Messaggi e commenti per Massimo Gramellini - pagina 56
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Frasi di Massimo Gramellini
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Biografieonline non ha contatti diretti con Massimo Gramellini. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Massimo Gramellini.
Domenica 26 aprile 2020 17:05:13
Domenica 26 aprile 2020 10:11:24
Buongiorno.
Circa tre giorni addietro il tg la 7 ha dato lettura di una lettera scritta in punto di morte da un anziano ospite di di una RSA; ieri sera la stessa lettera è stata citata (non so se poi letta) da lei su rai 3.
Già dalla prima lettura mi sono chiesta: a chi giova far nascere nei parenti dei tanti anziani ospiti delle RSA deceduti per il coronavirus sensi di colpa aggiuntivi oltre a quelli che già hanno, data la difficile situazione?
Mi sono anche detta chi di noi può emettere un giudizio di condanna nei confronti di persone che scelgono la soluzione dell'istituto per il loro congiunto senza conoscere la storia o la motivazione che ha indotto costoro a tale scelta.
Troppo spesso sento emettere giudizi critici in tal senso, il più delle volte tali giudizi partono da persone che hanno molte possibilità economiche che gli consentono di accudire gli anziani dotandosi di personale che li assiste, consentendo loro di continuare a svolgere la loro vita tranquillamente.
Perchè si non temo di essere giudicata egoista dai troppi perbenisti purtroppo anche laici che pensano che i "vecchi" debbano essere curati in casa forse magari dalle loro mogli mentre loro continuano a svolgere regolarmente la loro vita.
Allora credo che nessuno debba giudicare chi ha ritenuto giusto affidare il proprio caro alle cure di una struttura che potesse accudirlo adeguatamente anche consentendo al congiunto di continuare a vivere la propria vita.
Qualora qualcuno ritenesse opportuno dire qualcosa si limiti a farlo restando nell'ambito delle proprie competenze oppure si limiti a suggerire soluzioni per la cura degli anziani che siano economicamente sostenibili dalla maggior parte degli esseri umani e che garantiscano a tutti di continuare a svolgere la propria vita.
In ogni caso principalmente in questa situazione evitiamo di far insorgere sensi di colpa a chi, credo, già sia oppresso e non abbia bisogno di leggere lettere strazianti.
Mariateresa D’Angeli
Sabato 25 aprile 2020 20:51:28
Buon giorno. Solo per dire che gassman e suo figlio sono un po molto presenti. Nepotismo... anzi direi nipotismo ai tempi del covid 19... basta
Sabato 25 aprile 2020 11:31:32
Egregio Dott. Gramellini
Sul Corriere della sera del 25 aprile lei ha pesantemente e gigionicamente ironizzato su Trump.
Sintetizzo:
Lei scrive che Trump ha detto di farsi delle iniezioni di amuchina.
Trump invece ha detto: può servire farsi delle iniezioni di amuchina? Io non sono un medico e quindi lo chiedo ai medici.
Quindi lei ha cialtronescamente cambiato la punteggiatura attribuendo alla frase un significato totalmente diverso.
Però un merito glielo riconosco. Sono un lettore assiduo de La Stampa e saltuario del Corriere. Da buon torinese invidio e ammiro Milano. Lei oggi mi ha confortato: anche a Milano esistono i cialtroni. Grazie, continui così è sentirò sempre meno invidia per Milano.
Franco Cartella
Sabato 25 aprile 2020 08:13:22
Buon giorno,
mi chiamo Maurizio Meus, 64 anni, e sono un chirurgo italiano che lavora all' ospedale di Minorca dal 2005 (scelta migliore non avrei potuto fare, dopo 15 anni di ospedaliero italiano)
Seguo regolarmente il suo programma il sabato su rai 3, ora sospeso, con molto interesse sia per gli argomenti trattati che per gli ospiti, e per lei, naturalmente.
Le scrivo perché frecuentemente, come nell' anteprima del sabato scorso, intervista la sra. Fornero.
Lei pianse quel giorno, ma tanti ne ha fatto e fa piangere ancora, per me e penso per altri persona intollerabile da guardare e tanto meno da ascoltare, per cui al momento zac, mi tocca cambiare canale.
Capisco che la mia opinione conti ben poco, ma non credo di essere l' unico.
La prego faccia in modo che non debba piú cambiare canale, mi creda è un dispiacere
Ringraziandola le faccio i migliori auguri per un ritorno ad una migliore normalitá
Maurizio Meus
Venerdì 24 aprile 2020 17:27:18
Buongiorno, riporto una mail scritta al sindaco della mia città (Como)
Mi piacciono i cani e ne ho avuto uno ma sono arrabbiato con alcuni dei loro padroni.
Se si dice che noi trasmettiamo il virus a loro ed il virus è poi presente nelle urine, come è stato confermato analizzando le acque reflue delle città più colpite, perché non si può obbligare i padroni dei cani a buttare un po' d'acqua sulla pipì dei loro adorati oltre a raccogliere la cacca?
Oppure obbligarli a portarli solo nelle aree cani?
Perché loro sono stati gli unici a poter uscire in questo periodo e ora non possono fare qualche sacrificio?
Grazie per il tempo che mi avete dedicato.
Foligno Marco
Buongiorno Sig. Sindaco, si parla molto di igene in questo periodo ma ho trovato una città e i suoi giardini in uno stato pietoso.
Ho un figlio autistico ed un permesso del neuropsichiatra per portarlo al parco ogni tanto.
Ebbene i padroni dei cani, forti di essere in questo periodo gli unici padroni degli spazi comuni, hanno ridotto la città in una enorme latrina.
Frequento i nuovi giochi di Viale Varese e a fianco di altalene e scivoli è pieno di deizioni di animali.
Passeggiando per il centro bisogna fare slalom tra l'urina di cane.
È una situazione problematica normalmente per chi ha bambini, figuriamoci se si tratta di bambini con difficoltà cognitive come nel nostro caso, tutto ciò non lo ritengo accettabile in questo periodo in cui si impone la massima igene agli spazi comuni.
Come si può chiedere di sanificare i negozi due volte al giorno quando poi si cammina tra cacca e pipì tra un negozio ed un altro?
Come possono i cani condividere gli stessi spazi dei bambini che non hanno la stessa nostra malizia nell'evitare contatti con cacca e pipì di cane? (perdonate la franchezza dei termini).
Signor Sindaco chiedo di vietare di portare i cani nei giardini pubblici, inasprire multe per chi non raccoglie le feci ed inoltre obbligare i padroni a portarsi dietro una bottiglia d'acqua per buttarne un po' ogni volta che il proprio cane urina nelle zone pedonali, marciapedi e tutta l'area del centro storico.
Sig. Sindaco Lei ha il potere di farlo con una ordinanza, considerando il fatto che l'igene della città è una delle sue responsabilità.
In questo periodo mi sembra il minimo.
Ringrazio e distintamente saluto.
Foligno Marco
Venerdì 24 aprile 2020 15:22:35
Buongiorno dottor Gramellini, dopo aver letto sul sul Corriere della sera la struggente lettera di un anziano che muore in una RSA privato della cosa più importante al mondo che è l'affetto dei propri cari, una carezza, un sorriso, ho deciso di scriverLe.
Tante persone attualmente sono collocate in strutture riabilitative dopo essere uscite dall'incubo del Covid-19 per cercare di riprendere a vivere. E magari dopo 40-50 giorni di di ansie, di paure angoscie di morte, lontane dai propri cari, in queste strutture riabilitative non possono rivedere nemmeno un familiare.
Curare il corpo senza l'affetto dei propri cari spesso è fallimentare. Cosa chiedo ? Chiedo che venga stabilita una data di riapertura dei centri di riabilitazione o RSA almeno ad un parente per ogni malato., non possiamo pagare noi con l'allontanamento dai nostri cari gli eventuali errori fatti dai nostri politici. Comprendo che in Lombardia queste strutture siano nell'occhio della Magistratura ed ai politici lombardi tremi la poltrona sulla quale siedono, ma parlano di riapertura di industrie, cantieri, librerie DEVONO dirmi quando e come riapriranno ai parenti le strutture riabilitative. Forse cosi
potrò rivedere la persona che amo di più dopo "solo 60 giorni" e più. Faccio appello a Lei perchè sono convinta che comprenderà.
Il presidente Fontana reg. Lombardia non ha risposto al mio appello.
Non desidero venga citato il mio nome,
Anticipatamente ringrazio e porgo i miei saluti.
Cristina.
Venerdì 24 aprile 2020 14:02:00
Concordo pienamente con il Caffè di oggi e ricordo che oltre alla forma psicofisica del 60 enne di oggi c'è anche l'aspetto lavorativo... a 60 anni si lavora ancora, eccome. Mio marito ha 62 anni e lavora in Divisione di Malattie infettive... niente passeggiata? per fortuna che ne ho ancora 58 così oltre a curare pazienti posso anche passeggiare!!!
Venerdì 24 aprile 2020 12:06:56
Ciao Gramellini, non compro il Corrirere, ma leggo su facebook "Il Caffè di Gramellini, " sei sempre molto ironico e mi piacciono i tuoi testi, anche se a volte sei un po' troppo saputello,
Ho 71 anni appena compiuti, mi sento molto attiva e dinamica, me ne sto in casa senza troppe lamentele, mi adatto alle situazioni e accetto le regole. Vivo in un paese piccolo e i negozianti mi portano tutto a casa, mi sento fortunata perchè sto bene e ho la compagnia di mio marito. I miei figli mi hanno proibito tassativamente di uscire e io li ascolto. Spero solo che questo gruppo numerosissimo di esperti ci procurino giuste sicurezze per tornare alla normalità. Buon lavoro e ti seguirò sabato sera alla TV..
Ciao da Mariella Meroni
Venerdì 24 aprile 2020 09:12:16
Egregio Massimo Gramellini le inoltro una mia breve riflessione sul significato del 25 Aprile perché spero potrebbe trovarla interessante, vista la sua indubbia qualità come uno dei migliori giornalisti d'Italia.
Riflessione critica sul giorno della Liberazione: può il 25 Aprile consolidare il senso di unità nazionale?
La festa della Liberazione in Italia si trasforma in un tema, e in una celebrazione divisiva e deleteria, solo se si continua a giocare, volontariamente o involontariamente, sull’ambiguità concettuale e semantica dei termini fascismo e antifascismo. Infatti dall’aforisma, molto perspicace - attribuito al poliedrico Ennio Flaiano -, "In Italia i fascisti si dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti", si evince come si possa cadere facilmente nella trappola del "doppio" fascismo.
Tuttavia l’antifascismo storico si muove su un piano cognitivo e metacognitivo diverso: esso è stato infatti sia una guerra patriottica contro l’invasore tedesco, culminata il 25 Aprile 1945 con la liberazione delle principali città del Nord da parte della Resistenza partigiana (si discute tuttavia sul ruolo avuto anche per il Nord dell’esercito degli Alleati) ; sia la fine definitiva del Fascismo storico e dunque di quel Ventennio di dittatura, come dimostrò chiaramente la fucilazione di Benito Mussolini (e amante) avvenuta tre giorni dopo, intercettati prima di giungere in Svizzera una volta compresa la sconfitta dei suoi alleati nazisti. Come ha sostenuto infatti C. Pavone nel suo libro Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità della Resistenza, il fenomeno della Resistenza e della guerra per la Liberazione va letto sotto la luce di tre chiavi interpretative: quella della guerra nazionale appunto, ma anche come guerra civile e come guerra di classe. Nel primo caso ciò è dettato dal fatto che nell’Italia centro-settentrionale ci fu un governo fascista attivo (la Repubblica di Salò) che combattette con le proprie milizie contro altri italiani, i partigiani. E si combattette per la prosecuzione dell’esperienza fascista da un lato, per una nuova esperienza democratica dall’altro. Nel secondo caso non si può trascurare la forte presenza all’interno del movimento della Resistenza di una componente di ispirazione marxista-leninista, che ne fece quindi un caposaldo della lotta di classe.
Più o meno consapevolmente, ad oggi, il crogiuolo eterogeneo dell’estrema destra non accetta il risultato della guerra civile e quindi, tra richiami non troppo velati al fascismo storico e tecniche più raffinate di confusione semantica tra fascismo storico e pensiero fascista (o di estrema destra), ogni anno si prodiga per sabotare o sostituire il riferimento ontologico della celebrazione del 25 Aprile. Dall’altro lato, invece, il miscuglio di estrema sinistra, formato da marxisti, comunisti-leninisti e anarchici, accetta e prende la provocazione come un modo per ribadire la frattura dualistico-classista della società occidentale capitalistica, trasformando l’antifascismo storico in uno ideologico-militante e molto fuorviante. Ciò che invece non accetta è che il risultato della Resistenza come lotta di classe non ha portato la Repubblica italiana ad un sistema socio-politico basato su una concezione spuria di “Rivoluzione”, quanto piuttosto ad una classica ma fondamentale di liberal-democrazia, e successivamente di social-democrazia.
Insomma il 25 aprile diventa - ed è diventata - una festa celebrativa nazionale vivificante e unificante solo nel momento in cui viene concepita come l’occasione annuale per ringraziare e ricordare l’appartenenza all’antifascismo storico, e di comprenderlo ed accettarlo in tutte le sue chiavi di lettura e conseguenze. Finché ciò sarà chiaro alla maggior parte dei cittadini, tutto il resto rimarrà futile polemica mista a maldestri e stolti tentativi di revisione storica e culturale di questo giorno.
Gino Andrenacci