anno, di introdurre qualche persona normale, del tipo un pensionato, un laureato disoccupato, un negoziante che chiude a causa dei cinesi-bangladesh-marocchini, un giovane operatore Airbnb, un ex giornalista gastronomico (come me) ovvero gente normale... ? Grazie comunque per l'attenzione.

Martedì 26 febbraio 2019 16:17:35

salve dottoressa siccome il giorno 03. 02. 2019 le ho inviato una poesia sul vento e ad oggi ancora non ho avuto risposta, leggendo i messaggi ho visto una richiesta di contatto di un certo Giuseppe come faccio a mettermi in contatto?
inoltre le dico che non sono ne un poeta ne un autore, le ho scritto la poesia con l'intenzione di porre una mia idea nel reciclare il vento buono su qualsiasi mezzo di trasporto e se possibile dedicare qualche minuto nella sua trasmissione.
le rinvio nuovamente la poesia:

La poesia è IL VENTO:
"C'è quello più cattivo che soffia a cento, duecento all'ora scoperchia tetti, provoca mareggiate ammazza la gente, tutti lo maledicono, nessuno lo vuol sentire.
Poi, c'è quello un po' più buono quello che fa girare i mulini a vento, le pale eoliche, asciuga le strade e le campagne quando piove.
Poi, c'è anche il venticello che asciuga i panni stesi quando non c'è il sole-
Infine c'è quello BUONO che nessuno vede, nessuno sente o no vuol sentire, eppure sfreccia a cento, duecento, trecento all'ora. Non scoperchia tetti non provoca mareggiate e non ammazza la gente, non fa male a nessuno tranne qualche bambino che, mettendo la sua mano fuori dal finestrino gli porta via la sua girandolina-
Oggi si ricicla tutto vento, carta, vetro, rifiuti ingombranti, ma costa tanto.
Vi prego, riciclate anche il vento, quello BUONO non vi casta assolutamente niente. "

DOMANDA:
perché non si rIcicla il vento buono?
Cosa succede se si reciclasse?
Io sogno un trenino elettrico Termoli-Campobasso-Roma che si ricarica da solo con il suo VENTO BUONO,
è possibile chiedere ai Tecnici di LEONARDO se il sogno è realizzabile?
visto che il Ministro Di MAIO ha stanziato 150. 000. 000 di euro per la ricerca delle energie rinnovabili ?
non so se in questo forum vengono contattai tutti o nessuno. vorrei sapere come fare affinchè questo mio progetto sia preso in considerazione.
se possibile farmi contattare al numero 347/-------
per trovare soluzioni in merito grazie.

Martedì 26 febbraio 2019 15:51:26

Vorrei segnalare l'articolo di un giovane giornalista, Luca Serafini, laurea e dottorato in filosofia alla Normale di Pisa, uscito oggi su "The Post International" su:

Popolo, populismo ed élite

https://www.tpi.it/2019/02/25/popolo-elite-scontro-populismo/

Allarga il discorso con studi e interpretazioni del fenomeno di cui oggi spesso di discute.
Luca Serafini è un brillante studioso, autore di svariati libri e articoli, che potrebbe dare un contributo importante alla comprensione dello scontro popolo-élite.

Martedì 26 febbraio 2019 07:47:20

Buongiorno signora Gruber, apprezzandola molto mi sono però sempre chiesta con quali criteri scegliesse gli ospiti. Quasi sempre maschi, spesso ricorrenti. Mi sono chiesta, nel suo modo rigoroso di dare conto di ciò che accade e di fare capire come possa ignorare il mondo femminile e femminista, salvo sporadicamente invitare una donna. Quando lo scorso anno NUDM presentò Abbiamo un piano, anche lei lo ha ignrato e, a proposito di nudm. Passiamo la vita a commentare le forme di partecipazione dei 5S ma una giornalista del suo calibro non aiuta a fare conoscere come questo movimento lavori incessantemente, su un fronte amplissimo di problemi, con uno scambio continuo di idee, esperienze che preparano incessantemente le mobilitazioni. Si prepara k'8 marzo. Sì muova per tempo. Aiuti a fare vedere la realtà, che non è solo lega e 5S. Ma devo farle un apprezzamento: la migliore sindaca e ieri sera, Jasmine Trinca. Infinitamente più brava, acuta, efficace di tutti i tromboni che ci propone quotidianamente. Naturalmente ha dovuto passare sotto la gogna di Telese, con le allusioni a Moretti senza che nessuno lo rilevasse. Insomma, continui così. Chiami. Sempre, donne. Sempre. In fondo finora non ci sono stati sempre uomini. bprovi a dare questo segno. Non ci"è bisogno di dichiararlo. lo faccia. Permetterà un cambiamento. Aiuterà a cambiare l'epistemologia prevalente. Mi scusi lo stile faticoso. È dura scrivere da uno smartphone

Domenica 24 febbraio 2019 13:30:05

Gentile Lilli Gruber, ci tengo a ringraziarla per aver invitato alla sua trasmissione il sindaco di Ancona (non Buttafuoco e D'Agostino..., sono d'accordo che sarebbe stato molto più interessante, per noi telespettatori, poter seguire solo lei) ma soprattutto ieri il meraviglioso professor Galimberti, di cui anelo da anni una riforma del sistema scolastico come ministro della Pubblica Istruzione, unica persona che davvero farebbe una riforma della scuola in funzione dei fruitori (gli studenti, vituperati, disintegrati nell'autostima, incoraggiati ad abbandonare la scuola, o a scegliere scuole "meno impegnative" con il risultato di una futura società con una classe dirigente inesistente ed in mano a pochi "geni" considerati tali da docenti senza alcuna comprovata attitudine all'insegnamento) e non dei docenti: tutte le riforme scolastiche (a parte le due disastrose della Moratti e della Gelmini) alla fine diventano solo revisione dei contratti di questi ultimi, aspetto che poco ha a che fare con il sistema scolastico (nel mio fallimentare blog- Elettori-, aperto per potermi esprimere in questi anni difficili per noi elettori, ho scritto spesso delle condizioni disperate in cui si trova la scuola pubblica di ogni ordine e grado). Auspicherei di vedere ed ascoltare il professore molto più spesso, nella speranza che possa, prima o poi, fare la differenza: la TV, soprattutto trasmissioni come la sua, veicolano sicuramente con più immediatezza certi concetti, rispetto alla carta stampata, ormai, a beneficio di pochi.
Grazie anche di non nascondere, sempre con garbo e gran classe, la sua grinta e le sue idee, (come la difesa, da me non condivisa, a spada tratta, sempre e comunque, di questo PD. .): preferisco sempre sapere come la pensano le persone che ascolto, soprattutto se sono giornalisti e quindi fanno informazione.
Cordiali saluti e grazie per questo suo spazio coraggioso messoci a disposizione, solo lei lo ha (tutti gli altri hanno solo odiosi e sterili social).
Cristiana Micarelli

Sabato 23 febbraio 2019 20:55:35

I soldi rubati dai padri ricadono allegramente sui figli? O mi sbaglio?

Sabato 23 febbraio 2019 19:59:53

Gentilissima Dott. ssa Gruber. Seguo sempre la sua trasmissione. Ma ieri sera, venerdi 22 Febbraio, non ho gradito assolutamente che abbia apostrofato come"due maschi maleducati " Buttafuoco e De Agostini;non fosse altro perché non lo sono stati. E' plateale che se qualcuno non la pensa come lei, viene zittito; invece da molto spazio ad ospiti che la pensano come lei. Sicuramente questo commento non é deontologicamente corretto e non le fa onore. Quando si da giornalismo a questi livelli non bisogna far trasparire in maniera cosi evidente le proprie opinioni politiche.

Sabato 23 febbraio 2019 19:04:44

Donne: Siamo più fragili che mai! (Pensieri di una sabato sera


Niccolò Tesla, un ingegnere visionario, eccentrico ci aveva promesso che questo secolo sarebbe stato quello in cui si sarebbe raggiunta la parità delle donne. Aveva sostenuto riguardo alla condizione femminile: "Questa battaglia verso la parità di genere porterà a un nuovo ordine, in cui la donna sarà superiore. Non nella superficiale imitazione fisica dell'uomo, le donne dimostreranno prima la loro uguaglianza e poi la loro superiorità, ma nel risveglio dell'intelletto femminile. "

Ma questo secolo vede ancora donne perseguitate per motivi religiosi, razziali, costrette all'immigrazione e quando sbarcano sulle nostre coste nei loro occhi leggiamo le violenze e i ricatti subiti prima e durante la traversata.

Si potrebbe dire, che questi sono casi limite, ma nel cosiddetto mondo evoluto dove non è necessaria la forza fisica per sopravvivere, abbiamo raggiunto una sostanziale parità e la donna ha l'opportunità di realizzare i suoi sogni e portare a termine i suoi progetti lavorativi.

In realtà se guardiamo il mondo accademico, in Italia, il 70% delle donne in accademia è assegnista di ricerca o ricercatrice e solo il 10% è professore ordinario. Eppure, il 61% dei laureati è rappresentato da donne. Al contrario, la distribuzione degli uomini mostra che solo il 51% occupa posizioni di assegnista o ricercatore, e ben il 25% è professore ordinario. Si chiama "soffitto di cristallo" (glass ceiling) ed è quella barriera apparentemente invisibile, sociale culturale e psicologica, che preclude alle donne, che pur affollano e con successo le aule universitarie, l'accesso alle posizioni apicali della carriera accademica.

Le difficoltà di avanzamento di carriera delle donne sono spesso connesse a una loro presunta minore competitività e produttività. I dati mostrano che le donne meno spesso degli uomini sono riconosciute come le responsabili scientifiche di una pubblicazione di ricerca. Inoltre, nella competizione per l'accesso ai fondi di ricerca, le ricercatrici hanno minori tassi di vittoria rispetto agli uomini, insomma partono già svantaggiate. Molti degli abbandoni delle carriere scientifiche e del lavoro accademico sono legati alle condizioni difficili delle donne le quali, molto più degli uomini, si trovano a dover conciliare impegni fuori e dentro casa. Solo ad alcune donne cosiddette "outliner" è concesso di fare carriera. A queste donne viene chiesto un impegno sovraumano che permette loro di essere professioniste, madri, mogli e figlie perfette.

Se consideriamo le pubblicità, lo specchio dei costumi e delle preferenze della società, ci vengono presentate donne belle, sorridenti, con la "mano sinistra" lavorano e con la destra gestiscono i figli, sono perfette donne di casa: accolgono gli ospiti a braccia aperte dopo una giornata di lavoro infernale.

La cultura di massa vuol farci credere che basti un "integratore minerale" o una macchina che frena da sola per supportare le donne del XXI secolo e trasfumarle in eroine delle pari opportunità.

La quotidianità di una donna è un impasto di momenti di frustrazione, di gioia, si stanchezza, di solitudine, di solidarietà data e ricevuta, di sguardi di rimprovero, di sensi di colpa ed inadeguatezza, tutto viene acuito quando la professione (conquistata magari a prezzo di sacrifici) la allontana da casa, magari proprio quando un figlio ha la febbre….. Scenari come questi possono sembrare banali ma rappresentano la quotidianità di molte Europee, dispari anche nelle politiche di conciliazione messe in campo dalla singola nazione.

Se il progetto familiare, l'archetipo immaginato fallisce, la colpa spesso ricade sull'elemento femminile. Le critiche più feroci di frequente arrivano proprio da altre donne che si ritengono più brave, capaci nel multitasking di quelle che "non ci sono riuscite". Il successo maschile tradizionalmente riposa oltre che sulla capacità individuale anche sul silenzioso supporto talvolta mercenario fornito da madri, mogli, tate, colf, badanti, delegate alla gestione di spazi diversi della quotidianità. L'immaginario culturale non si deve preoccupare di fabbricare eroi del multitasking, basta un sorriso per riappropriarsi di case, figli e famiglie.

Il nostro timore è che le donne del XXI secolo si lascino sedurre il mito di "wonder woman" e del multitasking, che si illudano di essere più brave, lasciandosi andare ad una spirale di sfide e di prove crescenti di capacità, tanto faticose quanto inutili.

Quale è la lezione di questo discorso: Donne non fate tutto da sole! Non entrate nella nuova gabbia della schiavitù della donna tuttofare. NON SIAMO PIU' BRAVE DEGLI UOMINI. Abbiamo delle abilità diverse, ma non siamo in grado di fare tutto.

La tanto decantata "Ermione di Harry Potter" o anche "Wonder Woman" dovrà/vorrà affrontare fasi del ciclo vitale quali la gravidanza/e la menopausa, dovrà fare i conti con gli effetti cognitivi del mutamento fisiologico dell'assetto ormonale: transitorie difficoltà di concentrazione, di memoria ad alterazioni dell'umore.

La convinzione endemica nelle donne che la predisposizione femminile al multitasking sia sinonimo di capacità di sostenere un maggior carico di impegni dovrebbe essere superata da una più sana e sicura attitudine alla cooperazione e divisione dei compiti, in cui le capacità dell'individuo contribuiscono a quelle del gruppo, sia esso la famiglia, famiglia allargata, gruppo di lavoro, gruppo di interesse…e via dicendo. Una visione plurale e corale, in cui l'individuo contribuisce per ciò che sa e ciò che può, non ha remore a chiedere aiuto se in difficoltà, proteggendo se stesso e gli altri dalle possibili conseguenze del sovraccarico e del burnout. Il nuovo mito delle donna più brava degli uomini, per quanto accattivante ed ispirante, racconta una dimensione di solitudine, di sacrifico continuo su più fronti, in una guerra costante con le traversie del mondo; le donne che oggi cercano di conciliare carriere e famiglia, sogni ed aspirazioni professionali potrebbero trovare sollievo in una dimensione più partecipata e meno individualistica, che consenta ad ognuna di realizzarsi grazie ad una rete solidale equa e cooperativa, in cui si riceve e si da, si chiede aiuto e non si è condizionati da preconcetti e tantomeno dal genere. Quando impareremo a delegare, avremo raggiunto il primo passo della parità.

Valeria Caso, Neurologa Vascolare presso Ospedale Santa Maria della Misericordia, Perugia e Past President dell'European Stroke Organisation

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