Luigi XVIII di Francia
Biografia • Un arbitro debole
Luigi, conte di Provenza, nasce a Versailles il 17 novembre 1755 dal Delfino di Francia Luigi Ferdinando, figlio di Luigi XV, e da Maria Giuseppina di Sassonia. Il 14 maggio 1771 sposa Maria Giuseppina Luisa di Savoia, figlia del re di Sardegna Vittorio Amedeo III e di Maria Antonietta di Borbone-Spagna, nonché sorella di Maria Teresa, moglie del fratello Carlo X, ma dal matrimonio non nasceranno figli.
Nemico della Rivoluzione, due anni dopo la presa della Bastiglia fugge da Parigi e ripara ad Hamm, in Vestfalia. Morto sulla ghigliottina suo fratello Luigi XVI il 21 gennaio 1793, assume il titolo di reggente riconosciutogli, peraltro, dalla sola Caterina II di Russia, e proclama re il figlio del sovrano decapitato, il piccolo e sfortunato Luigi XVII, oltre a nominare luogotenente generale l'altro fratello, Carlo, conte d'Artois. Spentosi anche Luigi XVII l'8 giugno del 1795, egli si arroga la successione al trono, pur restando in esilio, assumendo il nome di Luigi XVIII.
Negli anni che seguono lavora alla sua ascesa al trono visitando le diplomazie europee: è ospite del suocero Vittorio Emanuele III re di Sardegna, della Repubblica di Venezia, dello zar di Russia Paolo e del Regno Unito. Ma soltanto il 2 maggio 1814, dopo la caduta di Napoleone Bonaparte, potrà entrare a Parigi, prendere possesso del trono ed avviare la restaurazione borbonica. Seguirà la cosiddetta pausa dei "Cento Giorni", fra la fuga del Bonaparte dall'isola d'Elba e la definitiva disfatta di Waterloo, durante la quale il re si rifugia a Gand, nei Paesi Bassi, per poi ritornare a pieno titolo sul trono di Francia, richiamato dal senato e dai marescialli.
Inizialmente adotta una politica liberale, concedendo una carta costituzionale (detta "octroyée", cioè concessa dal sovrano e non votata dal Parlamento); liberandosi del primo ministro Blacas, troppo nostalgico dell'"Ancien Regime"; conservando alcune riforme napoleoniche e servendosi di personale amministrativo e militare utilizzato dall'imperatore.
Luigi si adopera altresì per porre un freno alla reazione degli estremisti monarchici che vorrebbero cancellare ogni traccia della Rivoluzione, e che si rendono responsabili di veri massacri fra repubblicani, liberali e bonapartisti, soprattutto in seguito all'assassinio del loro esponente di spicco, nonché erede al trono, il duca di Berry, avvenuto il 14 febbraio 1820. È il tristemente noto periodo del "Terrore Bianco", così ricordato per l'efferatezza degli eccidi perpetrati in nome della reazione francese.
Grazie anche all'abilità diplomatica del ministro Richelieu, nel 1818 riesce a sottrarre la Francia al controllo che la vecchia coalizione antinapoleonica continua ad esercitare su di essa, il che significa riconquista della fiducia in Europa ed accoglimento fra le potenze del continente. L'ultima brillante impresa di Luigi è l'intervento militare in Spagna del 1823, eseguito per conto della Santa Alleanza, e grazie al quale libera il re Ferdinando IV dalla prigionia dei liberali reintegrandolo sul trono.
Si spegne l'anno successivo, il 16 settembre 1824, a Parigi, all'età di 69 anni.
Pur avendo svolto un ruolo dinamico e capace di adattamento al cambiamento, ponendosi come arbitro fra il radicalismo monarchico e le spinte liberali e costituzionali, la sua azione è risultata comunque insufficiente rispetto all'impeto travolgente dei principi rivoluzionari che ormai attraversano e permeano l'Europa intera.
Il suo regno segna l'inizio del tramonto della monarchia francese: sarà Carlo X, suo fratello e successore, a subirne e testimoniarne la caduta con la rivoluzione del luglio 1830.
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