Joseph de Maistre
Biografia • Passione per la diplomazia
Joseph de Maistre nasce il giorno 1 aprile del 1753 a Chambery (Francia). La sua città natale fa parte del regno dei Savoia e il padre stesso è un membro del senato savoiardo. Joseph è circondato da una famiglia molto numerosa composta da ben quattro fratelli e cinque sorelle. Da piccolo viene affidato a un precettore, ma l'influenza intellettuale più importane è quella della madre e del nonno materno, che gli mette a disposizione una vastissima biblioteca. Frequenta i gesuiti fino alla loro espulsione nel 1763. Decide poi di seguire le orme paterne nella magistratura e si laurea a Torino in giurisprudenza.
Dopo un breve periodo di apprendistato a Chambery come avvocato dei poveri, inizia la carriera di magistrato. Pur impegnandosi nel ruolo di giurista, rivela una profondo interesse per la filosofia e la teologia: conosce, infatti, molto bene le sacre scritture e si dedica all'apprendimento di molte lingue. Oltre al francese e alle lingue latine, parla correttamente l'italiano, il portoghese, l'inglese, lo spagnolo e persino un po' di tedesco.
Entra nelle fila della massoneria nel 1774. Fa prima parte della loggia dei Trois Mortiers e poi di quella martinista di rito scozzese la Parfaite Sincerité. Nella filosofia di Louis Clade de Saint Martin e nella sua idea degli angeli caduti, Joseph de Maistre intravede la speranza di un rinnovo del mondo. Teorizza una sorta di alleanza tra la chiesa protestante e quella cattolica come via mediana tra ateismo e religione per favorire la costruzione di una nuova società.
Nel 1786 si sposa con la nobildonna Françoise-Marguerite de Morand dalla quale avrà tre figli, Adèle, Rodolphe e Constance. Al momento dello scoppio della rivoluzione francese, sedie nel seggio del senato savoiardo da circa un anno. Inizialmente vede con favore i moti rivoluzionari, convinto che possano essere un freno allo strapotere dell'Ancient Regime. Dopo, però, la pubblicazione de "I diritti dell'uomo e del cittadino", cambia idea rinnegando la validità di tutti i principi rivoluzionari.
Nel 1792, a seguito dell'occupazione francese dei territori dei Savoia è costretto a scappare in Svizzera e, a Losanna, viene in contatto con molti rifugiati francesi. In questo periodo si dedica alla scrittura e l'elaborazione del suo pensiero politico dando alla luce uno scritto che gli fa guadagnare grande rispetto e fama negli ambienti controrivoluzionari: "Considerazioni sulla Francia".
Il suo rifugio svizzero non si rivela però molto tranquillo, e Joseph de Maistre è costretto a fuggire nuovamente. Si stabilisce prima a Venezia, dove vive un periodo di serie difficoltà economiche, e poi in Sardegna. Qui ricopre l'incarico di Reggente della Gran Cancelleria del Regno concessogli dal re.
Nel 1802 re Vittorio Emanuele I gli affida il ruolo di ambasciatore presso la corte pietroburghese. Joseph, privo di istruzioni e di un appannaggio economico di rilievo, stenta a farsi ascoltare, pur cercando di difendere strenuamente gli interessi dei savoiardi.
La sua posizione diventa importante durante la guerra napoleonica. Riesce, infatti, a convincere lo zar Alessandro I a non attuare una serie di riforme di stampo illuministico e a favorire, al contrario, l'azione dell'appena ricostituitasi Compagnia di Gesù. Purtroppo, sarà proprio il suo aperto sostegno ai gesuiti a farlo cadere in disgrazia. Egli svolge, inoltre, una intensa attività di apostolato cattolico in Russia; attività che sembra mietere molte vittime soprattutto tra le gentildonne di cui spesso frequenta i salotti. Lui stesso pubblica "Lettre à une dame protestante sur la question de savoir si le changement de religion n'est point contraire à l'honneur". Alla fine lo zar ne richiede addirittura l'allontanamento dalla corte di San Pietroburgo.
Il periodo russo resta, però, uno dei più proficui dal punto di vista intellettuale. Scrive, infatti, "Saggio sul principio generatore delle costituzioni", "Esame della filosofia di Bacone", "Lettere a un gentiluomo russo sull'inquisizione spagnola" e il testo che lo consacra "Le serate di San Pietroburgo", pubblicato postumo nel 1821. Quest'opera è considerata una delle migliori della sua produzione: si tratta di una sorta di dialogo socratico tra un conte, de Maistre stesso, e altri due personaggi. Nel testo egli sostiene che il principio del mondo è Dio; e, preoccupato che la scienza possa rovesciare questo assioma, tende a svalutarla completamente. Ipotizza quindi che il pericolo maggiore per la società sia la scissione e la contrapposizione tra scienza e ragione da una parte e tradizione e buon senso dall'altra.
Rientra a Torino nel 1818 dopo il Congresso di Vienna, e viene nuovamente nominato Reggente della Gran Cancelleria del Regno. Pubblica intanto un altro dei suoi scritti: "Del Papa". Joseph de Maistre si spegne il 26 febbraio 1821 circondato dai suoi cari e dagli amici. È sepolto nella Chiesa dei Santi Martiri di Torino.
Aforismi di Joseph de Maistre
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