Messaggi e commenti per Milena Gabanelli - pagina 59

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Frasi di Milena Gabanelli

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Biografieonline non ha contatti diretti con Milena Gabanelli. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Milena Gabanelli.

Mercoledì 18 marzo 2020 13:31:09

Buon giorno. Vorrei esporle un problema che affligge moltissime famiglie in italia ma nessuno ne parla. Abito nella meravigliosa Sardegna bellissima per le vacanze ma povera di opportunità per i nostri ragazzi. Io ho un figlio che laureatosi in architettura all universita di Cagliari aveva il sogno di frequentare la Magistrale di Architettura al Politecnico di Milano. Posti 150.
Quasi un terno al Lotto. Al secondo tentativo è riuscito. Ci siamo messi alla ricerca di una camera in appartamento condiviso per studenti purtoppo con nostro grande stupore abbiamo constatato che non si trovano camere se non mettendo a correre 650-700 euro. Ora è
possibile che gli affitti non vengano calmierati ?
Possibile che in altre città vedi Torino, Bologna, Pisa si paghino anche 300-400 euro in meno per una camera? ? Gran parte degli studenti del Polimi provengono da l resto dell italia tantissime famiglie sborsano 1200 euro per far studiare i figli a Milano. Perche nessuno affronta questo problema? ? Cordiali saluti Marisa Perra

Martedì 17 marzo 2020 23:26:08

Cara Milena,
Grazie da una di quei medici, che in silenzio, domattina, rialzeranno la saracinesca del proprio reparto in ospedale. Come ben ha detto non c'e' spazio, ne' tempo, per troppe parole
Grazie per il suo supporto e per dare istanze a tutte le persone che in silenzio lottano quotidianamente contro un virus insidioso
Cordialmente
Ombretta S.

Martedì 17 marzo 2020 19:40:40

Buonasera dottoressa Gabanelli,
Scrivo per dare luce al mio caso che sicuramente in Lombardia sarà condiviso da molti;
Proprio mentre la situazione epidemiologica in Italia dava i primi segni di quello che è ora il caso covid-19, mia mamma scopriva un tumore al collo uterino in stadiazione localmente avanzata e non operabile,
Dopo lo spavento e le prime difficoltà a effettuare gli esami diagnostici riusciamo ad avere dall’ospedale San Gerardo di Monza la conferma che mia madre verrà tratta con chemio/radio a partire da questa settimana per sei settimane.
A questo punto attivo tramite un patronato la richiesta di riconoscimento di invalidità civile (Legge 104) per mia mamma così da poter usufruire in quanto figlio convivente del relativo congedo per l’accudimento di mia mamma e garantire le precauzioni necessarie ad un malato oncologico.
Ricevo la telefonata per l’appuntamento con la commissione ASL che dovrebbe accordarci l’invalidità.. dopo due giorni mi informano della sospensione di tutte le visite di medicina legale e delle commissioni mediche.
Mia mamma rimane quindi senza la possibilità di essere assistita e condotta alle cure da suo figlio.
Sia i vertici ASL e INPS mi rispondono alle mail e telefonate che sottopongo alla loro attenzione risposte disperanti rispetto al non poter far nulla di “eccezionale” e con eccezionale si intende anche certificazioni concesse sulla base dei verbali e cartelle mediche inoltrate nella domanda da noi effettuata tramite il patronato.
Siamo stati abbandonati e nessuno purtroppo sembra sollevare il problema che per essere considerato andrebbe sottoposto ai vertici governativi.
Una semplice certificazione garantirebbe sicurezza ai malati e ai parenti ma soprattutto offrirebbe maggiori garanzie al rispetto delle normative vigenti rispetto alla diffusione del Covid-19,
Delegare a terzi un malato oncologico è mai come ora un rischio che questo vuoto legislativo rende necessario ai familiari che non possono permettersi altri tipi di congedo (ferie concordate, congedi non retribuiti. .)
Grazie per il suo lavoro di informazione.
Cordiali Saluti
Raffaello Vaghi

Martedì 17 marzo 2020 09:36:25

Buongiorno,
c'è qualcuno in zona giornalisti che sia in grado di diffondere con megafono adeguato questa notizia:
https://www. punto-informatico. it/antitrust-tim-banda-larga-sanzione/
Spiegando, con i numeri su cui mostra una lodevole competenza, quanto è costato, costa, e costerà a una intera nazione il comportamento (... aggettivo...) di questo campione del "capitalismo liberista" de noantri?
cordiali saluti

Martedì 17 marzo 2020 08:43:45

Gentilissima Dottoressa Gabanelli,
sono medico in pensione, ex direttore della chirurgia toracica dell'ospedale S. Gerardo di Monza, con curriculum polidecennale presso l'Istituto Nazionale Tumori di Milano. Causa la reiterata e distorsiva presentazione di alcuni cruciali aspetti della realtà sanitaria lombarda, mi risolvo di riferirmi a Lei. Spero infatti che la "narrazione" eterodossa (tuttavia documentabile e non legata all'anedottica) che avrei in animo di esporre, possa ricevere interesse da parte Sua.
Rimango in attesa di un Suo cortese riscontro.
Voglia gradire i miei più solidali auguri di buon lavoro.
Cordialmente,
Amedeo Vittorio Bedini

Lunedì 16 marzo 2020 21:20:17

Buona sera, ho sentito il suo intervento in merito allo smartworking nel DATAROOM del 16/03/2020 a Mentana. Io me ne sono occupato 10 anni fa quando lavoravo per una importante azienda nel settore delle TLC. In questo momento è senza dubbio uno strumento indispensabile per ottemperare alle direttive del Presidente del Consiglio in merito al COVID-19. Se in futuro dovesse diventare uno strumento di lavoro, beh allora va normato. Lei come ha detto a Mentana ha sempre lavorato da casa: ma Lei lavora con P. I (libera professionista) non fa testo, come del resto tutti i liberi professionisti perchè nelle Vostre parcelle è cosiderato quanto sotto.
Il lavoratore dipendente mette a disposizione del datore di lavoro una porzione di casa sua, scrivania e sedia - che deve ottemperare a requisiti specifici - servizi igenici, riscaldamento, luce, acqua, connessione (deve avere una connessione a rete fissa con VPN) e infortunio. Io questa la chiamo logistica, che ha un costo non indifferente. Chi paga chi ci guadagna? Il prof. De Masi già negli anni '90 prospettava il telelavoro oggi chiamato smartworking. Io ho voluto fare delle considerazioni, darLe uno spunto per fare delle riflessioni in merito a questo tema. A Sua disposizione per un confronto. Cordiali saluti. Renato.

Lunedì 16 marzo 2020 13:04:32

Perché nessuno si domanda da dove è nato questo coronavirus, conoscendo la provenienza si potrebbe capire meglio il vaccino, forse. Grazie e buon lavoro

Venerdì 13 marzo 2020 16:28:58

Ma ci voleva il CORONAVIRUS per accorgerci che mancano i medici ? Eppure non si stanziano mai i denari per fare in modo che TUTTI i giovani medici possano avere la possibilita' di accedere ai corsi di specializzazione. Anche questo anno molti ragazzi laureati in medicina qui aTorino con mio figlio se nesono dovuti andare all'estero per poter lavorare ! Meno sprechi e un po' di soldi per questi giovani medici: bene per loro (che potranno realizzarsi) e strabene per i cittadini Italiani Grazie dell'attenzione e confido nel Suo prezioso aiuto. Ivano da Torino

Mercoledì 11 marzo 2020 16:05:33

Buonasera Milena, in questo terribile momento che richiede agli italiani un enorme spirito di sacrificio, un senatore della repubblica manda in onda un video vergognoso nel quale incita letteralmente gli italiani ad uscire e a riprendersi la loro vita. Qui sotto il link per visionare il filmato. grazie https://m. youtube. com/watch? v=iZFMGfuTHE0&feature=youtu. be

Martedì 10 marzo 2020 09:29:29

Buongiorno.

Sono un docente di ruolo di scuola secondaria superiore, dal 1982.

Cerco di riassumere brevemente i passaggi più importanti della mia storia personale, per poi concludere con un discorso più generale che sicuramente potrebbe coinvolgere molte altre persone, molti altri cittadini.

Nel 2013 sono stato operato all’Istituto Tumori di Milano per due tumori gastrointestinali (stomaco, duodeno e pancreas). Si chiamano GIST, sono tumori maligni e fanno parte dei “tumori rari”.
In questi sette (7) anni ho subito ben otto (8) interventi.
Il primo altamente demolitivo, e gli altri ricostruttivi, tutti caratterizzati da lunghe e dolorose convalescenze.
Dal 2015 sono seguito dal Centro di terapia del dolore e cure palliative di Genova con terapia a base di morfina, ad alti dosaggi, per via dei forti dolori e nello stesso anno mi sono rivolto al Servizio di Igiene Mentale per una grave forma di “Depressione Maggiore Reattiva”, che proviamo a curare, ma che non sempre mi consente di svolgere una vita “normale”. È una continua e giornaliera alternanza di up e down; sicuramente più down.
In questi sette (7) anni vivo una continua sensazione di inutilità e isolamento; tante volte ho pensato che se ci fosse un interruttore da premere, o una spina da staccare lo avrei fatto.
Ci si sente arrivati ad un punto di non ritorno, si tocca il fondo!
Ho sempre anteposto la scuola ai miei problemi di salute.
I tumori furono diagnosticati a gennaio del 2013, ma per non causare disagio alla scuola, chiesi, con grande stupore dei chirurghi di Milano, di posticipare l’intervento a luglio, a fine esami; questo per far capire, se ce ne fosse bisogno, la mia etica nei confronti degli studenti e dell’Amministrazione.
In questi anni ho tirato avanti come ho potuto. Stavo a casa qualche mese, poi rientravo a scuola, poi mi fermavo nuovamente e cercavo di rientrare per gli esami di qualifica e non “abbandonate i miei studenti (si, perché per noi sono i “nostri” studenti).
Tutto fino a un paio di anni fa, quando dovetti fermarmi fisso a casa, perché oltre a tutto il resto, sempre nel 2015 fu diagnosticata la “ fatigue del malato oncologico” in forma cronica, causata dall’alto grado demolitivo dell’intervento primario (chi ne volesse sapere di più può cercare in rete e troverà, nella descrizione, esattamente i sintomi che ho. Questa “stanchezza cronica” mi impedisce di fare qualsiasi cosa che richieda un minimo di forza ed energia, mi causa perdita di memoria, confusione, spaesamento difficoltà cognitive, ecc.
In questi otto anni ho sempre fatto tutte le visite collegiali a cui ero sottoposto che certificavano un’invalidità del 100% al lavoro e ovviamente mi concedevano la L104.
A settembre 2019 feci la visita collegiale presso il Ministero del Tesoro per la domanda di pensione. L’esito fu collocamento in pensione e cessazione immediata dal servizio, per grave patologia.
Bene. Sospesero subito lo stipendio e ovviamente, ad oggi, nessuna traccia della pensione.
Cinque (5) mesi senza “reddito”, adesso, sono diventati davvero critici.
La messa in congedo trasmessa dalla scuola alla Direzione Regionale è datata 4 ottobre 2019. La scuola ha fatto la sua parte, probabilmente la Direzione anche, sicuramente anche il Patronato, ma all’INPS tutto svanisce in una bolla d’aria.
Ho subito l’ultimo intervento il 3 dicembre 2019. Da allora sono “ospitato” a casa di un amico, il dott. Gianluca Catania, come successe tutte le volte precedenti.
Per fare la convalescenza (medicazioni, somministrazione di terapie, supporto morale) ; da solo non riesco a lavarmi, prepararmi i pasti, non riesco a fare più di qualche passo col cane, e basta. Non riesco a svolgere le normali attività quotidiane (lavarmi, preparare i pasti, gestire la casa, fare il bucato, stenderlo, ecc... ovviamente tutto certificato da relazioni mediche molto dettagliate).
Il problema è che ora la situazione sta degenerando. È diventata critica anche per chi mi sta “mantenendo”, non solo per le spese per il mangiare: per mangiare ci si arrangia sempre, anche con una zuppa di latte, o volendo potrei andare alle varie mense dei poveri che ci sono (ripeto, il mangiare è il male minore perché dopo gli interventi mangio davvero poco).
Il fatto grave è che a casa (la mia casa), ogni mese arriva la rata del mutuo, la rata della macchina (che tra l’altro ho messo in vendita) e tutte le altre bollette (gas, luce, amministrazione, ecc).
Non so più come farò per queste spese, nei prossimi mesi!
Gli amici mi hanno aiutato, ma non posso e non voglio certo ricoprirmi di debiti!

Credo che non sia umanamente possibile, nemmeno in un periodo di emergenza come questo, causato dal "Coronavirus", rimanere indifferenti alle questioni personali di un “singolo”.
La comunità è fatta di singoli e proprio questa emergenza ci dovrebbe insegnare quanto sia importante “gestire” il singolo, la singola persona, il cittadino per non fare danni alla comunità!
Io sono solo un docente (ex) che ha fatto dell’insegnamento la sua missione: educativa prima, e didattica dopo. Ho insegnato per quasi 40 anni in un istituto Professionale (e solo chi lo ha fatto può capire cosa voglia dire). Ad un certo punto ho sentito la necessità di una formazione diversa dalla mia disciplina di insegnamento (l’elettronica), avevo bisogno di strumenti più spendibili nel tipo di Istituto nel quale ero. Mi laureai così in Pedagogia e S. dell’Educazione per mettere a disposizione dell’utenza (studenti, famiglie e colleghi) la mia professione di Psicopedagogista. Ma non mi bastava. Frequentai un master universitario per acquisire la specializzazione in Didattica e Psicopedagogia dei Disturbi Specifici di Apprendimento. Ora potevo dire di sentirmi completo, realizzato.
In un Istituto Professione i Disturbi dell’Apprendimento sono il pane quotidiano.
Diventai referente Scolastico DSA (per gli studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento). Ovviamente il lavoro, oltre la didattica, aumentò in maniera esponenziale... di pari passo con la malattia e l’incremento delle terapie.

Nel nostro bel paese, sempre alla ricerca della riforma giusta (non si capisce però mai, giusta per chi!), dei Decreti, delle belle “parole” che spesso convincono, mi sono sentito di dover segnalare questa situazione perché immagino che molti altri lavoratori potrebbero o stanno già attraversando momenti come il mio, indipendentemente dalle cause.

Le ragioni di questo lungo ritardo nell’erogazione della pensione non le comprendo ma non so perché, non me ne stupisco!

Sempre “grazie” all’emergenza che stiamo forzatamente attraversando, ci si rende finalmente conto del lavoro che gli insegnanti stanno facendo, come del resto tantissimi altri operatori: per citare una categoria quella della sanità.
I colleghi stanno rivoluzionando la scuola per non perdere di vista il loro focus: si organizzano piattaforme on line, lezioni a distanza, tele-riunioni di coordinamento. Tutto questo ha richiesto ore, giornate intere di lavoro (non retribuite) per raggiungere l’obiettivo finale di non lasciare a se gli studenti costretti a casa, in un contesto che non è quello di assegnare “compiti a casa”, ma di vivere finalmente la scuola digitale nel senso più completo della parola, dove ci sono lezioni a distanza (in diretta o registrate), interrogazioni, e tanto altro che fa di tutto questo la scuola virtuale.

Ma sembrerebbe che quasi quarant’anni (40) di servizio non siano importanti per le Istituzioni.

C’è una falla, e se c’è dove si trova? Dove giacciono, in generale, le pratiche che non giungono mai a destinazione e a conclusione?

La scuola mi manca tanto, il mio lavoro con gli studenti mi manca moltissimo (e tengo a dire con orgoglio che avevo scelto di fare questo lavoro già all’età di 16 anni)

Quello che è capitato a me, quello che sto attraversando io, credo che non sia accettabile in una società civile, che tiene a dire di voler tutelare i suoi cittadini.

Io vivo da solo, anche se “sfrutto” la rete amicale a cui non dirò mai abbastanza GRAZIE, ma mi domando come potrebbe una persona più anziana, a capire e poi a risolvere tutti questi problemi legati alla Pubblica Amministrazione e alla relativa burocrazia.

Non so a cosa possa servire avere scritto queste riflessioni, questo sfogo, questa indignazione, questa denuncia, ma non so più davvero cosa fare.

Forse, rivolgermi alle Istituzioni, ai giornali e ai canali di informazione, anche quelli on line potrebbe attirare l’attenzione, risvegliare gli animi, oppure far arrivare questa segnalazione nella sede opportuna.
Concludo così, senza una vera conclusione.

Ringrazio di cuore per l’attenzione e il tempo dedicatomi.
Fabrizio Mazzola - Genova

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