Messaggi e commenti per Massimo Gramellini - pagina 46

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Biografieonline non ha contatti diretti con Massimo Gramellini. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Massimo Gramellini.

Giovedì 12 novembre 2020 15:05:50

Buongiorno!
Spero che il suo lavoro prosegua bene e che sia in salute.
Il mio moroso legge tutti i suoi caffè, e da quando stiamo insieme (otto mesi intervallati da due quarantene, viviamo in provincia di Cuneo) mi coinvolge nella lettura. Come molti, mi complimento per la sua incredibile capacità di esprimere concetti elaborati e raffinati con poche parole, è splendido leggere i suoi articoli.

Pochi giorni fa ho mandato una mail alla RAI e alla Mediaset, non so se verrà mai letta, ma vorrei condividere il mio pensiero con lei.

In questo periodo vedo spesso alla televisione numerose pubblicità di Amazon... purtroppo nessuna di queste riesce a convincermi, anzi, le trovo così tristi e scoraggianti.
Parallelamente, sta girando una catena che esordisce con: "Contro lo spot di Amazon che incoraggia ad anticipare gli acquisti di Natale gira questo messaggio, compra italiano! "

Penso di parlare a nome di molti, la maggior parte dei quali ora ha la voce soffocata dall'emergenza, o semplicemente non ha mai "urlato" (per volere o per impossibilità), come sta invece facendo Amazon, quando dico che credo bisognerebbe incentivare un altro tipo di commercio, quello basato sui piccoli negozi e sui negozianti. L'umanità va avanti lasciando alle spalle parti di sé, ma mi chiedo se i negozi siano davvero destinati a scomparire e se sia corretto velocizzare il processo: spesso rappresentano la bellezza (dell'incontro, del confronto, dello scontro, del movimento), Amazon la comodità. Ammetto che una società che tende verso la comodità mi sembra davvero poco invitante.

Sono un'insegnante di 26 anni, i miei genitori sono dipendenti, solo i miei nonni erano negozianti, ma l'argomento mi sta profondamente a cuore perché quando passeggio mi piace vedere i negozi aperti e sentire il profumo delle focacce, la gente che chiacchiera... e perché i miei amici commercianti si lamentano di questi giganti che li divorano.

Andiamo in una direzione triste, pigra, vuota ed impersonale, e penso che tanti nemmeno se ne rendano conto. Ma come ha detto qualche giorno fa un amico, "la pigrizia fisica e quella mentale sono il fertile terreno per diventare schiavi, di qualunque padrone".

La richiesta che ho rivolto alle due aziende è quella di incentivare pubblicità che vanno nella direzione opposta, in quella dei negozietti, della cordialità e del dialogo, perché Amazon (e non solo) rischia di sminuire anche questo.

Lei di che parere è?

Grazie molte per il suo tempo e la sua attenzione,
Giulia Aime

Lunedì 9 novembre 2020 12:25:51

Buongiorno,
sono una straniera di 74 anni di un paese nordico, da qualche anno vivo parzialmente in Italia, studio la vostra bellissima lingua e provo a capire la mentalità italiana. Mi diletto molto leggendo i suoi “Caffè”, di cui imparo tanto!
Una cosa che non riesco mai a capire è la logica italiana. L’ultimo esempio: Avevo un biglietto aereo per tornare nel mio paese ieri da Malpensa, ma il problema era come arrivarci da Monza. Essendo rispettosa alle regole sono andata con il mio compagno italiano a chiedere alla polizia locale un permesso per lui a portarmi in macchina (senza nessun contatto con altri). Risposta: Niente permesso in anticipo, decide l’agente che controlla. (E se lui dirà di no?) Siamo andati anche dai carabinieri, risposta: “Lei non può andare con i mezzi? Lui rischia la multa. ” (Dovevo usare almeno tre mezzi diversi.) Il tassista mi avrebbe portata, ma a un prezzo salato. La domanda rimane: Se lo scopo delle regole è evitare contatti e in conseguenza i contagi, quale sarebbe il mezzo più sicuro?
La fine: Non avendo l’urgenza ho cambiato il volo per dicembre, spero dopo il lockdown, ma adesso c’è il rischio, anche se piccolo (spero!) che dovrò rivolgermi ai servizi sanitari italiani, già sovraccarichi! Almeno rimanendo in Italia posso continuare a leggere i suoi scritti sul Corriere! Grazie e buona giornata!

Domenica 8 novembre 2020 14:14:29

Buongiorno.
Vedo Roberto Vecchioni presente ad ogni puntata. Sono appassionato di anagrammi di nomi e cognomi (in termine tecnico "onomanzie").
Le posso chiedere di consegnare a Vecchioni l'anagramma del suo nome (ovviamente, citando il mio nome) ?
ROBERTO VECCHIONI = TROVO CHE C'INEBRIÒ
Grazie!

Domenica 8 novembre 2020 11:59:00

Gentilissimo Massimo Gramellini,
Prima di tutto la ringrazio per gli articoli che quotidianamente scrive sul Corriere, perché sono la traduzione in parole di tutti i pensieri confusi e contorti che sicuramente molti di noi hanno in questo periodo, io per prima.
Ieri sera, come tutti i sabati, io e mio marito abbiamo visto la sua trasmissione e, le dico la verità, avrei voluto rispondere io almeno ad un paio di domande che avete rivolto alla preside del liceo Carducci, mi veniva proprio da alzare la mano dal divano. Quindi mi permetto di rispondere ora, non da preside, pedagogista, medico o membro del CTS, ma da madre di due adolescenti (uno al secondo anno del liceo classico, l'altra in seconda media), cittadina milanese da sempre.
Far iniziare le lezioni al pomeriggio, significherebbe far uscire i ragazzi dalle 17 in avanti, e qualsiasi cittadino milanese sa benissimo che quello è l'orario peggiore per prendere i mezzi. Nel mio delirio di onnipotenza ho anche provato a vedere sul campo cosa significherebbe farli entrare alle 10 e uscire alle 16, ma a metà mattina i bus della mia zona (San Siro) sono pieni di anziani con sacchetti della spesa e carrellini di vario tipo, mentre alle otto di mattina per lo meno la fascia più debole è ancora casa. Inoltre con un orario del genere i ragazzi non so come potrebbero studiare, o fare le loro attività post scuola, ma quelle ormai ce le possiamo scordare.
Quindi l'unica soluzione elementare è aumentare i mezzi pubblici, ma questo lo sappiamo solo io, lei e tutti i cittadini, chi ci governa no.
Perché la Dad non è la soluzione? Perché i ragazzi hanno bisogno di vedere i loro coetanei, come stanno facendo in tutta Europa paesi che hanno da mesi numeri peggiori dei nostri. Anche questa è una risposta facile, che sappiamo io, lei, tutti i cittadini, ma non chi ci governa e forse neanche la preside del Carducci, dato che il suo problema era semplicemente il fatto che gli insegnanti non sono ancora esperti in materia.
La conclusione è che noi famiglie è da mesi che rispettiamo le regole e che lavoriamo per far rientrare i nostri figli a scuola in sicurezza, abbiamo acquistato loro felpe, scarpe, diari, zaini, ed eravamo pronti ed entusiasti, i ragazzi in primis, ma chi doveva metterci in condizione di riprendere la nostra vita normale, questa estate non ha fatto nulla se non comparire in televisione e scrivere libri. Quindi ora per affrontare l'inverno acquisteremo pigiami e ciabatte.
Grazie dell'attenzione, un saluto
Maren Finetto

Domenica 8 novembre 2020 01:40:43

Egr. Dott. Gramellini,
ha bussato, un'ora fa, alla mia porta un amico, studente di diritto amministrativo e sorpreso da alcune delle Sue affermazioni - o, forse meglio, ha precisato, dalla personale interpretazione delle stesse - che ha letto nel "Caffè" di ieri ("Completamente a metà").
GlieLe riassumo, con molta approssimazione ed in modo confuso, così come mi tornano alla mente:
1) è incredibile che 2 TAR (BARI e Lecce, in questo caso) decidano in modo diverso sulla stessa questione;
2) l'organo d'appello, nel sistema della giustizia amministrativa italiana, è il "leggendario" TAR del Lazio;
3) in Puglia ci sono 3 TAR (Bari, Lecce e Foggia) ;
4) il TAR del Lazio è leggendario, proprio in quanto organo di appello dell'intero sistema giurisdizionale amministrativo italiano.
Era sinceramente preoccupato, in quanto, fino a qualche istante prima sicuro - dopo mesi di studio della materia e a pochi giorni dal famigerato esame - di poterlo finalmente tentare con discrete probabilità di successo, si era all'improvviso ritrovato da Lei contraddetto in molte delle proprie convinzioni fondamentali. E così, per i tre quarti d'ora residui della visita mi ha tormentato con una vera e propria lezione universitaria. In breve, secondo lui - e adesso, in verità, anche secondo me:
1) è assolutamente prevedibile e normale - dal punto di vista prettamente tecnico - che giudici diversi decidano in modo opposto sulla stessa questione, oltre che per la colossale e quasi imperscrutabile (davvero "ab imis ad astra", a detta della stessa Corte Costituzionale, in occasione della storica pronuncia sull'art. 5 del codice penale (quello dell' "ignorantia legis non excusat") - mole di leggi vigenti in Italia, in quanto essi sono vincolati, secondo la Costituzione, alla legge, e non anche all'opportunità, neppure a quella - senza dubbio degna di considerazione - dell'uniformità dei giudizi.
Esistono, d'altra parte, meccanismi correttivi, interni al sistema e tesi a riportarlo ad una certa unitarietà: ad es., le decisioni a Sezioni Unite del Consiglio di Stato,
2) l'organo di appello della giustizia amministrativa italiana è il Consiglio di Stato (e, per la sola Sicilia, il Consiglio di giustizia amministrativa della Regione siciliana) ;
3) in genere, ogni Regione ha un solo TAR, nel capoluogo di Regione; la Puglia, eccezionalmente, ne ha 2 (il secondo -Lecce - sezione distaccata del primo, Bari) ; nessuna ne ha 3.
A Foggia c'è, invece, il Tribunale ordinario;
4) "Roma caput mundi".
A Roma - sede del TAR Lazio - c'è davvero il mondo: sedi di Ministeri ed Enti statali, Regione ed Enti regionali, Città metropolitana, Provincia ed Enti provinciali, Rai, Cinecittà, varie Università statali, CNR, Musei e biblioteche pubblici ecc.
Molte di queste Istituzioni emettono provvedimenti con efficacia a livello nazionale - diversamente dalla quasi totalità di quelle aventi sede nelle altre Regioni -, per importi di spesa spesso miliardari e su materie coinvolgenti interessi rilevantissimi se non strategici.
Per questo, come Lei ha ben scritto, il TAR Lazio è diventato "leggendario", nel comune sentire: le questioni, infatti, che esso quotidianamente tratta salgono - spesso e giustamente - alla ribalta delle cronache: basti soltanto pensare ai ricorsi - per la verità, soprattutto minacciati - contro gli altrettanto famosi DPCM.
Distinti saluti

Bari, 8/11/2020
Enrico Passarella

Giovedì 5 novembre 2020 16:01:52

Il caffè di oggi 5 novembre è troppo forte!!!
Grazie Massimo

Giovedì 5 novembre 2020 14:13:53

Mi spiega il nesso fra veterinario e Toninelli, nella bustina di oggi? Se si tratta di un’offesa non mi è chiaro per chi e perché. Se è una battuta un po’ senza senso, da lei non me lo aspetto, e comunque il tenore sarebbe più da contesto social che non da grande giornale italiano. Ho fiducia in una sua spiegazione.
Grazie e saluti, la leggo e ascolto con interesse.

Martedì 3 novembre 2020 16:44:20

Buonasera, Massimo,
seguo "le parole della settimana" e non capisco come mai non usate le mascherine con gli ospiti? La distanza tra voi non é certo consona alla normativa e poi in un luogo chiuso... Inoltre il messaggio che date non é positivo
Grazie Gemma Pozio

Lunedì 2 novembre 2020 17:32:03

Presidente Toti
Era il gennaio del 1938 quanto mio padre sedicenne - che lavorava in una carpenteria genovese – venne sollecitato dall’allora Podestà Marchese non ricordo il nome a convertirsi e a dare tutto il suo impegno alla patria.
Doveva mettersi a fare cannoni lo stimolarono a dovere, lui cambio lavoro ed inizio a fare cannoni.
Passarono un po’ di anni lui era disoccupato ed un altro signore convincente lo venne a trova nella piccola casa in affitto dove vivevamo; gli propose di lavorare all’Ilva di Voltri lo sollecitava però a prendere una tessera sindacale. Nonostante non fosse quella del Partito Fascista era una tessera che a papa non piaceva, restò con un figlio di due anni disoccupato.
Per fortuna c’era tanto bisogno in quegli anni.
Papa trovò un altro lavoro faceva pezzi per le eliche dell’Andrea Doria era entusiasta ; trovo persone in gamba che lo sollecitarono a dovere.. raccontava sempre che per fare quei pezzi era capitato di dover lavorare giorno notte e poi ancora la giornata successiva.
Mi fece studiare con tanti sacrifici non solo di ore lavorate ma anche di impegno di testa perché il mestiere di meccanico tornitore era cambiato … si devono controllare i centesimi di millimetro ed anche sapere un po’ di trigonometria.
Era contento quando mi sono laureato ed ancora più contento era quando mi venne a trovare nella stanza del direttore di una filiale della Banca dove lavoravo.
E poi la pensione ; la pensione è fondamentale, guarda me, diceva.
Recupera gli anni di laurea ti do io i soldi cosi te ne vai in pensione prima ; non erano pochi quei soldi soprattutto quelli che servivano per mia moglie medico: 10 anni di contributi con la specializzazione.
Quegli anni non sono mai serviti perché quando è venuto il momento di farli valere sono cambiate le regole del gioco non bastano più i contributi ma serve anche l’età; e va beh è giusto per le nuove generazioni; farò conto di essere papa che vuol pagare i contributi al figlio, lavoro ancora 5 anni.
Anch’ io nella mia vita lavorativa sono stato sollecitato non poco ; è normale. Uscita di casa alle sei e mezza e rietro alle otto quando vabene. Un po’ meno normale è che venga sollecitato direttamente il portafoglio … il dipendente è il primo che deve crederci compra le azioni della banca. Tanti, tanti soldi polverizzati.
I soldi non contano quel che conta è la vita. Bene dopo quaranta anni di solleciti anch’io sono andato in pensione; forse come papa poso sperare di campare ancora qualche anno benvoluto in famiglia e un minimo rispettato all’esterno.
Poi compro il giornale e leggo di Lei.
Sono il primo a essere cosciente che per la ragion di stato si debba passare sopra a tante cose (*) ma a tutto c’è un limite. Il più totale disprezzo, mio, e dal cielo di mio padre.
Bartolomeo Canepa
(*) Anche se si potrebbe obiettare su molte sue scelte come le allerta meteo che diventano arancioni per non chiudere Salone Nautico.

Sabato 31 ottobre 2020 12:57:27

Buongiorno, ho letto il suo pezzo DISTANZIAMENTO STATALE. Condivido con alcune riserve che rigiro a lei. Ma anche altri paesi con più rispetto sociale e dei beni comuni, paesi con una classe politica “più illuminata” e meno “imbecille” o meglio meno faziosa, ha fatto le stesse identiche cose. Come mai? Avrebbe ragione se solo noi avessimo adottato le misure citate, ma i fatti sono diversi. Poi mi permetta di dire che gli italiani non brillano per logica e osservanza di leggi. Questo deriva già dal nostro governo: litigioso, votato non per fare il comune bene con ragione, ma per preservare se stesso al di sopra di ogni logica e ragione. Si poteva fare di più per i mezzi pubblici? Penso di si, Ma chi lo fa? A chi spetta? Chi ha voce in capitolo? Tutti. Quindi nessuno. Servono persone “di ragione” persone che si assumono responsabilità in prima persona. Non per niente ogni squadra ha un solo allenatore alla fine in campo... e molti fuori.. Ecco perché comunque ci va qualcuno che alla fine dica cosa fare e lui stesso faccia. Il problema in Italia, e credo in buona parte del mondo e trovare “un illuminato” che non sia come uno del passato. Perché, sia come sia, la Democrazia non può essere il paravento degli imbecilli.

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