Messaggi e commenti per Massimo Gramellini - pagina 61
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Frasi di Massimo Gramellini
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Biografieonline non ha contatti diretti con Massimo Gramellini. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Massimo Gramellini.
Sabato 4 aprile 2020 18:29:08
Giovedì 2 aprile 2020 15:17:41
Egr. Dott: Gramellini
Vorrei sollevare, non da cittadino, ma da storico quale per passione sono da decenni, un problema che io credo si manifesterà non appena l'emergenza sanitaria si attenuerà. Ed è quello della tenuta unitaria della nostra nazione. Badi bene, non solo a livello territoriale, ma anche a livello economico. Ci sono molti settori in primis tutte le filiere legate al turismo, ma anche quelle legate al commercio, ai servizi non essenziali, alle partite iva, all'agricoltura (e potrei continuare) che in pratica sono fermi da un paio di mesi e che hanno subito un danno economico che si protrarrà anche in caso di riapertura. Fatta questa breve premessa allargo l'analisi ad altre categorie che possiedono invece uno scudo di protezione economico e che non vedono azzerate le proprie entrate. Tra queste ed i settori di cui sopra c'è il pericolo che si venga a creare una frattura sociale assai grave. Grave perchè si andrà anche, e non solo, ad innestare in un contesto territoriale molto delicato politicamente quale è la Lombardia. Non entro nel merito delle frizioni tra il governatore Fontana ed il governo, tuttavia esse lascieranno strascichi sui quali peseranno migliaia di morti e decine di migliaia di vite stravolte. Passa invece un pò sottotraccia un altro personaggio (ed un'altra realtà) che sfugge ad un'attenta analisi e che viene invece visto attraverso certi stereotipi che ne sottolineano in chiave quasi canzonatoria gli aspetti contradditori. Un personaggio, e parlo di Luca Zaia, che è la punta di un'icesberg di una regione un pò anomala che produce 150 miliardi di Pil e che ha una miriade di piccole e medie aziende. In questa regione il mito della Serenissima è ancora presente in quasi tutte le piazze grazie agli innumerevoli leoni alati marciani di pietra e nel dialetto comunemente parlato. Meno conosciuto è il modo di governo della Serenissima, attentissima alle autonomie locali e che facevano sentire i cittadini padroni del propio territorio. Non è un caso che gli abitanti dell'altopiano di Asiago, di origine germanica e con una lingua germanica, abbiano combattuto e vigliato i confini del loro territorio per secoli contro l'impero d'Austria. Difendevano una repubblica che garantiva l'indipendenza della loro Reggenza, delle loro regole, dei loro costumi.
Tornando al presente tutto il mondo ammira la bellezza di Venezia. Così come ammira la bellezza di Roma, Napoli, Milano, Firenze, Palermo e di tante altre città e borghi d'Italia.. Tali bellezze sono il frutto secolare di specifiche diversità. L'italia è un frutto composito da valorizzare e curare proprio per tali diversità. In un simile contesto è necessario uno stato centrale forte, ma non invadente, visto come suprema salvaguardia di alcuni diritti e doveri fondamentali del singolo.
Questa ultima affermazione si collega a come avevo iniziato il presente scritto. Salvaguardare i diritti ed i doveri del singolo. Non credo che negli ultimi decenni si sia purtroppo con lungimiranza guardato a questo, abbandonandosi, da parte delle classi dirigenti, ad errori ideologici di ogni tipo che inevitabilmente ora, in un momento di gravissima crisi, presentano il conto.
Paolo Ranzato
Giovedì 2 aprile 2020 10:51:41
Nei giorni del virus,
tante storie “epiche” di un paese in difficoltà “salvato” da eroi e patrioti.
Medici, infermieri instancabili, ingegneri capaci di costruire ospedali in pochi giorni, ma anche pompieri, carabinieri, poliziotti, volontari… tutti in soccorso al nostro martoriato paese.
Parole giuste per tutti loro, video, social, complimenti e discorsi, orgoglio di una nazione nel momento del bisogno. Ma…siamo sicuri di non aver dimenticato nessuno? Ainine, nome italiano Nadia, origini marocchine, pulisce e sanifica ogni giorno i nostri uffici. Contratto multiservizi, operatrice part time a 4 ore al giorno, busta paga 500-600 € mese. Come lei un esercito silenzioso che ogni giorno, ed ogni notte invade tutti gli uffici pubblici e privati dell’intera nazione. Per non parlare degli ospedali, per ogni medico si contano 4-6 operatori di pulizie. Italiani? Certo, ma anche polacchi, marocchini, tunisini, senegalesi…sono loro che fronteggiano davvero il virus, guerrieri in prima linea unico scudo un paio di guanti ed una mascherina. E vorrei davvero farveli vedere proprio in questi giorni, ogni squadra una falange armata di tutto punto, lo sguardo fiero e minaccioso contro il nemico invisibile, fianco a fianco di medici e caposala al punto che non li distingui più, camici, mascherine, guanti, consapevolezza ed orgoglio del loro compito… tutto uguale. Unica paura la cassa integrazione, spettro di mortificazione per le loro famiglie. Lavorano nell’ombra di un lavoro tutt’altro che nero e nel silenzio più totale, non un filmato, un’intervista, un riconoscimento, un semplice conforto. Diamo voce e merito anche a questi nuovi eroi. Il virus ha demolito la nostra piramide sociale, facciamocene una ragione, finalmente.
Paolo de luca
Mercoledì 1 aprile 2020 08:16:13
Ieri ho appreso dursnte la trasmissione di Floris una notizia ripresa oggi da diversi di articoli giornale, incluso il suo apprezzatissimo caffè: portare i bambini a fare una passeggiata nelle prossimità di casa è un comportamento consentito. Questa decisione, secondo me, non è stata opportunamente valutata in relazione ai rischi che comporta.
Non ho nulla contro la passeggiata dei bambini, ma mi preoccupa la potenzialità di contagio dovuta ai percorsi ed ai tempi che caratterizzeranno questa attività.
I percorsi. La maggior parte dei bambini abita in condominio. Nei condomini ci sono alcuni anelli deboli della catena dell’isolamento: la portineria (onore ai custodi), i percorsi comuni, e … l’ascensore (se il mio amministratore di condominio ha affisso un cartello “usate possibilmente le scale” un motivo ci sarà). Mi sono fatto l’idea che l’ascensore (soprattutto se ha le porte automatiche chiuse salvo comando) sia una trappola d’aria. Chi lo prende lo fa a suo rischio e pericolo. Non tutti nei condomini possono evitare di prendere gli ascensori, ed i più a rischio, gli anziani sono tra quelli. Chi ci assicura che le mamme ed i papà prenderanno la via delle scale con i bambini, che notoriamente sulle scale sono quelli che si fanno più male? In tempi normali io rilevo che i bambini sono i principali utilizzatori di ascensori.
I tempi. Come li scaglioniamo i tempi in cui i bambini scenderanno a fare la passeggiata? Nel mio comprensorio di 4 palazzi ci sono 128 famiglie, ameno 30 delle quali hanno bambini. Quale ministro o agente di polizia locale può regolamentare il modo di evitare affollamento di aree comuni e di perimetro del condominio quando 50 bambini scenderanno probabilmente durante le ore in cui i bambini escono?
Un ultima considerazione. Non ho figli, quindi nemmeno nipoti anche se sarei nella fascia di età giusta per essere nonno. Ho letto che anche i bambini hanno diritto di uscire come i cani. Io ho un cane e penso due cose. Il mio cane non può contagiare nessuno, come può farlo un bambino asintomatico che ti respira vicino, che respira in un ascensore, che tocca la maniglia della porta del condominio dopo avere tossito sulla mano. Nonostante questo io ho (penso civilmente) cambiato gli orari di uscita del mio cane per non essere io umano rischio per altri (e viceversa): ore 5,. 30 del mattino, ore 13:15 (contando sul fatto che gli altri sono a tavola), ore 20:30.
Abbiamo raccomandato ai bambini di pensare ai nonni (loro), la maggior parte dei quali probabilmente abitano da un’altra parte. Come ho detto io ho l’età per essere nonno e per me incrociare un bambino è diventato un problema. Comprendo i problemi psicologici dei bambini, ma vorrei ricordare che i “nostri” bambini non sono i primi ad essere soggetti a privazioni. I nostri genitori ed i nostri nonni hanno subito ben altro durante la seconda e la prima guerra mondiale: nonostante questo io ho avuto genitori e nonni che erano persone equilibrate e ben formate. Questa storia della psicologia dei bambini, mi sembra quindi frutto del nostro tempo (non si fa mancare nulla) e se non volessi rovinare il tono civile di questa mia, direi una “pippa galattica”. Per alleviare "l’aggravio psicologico" dei bambini metteremo più a rischio a rischio "la vita" degli adulti e degli anziani.
Bambini a spasso? No grazie #teneteliacasa
Sabato 28 marzo 2020 20:32:26
Salve, scrivo qui dal divano, ascoltando un tg,
In tempi di Coronavirus,
Scrivo il disagio di come me e molti altri lavorano in nero, si, in nero, perché pur cercando mandato curriculum no ho trovato lavoro, oggi ho quasi 60anni, nel tempo sono riuscita a farmi il mio giro di clienti (sono una massaggiatrice) ma non mi consente di poter aprire una partita iva, poiché non tutti i mesi guadagno la stessa cifra, e non mi sarebbe possibile pagare tutte le tasse, non posso usufruire ne di prestiti ne di mutui,
Vorrei dire a chi ci governa, di non voltarsi dall’altra parte, facendo finta che noi lavoratori in nero, non esitiamo, sanno benissimo che una grossa fetta di questa Italia c’è il sommerso... sarei ben contenta di pagare le tasse e contribuire al bene di servizi di noi tutti... e adesso sono senza lavoro come andrò avanti? Lo scorso anno ho fatto richiesta del reddito di cittadinanza, mi è stato negato, sto ancora aspettando dalla scorsa estate la motivazione dell INPS ad oggi non pervenuta
Ascolto ora, che nessuno rimarrà indietro..
Ma la brutta sensazione è quella di sentirmi in colpa... di essere io la furbetta che vuole vivere alle spalle dello stato... io voglio ancora lavorare sono brava, professionale, sono una brava persona!
Grazie!
Sabato 28 marzo 2020 19:47:09
Leggo sempre le sua rubrica e mi piace (mentre non amo le lettere su 7) ma oggi ho avuto un senso di fastidio e mi sono chiesta se è suonata l'ora di dire che non ne possiamo più, che vanno riaperte le attività, che occorre assaltare i supermercati, ecc. Pensavo che la sua, come altre, fosse una voce che ci aiuta a resistere e che, un po', ci guida (meglio, ci aiuta) nello smarrimento. Io sono chiusa in casa con mio marito da molto, ho festeggiato i miei 70 anni con una videochiamata con i miei fratelli, nipoti, amici, che avrei visto e abbracciato volentieri, ma dico a tutti e anche a lei: non cominciamo a mettere dei distinguo, a comunicare il nostro disagio di (magari) privilegiati, a solleticare l'insofferenza. Proviamo a resistere senza farla troppo lunga. Saluti, Manuela Turchini
Sabato 28 marzo 2020 17:33:59
Caro sign. Gramellini, leggendo il suo editoriale di oggi "La vita dopo i balconi" ho sentito il desiderio di raccontarle un fatto che sta avvenendo sul balcone dei miei genitori in un piccolo paesino (Cles) tra le montagne del Trentino e che credo abbia dell'incredibile. Claudio e Carla Carlini (eh.. sembra un gioco di parole... con la C.. come Coronavirus) sono due anziani ultra ottantenni che, nonostante alcuni seri problemi di salute, affrontano ogni giorno con serenità e ottimismo questa guerra amorevolmente accuditi da Cornelia (la nostra cara badante). Io vivo a Bolzano e da un mesetto circa non vedo di persona i miei genitori anche se le video-chiamate accorciano le distanze e ci mandiamo più baci e abbracci di quanti forse ci siamo dati fisicamente. Comunque il fatto incredibile che le voglio raccontare riguarda una colomba, proprio una colomba bianca e nera che da una settimana tutti i giorni sta sul terrazzo della casa dei miei genitori. Pare che sabato scorso abbia sbattuto il becco sulla vetrata e dopo i primi giorni, durante i quali sono stati fatti numerosi tentativi di mandarla via (anche per paura che facesse dei danni.) non si è mai più allontanata. Ogni giorno viene accudita, con cibo, pane acqua e le vine preparato un giaciglio come bagno e uno per dormire. Non saprei se le colombe vanno accudite così ma quello che so con certezza è lo stupore dei miei genitori anziani che ogni giorno guardano la colomba alla quale nel frattempo hanno dato il nome Benedetta (perchè sabato scorso 21 pare essere stato San Benedetto).
Così ogni giorno quando chiamo o video-chiamo i miei genitori loro mi parlano anche di Benedetta ed anch'io chiedo di lei. Mia madre mi racconta come aver il pensiero di vederla al mattino e la sera la rassicura e la fa sentire più positiva rispetto a quello che succede. Ecco in questo periodo, vicino alla Santa Pasqua, credo che quello che sta accadendo ai mie genitori sia un piccolo fatto ma che assume un significato di speranza e stupore che anche nei periodi più buii della vita può accadere qualcosa di meraviglioso che ci fa sentire vivi e per un attimo toglie la paura dell' ingiusta morte causata dal Coronavirus. Infatti mia madre chiamando amici e parenti racconta con gioia dell'arrivo di Benedetta e così credo che possa strappare un sorriso anche agli altri. Non sappiamo se Benedetta deciderà di rimanere con noi oppure un giorno senza dircelo se ne andrà via ma, sicuramente nel frattempo, sta regalando gioia sul balcone, ma sopratutto nel cuore dei miei genitori.
Nella cultura e tradizione comune la colomba rappresenta la purezza, la rettitudine e la pace.
Raccontando questo episodio, a nome mio e dei mie genitori, vorremo volgere l'augurio per tutti di poter vivere ognuno in casa propria un incontro, un momento con un nostro animale, con un nostro famigliare che ci regala gioia e l'energia per affrontare il domani..
Con la speranza di essere riuscita a trasmettere ciò che desideravo, avrei voluto allegar e una foro di Benedetta ma qui non trovo il link allega. Nel caso fosse interessati posso inviarla attraverso l' email.
un abbraccio grande andrà tutto bene.
Claudia figlia di Carla e Claudio
Sabato 28 marzo 2020 14:27:08
#DALLAPARTEDEIBAMBINI
L’11 febbraio 2020 leggevo distrattamente il seguente articolo sulla diminuzione delle nascite in Italia https://www. repubblica. it/economia/2020/02/11/ news/istat_117_mila_italiani_in_meno_poche_nascite _e_il_ricambio_naturale_piu_basso_ in_oltre_un_secolo-248308363/
e pensavo alla mancanza di incentivi per le famiglie, i costi alti degli asili nido, precarietà del lavoro, mancanza di strutture dell’infanzia, reddito basso … insomma nulla di nuovo sotto il sole.
Dopo pochi giorni è arrivata l’emergenza Corona virus ed ho iniziato, come tutti credo, a leggere ed informarmi rispetto alla possibile (poi diventata concreta) pandemia.
Nei primi giorni di smarrimento ho provato a cercare ovunque (media, social, siti …) qualcuno che parlasse dei bambini, qualche documento che li nominasse, qualche decreto che li evidenziasse. Non trovando nulla giustificavo il fatto immaginando che fossero altre le emergenze da affrontare e che, una volta chiuse le scuole, la nostra preziosa infanzia fosse stata messa al sicuro.
La mia vita personale (con 3 figli dai 5 ai 10 anni) e la mia vita professionale (in una cooperativa sociale che si occupa di minorenni e giovani) mi ha portato anche nei giorni successivi ad intestardirmi nella mia ricerca. Nessuno parlava dei bambini! Erano come scomparsi dalle categorie possibili di umanità, svaniti.
Si parlava naturalmente di ammalati, anziani, cittadini, medici, infermieri, commercianti, lavoratori, sportivi, calciatori, politici, contagiati, contaminati, asintomatici, camminatori, disobbedienti, runner, cani e padroni di cani … l’elenco potrebbe continuare per pagine … ma nulla sui bambini.
Spulciando meglio ho trovato alcuni articoli preziosi ed interessanti
https://www. wired. it/attualita/scuola/ 2020/03/17/coronavirus- emergenza-conseguenze-bambini/
https://www. ilfattoquotidiano. it/ 2020/03/23/coronavirus-se-puoi- portare-fuori-il-cane-ma-non-i-tuoi-figli/5744711/
http://www. vita. it/it/article/ 2020/03/22/ci-vuole-subito- un-decretobambini/154600/
Voci coraggiose, seppur rare, che giustamente invocano diritti per questa infanzia dimenticata ai tempi del Corona virus. In particolare per le migliaia di bambini e bambine, ragazzi e ragazze in situazioni difficili che stanno pagando a caro prezzo questo isolamento.
Ma la cosa che mi ha lasciato più di stucco in queste settimane è stata la completa assenza della categoria “infanzia” dai decreti governativi e dalle pagine dei media. Si sono lette specifiche sulle cose da poter o da non poter fare citando numerosissime categorie di persone, ma sull’infanzia non si è spesa una parola. Un neonato può essere portato a passeggiare? Fratelli e sorelle possono andare sotto casa a giocare? E in cortile? E i bambini che non hanno un cortile o un giardino, quelli che sotto casa hanno la tangenziale, quelli che non hanno un terrazzino? Quelli che vivono in 6 in 3 stanze? … anche in questo caso l’elenco potrebbe essere lunghissimo.
Mi sarebbe piaciuto leggere in un decreto o in un’ordinanza disposizioni dedicate all’infanzia: “una mamma o un papà con un neonato di tot. anni può passeggiare a tot. distanza dalla propria abitazione”, “i bambini possono stare all’aria aperta nei dintorni della propria abitazione” o anche “i bambini non possono uscire da casa se non …” “i bambini devono stare a distanza di tot … dalla propria abitazione” …
Magari accanto alle notizie sui droni, sui cittadini delatori, sugli insulti a chi esce di casa, sull’invocare i manganelli … avremmo potuto leggere qualcosa sui bambini ed affrontare le giornate con maggiore speranza nel futuro e nell’umanità.
Finora non è accaduto, ma non dispero possa capitare nei prossimi giorni.
Poveri bambini.
Essere ignorati è peggio che essere bistrattati o incompresi o criticati. Essere ignorati vuol dire essere dimenticati, non essere considerati nelle categorie dell’umano, essere attaccati rispetto allo stesso diritto di esistere.
Dopo questa pandemia guarderò alla denatalità in Italia con occhi nuovi. Forse il problema non sta nella carenza di servizi dedicati all’infanzia, nel reddito basso … forse in questa Italia che produce beni ed intolleranza, individualismo e diseguaglianza, odio e rancore, forse in un’Italia così i bambini non ci vogliono proprio più nascere.
https://www. wumingfoundation. com/giap/2020/03/ bambini-scomparsi-coronavirus/
Giovedì 26 marzo 2020 12:42:34
Caro Gramellini,
ho letto il suo "Caffè" odierno. In genere trovo interessanti gli argomenti trattati e piacevole la vena di ironia con i quali vengono esposti. Oggi, se me lo permette, devo dirle che sono rimasto un po' perplesso e amareggiato.
Forse sarò l'unico lettore in Italia a dirle che la quarantena forzata non mi crea problemi di convivenza con mia moglie. Siamo sposati da 45 anni, abbiamo due figli e sette nipotini. Siamo un po' anziani e siamo rimasti soli in casa.. Viviamo l'attuale contingenza dello stare in casa obbligato come un secondo viaggio di nozze. Ovviamente dobbiamo mettere in conto che abbiamo caratteri e gusti diversi, ma questo rende ancora più gratificante accettare l'altro, magari mettendosi dalla sua parte per valorizzarla.
So che il positivo non fa notizia, ma per ragioni di equità mi piacerebbe mettere sul piatto della bilancia la nostra esperienza a fronte del quadro di coppie disperate, fedifraghe e sofferenti presentate oggi nel suo articolo..
Con stima,
Vittorio Lombardi - Milano
Giovedì 26 marzo 2020 09:43:14
Buongiorno Dott. Gramellini,
dopo aver piacevolmente scoperto di essere quasi coetanei (io del '61) e di aver vissuto piccole o grandi sofferenze di vita simili, (padre burbero, caratteristica di essere molto sensibili etc) avrei piacere di conoscere una sua opinione riguardo al fatto di essere anch'io un padre"anziano" essendolo diventato all'età di anni 53.
Una gran parte dele risposte ai miei dubbi le ho trovate nel suo ultimo libro e in una recente intervista da lei rilasciata ad un giornale.
Il mio dubbio più grande è il seguente:
soffrirà mio figlio quando si accorgerà di avere un padre anziano con non abbastanza energie fisiche e mentali per supportarlo?
Prima di concepirlo ho fatto la stessa domanda a mia moglie e la risposta è stata la stessa che in qualche modo ha espresso anche lei nel senso che anche mia moglie ha perso la madre molto giovane ed è sopravvissuta lo stesso.
Ma un conto è essere vittime di una tragedia improvvisa un conto è programmare una sofferenza prematuramente certa ad un essere umano che non ha chiesto di essere messo al mondo.
Grazie.
Cordialmente
Vincenzo De Grandis