Ultimi commenti alle biografie - pagina 5380

Martedì 25 giugno 2013 18:30:56 Per: Enrico Letta

Ci risiamo, le proposte per incentivare le assunzioni riguardano solamente i giovani e non quelli che in 20 anni di malgoverno non sono riusciti a trovare un lavoro che avrebbe loro consentito di crearsi un futuro, una famiglia e non sentirsi emarginati e di conseguenza essere costretti ad emigrare per riacquistare la dignità e non dipendere dai propri genitori.

Ogni volta spero che qualcuno si ricordi di queste persone che, però, vengono sempre escluse da ogni manovra.

Mio figlio, disoccupato, invalido civile, da 10 anni iscritto nelle liste protette, è riuscito a lavorare sporadicamente e con contratti a tempo determinato, nel 2012 ha lavorato due mesi part-time come addetto alle pulizie con uno stipendio che non superava i 500 euro mensili.

Geometra, operaio specializzato in carpenteria metallica, ha lavorato anche in una ditta Termoidraulica e in tanti posti e con mansioni diverse e quant'altro è riuscito ad ottenere, sempre con contratti a tempo determinato.

E' arrivato a questa considerazione: non riuscirà nel suo paese ad ottenere quello che ogni cittadino di buona condotta in altri paesi ottiene UN LAVORO.

Ma secondo Voi è necessario essere tossicodipendenti o aver commesso qualche reato per essere reinserito in società - visto che è quello che succede.

Non ha mai avuto diritto alla disoccupazione mentre gli zingari che sporcano, non pagano tasse, chiedono soldi in ogni angolo di strada approfittando dei bambini, hanno sussidi da parte dei Comuni.

Secondo Voi non sarebbe ora di estendere gli incentivi per assunzioni di queste persone che hanno superato l'età di 30 anni?

Grata per una Sua cortese risposta.



Rita Sanna

Sassari

Da: Rita

Lunedì 17 giugno 2013 06:12:15 Per: Beppe Severgnini

Buongiorno Signor Severgnini,
Ho visto ieri sera l'intervista sulla televisione della Svizzera italiana.
Solo un piccolo appunto: visto che si scandalizza sulla velocità delle auto con targhe svizzere sulle strade italiane e visto il rimprovero, Lei ha idea del numero di italiani residenti in CH? Forse no...
Cordiali saluti e buona continuazione.

Da: Pascale

Lunedì 17 giugno 2013 00:40:16 Per: Alberto Sordi

ma come fece alberto sordi a debuttare in tv rai nel 1946 se la tv rai italiana ha cominciato le sue trasmissioni sperimentali nel 1953 .io che sono del 1944 me lo ricordo bene,in altre biografie ci sono un po' di errori.

Da: roberto cionini

Mercoledì 5 giugno 2013 11:57:12 Per: Giulia Bongiorno

Buongiorno Dott.ssa, Le scrivo prima di tutto per complimentarmi con lei per la sua forza e determinazione. La mia vita come la sua è stata sempre in salita e sempre impegnata a dimostrare quello che valevo, e mi creda spesso è stato molto difficile. Tempo fa leggevo un'articolo di giornale dove Lei elencava delle regole essenziali per essere sempre presente e efficace nel coordinamento del proprio team. Il mio lavoro è quello di un impiegata di Banca con mille sacrifici alle spalle. Le scrivo per chiederle cortesemente un supporto di questo genere. La ringrazio anticipatamente.

Da: Isabella

Martedì 4 giugno 2013 23:44:35 Per: Alessandra Mussolini

Ciao Alessandra, una amica ha bisogno di aiuto per l'affidamento di sua figlia, il giudice ha disposto una ctu.
Il ctu è amico dell'avvocato della controparte e stanno tramando contro di lei, conosci il sistema vince chi ha i soldi e purtroppo lei non ne ha..... la bimba a 4 anni.
Grazie Max

Da: max

Sabato 1 giugno 2013 19:04:50 Per: Fred Bongusto

Desideravo sapere se.si è trasferito anche lui come Jula De Palma e Mina all'estero.
Sono un suo vecchio ammiratore, prossimamente ne contero 88,e mi farebbe piacere saperne qualcosa di più.
Ieri, ascoltanto un suo vecchio successo mi sono sentito più giovane di tantissimi anni.
Auguri e grazie per averci acvcompagnato durante la nostra giovinezza

Da: Giorgio Lublanis

Sabato 1 giugno 2013 03:24:09 Per: Little Tony

Ciao Tony.

Ho saputo all'improvviso la notizia della tua scomparsa. Non sapevo che stavi così male. Per me e stato come ricevere una Spada nel Cuore. Appunto la mia canzone preferita.

Ho tanti motivi per ringraziarti in tutto quello che hai rappresentato per me.

Uno : nella mia infanzia ho avuto la fortuna di ascoltare la tua musica.

Due : Grazie a te che ho conosciuto la musica del più grande artista di tutti i tempi, cioè Elvis Presley e ne sono diventato un fans propio come te.

Tre : Ho assisstito a molti tuoi concerti nei quali dimostravi tutto il tuo valore cantando dal vivo.

Quattro : Sono un Aquario, tifoso della Magica Roma e appassionato della Ferrari come te.

Cinque : Ho avuto la fortuna di conoscerti negli anni ottanta quando facevo il benzinaio, e ho avuto l'onore di fare il rifornimento di benzina alla tua Ferrari.

Sei : Hai dimostrato con i fatti che sei stato e lo sarai per sempre una persona vera e sincera !!!

Ora ti saluto, Elvis ti sta aspettando. Ancora Grazie di tutto. Tuo amico per sempre :

Palmieri Roberto.

Da: Roberto

Martedì 28 maggio 2013 15:08:41 Per: Enzo Miccio

enzo sei unico e inimitabile, il nuovo arbiter elegantiarum!

Da: laura Alineri

Martedì 21 maggio 2013 10:22:04 Per: Guglielmo Epifani

Mi rivolgo a Lei Guglielmo Epifani, dopo aver apprezzato i suoi recenti interventi a sostegno del Lavoro e di una Politica meno lontani da una popolazione fortemente tradita su ogni aspetto: etico e socio-economico.
Le scrivo per un tema che mi tocca profondamente, insieme a milioni di italiani, su cui si continua a far finta di nulla. Come tanti sto vivendo il dramma, nel senso opposto agli esodati, per la pesantissima “riforma-prigione” pensionistica e del lavoro, affossando tanti onesti cittadini anziani che, come me, hanno già versato doverosamente il proprio contributo al Paese. Sarei dovuto andare in pensione due anni fa ma, pur con oltre 37 anni di provante professione come operatore sanitario, sarò costretto senza scelta a prolungare il lavoro per altri sette lunghi anni. Lo scempio della “riforma” è tra lo sgomento di molti, mentre il malessere sociale diventa sempre più incontenibile per aver calpestati la dignità del lavoro e la Vita.
Contro i Diritti Umani si è adottata una tirannia finanziaria, dato che ci si mette un attimo a legiferare mostruosi tagli lineari sui più deboli e la previdenza, ma una vita per non attuare ad esempio la decantata crescita, la riforma della Giustizia e quella Elettorale, nonché l’eliminazione totale degli sperperi giganteschi della politica e del suo indotto.
Desidero dunque sottoporre alla Vostra attenzione la mia testimonianza diretta sull’immane dramma di Pensioni e Lavoro (in calce). Un'analisi sociologica propositiva su ciò che si sta consumando nella nostra Nazione e su cui urge un rimedio che interpella le Istituzioni, la Società, la Previdenza presente e futura.
Continuerò la mia lunga umana battaglia (forse più grande di me quanto lo è ancora il silenzio tombale circostante), convinto che ciò contribuisca a favore della Persona nel valore più alto, attraverso il quale si contraddistingue la Civiltà e la Politica di un Popolo.
Rivolgendomi alla sua autorevole sensibilità e ringraziandoLa infinitamente, nell'attesa di una concreta risposta e sostegno a questo dramma, invio un cordiale saluto, Alberto Pellè. E-mail [email protected]

IMPRIGIONATI A VITA DALLA “RIFORMA-GENOCIDIO” PENSIONISTICA E DEL LAVORO

Tra disoccupazione e precariato, esodati, chi perde lavoro né lo ritrova, c’è anche chi dopo sette/otto lustri vorrebbe ma non può lasciare l’attività lavorativa, vedendo traditi i valori più cari quali il sogno di libertà conquistata e la vita. Si è giunti così a una previdenza che, pur in attivo ma deviando la ricchezza, continua nell’innalzamento scellerato dell’età pensionabile anche contro chi, senza scelta e senza essere causa di sperperi, stava lì lì per maturarla, avendo eliminate anche le pensioni di anzianità dei 40 anni di servizio.
In “Senza Pensioni” gli autori tracciano un Paese con una spesa pensionistica impropriamente usata anche negli ammortizzatori sociali. Oltre alla scarsa crescita economica e demografica, unitamente allo sbilanciamento tra entrate e uscite della previdenza, s’inizia a lavorare più tardi. Stipendi e pensioni non sono commisurati al costo della vita, e pagarsi una previdenza aggiuntiva è assai difficoltoso.
Si è adottato con l’accetta mostruosi tagli lineari su pensioni e lavoro, più che ricorrere ad altre entrate e a sensati rimedi. Questione di priorità, mentre, nel “tamtam della crisi”, non si colgono le cause che da anni portano in rosso, come le costose opere insostenibili e la dissanguante regola del mal costume. Si va dalle spese pazze istituzionali (soprattutto nel suo indotto) sottratte da nuove tasse e dai servizi al cittadino che si dice di voler rappresentare, al pensionato INPS più ricco d’Italia con 90.000 € al mese, a differenza ad esempio degli insegnanti plurilaureati con 1.000 € mensili.
Si è ora giunti a un embargo contro i comuni pensionabili con monologhi agghiaccianti quali: “Il risparmio sulle pensioni serve per salvaguardare il futuro previdenziale dei giovani”, quando non si dà loro futuro e al contempo si sottrae quello conquistato agli attuali anziani imprigionandoli a vita. Si sostiene che “non si possono dare pensioni per quaranta anni lavorandone trenta”, come se andando in pensione dopo sessanta/ settant’anni si vive in genere altri quaranta, a dispetto delle statistiche, della qualità della vita, del buon senso e dei contributi versati spesso in lavori di una vita poco gratificanti. Nel frattempo si stanno sacrificando gli attuali onesti anziani che saranno forse l’ultima generazione a lavorare per 45/50 anni. In un lampo sono stati scippati i sacri valori conquistati in sessant’anni e quasi nessuno fa niente! Anche di fronte a gravità quali: lavori usuranti e chi ha delle patologie, personale ridotto e anziano, servizi e orari aumentati a fronte di stipendi decurtati, tagli alle risorse pur aumentando le tasse, caos collettivo nella difficile offerta di servizi ormai al collasso, piattume, maggiori malattie psico-fisiche e costi socio-familiari che ricadono nella collettività. Così gli anziani di oggi dovranno continuare, se riescono in queste condizioni inumane, a lavorare “gratis” altri lunghi anni per poi percepire, con i nuovi drastici sistemi, pure una pensione decurtata del 40% e più vicina alla “speranza di morte”, visto i tagli e l’età pensionabile (la più alta al mondo) verso i settant’anni. Ci sarà infine chi con 45/50 anni di servizio percepirà ad esempio 900 € al mese di pensione al pari di chi ne ha lavorati quindici, a differenza degli attuali pensionati che, a parità d’impiego e con 35 anni di contributi, percepiscono 1.500 € al mese. Dopo aver lavorato una vita, i tre colpi di grazia: schiavitù, miseria e corta vecchiaia.
Questo il turno degli anziani di oggi. Questa la riforma del lavoro e delle pensioni nel motto della “equità-crescita e del risanamento". Quando oltre ai suicidi, alle numerose aziende che chiudono giornalmente, agli esodati, al precariato, all’articolo 18, all’aumento delle tasse e dei tagli, delle diseguaglianze e della povertà, nell’immane sofferenza si è trasformato il lavoro comune in una prigione da cui ora né si può uscire né entrare. Si è legittimato il tradimento contro l’economia equa e i valori inalienabili in un silente lento genocidio. Una “moderna guerra” in nome del “debito pubblico”, che aumenta... Drammatici in ogni caso, in termini economici nonché in servizi e vite spente, gli sviluppi per i tagli nel breve e lungo periodo, unito allo sprofondare del Benessere equo e sostenibile (Bes). Lo scempio della “riforma” è tra lo sgomento di molti, mentre il malessere è sempre più incontenibile.
Non sono le doverose tasse il dilemma principale (specie se distribuite equamente e con adeguati servizi), o gli ammortizzatori sociali e quant’altro (se non sottratti alla previdenza), ma il vero dilemma è l’andare contro la dignità del lavoro e la Vita. Non è accettabile un sistema al contrario, dove gli ultimi a beneficiare e malamente della previdenza sociale sono proprio coloro ai quali è rivolto e per cui è nato il sistema pensionistico. Là dove si trasformano in capri espiatori quanti lavorano e pagano i contributi, o si premi chi comincia a quarant’anni il lavoro, togliendo ciò che appartiene agli anziani affamandoli nella fase più vulnerabile della vita.
Occorre usare correttamente e in modo decisamente più sostenibile le risorse socio-economiche, più che iniziare dalla coda e sterminare le tutele sociali presenti e future, ed è necessario rivedere o liberalizzare i contributi previdenziali, far scegliere il prolungamento o riportare l’uscita lavorativa a quota 96 (anni d’impiego più l’età anagrafica), per incentivare la crescita, l’occupazione giovanile, le aziende, l’economia, ridare etica e dignità alla persona.

Da: Alberto Pellè

Lunedì 20 maggio 2013 11:32:16 Per: Michele Ferrero

Buongiorno, ho bisogno di contattarla per un mio problema urgente

Da: Orietta