Messaggi e commenti per Massimo Gramellini - pagina 62

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Frasi di Massimo Gramellini

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Biografieonline non ha contatti diretti con Massimo Gramellini. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Massimo Gramellini.

Mercoledì 25 marzo 2020 13:35:58

Beati i calciatori asintomatici a cui fanno il tampone...
Ho appena appreso sul canale tv Rai 3, rubrica sport (h. 12, 30 circa) che a un calciatore asintomatico è stato fatto il tampone. Io ho notizie che in un paese in provincia di Milano, dove il sindaco è risultato positivo al corona virus, non è stato effettuato il tampone ai due vigili urbani (ora in isolamento) che sono stati a contatto con il sindaco nei giorni immediatamente precedenti la conferma del contagio al sindaco,
E naturalmente niente tampone agli altri componenti della polizia locale... E ai medici e al personale sanitario viene fatto il tampone?
I calciatori sono veramente una categoria privilegiata!

Mercoledì 25 marzo 2020 09:08:52

Ho preso il caffè ed ho letto Il Caffè. Sono perfettamente d'accordo su quanto ha scritto e vorrei combattere il menefreghismo. Faccia un Caffè nel quale invece di gratificare i lettori menefreghisti scrivendo della loro ecc. ecc. ma elenca tutti i rischi che corrono a non rispettare i limiti imposti per il corona virus.: tosse, febbre, mancanza di respiro, pronto soccorso intasato, lunga attesa per essere curato e forse guarito. Scritto ciò faccia una domanda: è meglio rischiare quanto sopra o rispettare... Saranno in molti a scegliere di rispettare...

Lunedì 23 marzo 2020 11:59:47

Il mondo non è  mai stato così... Nuovo...
In questi giorni di forzata"cattivita'" in cui tante nostre abitudini sono cambiate anche il tempo per la riflessione  si è  dilatato... e mi dico che da tutto quello che stiamo vivendo  dobbiamo imparare qualcosa... Quello che accade non è  accaduto  x caso... La natura.. il nostro pianeta  ci stanno avvertendo ci stanno mandando un grande segnale... dobbiamo  ascoltare...
Un virus ha messo in crisi un intero  pianeta o meglio ci ha fatto capire quanto  possiamo essere fragili.. un virus con la capacità  di annidarsi in profondità  nei polmoni e compromettere la nostra capacità  di respirare...
Abito in Lombardia  in un grosso paese della provincia di Como... come me sicuramente  altri hanno notato quanto in questi giorni la nostra aria sia diventata pulita... il nostro cielo così limpido e trasparente quanto i suoni naturali siano nitidi !.. quanto respirare adesso sia piacevole e personalmente  mi sembra di essere tornata alla mia infanzia... (gli ultimi anni del 1950.)
Sul mio balcone ora non c'è  la patina nera che si forma ogni giorno... e queste cosa non è  scontata.
Respirare  è  la prima cosa che facciamo  quando veniamo al mondo... e l ultimo atto che facciamo prima di morire... l aria è  la condizione della nostra vita e il nostro respiro e tutte le sue funzioni migliorano con la qualità  dell aria !
E un valore inestimabile... come quella dell acqua di cui siamo fatti al 70 per cento... NOI SIAMO aria.. acqua.. natura... come è  possibile che non capiamo quanto questi elementi  debbano essere tutelati nella loro purezza perché  la nostra vita migliori?

La Lombardia da anni ha raggiunto numeri allarmanti riguardo alle malattie respiratorie e ai relativi decessi...
Non basta prendere nota preoccupati dei valori di pm10 sulle centraline e pensare a qualche domenica senza traffico.. mi chiedo..
Tutte le domeniche senza centri commerciali aperti sarebbero poi così drammatiche? Pensiamo a quanto ci sta costando questa crisi... e forse potremmo rivalutare molte scelte che sembrano drastiche...
Una messa al bando da domani del gasolio come combustibile... e tutti gli edifici pubblici alimentati a energie pulite... sono un utopia così impraticabile?
Vogliamo davvero sacrificare sull altare del efficienza e del consumo indiscriminato di suolo, di merci , di
 Ossigeno il nostro futuro ?
Ora piu che mai e necessario rallentare  coniugare SVILUPPO con SOSTENIBILITA ! Questa corsa ci portera solo a"sfracellarci"prima.. a diventare un enorme discarica e a soffocare nei nostri rifiuti ed esalazioni...
 Serve davvero  un"nuovo umanesimo"   un atto di umiltà  nei confronti del nostro pianeta... attraversarlo con rispetto... non come degli schiacciasassi ..
Ora che siamo costretti  a prendere atto che"nessuno si salva da solo" ora che abbiamo bisogno di sentirci comunità... ora che forse qualcosa ci ha messi con le spalle al muro e costretto a guardare  dove stiamo andando... non lasciamo che tutto torni come prima non perdiamo l occasione  di fare scelte coraggiose. !
Mettiamo la tecnologia al servizio di istanze più"alte".
Il mantenimento della qualita dell aria dell acqua. La pulizia dei mari... La riduzione degli allevamenti intensivi... La messa al bando delle plstiche Adesso.
L' ambiente come valore funzionale alla salute !
Essere la locomotiva d Italia non è  un vanto se vivo nel posto   piu inquinato in assoluto in Europa ! Il prezzo è  decisamente  troppo alto... va  cambiato il concetto di"benessere" così come concepito fin ora.
È  benessere... stare intasato in coda nei fine settimana sulle strade.. riempire i centri commerciali e o carrelli di cose che contengono il 30/ 50 per cento di imballi che dovremo smaltire e in discarica sempre piu piene... ?
QUESTO  MODELLO È  FALLIMENTARE ! !
 quello che il pianeta ci chiede adesso è  che le nostre azioni,. le nostre scelte, i nostri comportamenti nei confronti di esso siano improntati al RISPETTO!
 E per questo si devono mobilitare comuni.. regioni..
governi... e in primis tutti noi cittadini del mondo.

Renata

Domenica 22 marzo 2020 22:56:27

Quando finirà la guerra,
sarà una domenica mattina,
io starò bevendo il mio latte con i cereali
leggendo qualche articolo di giornale
con addosso quella vecchia camicia a quadri.
Alzerò il volume della tv
per ascoltare la notizia
e rimarrò seduta al tavolo della cucina,
da sola,
con un pugno di paglia al posto del cuore,
una lacrima sulla guancia,
le mie branchie di piccolo pesce da cui esce del sangue.

Quando finirà la guerra,
sarai in piedi, al centro del tuo corridoio vuoto,
con il tuo ultimo paziente
e avrai dimenticato la tua offerta migliore,
le rose che coltivavi sul balcone.
Un’ infermiera da lontano ti urlerà
che è finita la stramaledetta guerra
e tu rimarrai, da solo,
vestito come il primo uomo sulla Luna,
con una palla di stracci al posto del cuore,
la tua pinna di squalo giovane che perde sangue.

Quando finirà la guerra
non diremo niente,
non sapendo più come mettere in fila le parole.
Prenderò le chiavi della macchina
chiudendomi ad agio la porta alle spalle,
senza correre, senza ballare.
Ti passerò a prendere.
Salirai su,
sporcandomi il sedile con il sangue
che esce dalla tua pinna ferita,
con tutte le emozioni soffocate
nei nostri occhi pieni di morte.

Raggiungeremo la spiaggia.
Apriremo un pacchetto di caramelle alla fragola
che mangeremo annusando le onde.
E piangendo ti ricucirò con del filo da lenza
quell’enorme squarcio che ti hanno fatto
nella tua,
-che poi è anche un po’ la mia-
amata pinna.

E torneremo a stendere il telo sul sedile posteriore
al ritorno dal mare.

Cristina Taliento, medico specializzando

Domenica 22 marzo 2020 11:17:09

Buongiorno dott. Gramellini,
è un periodo duro che ha messo in ginocchio il nostro Paese. Sono un professionista sanitario di quelli impegnati in prima linea, i cosiddetti eroi. Facciamo solo il nostro lavoro. Al meglio. Certo, da noi quando uno fa il suo lavoro viene considerato un eroe si sa. Senza entrare in aspetti retorici ed antropologici, le vorrei soltanto chiedere di amplificare le mie parole. Quando tutto questo finirà (perché ce la faremo), prima di vestire da infermiera un personaggio poco di buono, insomma olgettine e compagnia cantante, chissà se qualcuno penserà alle eroine che si sono prese cura di tutti e proverà un po' di vergogna.
Grazie.

Sabato 21 marzo 2020 23:36:31

Buonasera dott. Gramellini,
da sempre seguo le sue rubriche e leggo i suoi libri. In questo momento così terribile ho dedicato un po' di tempo alla mia passione per la poesia e, vivendo con la mente e col cuore la sofferenza dell'umanità, ho scritto quasi di getto questi versi, che le sottopongo, con la speranza che li gradisca e siano utili a noi tutti, pensando anche  ad una funzione didascalica della scrittura.
La ringrazio se mi potrà dare un cenno di ricezione. Buon lavoro, cordialmente

Simonetta Loi

Speriamo di non dimenticare

Speriamo di non dimenticare che ci ha fermati  un piccolo microbo, più potente del nostro denaro, delle nostre tecnologie, delle nostre armi.
Speriamo di non dimenticare che cosa significa perdere la libertà.
Speriamo di non dimenticare quanto sia terribile per noi esseri umani non poter stringere, baciare, abbracciare.
Speriamo di non dimenticare l'angoscia che ci ha pervasi, il dolore per ogni vita stroncata, spesso sola nel momento del trapasso.
Speriamo di non dimenticare il valore di tutto il lavoro, del contributo straordinario che ogni persona fornisce con la mente, le mani ed il cuore.
Speriamo di non dimenticare chi ha fatto dell'informazione impegno per una società più civile  con correttezza e professionalità.
Speriamo di non dimenticare la tenerezza ritovata della  famiglia, l'affetto per gli anziani, la  saggezza equilibrata del loro esempio, il gusto per i giochi, gli scherzi, la gioia di essere insieme, vivi.
Speriamo di non dimenticare che I figli  vanno amati ed educati, anche al sacrificio e al rispetto delle regole e dei valori fondamentali, dei diritti e dei doveri.
Speriamo di non dimenticare la semplicità dei piccoli gesti quotidiani o  di  qualche parola incoraggiante   per affrontare  le traversie.
Speriamo di non dimenticare la bellezza di una lettura, lo scatto di una fotografia, la creazione di una ricetta, la gioia della condivisione.
Speriamo di non dimenticare la solidarietà degli sconosciuti, la generosità e il sacrificio di chi ci ha curati e che ha dovuto scegliere tra vita o morte.
Speriamo di non dimenticare la pazienza e l'impegno dei nostri insegnanti, la fatica delle forze dell'ordine, la generosità di chi ha donato tempo, denaro e conforto, anche spirituale.
Speriamo di non dimenticare il recuperato senso di patria e di  unità, senza confini o barriere   mentali ed  il rispetto per chi, in altri Paesi del mondo ci ha aiutato in questi terribili frangenti e talvolta abbiamo disprezzato.
Speriamo di non dimenticare l'importanza di tutta la cultura, la grandezza dell' arte e della letteratura che ci  illumina nella  solitudine con rinnovata meraviglia  e abbiamo potuto condividere grazie alla  tecnologia più avanzata.
Speriamo di non dimenticare il gusto della scoperta e dell'intuizione, quella curiosità che ben indirizzata,   ha fatto progredire il genere umano.
Speriamo di non dimenticare che l'acutezza del pensiero che ci caratterizza come specie, non paga, se non è accompagnata dall'onestà e che l'avidità e la folle corsa al denaro ci ha allontanati più di questo morbo.
Speriamo di non dimenticare che la  creatività del  canto e della musica, le risorse straordinarie dell'ironia ci hanno permesso di superare il dolore.
Speriamo di non dimenticare che l'aria è nuovamente limpida ed ammiriamo il cielo pieno di stelle, che i fiori stanno sbocciando e  che gli uccelli cantano le loro melodie d'amore, che è fantastico il silenzio della notte, specie in città.   Speriamo di non dimenticare che solo i valori di verità, libertà, giustizia e fratellanza potranno salvare il mondo dalla distruzione.
Speriamo di non dimenticare di" essere" e non di "avere" e che il futuro deve fondarsi su scelte rispettose di tutto il Creato.
Speriamo di non dimenticare che l'amore per tutto ciò che esiste è la strada per ricostruire un mondo nuovo dove finalmente vincerà la pace.
Speriamo di non dimenticare  la grandezza della nostra umanità.

Simonetta Loi

Sabato 21 marzo 2020 11:01:12

Buongiorno ci tenevo a condividere una piccola storia che racconta come anche in questi momenti difficili fare il proprio lavoro come azienda che lavora con le strutture sanitarie e un piccolo gesto possono contribuire.
Non le dirò né nome dell'azienda né prodotto ovviamente non mi interessa.
A inizio febbraio abbiamo assunto 5 nuove persone in totale siamo in 20 investimenti Esatto grosso importante ma avendo delle soluzioni molto innovative per i tumori non ci abbiamo pensato e abbiamo investito Grazie anche alla multinazionale che sta alle spalle e che ci permette di farlo.
I 5 nuovi ragazzi sono informazione e quindi non possono di fatto né andare sul campo tantomeno Ora ovviamente per ospedali ma anche Annulla limitata possibilità di supportare i clienti a distanza in quanto non hanno ancora fatto la certificazione che il nostro percorso di formazione ovviamente richiede dovendo dare informazioni istruzioni e training a medici e tecnici degli ospedali
Giovedì Dottor Massimo di un importante ospedale Milanese ci chiama dicendoci che non può operare una paziente di tumore la mattina dopo perché la sua medicina nucleare purtroppo è stata chiusa per qualche giorno a causa del covid 19. Ben sei le persone infettate. Mio Dio.
Il medico ci chiede se possiamo dargli uno dei nostri prodotti che permette di fare lo stesso intervento senza l'uso della medicina nucleare.
Noi siamo chiusi come uffici fisicamente ma Lavoriamo da Smart working
Ci attiviamo subito nel nostro piccolo niente Eroismo solo fatti Vediamo cosa possiamo fare
L'intervento, già difficilissimo da programmare perché le sale operatorie il personale gli anestesisti Sono pochissimi e ridotti vista l'emergenza nazionale, dicevo l'intervento è andato a buon fine
Uno dei 5 nuovi ragazzi che non è in quarantena come tanti altri di noi con il permesso firmato è andato in azienda ha preparato il pacchetto lo ha consegnato in tempo il pomeriggio prima scrivendo la bolla tutti gli elementi che permettessero poi al medico di poter usare il prodotto e anche rispettando le regole tra aziende pubbliche e private.
La mattina alle 7:30 giorno dopo una nostra collega era in costante contatto con il medico che conosceva il prodotto lo avevo utilizzato Ma comunque era bene che noi fossimo pronti nel caso avesse qualche domanda sulla tecnica di impiego cosa che poi non è avvenuta
Concludo pensando alla cassiera di supermercato che 9 giorni fa mi raccontava che i suoi due figli erano appena stati selezionati da due aziende ma che poi vista l'emergenza sono state costrette, le aziende, a sospendere l'assunzione vista l'incertezza economica di grande rilievo.
Io mi sono fermato a pensare come amministratore di una filiale che sono grato ai miei colleghi che fanno un lavoro con grande attenzione anche agli aspetti economici e anche alla solidità dell'azienda. E sono grato alla multinazionale che sempre Cerca di avere adeguate risorse economiche perché in tempi come questi, come avremmo potuto tenere 5 nuovi dipendenti che per i prossimi mesi certamente non potranno fare il loro lavoro? C'è dietro un grande rispetto della persona e dell'umano anche del pensare alla solidità finanziaria con cui portare avanti delle aziende. Il Bene passa da tutto. Spesso sentiamo parlare delle multinazionali che fanno solo i soldi sulla pelle degli altri io sono fiero che in questi casi, in questa azienda, si vive esattamente la ragionevolezza e non la sete di potere o di soldi.
Sdrammatizzando potremmo dire: se l'acqua scarseggia la papera non galleggia.
Mi scuso per la lunga email, ma ci tenevo a condividere quel piccolo bene che abbiamo potuto fare nel ns piccolo.
Buon lavoro e buon sabato
Tommaso

Venerdì 20 marzo 2020 21:37:04

Sono un suo lettore dieci anni fa ho scritto una breve cosa una mia amica giornalista voleva pubblicarmela facendo L editing non ho voluto.. mi farebbe piacere mandarglielo perché ha dei punti in comune la sua storia... se vuole mi dice dove inviarglielo. Grazie perché la trovo umano ma mai stucchevole...

Venerdì 20 marzo 2020 16:53:39

Scenario apocalittico (ma non troppo)

La pelle è di carta. Il sole la brucia, per difendermi una sciarpa di seta quando esco per le solite cose, la spesa, il cane. Gli occhi protetti da lenti sempre più buie. Sono passati due anni da quella maledetta infezione. Siamo in attesa, i giorni se ne vengono, i giorni se ne vanno, uguali, le stagioni immobili scogli da circoscrivere. Nelle strade radi passanti, con maschere e cappelli. Un'aria di latte dolce, una luce che dà sonno. L'asfalto più sporco. La pioggia, quando scende, non lava. Siamo noi la Nuova Zona, quella di Cernobyl, quella di Fukushima. Saremo anche noi, come là, meta dei turisti della morte, sopravvissuti al disastro.

Che succede, la morte si è portata via all'ingrosso, subito, decine di migliaia di vite, poi tutto si è fermato, solo il virus è rimasto, è padrone delle città, delle campagne. E di noi. Un padrone indifferente, un padrone abituato a regnare su un popolo rassegnato, informe.

Siamo in guerra, una guerra silenziosa. Da due anni. Le guerre, quelle di una volta, si combattevano sul campo, ch'era sempre lontano, e riguardavano sempre gli altri, popoli lontani, soldati stranieri, scopi che non condividevamo. Simmetriche o asimmetriche, pensavamo che non si poteva andare oltre un limite già abbondantemente valicato. Non potevamo – non volevamo – pensare a un'altra guerra, una guerra che avrebbe preso la strada di casa, la nostra.

Passeggio nell'ora del tramonto, il disco si appiattisce rosso all'orizzonte, domani sarà un altro giorno di sole. Sono col mio cane, che è felice per il muro e la palina da insozzare, qualche sagoma lontana, le auto lente, altre parcheggiate da tempo, carcasse di animali preistorici. E la vita va. Ma come darle un senso? Attendere e basta? E che cosa e fino a quando?

Mi accorgo, intanto, di perdere a poco a poco la capacità di riconoscere gli altri, o forse sono gli altri che sono cambiati. E con loro anch'io. Li guardo attraverso la paura di due anni di terrore, e la fortuna di sopravvissuto. I miei occhi e i loro, sopra la mascherina, sono fili che si aprono per scrutare la strada, attenti a impedire che qualcun altro si avvicini. Uno slalom nel nulla. Vedo il naso appiattito, la bocca sigillata, le guance imperlate come muschi, quelle delle donne più tirate e fragili. Il tronco tutt'uno con le gambe, il corpo una lamiera che si muove. La grazia non è per questi tempi. Siamo ancora uomini? Che cosa fare, che cosa fare dell'indifferenza, della paura, che cosa fare per riconoscerci umani?

Franco Berton Giachetti, Milano

Venerdì 20 marzo 2020 13:06:09

Gent. mo Direttore Massimo Gramellini,
sono una Dirigente scolastica del Comprensivo di Vertova, provincia di Bergamo, ambito 2, media Valle Seriana.
Desidero portarla a conoscenza della situazione del nostro territorio semplicemente raccontando cosa hanno visto i nostri occhi, ora che anche gli altri hanno occhi per guardare questa tragedia
Ognuno di noi potrebbe stendere un bollettino di guerra :
• Nella mia segreteria dove lavoravano 7 persone e il direttore dei servizi amministrativi, oltre a me, è rimasta una sola persona. Due di queste hanno perso il padre per coronavirus e sono in quarantena, altre due stanno accudendo i genitori anziani e ammalati e un’altra è in malattia. Una di loro ha superato un periodo critico di due settimane di forte influenza, perché così la chiamano quando il medico di base intuisce che è meglio che non si vada in ospedale, poichè la situazione sarebbe peggiore, ma ora è già al lavoro. La scuola non si ferma e dà il cambio agli altri…Anche i collaboratori scolastici sono rimasti in pochi, tanti di loro con lutti in famiglia e ammalati o in quarantena.
• Il nostro istituto si affaccia sulla casa di riposo del paese e ciò che ora si vede negli ospedali è avvenuto prima nei ricoveri di persone anziane, morte in silenzio, forse senza fare tamponi post mortem o al personale (testimonianza dott. ssa casa di riposo di Vertova al TG3 regionale del 15 marzo 2020). Nel paese dove abito, a pochi chilometri di distanza, 4500 abitanti, in una settimana sono morte 12 persone alla casa di riposo ed un totale di 20 in tutto il paese. In media i decessi erano di almeno 10 volte inferiori. Stiamo perdendo una generazione e purtroppo non è finita, ora tocca anche ai più giovani. In Cina dicono che il virus è come il vento, non si ferma…
• Tutti qui hanno paura, sono stremati dal dolore e gli appelli sono stati tanti, ma inascoltati. Il suono delle ambulanze nel silenzio della valle entra nelle orecchie, come un acufene. Sarà la mia formazione scientifica, ad indirizzo microbiologico sanitario, ma ci tengo a sottolineare che tutto ciò era prevedibile, da manuale. La curva esponenziale, contagio diffuso e poi forse il giorno in cui ci sarà il famoso picco ed ancora tanta gente si ammalerà e ci si potrà ritenere fortunati se ci sarà ancora un posto per essere soccorsi in ospedale
• Il sindaco di Nembro, mia caro amico, ex dirigente, forte e con una intelligenza straordinaria è distrutto dal dolore perché, come lui, ci siamo sentiti impotenti davanti ai nostri appelli che sono finiti nel vento. Per questo noi abbiamo chiesto a gran voce la possibilità del lavoro agile a scuola, garantendo il nostro servizio da remoto o in presenza, come noi dirigenti abbiamo sempre fatto anche in ferie o in malattia, ma questa decisione, dopo accorate e drammatiche suppliche è arrivata troppo tardi…e si continua a morire
• Potrei aggiungere tanto altro, ma ciò che desidero dichiarare a gran voce è che ciò che è successo non deve più accadere. E’ necessario ascoltare chi vive e lavora nel territorio, soprattutto nelle emergenze, anche perché le epidemie o pandemie possono ricomparire e i virus mutare…
Nonostante tutto anche il nostro Istituto sta continuando il lavoro amministrativo da remoto e in presenza per eventi indifferibili e la didattica a distanza con ogni mezzo possibile, per tenerci uniti e far sentire la nostra presenza agli alunni ed alle famiglie, malgrado il tragico momento. Il sostegno educativo è fondamentale in questo frangente dolorosissimo e per questo abbiamo attivato anche il sostegno psicologico a distanza con il nostro psicologo d’istituto. Troppi i lutti, i dolori delle famiglie e dei nostri cari alunni, immensa la fatica per continuare a credere nel futuro. Spero che tutto andrà bene, ma comunque vada, non saremo più gli stessi, forse migliori?
Un caro saluto
Dirigente scolastica
Berra Elena Margherita

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