Carlo Emanuele IV di Sardegna
Biografia • Responsabilità e vocazioni
Carlo Emanuele nasce a Torino il 24 maggio 1751, figlio primogenito di Vittorio Amedeo III e di Maria Antonietta di Borbone-Spagna. Il 21 agosto 1775 sposa Maria Clotilde, sorella di Luigi XVI.
Devotissimo - come, del resto, anche sua moglie - negli anni immediatamente precedenti l'ascesa al trono si ritira in convento. Succede a Vittorio Amedeo III nel 1796, in un epoca in cui i principi liberali della Rivoluzione francese hanno investito l'intera Europa, compreso il suo regno, e le truppe di Napoleone dilagano in Italia.
Suo padre era già stato costretto a cedere alla Francia una parte del Piemonte. Intanto le agitazioni dei giacobini, incoraggiate dai francesi per indebolire l'autorità del re, vanno crescendo, come pure la rivalità con il governo democratico ligure. Il conflitto che ne deriva, nel giugno del 1798, è pretesto per l'intervento militare francese che vi pone fine ma installa proprie truppe nella Cittadella di Torino. Egli diviene sostanzialmente prigioniero dei francesi che lo costringono, ad esempio, ad attuare riforme che aboliscono diritti e privilegi feudali. Ma è solo il preludio all'invasione dei suoi Stati continentali: il 7 dicembre dello stesso anno non può evitare di cedere l'intero Piemonte ai francesi e di ritirarsi in Sardegna, dopo essere stato a Parma e Firenze.
Così ne descrive la partenza il conte Luigi Cibrario, storico e statista torinese, nel suo libro "Origine e progressi della Monarchia di Savoia": "Alle 10 di sera del 9 dicembre 1798, partiva Re Carlo colla sua famiglia. Trenta vetture, accompagnate da lacchè, scortate da Dragoni, che portavano in mano torce a vento, trasferivano in estranio paese Tantico simbolo della nazionalità piemontese. All'indomani entravano le truppe di Francia, nelle quali s'incorporavano le piemontesi".
Il Piemonte, anziché essere dichiarata Repubblica, come Parigi aveva fatto intendere, viene dunque incorporata dalla Francia. Dopo la distruzione della flotta di Napoleone, ad opera dell'ammiraglio Nelson, nella primavera del 1799 i francesi vengono ricacciati dall'Italia, ma per il re di Sardegna non cambia nulla poiché gli austriaci, che covano mire espansionistiche in Piemonte, non acconsentono al suo rientro.
Le tante umiliazioni subite dalla Francia, la condanna a morte dei cognati Luigi XVI e Maria Antonietta, la notizia di Napoleone assurto a Console e divenuto, di fatto, dittatore militare ma, soprattutto, la perdita dell'amatissima Maria Clotilde nel marzo del 1802, lo privano di ogni energia inducendolo, tre mesi dopo, all'abdicazione in favore di suo fratello Vittorio Emanuele.
Da quel momento abbraccia del tutto la fede - che lo aveva sempre accompagnato - facendosi frate gesuita ed esercitando la sua missione nella chiesa di Sant'Andrea al Quirinale, a Roma. Qui Carlo Emanuele IV di Sardegna muore, il 6 ottobre 1819, a 68 anni, e nella sua chiesa trova sepoltura.
Quella di Carlo Emanuele è una storia singolare, perché racconta di un uomo del tutto inadeguato a ruoli di responsabilità politica - tanto da lasciare che se ne occupi sua moglie - ed attratto, invece, dal misticismo, dal silenzio, dalla riflessione e dalla preghiera. E tanto più stridono i due aspetti quanto più bellicosi sono i tempi del suo breve e sfortunato regno.
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