Pierre Corneille

Pierre Corneille

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Biografia

Pierre Corneille è stato uno scrittore francese, ma soprattutto un drammaturgo. Tra gli autori teatrali del suo tempo - il secolo XVII - è considerato uno dei più importanti, assieme ai connazionali Jean Racine a Molière.

È stato capace nella sua carriera di ottenere successi e consensi del pubblico; i maggiori critici dell’epoca hanno discusso molto le sue opere, sia nel bene che nel male. La sua ricca produzione conta ben 33 commedie scritte in 45 anni.

Ecco la sua biografia.

Pierre Corneille

Pierre Corneille

Formazione e prime opere

Pierre Corneille nasce il 6 giugno 1606 a Rouen. La sua è una ricca famiglia di magistrati e alti funzionari di corte. La cittadina ha all’epoca una fiorente attività teatrale, e il giovane Pierre ne viene presto a conoscenza. Il giovane studia nel collegio dei Gesuiti per volere paterno: in questo periodo comincia a frequentare il teatro, destinato a diventare a scapito della sua programmata carriera di avvocato, la sua più grande vocazione. Getta così alle ortiche la sua laurea in Legge - che gli avrebbe assicurato un promettente e redditizio futuro - e si dedica anima e corpo al teatro.

È del 1629 la prima opera di Pierre Corneille: Mélite. Il 23enne Corneille riesuma la commedia, un genere ormai passato di moda da parecchi anni, a favore delle farse ispirate al mondo medievale, e soprattutto alla Commedia dell’Arte.

Mélite viene rappresentata a Parigi presso il teatro du Marais: contro ogni logica previsione critica, è un successo!

La produzione per Richelieu

Il cardinale Richelieu, lo chiama insieme ad altri quattro autori, da lui sovvenzionati, per scrivere pièces teatrali su richiesta. Corneille vi si dedica dal 1629 al 1635.

In questi anni scrive Medea (1634/35), la sua prima tragedia di stampo “classico”: la storia affonda le radici nella mitologia greca e nel mito di Medea.

I canoni del teatro classico francese che seguono la Poetica aristotelica stanno un po’ stretti al mancato avvocato; Corneille si allontana così dal gruppo del potente cardinale Richelieu e torna a scrivere in proprio, anche se continua a beneficiare della sovvenzione statale.

Pierre Corneille

Il rinnovamento di Pierre Corneille

A Corneille e alle sue commedie va riconosciuto il merito di aver rinnovato il teatro comico; soprattutto con L'Illusione comica (L'Illusion comique, opera scritta nel 1636), considerata un capolavoro barocco.

Ma Pierre deve ancora raggiungere il suo meglio.

Lo fa l'anno seguente, nel 1637, quando scrive Il Cid (Le Cid), considerato il suo capolavoro assoluto. Questa diventa in brevissimo tempo l'opera di riferimento sia per gli attori famosi che per quelli esordienti.

Il Cid è un classico che - fedele alla filosofia del suo autore - non rispetta le canoniche norme del classicismo.

Potremmo definirla una tragicommedia a lieto fine che non segue le regole di unità di:

  • luogo
  • tempo,
  • azione.

Essa privilegia il gradimento del pubblico al rigido schematismo delle regole.

Per questa sua natura innovatrice l'opera viene attaccata dalla critica; si arriva a dibatterne a lungo, tanto che si sfocia in una polemica che viene identificata e soprannominata: La Querelle du Cid. Il dibattito polemico si sopirà solo nel 1660, oltre 20 anni dopo la sua nascita.

Un cambio di visione

Nel 1641 Corneille sposa Marie de Lampérière: dalla coppia nasceranno sei figli.

Con il crescere della famiglia, cominciano le difficoltà economiche. A cambiare lo scenario professionale è anche la morte del cardinale Richelieu che avviene nel 1642. A questa, segue la morte di Re Luigi XIII l'anno dopo. Queste due perdite costano all’autore teatrale la fine delle sovvenzioni di Stato.

A livello sociale si assiste a un repentino cambio di vita, politica e culturale, in cui l’assolutismo regio viene messo in crisi dalle rivolte popolari.

Pierre Corneille è costretto a cambiare registro nelle sue produzioni: la celebrazione del potere lascia il posto a una visione pessimistica del futuro.

Così l'opera "La morte di Pompeo" (La Mort de Pompée, del 1643), non ha più tra i personaggi un monarca generoso, bensì un tiranno che pensa solo a se stesso, chiuso nel suo egoismo.

Nel 1647 Corneille è eletto all’Academie française, istituzione creata da Luigi XIII nel 1634, con l’intento di dare delle norme alla lingua e alla letteratura.

Pierre Corneille

L'abbandono del teatro e il ritorno

Pochi anni più tardi, nel 1651, una sua commedia, "Pertarito" registra un clamoroso insuccesso; il drammaturgo rimane così scoraggiato da decidere di ritirarsi dalle scene.

Nei successivi sei anni Corneille si dedica alle traduzioni: nel 1656 esce la traduzione in versi della Imitazione di Cristo (in latino: De Imitatione Christi). Si tratta del testo religioso più importante della letteratura cristiana occidentale, dopo La Bibbia.

Nel 1659 Pierre Corneille torna al teatro, esortato dal ministro delle Finanze Nicolas Fouquet: l'autore è deciso a riconquistare il favore del suo pubblico. Fa rappresentare "Edipo", ma i tempi, le tendenze e i gusti sono cambiati. Le nuove generazioni gli preferiscono un altro giovane e talentuoso drammaturgo: Jean Racine.

Jean Racine

Jean Racine

La sfida tra Corneille e Racine

Nel 1670 i due grandi protagonisti del teatro seicentesco si lanciano una sfida: scrivere una commedia con lo stesso tema. "Tito e Berenice" di Corneille viene rappresentata a distanza di una settimana dalla "Berenice" di Jean Racine. L'opera di Corneille resiste meno di venti giorni: è una sconfitta.

Il suo declino è iniziato inesorabilmente.

La sua ultima opera è del 1674: "Surena". Con essa si congeda definitivamente dal teatro.

Gli ultimi anni

Vive una vecchiaia agiata a Parigi, in seno alla sua numerosa famiglia.

Termina nel 1682 un’edizione completa di tutte le sue opere teatrali. Due anni dopo, all'età di 78 anni, Pierre Corneille si spegne a Parigi. È il giorno 1° ottobre 1684.

Frasi di Pierre Corneille

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