Vittorio Emanuele I di Savoia
Biografia • Una monarchia assolutista
Vittorio Emanuele nasce a Torino il 24 luglio 1759, secondogenito di Vittorio Amedeo III, duca d'Aosta e re del Regno di Sardegna, e di Maria Antonietta Ferdinanda di Borbone, figlia di Filippo V di Spagna.
Nel 1789, mentre lo Stato Sardo attraversa momenti di grave apprensione, fra l'ostilità dell'Austria e la Francia in piena Rivoluzione, sposa Maria Teresa d'Austria-Este. Dal matrimonio nasceranno Maria Beatrice, Maria Adelaide, Carlo Emanuele, Maria Anna, Maria Teresa e Maria Cristina.
Poco dopo, nel 1793, è chiamato a combattere proprio contro la Francia napoleonica, in una guerra già segnata in partenza per l'esiguità delle sue truppe rispetto a quelle nemiche. Frattanto, in seguito alla morte del padre, avvenuta nel 1796, nel regno avviene il cambio della guardia con l'avvento al trono di suo fratello maggiore Carlo Emanuele IV.
Due anni dopo Napoleone dilaga in Piemonte ed egli, al seguito del re e del resto della famiglia, si trasferisce in Sardegna. Nel 1802, dopo un breve (appena sei anni) e sfortunato regno, Carlo Emanuele abdica chiamandolo alla successione. Sale al trono col nome di Vittorio Emanuele I.
Ereditato un regno monco, essendo l'intero Piemonte ormai incorporato nella Francia, il suo obiettivo prioritario è quello di adoperarsi contro lo strapotere napoleonico. Prende parte nel 1805 alla "terza coalizione" antifrancese, ma dopo la sconfitta degli alleati austriaci ad Austerlitz, il 2 dicembre dello stesso anno, fa ritorno in Sardegna, per la prima volta in veste di sovrano. Per nove anni si dedica dunque all'isola, adoperandosi per alleviare l'indigenza ed i tanti problemi del popolo sardo.
La caduta di Napoleone, nel 1814, ed il conseguente Congresso di Vienna, gli consentono di rientrare a pieno titolo nei suoi Stati ai quali viene aggiunta la Liguria, ove stanzia la Regia Marina. Ma il seme del liberalismo diffuso dalla Rivoluzione francese lo pone di fronte ad un popolo diverso, meno sottomesso e più consapevole: un duro banco di prova al quale egli giunge impreparato e riottoso a comprendere la forza delle nuove idee.
Negli anni che seguono matura mire espansionistiche verso la Lombardia, cosa che lo pone in urto con l'Austria; libera la Sardegna dalla presenza sempre più insidiosa della pirateria tunisina e potenzia l'esercito, ma il bilancio dello Stato è in pesante passivo. Il malcontento interno cresce e l'ondata rivoluzionaria che giunge dalla Spagna e dalle Due Sicilie travolge, nel 1821, anche il suo regno.
A nulla erano valsi i tentativi di Carlo Alberto di indurlo ad un'alleanza con i liberali, in nome del comune sentimento antiaustriaco, per attaccare insieme gli asburgici in Lombardia, ma in cambio della Costituzione: il re aveva rigettato ogni ipotesi di accordo con i suoi avversari. Ed ora, incapace di fronteggiare la situazione, impressionato dalla minaccia popolare, ostinato nel non voler concedere la costituzione, dopo un primo impulso di repressione della rivolta con le armi, il 13 marzo del 1821 sceglie di abdicare a sua volta in favore del fratello Carlo Felice per la cui assenza temporanea nomina quale reggente Carlo Alberto.
Si trasferisce a Nizza e successivamente a Modena, per poi ritirarsi definitivamente nel castello di Moncalieri dove si spegne, poco dopo, il 10 gennaio 1824, all'età di 65 anni.
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