Messaggi e commenti per Lilli Gruber - pagina 251

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Frasi di Lilli Gruber

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Biografieonline non ha contatti diretti con Lilli Gruber. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Lilli Gruber.

Sabato 16 marzo 2019 21:02:19

Gentile Signora Gruber, stasera sabato 16/3/19 ha una ospite che insiste a negare il problema cambiamento climatico dicendo che la priorità consiste nel problema crisi economica: ma possibile che nessuno le fa presente che quando il clima avrà cambiato completamente, per esempio, l'economia di una regione come il Trentino A:A: in cui non ci sarà più la neve e nemmeno l'acqua nelle campagne della pianura padana, allora addio turismo o agricoltura... per non parlare della guerra per accedere all'acqua, non ci sarà alcuna economia da proteggere e chi avrà tanti milioni di euro li potrà usare per scaldarsi... sempre che faccia ancora freddo? Sarebbe utile avere degli interlocutori più agguerriti contro gli imbecilli. Grazie per l'ascolto.

Sabato 16 marzo 2019 19:47:37

Salve, sono una donna iraniana e seguo il suo programma ormai da molto tempo, le scrivo perché un altra volta vediamo un altra condanna assurda e disumana per una donna coraggiosa iraniana, parlo di Nasrin Sotudeh avocatessa iraniana condannata a 33 anni di carcere e 148 frustate da parte del rejime islamico del Iran.

Mi chiedevo lei che parla spesso di donne e che le donne devono avere più coraggio, può aiutarci ad avere più voce oppure noi siamo fuori dal Europa e IL MONDO ?? visto che italia ha rapporti commerciali molto stretti con il governo iraniano forse una presa di posizione da parte di italia può aiutare anche movimenti delle donne FUORI Dal EUROPA !

Sabato 16 marzo 2019 16:03:12

Gen. ma dott. Sono una socia degli avvocati x la famiglia e i minori (aiaf sez Lucca) non possiamo passare in silenzio quello che accade alla collega iraniana. Dato che lei ha scritto numerosi e bellissimi libri sulla civiltà iraniana., pf prenda adeguata e pubblica posizione in favore di quella sfortunata collega. Non possiamo sottacere, dopo la Turchia, un nuovo attacco alla libertà e alla indipendenza delle donne libere e coraggiose. La ringrazio e la saluto cordialmente. Avv Marinella Carrara

Sabato 16 marzo 2019 15:03:17

Gent. ma Dr. Gruber, qualche giorno fa ho inviato un messaggio sul tema Travaglio che mi pare non essere andato a buon fine. Ho poi letto altri messaggi critici sullo stesso tema.
Una volta stabilito che lei è obbligata per contratto ad ospitare Travaglio (e anche Padellaro e Scanzi?) vorrei farle osservare comunque quanto segue.
- Travaglio non è mai presente in studio e sta comodamente assiso davanti al titolo gigante del suo giornale e a qualche libro (senza rotoli di carta igienica...) facendo sorrisetti e mossette quando parlano gli interlocutori.
- Lei lo interpella sempre con un tonitruante "Marco Travagilo" (per gli altri basta il cognome) e gli consente di parlare molto più a lungo degli altri senza interruzione.
- Mi chiedo quante delle querele per diffamazione che colleziona siano dovute ai suoi interventi durante la sua trasmissione.
Qualche miglioria da parte sua sarebbe auspicabile. Saluti. Eugenio Gobbi -Roma

Sabato 16 marzo 2019 08:47:24

Gentile Dottoressa Gruber, in merito al discusso problema della salute del Pianeta, Le allego un paio di riflessioni. Grazie per l'attenzione. Complimenti per la Sua bravura. Ruggero Finotti

IO SONO PER LE TRIVELLE.
…MA SOGNO DI FARNE A MENO.
Non capisco coloro che vogliono la chiusura dei pozzi di gas e/o petrolio ora attivi sul nostro territorio.
Io addirittura ne aprirei di nuovi laddove, ovviamente, il sottosuolo abbia le riserve di tali fonti energetiche.
Se l'Italia ha delle materie prime nel proprio sottosuolo, io credo sia meglio utilizzare le nostre risorse piuttosto che continuare a pagare profumatamente altri Paesi per avere lo stesso prodotto, rimettendoci inoltre posti di lavoro. Aggiungo, e non è secondario, che a causa del controllo delle fonti energetiche si sono scatenate le più devastanti guerre di questo ultimo secolo, attore principale il cosiddetto mondo "occidentale". Dunque, se ogni Paese fosse autosufficiente sul piano energetico, gran parte delle attuali guerre, principale motivo delle migrazioni in itinere, verrebbero a cessare.
Naturalmente, quello che vorrei, è che l'estrazione e la lavorazione di tali materie, come peraltro di qualsiasi altra attività, avvenisse sotto stretto controllo e nel massimo rispetto della natura.
Non capisco coloro che pretendono di continuare a consumare energia senza pagare il minimo scotto, senza rinunciare alle loro comodità e, soprattutto, a non far nulla di ciò che è possibile fare individualmente per ridurre quei consumi e quella dipendenza. Mi piacerebbe sapere quanti di quelli che dicono solo e sempre "no" hanno investito delle loro risorse in energie rinnovabili.
Io, che sono favorevole alle trivelle, proprio per limitare la nostra futura dipendenza da fonti esauribili ed inquinanti, trentacinque anni or sono ho investito denari per avere sul tetto di casa i pannelli solari termici, che oggi sono oramai ampiamente ammortizzati. Qualche anno fa, ho investito per i pannelli fotovoltaici che, oggi, mi producono nell'arco dell'anno più energia elettrica di quanta io ne consumi. Certo, ho dovuto spendere dei denari che saranno ammortizzati in un arco di tempo di almeno 8/10 anni. La mia installazione è, ovviamente, una goccia nel mare. Ma se tutti l'avessero fatto?
Ma, mi domando, è possibile arrivare alla autosufficienza energetica del nostro Paese con l'impiego SOLO di energie rinnovabili? Secondo me sì, ma sarà necessario un arco di tempo lungo, sicuramente superiore ai 20 o 30 anni, supposto che governo e popolazione lavorino compatti in quella direzione con l'impiego di capitali notevoli.
Ma quali sono le energie davvero rinnovabili e pulite? Sono, nell'ordine: il sole, il vento e l'acqua. Tutte fonti con alcuni limiti:
il sole, disponibile ovunque ed illimitato, c'è però solo di giorno, abbondante d'estate e scarso d'inverno;
il vento, disponibile solo in alcune zone limitate del Paese ed incostante;
l'acqua, che è una risorsa limitata e che, peraltro, per sfruttarla è necessario costruire opere che la accumulino (dighe, bacini) e che la derivino dal suo normale alveo, con ripercussioni sulle falde acquifere, sulla fauna ittica ed altro. Quest'ultima risorsa in Italia è già pressoché tutta sfruttata ed ampiamente NON sufficiente.
Dunque, l'attenzione va concentrata prevalentemente sul sole, senza escludere tuttavia il vento, ambedue però hanno necessità di sistemi di integrazione ed accumulo per consentire un costante utilizzo di energia anche nelle ore buie o nuvolose ed in assenza di vento.
Ora, se tutte le aree di suolo già compromesse (tetti di case e capannoni, grandi parcheggi, strutture industriali etc) fossero coperte di pannelli fotovoltaici, nonostante l'attuale basso rendimento di questi sistemi (circa 20%), avremmo di sicuro ampiamente coperto il fabbisogno energetico per tutta la Nazione. Se poi aggiungessimo torri eoliche, laddove le condizioni di vento lo rendono possibile, non avremmo più problemi energetici sul piano della "potenza installata".
Ho usato il termine "aree di suolo già compromesse" non a caso. Personalmente trovo assurdo occupare aree verdi con distese di pannelli solari, quando disponiamo in abbondanza di porzioni di territorio già cementificato ed utilizzabile per quel tipo di installazioni.
Se occupassimo coi sistemi fotovoltaici tutte le superfici già cementificate, la "potenza installata", sarebbe enormemente ridondante per la produzione di energia in condizioni di luce ma assolutamente insufficiente nelle ore crepuscolari e assolutamente nulla o minima (solo vento) durante la notte.
Avremmo quindi un grosso surplus di produzione di energia in talune ore e/o stagioni, mentre saremmo del tutto scoperti o scarsamente provvisti per altri periodi (notte/inverno). Di qui nasce la necessità di disporre di una grande capacità di accumulo nelle ore di surplus, per coprire poi i periodi carenti, accumulo non certamente proponibile con i tradizionali accumulatori elettrici (batterie), seppur di ultimissima generazione. Non sto ad elencare qui gli aspetti tecnici che escludono questa possibilità.
Allora, nella testa dello scrivente alberga un'idea di possibile soluzione, tuttavia da vagliare con approfonditi studi universitari/industriali per le entità in gioco (potenze installate, di produzione, capacità di accumulo, costi etc) e la complessità delle realizzazioni industriali da porre in essere. E la soluzione si chiama:
IDROGENO
Dunque, a me fa ridere quando i soliti beneinformati parlano delle auto ad idrogeno o delle auto elettriche, come fossero il toccasana dell'inquinamento. Ebbene, sarebbero certo il toccasana, insieme ad altri provvedimenti, per l'inquinamento nei centri urbani ad alta densità di traffico ma, sul piano globale e con le tecnologie oggi disponibili, sarebbero un ulteriore peggioramento dell'inquinamento generale e di emissione di anidride carbonica. Vediamo il perché.
L'idrogeno, che è l'elemento più abbondante e di fatto inesauribile di tutto l'universo, non lo troviamo disponibile in natura ma dobbiamo produrlo o per distillazione frazionata dell'aria, o per elettrolisi dell'acqua o con altri mezzi che però prevedono tutti un grosso impiego di energia elettrica. Ed oggi, l'energia elettrica, la produciamo prevalentemente con combustibili fossili. Dunque, siccome ad ogni passaggio di trasformazione energetica si ha una perdita, alla fine del ciclo di trasformazione un'auto ad idrogeno, come qualsiasi altra applicazione, avrà bruciato, a parità di altre prestazioni, più petrolio che non l'auto tradizionale.
Ed è qui che entra in gioco la produzione di energia elettrica fotovoltaica ed eolica. Se, per buona parte della giornata e dell'anno, noi riuscissimo ad avere un grande surplus di energia elettrica ottenuta con sistemi non inquinanti, potremmo usarla per produrre ed accumulare idrogeno senza peggiorare l'inquinamento globale.
L'idrogeno così prodotto, potrebbe essere stoccato in grandi serbatoi (magari sotterranei) per poi essere usato tanto per l'autotrazione che per produrre energia elettrica attraverso normali centrali termoelettriche, alimentate però non da petrolio/metano/carbone ma, appunto, da idrogeno. Va però sottolineata la difficoltà di stoccaggio dell'idrogeno con gli attuali sistemi tecnologici.
Saranno necessarie attente valutazioni sulla tipologia e dislocazione dei vari impianti tanto di produzione di idrogeno che di generazione elettrica. La prima cosa da valutare sarebbe, secondo lo scrivente, la trasformazione delle attuali centrali termoelettriche da combustibili fossili ad idrogeno. L'impianto di base non avrebbe bisogno di trasformazioni, bisognerebbe invece convertire (rifare) gli attuali serbatoi di stoccaggio del petrolio in serbatoi adatti per l'idrogeno. Naturalmente, bisognerebbe annettere alla centrale esistente anche il sistema di generazione dell'idrogeno durante le ore di sovrapproduzione solare/eolica.
Probabilmente, a conti fatti, i serbatoi di accumulo non dovrebbero essere nemmeno molto grossi, perché l'autonomia energetica che dovrebbero assicurare durante buona parte dell'anno, dovrebbe essere mediamente limitata a 12 ore al giorno. In parole povere, si riempiono di idrogeno di giorno e si scaricano di notte. Per la loro capacità effettiva, bisognerà comunque fare i conti dell'autonomia necessaria nelle peggiori condizioni meteorologiche e cioè nel periodo dicembre-gennaio, notoriamente il periodo meno favorevole, con poca luce ed alti consumi energetici da parte dell'utenza.
In aggiunta alla produzione di idrogeno, il surplus di produzione fotovoltaica/eolica, potrebbe essere impiegato per il funzionamento di centrali idroelettriche "di pompaggio". In Italia, oggi, ne esistono solo alcune (Entracque nel cuneese, per esempio), quindi se ne dovrebbero costruire altre. Si tratta di centrali che, sfruttando i momenti di produzione elettrica eccessiva, solare ed eolica in questo caso, pompano acqua dai bacini di "valle" a quelli di "monte" per poi risucchiare quella stessa acqua a valle attraverso i generatori (turbina/ alternatore) durante i periodi di necessità (notte/inverno).
Ecco, questa è la soluzione che io immagino per l'energia di domani e che certo non vedrò mai attuata per un semplice problema anagrafico. Spero però che la vedano attuata i miei figli e nipoti. Come facilmente comprensibile, tutto questo richiede anni di lavoro e di investimenti economici, anche con gran vantaggio del famigerato PIL e, soprattutto, del lavoro che oggi pare manchi. Naturalmente, ognuna di queste opere scatenerà la solita ridda di oppositori urlanti, professionisti del "NO" a prescindere, che però non sanno poi proporre soluzioni concrete e nemmeno sanno rinunciare alle comodità della vita moderna. Non parliamo poi dell'opposizione che scateneranno le potentissime e miopi lobbies del petrolio.
Va da sé che, durante il tempo necessario per queste trasformazioni, ci SERVONO LE TRIVELLE per l'estrazione e l'uso dei combustibili fossili tradizionali, seppur con consumi via via decrescenti.
E' bene ricordare che comunque noi, oggi e chissà per quanto tempo ancora, queste risorse le bruciamo, tanto che siano importate o che siano di nostra produzione. Allora, secondo lo scrivente, meglio che siano di nostra produzione. Ma intanto lavoriamo per renderle superflue.
I VANTAGGI DELL'IDROGENO
I normali combustibili fossili, tutti a base di carbonio, dal legno, al carbone, al metano (CH4), bruciando generano anidride carbonica in gran quantità, oltre ad una serie di altri inquinati dovuti alle impurità in essi contenute. Viceversa, l'idrogeno (H2), nel processo di combustione genera solo acqua sottoforma di vapore che, attraverso i processi soprammenzionati di produzione dello stesso idrogeno, si scinde di nuovo nelle molecole di idrogeno ed ossigeno. In teoria è un processo che si chiude all'infinito su se stesso senza alterare l'ambiente. In pratica, tuttavia, forme di inquinamento sono inevitabili in qualsiasi attività umana, ergo, qualche limite dovremo accettarlo.
CONCLUSIONE
Se Governi e Popolazioni lavorassero per la realizzazione di un sistema energetico come su descritto, sistema ben noto a chiunque si occupi di questa materia, l'impatto negativo sull'ambiente e la qualità di vita a causa della produzione di energia, sarebbe davvero minimo. Eviteremmo il cosiddetto effetto serra causato dall'anidride carbonica e conseguente surriscaldamento globale, sarebbe pressoché eliminata l'acidificazione dei mari a causa della anidride carbonica immessa in atmosfera, sarebbero salve le barriere coralline distrutte dall'acidificazione dei mari stessi, ridurremmo in modo quasi totale l'inquinamento nei centri urbani, respireremmo aria più pulita, eviteremmo un sacco di malattie presenti in prossimità di centri industriali e potrei continuare ancora a lungo.
Naturalmente, si tratterà di valutare attentamente le scelte da fare in materia di dimensionamento degli impianti, della loro dislocazione, di migliorare il rendimento degli attuali sistemi fotovoltaici e via discorrendo. Tutte cose comunque tecnologicamente già risolte o comunque in via di soluzione.
La difficoltà più grossa ancora da risolvere resta, allo stato attuale, quella dello stoccaggio dell'idrogeno prodotto. E su questo punto, chimici fisici ed ingegneri dovranno lavorare perché lo stoccaggio dell'idrogeno è il fattore cardine di tutto il sistema e presenta ancora difficoltà di soluzione.
Comunque l'Italia dispone, secondo lo scrivente, di tutte le eccellenze capaci di progettare un sistema complesso come quello immaginato. Penso, per fare un esempio, al Politecnico di Torino, che non è certamente l'unico in grado di mettere mano ad un progetto del genere, ma è certamente tra i migliori in grado di farlo.
Eccolo, in una esposizione molto semplificata, questo è il mio sogno. Tutt'altro che di facile e breve realizzazione ma concretamente realizzabile se esiste la volontà politica e collettiva di farlo. Penso che sia l'unica via percorribile per la soluzione globale del sistema energetico, l'unico oggi ipotizzabile e capace di affrancare tutti i popoli dalla dipendenza energetica, salvo nuove scoperte tecnologiche oggi non prevedibili.
Ruggero Finotti, maggio 2016

AUTO ELETTRICA: CONVENIENTE?
Il governo ha incentivato le auto elettriche a scapito di quelle con motore a combustione interna, sostenendo che è per la salvaguardia dell'ambiente. Bene, non entro nel merito a quali case automobilistiche ciò giovi (alle Giapponesi, di certo) ed a scapito di quali altre (le europee, tra le quali quelle italiane). Non è questo che voglio trattare qui.
Poi, posso concordare che l'auto elettrica porterebbe vantaggi all'inquinamento nelle grandi città, tuttavia da verificare in quale reale misura. Sull'argomento ci sono studi contrastanti. Per alcuni di questi il traffico automobilistico ha minore incidenza degli altri attori, quale il riscaldamento domestico, le attività industriali etc, per altri è l'esatto opposto. Ma sul piano generale? Vediamo:
un motore a combustione interna diesel ha un rendimento di circa il 33%. Significa che, fatto 100 il valore energetico del petrolio immesso nel motore, questi ce ne restituisce all'albero 33 in energia meccanica.
E l'auto elettrica? Va detto che l'energia con la quale si ricaricano le batterie viene prelevata dalla rete elettrica la quale, finora, produce energia elettrica a partire prevalentemente dai combustibili fossili (o da nucleare importato). Solo una piccola parte è prodotta da energie rinnovabili.

Dunque, ripartiamo dal petrolio immesso nel sistema energetico nazionale ed arriviamo fino all'albero motore del nostro mezzo, considerando tutti i rendimenti degli attori interessati.
Rendimento del sistema elettrico nazionale: 0, 451 Quindi partendo da 100 del petrolio, restituita 45, 1
Rendimento apparato di carica (raddrizzatore): 0, 95 del 45, 1 quindi restituita 42, 84
Rendimento accumulatore al piombo: 0, 50 del 42, 84 quindi restituita 21, 42
Rendimento accumulatore al poli solfuro bromuro: 0, 75 del 42, 84 quindi restituita 32, 13
Rendimento motore elettrico dell'auto: 0, 85 del 32, 13 quindi restituita 27, 31

Ora, si può disquisire sulla precisione dei dati succitati, ma gira gira, non ci si può discostare di molto. Ovvio che gli accumulatori usati non saranno al piombo, visto lo scarsissimo rendimento, quindi scartiamo questo ed assumiamo il dato di un accumulatore più probabile. Risulta comunque evidente che per far camminare un'auto elettrica consumeremo più energia primaria che non utilizzando un motore a combustione interna. Ora, siccome parte dell'energia primaria è prodotta con energia rinnovabile, nella migliore delle ipotesi, arriveremo ad eguagliare con l'auto elettrica un consumo energetico da combustibili fossili pari o superiore a quello del comune motore a scoppio. Dunque, per l'ambiente non vedo vantaggi
Vedo invece svantaggi, e tanti, anche per l'ambiente con l'utilizzo di accumulatori elettrici prodotti con materiali rari e certamente pericolosi per il loro recupero a fine vita. Non parliamo poi del costo e della vita piuttosto breve di questi apparati. Io sarei andato molto piano ad incentivare l'auto elettrica e a penalizzare quella tradizionale, con grave svantaggio, tra l'altro, del nostro sistema produttivo e quindi di manodopera impiegata.

Sabato 16 marzo 2019 08:20:09

Gent. ma Sig. ra Gruber,
apprezzo molto la sua trasmissione, che seguo quasi tutte le sere. Mi ha molto colpita l'affermazione di Renzi ieri, riguardante i bonifici a seguito delle condanne per diffamazione da parte di Travaglio. Mi sono chiesta perché si dà tanto spazio alle parole di un giornalista ma non si fa abbastanza per informare il pubblico quando le sue parole
sono false e diffamatorie. Mi sento profondamente stanca di questi attacchi continui alla verità concreta, e i bonifici sul conto della famiglia Renzi mi sono sembrati finalmente un fatto: non crede che si dovrebbe dare loro più spazio, ed essere più severi con chi racconta balle a ruota libera?
Grazie, con stima e ammirazione per il suo stile di lavoro
Giovanna Orlandini

Venerdì 15 marzo 2019 23:58:36

Rispondo alla persona che non sa che Renzi non ha distrutto lui il PD.
Il PD è stato distrutto da quella parte del PD che proveniva dai DS.
Quando i DS si fusero con la Margherita i vecchi del PC lo fecero solo per una conta, cioè per fare numero ben pensando di dominare sempre quelli della Margherita.
Non hanno mai pensato ad obiettivi comuni o integrare le due anime.
E così vecchie volpi della sinistra hanno fatto fuori Prodi (ma tutti abbiamo pensato che fosse stato Bertinotti... specchietto per le allodole, poverino), poi hanno fatto fuori Veltroni, poi Renzi. E mi dispiace che a questa squallida kermesse si sia prestato Bersani.
Perciò si smetta di dire fandonie cedendo all'apparenza dei messaggi che vogliono farci credere...
Cerchiamo di guardare oltre...

Venerdì 15 marzo 2019 23:16:37

Gentile dottoressa Gruber, seguo tutte le sere, se sono a casa, Otto e mezzo per il semplice fatto che lo dirige Lei. Spero ardentemente che Lei dedichi la Sua mezz'ora alla manifestazione che si è svolta oggi 15 marzo in motissime città italiane con protagonisti gli studenti. Io ero a Firenze e, essendo vecchio, sono ritornato miracolosamente giovane. Erano almeno 10.000 i ragazzi e hanno fatto una grande cosa. Capisco Otto e mezzo dedicato alle questioni politiche quotidiane, anche se deprimenti, ma questa è stata un'altra cosa. Dico la mia, ma sono sicuro che Lei ci ha già pensato. I giovani non vanno lasciati soli e, grazie a Dio, non lo vogliono. Cordiali saluti, Giovanni Falaschi

Venerdì 15 marzo 2019 21:17:51

Si vergogni Gruber per il suo giornalismo squallido che non vuole capire quello che dice Renzi quanto piuttosto far dire a Renzi quello che vuole lei.
Che schifo questo giornalismo che sotto il suo sorrisino quando non sa cosa dire e taglia corto e vuole passare ad altro.
Questo giornalismo fa pena all'intelligenza critica della gente ed è un'offesa per Il giornalismo serio.
Intanto le sentenze lo dimostrano
Travaglio comincia a pagare.
Vergognatevi

Venerdì 15 marzo 2019 21:02:48

Perché continui ad invitare il Matteo responsabile ella debacle del PD?
Lascia che si goda il suo nulla di senatore generosamente retribuito.

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