Messaggi e commenti per Massimo Gramellini - pagina 67
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Frasi di Massimo Gramellini
Nota bene
Biografieonline non ha contatti diretti con Massimo Gramellini. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Massimo Gramellini.
Sabato 7 dicembre 2019 10:18:27
Mercoledì 4 dicembre 2019 14:59:07
Ciao!
ora usano le sale dei Consigli Comunali per presentare, con tanto di vassoio e di Chef, il bue grasso.
Succede a Carru' _ Cuneo, Sindaca vicina alla Lega. VEDI LA STAMPA PAGINE DI CUNEO
Questo mercinomio nei luoghi pubblico/istituzionali offende il rispetto per la res publica e per la centralita' del luogo comune per eccellenza. Di questo passo, dopo le promesse matrimoniali in Aula, possiamo convertire il COLLE in un gran supermercato.
Sono sdegnato ed incavolato.
Martedì 3 dicembre 2019 08:45:21
Buon giorno. Vorrei sottolineare che in questo benedetto mondo siamo tutti dei migranti. Migriamo ogni giorno cambiando medico, macellaio, panettiere ogni qual volta ci troviamo male. E allora facciamo una riflessione seria sul razzismo, si io sono razzista ma non con chi ha la pelle, la religione o la cultura diversa dalla mia ma con chi non rispetta le regole con chi si approfitta degli altri chi delinque in tutte le sue forme. Ricordiamoci bene che siamo migranti più di quanto pensiamo con la fortuna di poter scegliere al contrario di tanta povera gente che scegliere non può. Grazie mauro
Lunedì 2 dicembre 2019 10:45:17
Gli scritti sul toro, di solito, guardano al passato, alle antiche vittorie ecc ecc. A mio avviso tanta, troppa retorica. Con questo racconto (oggi premiato al Concorso Granata, al Museo di Grugliasco) si guarda al futuro, un futuro... beh, giudichi lei... Buona lettura!
Nomen Omen - Dalla finestra del suo ufficio si godeva uno splendido panorama sullo skyline di New York, ma in quel momento nulla poteva distoglierlo da un lavoro fondamentale: la minuziosa analisi della recente finale di Champions League tra il suo Toro e la vittima sacrificale di turno, il Real Madrid, che per il secondo anno consecutivo aveva provato a sfidare la furia dei granata. Compito impossibile, ovviamente.
Il primo tempo era finito 4 a 0 per la squadra di cui Tino da dodici anni era il presidente e che gestiva con maniacale precisione al fine di ottenere la realizzazione del suo unico "credo": vincere, vincere e vincere ancora.
Mise in pausa il filmato per scrivere gli appunti che gli sarebbero serviti per la prossima riunione con la squadra. Prima, come al solito, avrebbe parlato con l'allenatore con il quale si intendeva alla perfezione.
Diede uno sguardo alla gigantografia che ritraeva fedelmente il panorama del suo primo ufficio torinese: la collina con una basilica di Superga sfolgorante di luce. Con la sua vita frenetica, ormai riusciva ad andarci di persona non più di una volta al mese, ma con la tecnologia di trasmissione olografica bidirezionale che aveva fatto la sua fortuna economica, poteva guardare negli occhi ogni componente della sua squadra ogni volta che lo riteneva importante, cioè spessissimo.
Erano passati molti anni dall'inizio di una carriera straordinaria che lo aveva fatto diventare uno degli uomini più seguiti e importanti del mondo, ma non aveva, nemmeno per un minuto, dimenticato la promessa che si era fatta: onorare la memoria del trisavolo e di quella squadra sfortunata.
E ci era riuscito, eccome se ci era riuscito!
Le cifre parlavano chiaro: da molti anni il Toro era imbattuto. Nove scudetti di fila, sette Coppe Italia; sei Champion League; record di punti in un campionato, centododici; record di reti segnate in un anno, duecentocinquantadue; unica squadra al mondo ad aver vinto nello stesso anno tutte le competizioni a cui aveva partecipato, dai campionati dei pulcini in poi, compreso quello femminile. Non ultima la soddisfazione dei dieci anni consecutivi di derby vinti con una valanga di gol di differenza, quarantuno.
Il mito degli "Invincibili" era stato onorato e rinnovato senza mezze misure.
Tino non si era risparmiato, aveva lavorato giorno e notte, brevettando invenzioni che avevano cambiato la Storia, aveva stretto alleanze con uomini e donne influenti ed era diventato ricchissimo. Non pago, aveva convinto un altro uomo potentissimo, lo sceicco Q'ulli Allha Ish Old alla causa del Toro, trasformando un possibile avversario in un formidabile alleato.
Ma la ragione del successo non era stata soltanto il denaro, piuttosto la sua formidabile capacità di motivare ogni collaboratore: dirigenti, allenatori, giocatori, impiegati, fino ai magazzinieri e addetti delle pulizie. Sapeva trasformare uomini e donne in macchine da guerra. Prima di ogni partita, a qualsiasi livello, era prevista una riunione di un mezz'ora con lui o il suo ologramma, a porte chiuse. Nessun estraneo sapeva cosa loro dicesse, ma quando si aprivano le porte, da quelle stanze usciva un gruppo di terribili gladiatori "tremendisti" assetati di vittoria.
Lo sapevano bene gli avversari, che spesso, dopo soltanto un quarto d'ora erano già sotto di tre reti.
Tino, anzi Valentino, il suo completo nome di battesimo, riprese l'analisi della partita. Nel secondo tempo l'allenatore aveva fatto entrare due ragazzi della primavera che avevano bisogno di fare esperienza. Ottima idea. Non aveva digerito, invece, che a tre minuti dalla fine, una leggerezza a centrocampo avesse permesso al Real di segnare.
Non era tollerabile, soltanto perché in vantaggio di sette gol, che ci fossero stati cali di tensione.
L'interfono squillò e Valentino imprecò. Chi diavolo osava disturbarlo?
«Dottor Mazzola, ho in linea il Presidente degli Stati uniti, dice che è urgente. Cosa faccio? ».
«Vorrà chiedermi qualche favore, di sicuro. Gli dica che sono in riunione, lo richiamerò io più tardi».
Sbuffò, staccò l'interfono e rilesse la sua pagina piena di appunti. Gli Invincibili erano tornati!
Giovedì 28 novembre 2019 08:16:47
Credo che la morte, come la nascita, siano dei cambiamenti ai quali accediamo passando (con dolore) da una porta stretta...
Cambiamento
Ogni giorno
perdo qualcosa di me
ogni giorno
trovo qualcosa oltre me
e si restringe il tempo mentre l'anima
si allarga.
Sprazzi di gioia
esultano
premendo
sugli ultimi timori
(un cuore avventuroso
mi aiuta a fugarli...)
Accecata
dall'immane splendore
dell'universo,
sopraffatta
dal peso schiacciante del tempo
smarrita
nell'incertezza oscura
dell'imminente approdo
intanto aspetto
...
La nuova avventura
presto m'inviterà ad un'altra danza
per un diverso avvenire...
Domenica 17 novembre 2019 15:16:01
Buongiorno,
lei che ogni giorno si erge a massimo giudice delle disfatte organizzative dell'Italia e degli italiani, mi aspetto che scriva un commento su IL CAFFE circa lo spostamento della presentazione del suo libro anticipando ora e luogo all'ultimo momento. Ero con altri alle 14 al Mudec, troppo tardi per raggiungere la Fondazione Feltrinelli alle 12.
Giovedì 14 novembre 2019 13:12:30
Complimenti. Leggo il Caffè.
Giovedì 14 novembre 2019 08:12:57
Gent. mo Massimo Gramellini, sono un assiduo lettore dei suoi apprezzati editoriali. Prendo spunto dal'ultimo"caffè" del13/11/2019 del CdS per approvare il suo piano nazionale di piccole opere pubbliche a difesa del territorio. Sono un pediatra di famiglia attento alle problematiche ambientali e preoccupato per il futuro dei bambini. Osservo, altresì, come Lei un grave degrado ambientale ma soprattutto valoriale. Pensavo di rafforzare il senso civico dei "futuri adulti", con una proposta che unisse entrambe le tematiche :senso civico ed ambiente. Non vorrei essere prolisso ma se ritiene potrei inviarle la mia proposta che unisce la poco applicata legge Rutelli n. 113 /1992 rivisitata con la L. 10 del 14/01/2013, con la celebrazione della giornata dell'albero in aderenza al protocollo di Kyoto, coinvolgendo tutti gli scolari della 1 elementare nel progetto di messa in dimora di alberi lungo argini di fiumi o lungo la costa o per strade di campagna con applicazione di una targhetta o mattonella con su impresso il nome del bambino per renderlo responsabile dell'albero e quindi dell'ambiente circostante. Immagino una competizione positiva nel veder crescere il proprio albero anno dopo anno, con l'aiuto delle proprie famiglie e dei propri insegnanti al fine di indurre un positivo ritorno di senso civico i cui benefici ricadrebbero sull'intera comunità e sull'ambiente.
Giovedì 14 novembre 2019 00:14:36
Buongiorno. Ho conosciuto i suoi libri attraverso un uomo, un amore finito da poco, che mi parlava anche con frasi dei suoi racconti. L'amore è finito ma come sempre succede mi ha lasciato ricordi e insegnamento. Sono una donna che si occupa di donne, che combatte la violenza di genere con la rieducazione dei sentimenti. Lo faccio anche con la cultura e lo spettacolo, l'arte in genere veicolo enorme di comunicazione. Tra gli ospiti dei miei convegni Dacia Maraini, Edoardo De Angelis, Claudio Amendola e altri che hanno lasciato un segno, che hanno richiamato interesse e che alla fine del convegno hanno portato le donne a fidarsi di noi a chiedere aiuto accolto e mi creda, concretamente e. Gratuitamente. Oggi le chiedo se volesse partecipare, a uno dei nostri convegni. Stiamo pensando a quello su violenza e dipendenza psicologica. Parlarne, raccontare, così come la vedo fare in televisione, con toni pacati ma incisivi, sarebbe davvero una bella cosa. La prego di rispondere se fosse interessato a saperne di più o anche per dire no, perché comunque non rispondere sarebbe fare cadere nell'indifferenza una richiesta e lei sa quanto l'indifferenza possa essere un'arma letale. Quell'arma che molto spesso fa morire le donne senza volerne sentire le grida. Grazie buona giornata. Daniela Di Camillo.
Mercoledì 13 novembre 2019 14:53:20
Gent. mo Sig. Gramellini,
Leggo tutti i giorni il suo "Caffè" sul Corriere della sera, vedo spesso la sua trasmissione sul 3, ho letto il suo belissimo libro"Fai bei sogni", in sostanza lei mi è molto simpatico e la trovo molto arguto e con un modo di pensare originale.
Oggi l'ho seguita su Rai 1 a "Vieni da me". Sono rimasta assolutamente esterefatta che abbiano mandato in onda un pezzo del film dove purtroppo la mamma la saluta prima di andarsene, ho pensato che per avere un po' più audience si arriva a tutto, ho sentito un colpo al cuore, mi spiace che una persona tanto garbata come lei sia stata messa di fronte a tanto. È vero che hanno fatto un film, ma il film si sceglie di andarlo a vedere, la tv te la ritrovi li per rilassarti un po'.