Ultimi commenti alle biografie - pagina 3668

Domenica 8 marzo 2020 17:28:40 Per: Maurizio Landini

Sono un'infermiera iscritta all'Ordine degli Infermieri di Bergamo. Per diverse ragioni attualmente non esercito ma, non è di questo che voglio parlare. Mi sono presentata così solo per informare la persona che sta leggendo questo mio messaggio (il Sig. Landini, io spero) che so di quello di cui dirò tra breve. O meglio ne so tanto (cosciente di sapere sempre comunque poco) per non sottovalutare ciò che sta accadendo in Lombardia, Bergamo e non solo, riguardo la situazione della diffusione del Coronavirus.
Ho appena finito di avvisare tutti i miei contatti telefonici della grave situazione. Per quel che mi riguarda, come è ragionevole che sia, dopo tre giorni di confusione e tentativi di capire cosa sta succedendo dentro e intorno a me, è arrivato il tempo di reagire sul serio. È per questo che scrivo ciò che sto scrivendo.
Come è noto il virus è in mezzo a noi. Due settimane fa c'è stata la chiusura totale della Scuola in Lombardia. È lì dove ora lavoro come Assistente Amministrativo. Faccio parte del personale A. T. A. Proprio in questa settimana ho cominciato ad intrattenere contatti tramite Whats up con i miei colleghi e, ad un certo punto uno di questi mi gira un audio anonimo dove una voce sommessa di donna mandava questo appello, che io NON APPROVO e nell'uso di certe espressioni e nel modo, ma che comunque si capiva chiaramente che era un appello di una lavoratrice che cercava di aiutare a modo suo qualcun'altro, di cui i punti salienti sono i seguenti:
“ospedale di Ponte non ha usato precauzioni per dieci (10) giorni, se non isolare in Pronto Soccorso chi aveva sospetti... arrivati esiti dei tamponi ha cominciato a ribaltare i reparti assemblando, smistando il personale, dandoci adesso le mascherine, dopo dieci (10) giorni, che stavamo a contatto con pazienti di m... e con pazienti almeno nel mio reparto con febbre alta … che ci sono ieri sera diciassette (17) positivi a Ponte. Fai firare la voce. Chi non ha bisogno prettamente di Ponte di non andare a Ponte... prima che lo faccia qualcuno... parlano solo di un caso a Ponte. Il Sindaco ha emanto una ordinanza con un (1) caso e ieri sera erano diciassette (17). .. non sono tutti gravi ma ci sono dentro dei gravi... ”
La mia prima reazione ad un messaggi del genere è stata quella di indignazione verso il termine che aveva usato quel “paziente di merda” mi accapponava la pelle e, ho scritto al mio collega che mi aveva girato il messaggio che la signora non doveva esprimersi in questo modo. E lui, il mio collega, in modo “ingenuo” mi ha risposto che i pazienti non dovevano andare al Pronto Soccorso. E io di prima reazione gli ho risposto che comunque siamo tutti nella stessa barca e che era criminale la Direzione che permetteva una cosa del genere.
Durante quella notte mi tormentarono sogni che ora non ricordo. Il giorno seguente, visto che ero a casa in ferie, programmate già da prima che scoppiasse il caos, ho deciso che la cosa migliore da fare era quello di informare l'Autorità pubblica di quel che poteva essere successo in quell'ospedale. L'idea che tutti queste persone contagiate curate senza DDP per così tanti giorni mi torturava. E poi i messaggio non parlava di quarantena per gli operatori sanitari, ne dei parenti.
Così ho contattato telefonicamente la ATS di Bergamo. Sono stata un bel po' al telefono, sballottata da un numero all'altro. Poi sono approdata ad una Dottoressa, che tra le altre cose io avevo conosciuto nella mia attività di infermiera proprio sul territorio, nella vecchia USL n. 28. Sì però la dottoressa non c'era, era in riunione. Così ho dovuto richiamarla e, richiamarla e, richiamarla. Ecco al terzo tentativo la trovo e le spiego quel che mi era successo. Le parlo anche del fatto che avevo sentito parlare una mia collega attuale che aveva ricoverato la madre in quella clinica per un intervento chirurgico programmato già da tempo e che però il medico esortava i famigliare di “portare a casa la paziente perchè c'era il reparto pieno di Coronavirus”. Nessuna parola di un eventuale contagio. Ne di ulteriori eventuali misure di cautela o di quarantena per la paziente e/o i familiari. La Dottoressa non mi ha riconosciuto. Con un sorrisetto mi ha risposto che comune “dimettere i pazienti asintomatici fa parte dei protocolli”. Alla domanda: “allora lei mi assicura che a Ponte stanno seguendo tutte le procedure? ” risposta: “Che ne so io? Non sono mica a Ponte”. Con voce incredula insistevo per fare capire la gravità della cosa. Certo se fosse stata vera. Ma non bisognava tralasciare nulla in questi casi (secondo me). E lei su mia insistenza: “allora si rivolga all'URP! ” soggiunse con voce scocciata.
Tralascio il resto. Comunque chiudo la telefonata e mi metto a riscrivere il messaggio. Non riuscivo ad allegarlo alla e email. Mentre lo trascrivevo continuavo a ripetere dentro di me: certo che se è così è grave, ma forse non è vero, è una fake; certo che se è così è grave, ma forse non è vero, è una fake. Così ho scritto all'URP dell'ATS, al protocollo della ATS e al sindaco del comune di Ponte San Pietro. Fatto ciò non ero ancora tranquilla. Poteva essere che qualcuno poteva insabbiare tutto e allora, tutto il nostro territorio dell'isola bergamasca era in pericolo... allora.. ho scritto ad altri sindaci della zona.
Risultato: ho ricevuto un comunicato stampa dove si avvertiva che giravano “messaggi falsi sul nostro nosocomio. Non corrispondenti al vero. ….. dal messaggio, la polizia postale, poteva rintracciare l'autore … PUNITO PER PROCURATO ALLARME. ” In modo ingenuo ho riscritto al firmatario del comunicato che riportava oltre che al nome anche una sigla di un sindacato confederato: cisl. Ho risposto dicendo che io avevo il messaggio sul mio telefonino, ho lasciato il mio numero di cellulare, e insieme potevamo verificare chi aveva mandato quel messaggio... e se non era vero. Poi mi sono accorta che mi ero rivolta al collega della CISL invece era stato il sindaco che mi aveva girato di sana pianta il comunicato, quasi a mo' intimidatorio. Non ho avuto paura. Ho girato lo stesso messaggio ancora a lui chiamandolo per nome. Senza risposta.
Gli altri sindaci non hanno risposto. Però... Ho ricevuto, come da me richiesto, il numero di protocollo.

Lo stesso giorno ricevo sempre tramite W. U. Un messaggio vocale., mi è stato girato da mia sorella. Era l'appello di una Dottoressa di urologia, che lavora in un ospedale di Parma, parente della sorella di mio cognato.
Il messaggio nei suoi punti salienti:
“Mi raccomando... è una cosa grave... non è come ci dicono in televisione. La cosa è più grave di quello che ci vogliono far credere... Ho smontato ieri sera con gli occhi fuori dalle orbite... hanno messo tutti i pazienti ammalati di polmonite in urologia e in altri reparti. Ora anche noi facciamo i turni in Pronto Soccorso... la cosa è grave... capisci che hanno messo gli urologi a curare la polmonite... e cosa ne può sapere un urologo di una polmonite.. non abbiamo nemmeno tutta la bardatura che ci serve.. non abbiamo i mezzi di protezione. Mi raccomando tieni i tuoi figli a casa... luoghi all'aperto sì ma, scordati supermercati o posti affollati... l'ho detto anche ai miei per almeno un mese di stare in casa... Andrà a finire che cureremo solo quelli che riusciremo... la mortalità si alzerà perchè non riusciremo a curare tutti... Io farò quello che posso.. fin quando posso... spero non ammalarmi anchio... fin che posso vado avanti poi vedo.. ”

Riporto altri due messaggi che mi sono arrivati da una collega infermiera dell'HPG 23, l'altra sera:
“Qui oggi la situazione è veramente drammatica. L'appello disperato che mi sento di dare a tutti voi è di stare in casa il più possibile per evitare la situazione del virus. Siamo al collasso. Aiutateci on non saremo più in grado di garantire l'assistenza” il messaggio è accompagnato da un memo dell'omino che piange.

E ancora

“Maffy abbiamo fuori da pronto le ambulanze che suonano perchè hanno su i pazienti che non respirano. Ce ne sono tante che non riusciamo a farle entrare... ”

Mi è arrivato anche un messaggio video del Professore Stefano Benussi (ASST Spedali Civili di Brescia – Unità di Cardiochirurgia), il suo è un appello molto lucido e preciso di ciò che bisogna fare... Anche lui afferma che la situazione è molto difficile...

Chi legge questa lettera per favore Ti supplico di fare qualcosa per fermare tutto questo.
Noi operatori sanitari sappiamo cosa vuol dire morire di polmonite senza assistenza respiratoria, e sappiamo cosa significa vedere e lasciare morire le persone in questo modo.

IL MIO E' UN APPELLO! Non possiamo far finta di niente. Continuare la nostra vita come nulla fosse. Non possiamo pensare che tutto ritornerà come prima. Nulla sarà più come prima.
Mi sono scervellata pensando a cosa potevo fare io, in tutta questa sporca faccenda. Così oggi ho fatto girare in W. U. Il messaggio del Professor Benuss. L'ho girato a tutti i numeri anche quelli che non riconoscevo o non sentivo da tempo.
L'ho fatto perchè il mio codice Deontologico me lo impone. Mi sono fatta forza di questo, altrimenti non mi sarei mai esposta così tanto e, non avrei scritto questa lettera.
Rimangono comunque nel mio cuore e nella mia mente molte altre considerazioni. Prospettive. Progetti per poter fronteggiare questo “nemico”. La metafora della guerra non è mai stata nelle mie corde. Ma sembra che le persone, le organizzazioni, gli istituti governativi regionali territoriali riconoscano solo quella.
Nel mio io cerco di mettere in pratica la massima:
non chiederti quello che il tuo paese possa fare per te ma, quello che TU puoi fare per il tuo paese”.
Non dobbiamo avere paura del panico. É una balla. Questa sì che è una fake. E' da secoli che l'uomo lotta e vive con la paura. Bisogna imparare a gestirla. Non sempre si riesce. A volte sì e dobbiamo incentivare quelle. Certo ci vuole qualcuno che ci mostri come fare.
In particolare Tutta e dico tutta la classe medica è chiamata, in questo momento ad uno sforzo mai visto prima. Tutti devono fare la propria parte.
E sindacati? Dove sono i sindacati?
Settimana scorsa ho chiesto di poter stare in ferie questa settimana (quella del 9 marzo), prima avevo chiesto alle colleghe del mio ufficio se a loro poteva andare bene. Simo in ufficio in quattro, a volte in cinque persone. Mi è stato risposto che no... perchè c'è “il protocollo”. In un'altra situazione, forse in un altro mondo questa mia lettera poteva intitolarsi “Bergamo, la Lombardia, l'Italia... dei protocolli! ”

Margherita Tasca
via ------- 8
24040 Bonate Sopra – Bg
cell 339 -------

Da: Margherita Tasca

Domenica 8 marzo 2020 17:19:02 Per: Bruno Vespa

Egr. Dott. Vespa,
ora che che l'incontrollato esodo dal nord ha portato tante bombe di corona virus in tutti i paesini e città delle nostre regioni meridionali, mi chiedo come faranno le nostre stutture ospedaliere inaguate a far fronte a tutte le emergenze che ci saranno. Mi chiedo perchè non abbiano prima bloccato i trasporti e poi la Lombardia! ? ! Mi chiedo perchè i nostri politici, non abbiano previsto e prevenuto questo disastro! ? ! Non era difficile indovinare come si sarebbe comportata la gente, considerati i casi di fuga dal nord verso il sud, di qualche giorno fa, da parte di persone in quarantena irresponsabili e menefreghiste verso gli altri. Ed ora che misure precauzionali saranno prese? Queste persone vengono messe in quarantena obbligatoria? E come saranno controllate? Perchè questo errore che peggiorerà notvolmente la situazione?
Complimenti per la trasmissione.
Altissima stima.
Annamaria Salsano

Da: Annamaria Salsano

Domenica 8 marzo 2020 17:18:05 Per: Giuseppe Conte

Buona sera,
le scrivo queste poche righe per richiamare la sua attenzione ai giovani deficienti (deficiente: colui che ha deficit o mancanza) che sabato sera hanno affollato i pub, i ristoranti e le piazze di San Lorenzo ed altri quartieri di Roma. Siccome ci sono dei servizi con delle riprese fatte, è pregato di fare qualcosa, verso di loro (faceva veramente schifo vederli incuranti di ciò che sta succedendo) e verso il locali che non hanno pensato minimamente di rispettare i protocolli emanati da lei. Per favore, altrimenti tutto ciò che stiamo facendo è inutile.
Grazie, Barbara Galli.

Da: Barbara

Domenica 8 marzo 2020 17:11:46 Per: Giuseppe Conte

Buona sera, le scrivo dallAbruzzo.. Terra di fabbriche, turismo e commercio... La situazione sta precipitando e se non correte ai ripari collassera.. Io lavoro in unagrande fabbrica del gruppo fiat.. Orgogliosa di lavorare per questo grande gruppo... Ora noi siamo una realtà di 7000 persone più tutto l'indotto... Operai che provengono dall Abbruzzo, dal Molise dalla Puglia, dalla Campania senza considerate ditte in visita o per altri lavori... Che sinceramente non posdo conoscere.. Ora vorrei porle il problema del contagio... Essendo una realtà molto grande il problema è serio e reale... Se si chiudono le scuole ma noi siamo in fabbrica a calcato uno sull'altro sulle catene di montaggio mi di montaggio. Mi dice come facciamo a usare il metro di distanza o come facciamo a sapere se l'operaio che abbiamo accanto non è stato contagiato.. Come facciamo a lavorare sereni.. Pensando che potremmo. Portare a casa il virus.. Non è secondo lei un pericolo enorme... Una catastrofe.. Per favore fate qualcosa... Fermiamoci per poter ripartire più forti di prima.. Tutti a casa.. Grazie

Da: Silvana Colangelo

Domenica 8 marzo 2020 17:10:19 Per: Adriano Celentano

Adriano, sono ancora io, Elio, ciao,
ho seguito il programma su Rai 1 “Una storia da cantare” con Ruggeri e la Guaccero, il programma mi è piaciuto, mentre quello su Mina, meno. Tanti particolari della tua storia, non li conoscevo e, credimi, mi ha fatto piacere conoscerli. Riascoltando con immenso piacere per l’ennesima volta “Azzurro”, mi son tornate alla mente le stesse sensazioni che descrivi nel brano…”sembra quand’ero all’oratorio, con tanto sole, tanti anni fa…” Anch’io, a quei tempi ero all’oratorio la domenica, ed anch’io come te, mi annoiavo. Mentre gli altri amici giocavano a pallone sul campo impolverato, io camminavo su e giù trangugiando un ghiacciolo dopo l’altro e un paio di granite, aspettando la mezz’ora di dottrina alle quattro, poi la benedizione nella chiesetta piena di incenso, per poi andare nella piccola sala cinematografica per vedere un film di Gianni e Pinotto, o di Tarzan o di Cow Boys…Solo molti anni dopo ho capito perché allora tutti, urlando, tifavano per “i nostri” mentre io, in silenzio, mi sentivo amico degli indiani. Mi ricordo le scene del bacio nei film di Totò, che venivano sistematicamente censurate con grande urlo degli spettatori, e di quando si apriva la porta, gettando un fascio di luce nella sala e il don urlava: “chi deve andare a messa, esca subito! ”.
Certo era strano quel modo di indottrinarci, con quel inculcare il catechismo con una successione di risposte e di frasi da imparare a memoria, eppure non rinnego nulla di quel tempo, anche se in modo distorto, quei tempi sono serviti a formarmi una coscienza di fede che poi certamente è maturata con una diversa consapevolezza, ma che sicuramente non è stata inutile.
Spero che questi brutti momenti attuali, ci lascino e che possiamo tutti ritornare a vivere, nell’attesa ti saluto nella speranza di rivederti e sentirti dal vivo nuovamente alla tv.

Da: Elio Bianchi

Domenica 8 marzo 2020 17:07:24 Per: Giuseppe Conte

Caro presidente le scrivo in qualità di cittadina italiana e spero vivamente che mi possa leggere... vedendo la triste situazione e capendo purtroppo che il peggio deve venire credo che se non si prenderanno misure serie come quelle prese in cina la situazione sfuggirà sempre più al controllo, ragion per cui chiedo se è possibile, che lo stato stanzi per ogni famiglia una quota di un 600 euro mensili per poter far fronte alle spese necessarie e chiudere cosi anche i luoghi di lavoro dove per forza di necessità si ha contatto con molte persone, parlo di posti come bar ristoranti, centri commerciali esercizi pubblici ecc... non so se parlo di un utopia ma credo proprio che chiudendo solo le scuole la situazione non cambi di molto... cordialmente una cittadina italiana

Da: Giusy

Domenica 8 marzo 2020 16:36:40 Per: Massimo Gramellini

Sconfiggere COVID-19
Ho osservato con attenzione l'evolvesi della crisi legata al COVID-19 in Cina, ciò che sta accadendo qui da noi e, con qualche ritardo quanto si registra nel resto del Mondo. Penso che sia sufficientemente chiaro da tutti gli angoli di osservazione possibili che, per contrastare efficacemente/rapidamente la diffusione del virus in Italia, si debba fermare il Paese per almeno un mese, tranne la sanità ed alcuni servizi essenziali. Esattamente ciò che facciamo d'abitudine ad Agosto con le ferie. Quindi, quando si dice che non possiamo fermare il Paese per un mese, perchè sarebbe la catastrofe economica, ciò non risponde al vero, sennò avremmo una catastrofe all'anno. Invito a considerare la possibilità di fare un mese di ferie-forzate ora, per uscire dall'incubo COVID-19, lavorando eccezionalmente ad Agosto 2020 per pareggiare i conti del PIL. La certezza di essere ancora vivi e vittoriosi in una sfida così drammatica come quella attuale, non mancherà di offrirci in prospettiva nuove possibilità di vacanze liturgicamente celebrate in Agosti futuri.

Dr. Sergio Bernardi
C. so ------- 10, 10139 Torino

Da: Sergio Bernardi

Domenica 8 marzo 2020 16:18:43 Per: Giuseppe Conte

Buongiorno Presidente, a titolo informativo come mai Blupanorama in questo momento sta imbarcando passeggeri Lombardi in partenza per il Messico?

Da: Andreina

Domenica 8 marzo 2020 15:58:30 Per: Giuseppe Conte

A questo punto perché non istituite il coprifuoco come al tempo del fascismo, giacché le restrizioni che avete intrapreso non lasciano libertà di persona?
Saluti

Da: Michelangelo De Rosis

Domenica 8 marzo 2020 15:50:15 Per: Giuseppe Conte

Egregio signor Conte, purtroppo tutti questi sforzi non porteranno a nulla... tutti a preoccuparsi della perdita economica che c'è i ci sarà se non facciamo qualcosa di estremo.. dovremmo bloccare l intera nazione per 20 giorni bloccare scuole lavoro trasporti tutto! ! obbligare tutto il popolo ad una quarantena obbligatoria, reclusioni forzate in casa! per strada solo forze dell ordine e per chi dovesse avere sintomi o necessità medica sanità a domicilio. In 20 giorni si risolverebbe tutto. invece abbiamo ospedali invasi gente che dalle zone rosse parte verso il sud x creare una contaminazione infinita. Ridateci il nostro Paese non aspettiamo il peggioramento di questo passo ci ammaleremo tutti.

Da: Sign.Ra Marchese