Mario Soldati
Biografia • Sguardo testimone ed educato
Nato il 17 novembre 1906 a Torino, Mario Soldati compie i primi studi nella città natala presso i Gesuiti. In seguito frequenta ambienti dell'intellettualismo liberale e radicale, raccolti intorno alla figura di Piero Gobetti. Consegue la laurea in Lettere e in seguito frequenta l'Istituto superiore di storia dell'arte, a Roma.
Nel 1924 scrive la commedia teatrale "Pilato". Nel 1929 pubblica il suo primo libro di racconti: "Salmace" (1929) per le edizioni della rivista letteraria "La Libra" diretta dall'amico Mario Bonfantini. Intraprende nel frattempo le sue frequentazioni con pittori e con gli ambienti cinematografici. Qui da un primo apprendistato di sceneggiatore approderà anche alla regia. La sua è una formazione chiaramente post-romantica: porta sullo schermo numerosi romanzi della fine dell'Ottocento, come "Piccolo mondo antico" (1941), "Malombra". Riduce per il cinema "Le miserie di Monsù Travet" (1947), da una commedia di Bersezio, ed "Eugenia Grandet" di Balzac, e "La provinciale" di Alberto Moravia (1953).
Dopo il conseguimento di una borsa di studio nel 1929, anche perchè si sente a disagio nell'Italia fascista, si trasferisce in America dove rimane fino al 1931, e dove ha l'occasione di insegnare in un college. Dalla sua permanenza presso la Columbia University nasce il libro "America, primo amore". Il resoconto romanzato delle sue esperienze negli Stati Uniti, diventerà nel 1934 anche una sorta di fiction per lo schermo.
Sin dall'inizio nella sua opera è presente una doppia anima. Un intreccio tra un moralismo ironico-sentimentale e il gusto dell'intrigo, spinto talvolta sino al grottesco, o al giallo.
Mario Soldati è una figura anomala nel panorama letterario italiano del Novecento; la critica è stata spesso avara e piuttosto restìa a cogliere l'unitarietà della sua opera. La colpa - o forse il merito - è dello stesso Soldati, il quale è sempre stato incline a sdoppiarsi e a spiazzare, mosso dalla sua verve, umana e artistica. Tuttavia oggi qualcuno lo considera uno dei massimi testimoni letterari dell'Italia del '900.
Soldati è uno scrittore "visivo" e "visionario": con uno sguardo educato alle arti figurative, sa rendere un turbamento d'animo con la precisione prospettica d'un paesaggio, come sa aggiungere commozione umana alla descrizione di cose inanimate.
La produzione narrativa di Mario Soldati è assai vasta: tra le sue opere ricordiamo "La verità sul caso Motta" (1937), "A cena col Commendatore" (1950), "La giacca verde" (1950), "La Finestra" (1950), "Le lettere da Capri" (1954), "La confessione" (1955), "La busta arancione" (1966), "I racconti del maresciallo" (1967), "Vino al vino" (1976), "L'attore" (1970), "La sposa Americana" (1977), "El paseo de Gracia" (1987), "Rami secchi" (1989). Le opere più recenti sono "Opere, romanzi brevi" (1992), "Le sere" (1994), "Il concerto" (1995).
Alla fine degli anni '50 un passaggio al "Musichiere" di Mario Riva lo fa conoscere al grande pubblico. Nasce così un rapporto intenso con il mezzo televisivo. Le celebri inchieste "Viaggio nella Valle del Po" (1957) e "Chi legge?" (1960) sono reportage d'assoluto valore, precursori del miglior giornalismo televisivo che verrà.
Nella sua carriera di sceneggiatore e regista cinematografico (l'esordio è del 1937) ha diretto ventotto film fra gli anni '30 e '50. Si è inoltre concesso il lusso di esperienze considerate tabù per un medio scrittore italiano del periodo: si è prestato come testimonial per la promozione di un noto vino, ha recitato in "Napoli milionaria" accanto a Peppino De Filippo e "Questa è la vita" con Totò, ha ideato, diretto e condotto programmi televisivi (anche con Mike Bongiorno).
Vissuto a lungo fra Roma e Milano, Mario Soldati trascorre la sua vecchiaia in una villa di Tellaro, nei pressi di La Spezia, fino al giorno della sua morte, avvenuta il 19 giugno 1999.
Aforismi di Mario Soldati
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