Messaggi e commenti per Massimo Gramellini - pagina 63

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Frasi di Massimo Gramellini

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Biografieonline non ha contatti diretti con Massimo Gramellini. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Massimo Gramellini.

Mercoledì 18 marzo 2020 10:45:08

17/03/2020
In assenza di vaccino e di farmaci specifici, l’arma più efficace che abbiamo per contrastare l’epidemia attuale è la razionalità. Questa virtù è però affetta dal morbo delle credenze correnti, dei pregiudizi, degli egoismi che facilmente la neutralizzano. Vi chiedo di seguirmi su una considerazione razionale scomoda, irritante che qualcuno riterrà persino barbara. Ma di fronte alle migliaia di morti il “political correct” si può parcheggiare temporaneamente in seconda fila. E’ chiaro a molti che non uscire di casa, se non per motivi estremamente validi, è oggi indispensabile. Così come il fatto che il rispetto di tale norma sia ancora piuttosto disatteso, limitando gli effetti positivi del provvedimento. Abito a Torino dove ci sono 100. 000 cani che, accompagnati fuori 3 volte al giorno, comportano 300. 000 uscite (magari prolungate) su 880. 000 abitanti. Chiedo ad ognuno di voi voglia guardare la tragedia che stiamo vivendo con razionalità, responsabilità verso gli altri (intendo le persone) ed onestà intellettuale di trarre qualche conclusione per il presente e di prospettiva. Vi faccio notare, credetemi, senza alcun piacere, che una della differenze tra le nostre città e Wuhan è la densità di cani. Chiedo ai responsabili della salute pubblica di interdire le uscite con i cani e ad ognuno che lo possegga di trovare modalità casalinghe per il soddisfacimento dei loro bisogni.
Sergio

Martedì 17 marzo 2020 15:09:13

Il senso di comunità ai tempi del coronavirus
Ed è successo anche qui, nella mia strada a Bologna. E’ iniziata anche qui quella terapia collettiva di sopravvivenza alla paura, alla forzata clausura in piccoli appartamenti di città, alla incapacità di prevedere la fine di un incubo. Una terapia che prevede semplicemente la condivisione di un momento liberatorio, un attimo di parole urlate che fanno mettere fuori tutte le sensazioni negative di un tempo sospeso e non compreso.
Anche qui nella mia strada è iniziato tutto come in tante città suonando ad alto volume la canzone Volare e poi Azzurro. La partecipazione dai balconi, dalle finestre, dalle terrazze è stata incredibilmente calorosmente partecipata, entusiasta. E così tacitamente, senza nessun accordo se non quello della necessità di essere vicini e condividere una comune condizione, la cosa si è replicata il giorno dopo e poi quello dopo e quello ancora dopo. Non necessariamente con i flash mob istituzionali ma seguendo un bisogno nascosto che era diventato palese. Una necessità, un appuntamento quotidiano. E così di pomeriggio in pomeriggio, abbiamo ascoltato Rino Gaetano, Lucio Dalla, Queen, Pavarotti (con la mitica All’alba vincerò) …Da una canzone da cantare insieme per risollevare l’animo da una giornata stressante passata rinchiusi in casa, si è arrivati ad un dj set e poi ad una sorta di trasmissione in diretta con richieste di brani che rimbalzano di balcone in balcone…Una meravigliosa comunità da via Mezzofanti a via Sigonio a via Zanotti, che magari non si era mai incrociata neanche sul marciapiede, ma che ora si riconosce subito e si trasmette forza, solidarietà e condivisione. Grazie al/ai dj di questa “Radio Coronabalcony” (che io dal mio balcone non riesco neppure a vedere perché ci divide l’enorme albero del giardino) e a tutti coloro che vorranno sorridere, cantare, ballare, portare il ritmo con noi dal balcone, dalla finestra, dalla terrazza. Ci risentiamo stasera alle 18, 00!
Carmen
Bologna

Domenica 15 marzo 2020 10:26:39

Gentile dott. Gramellini, buon giorno, La spero bene. Non ho Facebook, Twitter, Instagram, a malapena un cellulare. Conosco Lei tramite i Suoi articoli sul Corriere della Sera e l'entusiasmo di mia madre nei Suoi confronti. Di notte ho composto questi versi, vorrei donarli, ma non avendo familiarità con quelle mirabolanti diavolerie tecnologiche non so come e a chi. Crede che sarebbe bello se un/una rapper ce li cantasse? Che ne pensa, si può fare?

Mi appello: Ghali, ce la canti?

La ringrazio,
MPO

ITALIA STASERA TI HO AMATO

Italia stasera ti ho amato
guardando il tuo viso sfregiato
il coro che s'alza da solo
e con gli animi prende il suo volo

quella tromba d'argento gloriosa
ha intonato una nota famosa
che a Milano a volte si sente
fischiettare in mezzo alla gente

la Madonnina dorata che bella
invoca la tromba che squilla
e non nego che in quell'istante
ho sentito un getto potente

La mia Italia è più bella che mai
anche se il virus l'ha messa nei guai
ma i suoi figli da sempre operosi
non san stare all'interno oziosi

Il suono ratto s'apprende
e irrompe tra le faccende
spalancando cuori e finestre
e così tra le ginestre

suona un'arpa, la viola e il violino
sul balcone o giù in giardino
una musica, un ballo, un coperchio
una danza improvvisa in un cerchio

Italia sei unica e bella
col ballo e la tarantella
sei dentro alle case per legge
ma di fuori partono schegge

d'amore e di gioia stasera
di speranza così sincera
che i Fratelli dell'inno italiano
guariscano, vi diamo una mano

accanto ai medici e agli infermieri
sentiamoci oggi e ieri
e ci saremo anche domani
gli sforzi non sono mai vani

Coraggio malati e vecchietti
nonni, vicini e bimbetti
colorate e fate disegni
e appendeteli ai vostri sogni

Italia sei la mia terra
questa qui assomiglia a una guerra
ma stavolta è il mondo intero
che combatte un virus sì nero

ma noi abbiamo i colori
la musica e bravi dottori
e la gioia dei nostri cuori
che prende a pedate i dolori

Italia creativa e solare
stasera mi hai fatto sognare
dentro in casa o fuori in balcone
c'è sempre una canzone

Ora ubbidienti e pazienti
dobbiamo stringere i denti
e cacciamo lo spettro di morte
cantiamo sfidando la sorte

Il silenzio che è oro apprendiamo
in città dove il caos è costante
hey, noi in ogni caso ci siamo
da vicino così da distante

Da Aosta fino in Sicilia
Da Trieste alla Versilia
Col sorriso noi proseguiamo
donando con aperta mano

Siamo primi per arte e cultura
ci imponiamo al di là delle mura
e anche se siamo all'interno
non vediamo certo l'inferno

perché siam nati e da sempre cresciuti
con pizza, amore e buon vino
il virus e i suoi rifiuti
combattiamo suonando il violino

Non c'è virus-Corona che tenga
ogni canto o nota ben venga
perché tutto possono farci
tranne ora provare a fermarci

Il rap, la trap o l'hip-hop,
o il blues o il buon vecchio rock
suoniamo ogni nota e danziamo
mani in alto e il dito muoviamo

a segnare il ritmo più giusto
la frase che più ci piace
e perdiamo la voce con gusto
fino a che poi tutto tace

Per sognare, sperare e volere
che il mio amico io possa incontrare
e offrigli una cosa da bere
e tornare a gioire e ballare

Manca poco, raga ci siamo
bella lì che ce la facciamo
Millennials o quasi ottantenni
sono questi i momenti perenni

Come dopo il conflitto mondiale
saremo liberi di andar per strada
l'aperitivo, non più l'ospedale
al bar, da me e poi da Ada

che storia da libri di scienza
stavolta ci siamo finiti
dentro caduti con poca pazienza
quasi rischiamo di far gli imbruttiti

Bro non esiste che ci arrendiamo
ora il nostro genio mostriamo
musica, amore e famiglia
niente ci mette la briglia

Ti applaudo di mezzogiorno
un urlo un bravi dottori!
il sostegno che va tutto intorno
così forte sia dentro che fuori

Possa giungere all'ospedale
a tutti coloro che danno
la vita, lo sforzo e in finale
sappiate che poi ce la fanno

Un flash-mob più che sonoro
noi italiani siamo del coro
noi siamo quelli che mai molliamo
e di nuovo in piedi ci alziamo

A te Italia che sei la mia casa
rivolgo il pensiero della mia notte
mi sveglio domani e ogni cosa
ha accoppato il virus di botte

e così poi ci arriva l'annuncio
che possiamo tornare all'abbraccio
che dura,. .. non ce la faccio
no, sì invece!, ora mi taccio

E adesso provo ad andar a dormire
non è facile questo patire
ma il risveglio sarà accompagnato
da questo mio sogno infinito.

Venerdì 13 marzo 2020 11:43:26

Caro Massimo Gramellini,
Non sono molto brava a comunicare per scritto, quindi mi sarà perdonato il modo in cui cercherò di comunicare questa riflessione.
Potrei essere una nonna ma io preferisco essere considerata una zia, che peraltro sono per ben nove nipoti, il più grande cinquantenne..
Nella mia vita ho fatto tutto quello che la mia generazione poteva fare, nel bene e nel male, e mi ritengo molto fortunata per come mi è andata..
Ho avuto la possibilità di vivere in tempi di grandi speranze,
Purtroppo non so se questo accadrà ai miei cinque bisnipoti oggi ancora bambini.
Mi piacerebbe però, prima di salutare tutti, vedere qualche cambiamento.
Inutile fare commenti su quanto sta accadendo, Molti meglio di me lo fanno e tu trai primi. Quindi approfittiamo per fare qualche riflessione sul dopo, Forse potrebbe servire ad aiutarci a dare la possibilità di un inversione di rotta.
Come non lo so, ma in questi giorni in cui siamo tutti chiusi in casa, dipendenti dalla tv, una cosa che mi sorprende per la sua assurdità è la pubblicità in tutte le sue forme..
Mi sembra la schiuma sporca di una società ormai in putrefazione.
Vorrei tanto che nascesse un movimento che ne riducesse la presenza a favore di un diverso modello di sviluppo. Non tutti sanno i miliardi che si spendono per far circolare le idiozie veicolate dalla pubblicità.

Lo so dietro c’ è l’economia capitalistica, ma forse cominciando a ridurre la schiuma ci si accorgerebbe che sotto non c’ è un bel cappuccino ma solo fango.
Se avessi venti anni meno mi attiverei in prima persona.
Scusa lo sfogo,
Con simpatia, affetto e stima per il modo in cui fai il mestiere di giornalista.
Francesca Pardini

Venerdì 13 marzo 2020 11:11:19

Carissimo dott. Gramellini la seguo nelle sue rubriche sul corriere e in Rai. Sono un ex dirigente d'industria ora in pensione e fondatore insieme a mia moglie Piera e ai miei figli di un'associazione di volontariato che opera da 15 anni nel sociale nella prevenzione del disagio minorile a Milano. L'associazione si chiama Qiqajon Associazione Francescana. Desideriamo in questo periodo di preoccupazione condividere con Lei un messaggio di speranza che abbiamo inviato ieri ai nostri amici.

12 Marzo 2020

Carissimi tutti,

vi raggiungiamo per raccontarvi come stiamo vivendo questa “Quaresima” a Qiqajon.
Sì, è proprio per noi una quarantena particolare che ci piace definire “Quaresima” e che ci porterà ad una nuova Pasqua di Resurrezione.
Come in tutta Italia anche da noi tutto si è fermato.
La nostra famiglia e tutti gli educatori cercano di vivere questo periodo nel migliore dei modi, in maniera veramente favorevole, anche se non nascondiamo la sua particolarità e unicità.
Tutte le attività sono sospese, nessun volontario può entrare, il Comune ha imposto il massimo rigore per proteggere i bimbi.
C'è un piano della casa, però, dove la vita continua nella quotidianità di una comunità dove vivono quattro ragazzini che, come tutti i piccoli, si sentono in vacanza. È a loro che, tutti gli educatori capitanati da Giacomo e noi famiglia residente, abbiamo deciso di dedicare tutto il nostro tempo.
Gli educatori dei centri diurni e del nido hanno cambiato le loro mansioni e si sono messi a disposizione con spirito solidale. Quotidianamente affiancano l'educatore di turno della comunità e per tutto il giorno organizzano compiti, giochi, laboratori, valorizzando il talento di ciascuno.
Siamo diventati un'unica famiglia e come tale molto tempo è condiviso insieme.
Piera prepara per tutti il pranzo a mezzogiorno, Gigi insegna ai bimbi a giocare a dama e scacchi. Insieme facciamo tornei con le carte e giochi in scatola, cercando di trasmettere ai bambini il piacere di stare insieme e di sentirsi amati.
Stare con i piccoli ci riporta a godere delle semplici cose quotidiane.
Sicuramente ci mancate tutti: volontari, amici, benefattori che quotidianamente entravate nella nostra grande casa e ci accompagnavate in questa avventura.
Vi chiediamo di starci ancora vicini con l'affetto, la preghiera e attraverso i mezzi tecnologici disponibili.
Ci ritroveremo presto, sicuramente un po' cambiati ma rafforzati nel valore della solidarietà e nell'aver valorizzato ciò che veramente conta nella vita di ciascuno di noi.
Solo insieme e aiutandoci reciprocamente supereremo anche questa sfida.

Vi lasciamo con le parole di una bellissima poesia di Mariangela Gualtieri, parole che si tingono della stessa speranza che coltiviamo nel nostro cuore:

“A quella stretta di un palmo col palmo di qualcuno
a quel semplice atto che ci è interdetto ora –
noi torneremo con una comprensione dilatata.
Saremo qui, più attenti credo.
Più delicata la nostra mano starà dentro il fare della vita”.

Un abbraccio a tutti

Piera e Gigi

Venerdì 13 marzo 2020 10:36:46

Buongiorno,
in merito al suo "Caffè" odierno sulla gogna, vorrei condividere con lei il mio pensiero come richiesto.
Ho 57 anni ed i delatori/collaborazionisti per fortuna li ho visti solo nei film e mi hanno sempre fatto orrore. Però...
Ho 4 figli maschi dai 15 ai 23 anni con cui sto ovviamente lottando in convivenza forzata: un paio farebbero il bozzolo per uscire dopo 20 giorni di letargo casalingo; un paio (i più grandi) sono più insofferenti alla situazione e cercano i motivi per uscire tipo: scendo a fumare la sigaretta sotto casa (cosa che controllo ed effettivamente, dopo 5 minuti tornano su). Il più grande addirittura si è offerto di andare a fare la spesa al supermercato pur di uscire, cosa che, in altri tempi, avrebbe si fatto pensare ad una malattia improvvisa, ma ha ottenuto solo di portare al nonno ultraottantenne il disinfettante preparato con l'Amuchina!
Premesso tutto questo, sotto casa nostra, in una area molto tranquilla si ritrova tutti i giorni un gruppo di ragazzotti, che fanno comunella con cani, biciclette e e schiamazzi vari; per citare il suo articolo direi dalle voci ed i colloqui che si sentono, molto moderatamente alfabetizzati...
Io ieri ho chiamato i vigili, o Polizia Locale come si dice ora.
Se vogliamo avere speranza di tornare ad uscire di casa tra 3 settimane o quando sarà, i comportamenti irresponsabili come questi di ragazzi e famiglie che li mandano in giro vanno stroncati subito. Altrimenti non ne verremo mai fuori.
Non so se i vigili sono passati, ma di sicuro sono stati allontanati da altri condomini del palazzo di fronte e si sono spostati a 200 metri di distanza dall'altro lato delle case. Sarà l'età che avanza, ma io di fronte e a comportamenti come questi vedo che perdo la pazienza, la tolleranza e la calma.
Magari poi me li ritrovo sotto casa vestiti da Puffi a urlare "Pufferemo il Virus"..
Cordialmente
Francesco Siddi
P. S. Preferisco non vedere il mio cognome da qualche parte, visti i soggetti... Grazie e buona giornata.

Mercoledì 11 marzo 2020 09:56:48

Gent. mo
vorrei condividere con Lei una mia riflessione non mi interessa pubblicarla solo chiacchierare con una persona che stimo per la sua intellingenza emotiva e per la sensibilità verso le persone.
Cronaca di vita ai tempi del Coronavirus
Mercoledì, 11 Marzo
M sveglio alle 6. 30 come ogni mattina, per un attimo non ricordo nemmeno che giorno sia, da quando siamo in isolamento, a volte, faccio fatica, nei primi momenti del risveglio, a collocarmi nello spazio e nel tempo. E’ come se vivessimo in una bolla, dove tutto è sospeso, anche il respiro, pregando che la “spada di Damocle” che abbiamo, non cada sulla testa... nostra... e di chiunque altro... sì perchè questa che è capitata è una cosa che non si dovrebbe augurare nemmeno al peggiore dei nemici. Poi ricordo, è Mercoledì, è giorno di mercato nella città dove vivo, ricordo di aver finito la frutta, pensavo di prenderla giovedì al supermercato, giorno in cui di solito faccio la spesa settimanale. Però ricordo anche che dovremmo uscire solo per reali necessità, evitando comunque il luoghi affollati, e mi dico che posso aspettare domani a prendere la frutta. Ma di nuovo penso, la bancarella della frutta è proprio sotto casa, non devo fare molta strada e, se scendo subito, ci sarà ancora poca gente in giro. Allora mi preparo, guardo prima dalla finestra, per controllare che ci sia la solita bancarella, che l’ambulante abbia avuto la salute, per prima, ma anche il coraggio di esporsi, di portare avanti il suo lavoro, la sua vita, quella dei suoi famigliari, con dignità e responsabilità. Lo vedo, e vedo anche alle finestre, molti dei miei vicini, che hanno avuto il mio stesso pensiero. Mi decido, esco. Nella via le solite bancarelle. Di nuovo mi coglie un pensiero di solidarietà per queste persone, che non possono permettersi di ignorare il virus, ma nemmeno la responsabilità della propria vita e di quella delle persone a loro care. Distanziati tra loro (la distanza imposta dalle disposizioni governative), un gruppo di ambulanti che chiacchiera, cercando di confortarsi a vicenda, nella desolazione dell’uragano che ci ha colpiti. Li guardo e tacciono, guardandomi preoccupati. Non capiscono se sono un cliente, un ambulante o un esponente dell’Autorità che controlla l’applicazione della legge. Sorrido loro, sorrido con gli occhi e con il cuore, e loro immediatamente, ricambiano, nello stesso identico modo. Per un attimo siamo tutti uguali. Essere umani smarriti, cui basta uno sguardo, un sorriso, per sentirsi confortati, accolti, incoraggiati ad affrontare la giornata al meglio delle proprie forze e capacità. Saluto, mi scuso per averli interrotti, e chiedo di poter acquistare al banco frutta. Alle mie spalle, alcuni vicini, cominciano a fare capolino, aspettando pazientemente e diligentemente distanzati, dietro il cancello di ingresso del condominio dove abitiamo, il loro turno. Il fruttivendolo è estremamente cortese e premuroso, come sempre, ma questa volta, entrambi, sembriamo percepire qualcosa in più. La felicità di un ritrovato contatto umano, seppure breve e per motivi professionali. Il sollievo di poter condividere una preoccupazione, la consapevolezza di non essere soli in questa battaglia, la speranza/certezza di farcela insieme. Terminato l’acquisto, rientro, lasciando il passo, distanziata, alla prima vicina in fila dietro di me (una arzilla signora di più di 90 anni), che, ricambiando il mio saluto e sorriso, si avvia verso i suoi acquisti. Passando mi dice “t’è già fà? Brava tusa! Mi nanca la facia mi sun lavà! ” e ridiamo insieme a tutta la fila.
Ed ecco che, ancora una volta, un piccolo banale gesto/attività quotidiana ti riconcilia con la vita, per quanto complicata possa essere, e con il brutto periodo che stiamo attraversando. E ti fa pensare che, finchè manteniamo tutti la calma, la fiducia e la speranza, ce la possiamo fare... CE LA FAREMO! !
😊

Martedì 10 marzo 2020 23:37:38

Con quale "PAROLA" (cinismo, leggerezza, superficialità, carnefice, Inquisizione, sciacallaggio, ecc. ecc.) possiamo definire l'intromissione esercitata con inusitata violenza, nell'esistenza del più piccolo nucleo familiare unito da oltre 40 anni, da parte di figure elette a tutelare (due psichiatre, una amministratrice di sostegno, una GOT giudice tutelare!!!), che ne hanno invece lacerato i cuori e le finanze. Reso incerto il nostro futuro, riservandoci un trattamento in uso forse per volgari delinquenti o criminali ed arrogandosi persino di gestire i nostri affetti, le nostre emozioni!!!
Gentilissimo signor Massimo Gramellini sono oramai quattro gli anni che la mia piccola famiglia è stata precipitata in uno dei peggiori gironi infernali danteschi. Stiamo vivendo una realtà grottesca, ciò che sta accadendo è irreale, kafkiano, degna della galleria degli orrori e stiamo rischiando di saltare agli "onori" della cronaca quando oramai non ci sarà nulla da fare, troppo tardi, vale a dire, dopo il verificarsi di un epilogo drammatico!!! Perché tutto ciò non si può evitare? Darebbe visibilità a vittime stritolate da un meccanismo mostruoso innescato proprio da figure preposte a tutela delle realtà più fragili!!! Facciamo parte di quelle migliaia di individui che per debolezza intrinseca a causa delle nostre sventure e per riservatezza, non abbiamo le energie psicofisiche e materiali per cercare uno strumento per difenderci. Vorremmo portare alla ribalta un dramma che riguarda migliaia di individui vittime di un perverso meccanismo di tutela in mano ad improvvisati amministratori di sostegno con il patrocinio di altrettanti GOT improvvisati ed impreparati (Giudici Onorari di Tribunale), non "veri" giudici come quelli che comunemente intendiamo. Questi sono altezzosi burocrati, che adottano con estrema superficialità ed arroganza misure e sistemi degni di regimi dittatoriali o della Santa Inquisizione!!! Un comportamento, verrebbe da pensare, che alimenta un perverso sistema di sciacallaggio. Infatti all'irrompere di queste figure nella nostra esistenza ci siamo sentiti come una famiglia di terremotati la cui casa viene violata dagli sciacalli!!! Non le nascondo che per noi sarebbe già un episodio insperato se queste poche righe non le cestinasse ma le potesse leggere! Non me ne voglia, ma lo sconforto e la disperazione sono veramente molto profondi e comunque vada rimarrà inalterata l'ammirazione e la mia stima per quanto ella signor Gramellini già fa. Con simpatia, Carmelo Murabito, siciliano in Lombardia, grazie.
Teléfono 340 -------

Martedì 10 marzo 2020 09:34:44

Buon giorno, la seguo sempre cn grande interesse, si parla della fuga dei giovani al Sud ma ho trovato bellissimo questo post che fornisce una visione diversa e, comunque, molto condivisa, ma, forse, fà meno rumore,

https://m. facebook. com/story. php? story_fbid=10222208496629587&id=1479763205
https://m. facebook. com/story. php? story_fbid=10221752376108613&id=1532394694

Domenica 8 marzo 2020 16:36:40

Sconfiggere COVID-19
Ho osservato con attenzione l'evolvesi della crisi legata al COVID-19 in Cina, ciò che sta accadendo qui da noi e, con qualche ritardo quanto si registra nel resto del Mondo. Penso che sia sufficientemente chiaro da tutti gli angoli di osservazione possibili che, per contrastare efficacemente/rapidamente la diffusione del virus in Italia, si debba fermare il Paese per almeno un mese, tranne la sanità ed alcuni servizi essenziali. Esattamente ciò che facciamo d'abitudine ad Agosto con le ferie. Quindi, quando si dice che non possiamo fermare il Paese per un mese, perchè sarebbe la catastrofe economica, ciò non risponde al vero, sennò avremmo una catastrofe all'anno. Invito a considerare la possibilità di fare un mese di ferie-forzate ora, per uscire dall'incubo COVID-19, lavorando eccezionalmente ad Agosto 2020 per pareggiare i conti del PIL. La certezza di essere ancora vivi e vittoriosi in una sfida così drammatica come quella attuale, non mancherà di offrirci in prospettiva nuove possibilità di vacanze liturgicamente celebrate in Agosti futuri.

Dr. Sergio Bernardi
C. so ------- 10, 10139 Torino

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