Messaggi e commenti per Corrado Augias - pagina 47

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Biografieonline non ha contatti diretti con Corrado Augias. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Corrado Augias.

Domenica 14 giugno 2020 12:03:18

Ma perché gli imbecilli dei giornalisti continuano ad usare la parla lockdown invece di quella italiana isolamento o simili

Giovedì 11 giugno 2020 14:09:06

Porto a conoscenza che per l’anniversario della deportazione dei lavoratori genovesi nel 1944, da venerdì 5 giugno, uscirà in vendita online, sul sito della casa editrice www. pentagora. it, il libro delle memorie di mio padre dal campo di concentramento di Mauthausen nel 1944. dal titolo "Diario dal lager". Dal 16 giugno, anniversario della deportazione, sarà disponibile anche nelle librerie.

Cordialmente,
Corrado Giampaolo
(347 -------)

Domenica 7 giugno 2020 10:18:52

Spett. Corrado Augias
ho letto il suo libro "i grande romanzo dei vangeli"e sinceramente non mi è piaciuto.
il suo stile è sempre piacevole e la lettura veloce, ma il libro pare non trovare una sua identità: l'idea simpatica di un "racconto" che facesse prendere vita ai personaggi evangelici non mi pare riesca a decollare, perchè spesso il libro si riduce alla loro elencazione con cenni storici e teologici; e quindi non decolla l'immedesimazione.
La parte storico-teologica è quindi per me sovrabbondante dal punto di vista comunicativo e divulgativo [con lunghe digressioni che a me sono piaciute ma che penso possano essere ostiche a molti] ma troppo povero da quello dell'approfondimento specialistico.
Infine non mi è parso giusto il scivolamento finale su posizioni gnostice e neo-platoniche, che rompe con il suo sforzo precedente nel libro di dare un punto di vista obiettivo.
Personalmente penso che la teologia cristiana sia estremamente complessa da trattare sul piano intellettuale quanto immediata su quello esperienziale (come avvitare una vite con un martello) ; e che il cuore della conversione cristiana sia passare da "io, mio" a una vita basata su "noi, nostro".
Provi a esperimentare la differenza nel camminare in luoghi affollati con il broncio o con il sorriso, le cambierà la vita.
Trovo poi più che ateo sia un cristiano convinto alla ricerca e sequela del suo e nostro Gesù! bravo, continui così, un abbraccio!

Domenica 31 maggio 2020 15:02:05

Gentilissimo,
Leggo con profondo. interesse i Suoi libri, (2-3 pagine per notte prima di addomentarmi. Quando depongo il libro, rivedo nella mente alcuni passi della lettura. Rivedo mia madre quando con lei andavo da S. Antonio, l'acconpagnavo nelle chiese per volgere una preghiera alla Madonna e, quando anch'io andavo in chiesa ricordandomi quello che mi diceva mio padre: non devi pregare, devi solo ringraziare perchè Lui e come se fosse tuo Padre, ringrazialo per la forza che Ti dà per continuare e per aiutare gli altri". Penso a a mia sorella che ho perso quando avevo 15 anni, mi immagino piccolo come allora, e alla perplessità di mia figlia quando dovevo rispondere a qualcuno mi diceva: papà perchè quando parli con i tuoi collaboratori e quando disegni dici sempre: " noi... " ma non sei tu che fai i lavori? " le rispondo sempre, portando un dito sulle labbra: da solo non ce la farei, io ho una socia che mi guida nel mio immaginario". Dentro di me ringrazio la Madonna" e poi penso a Lei, Auges, alla Sua fede nascosta che non sa come esprimere ma sento che è più profonda della mia. Con la massima stima, questa notte leggerò altre 2. -3 pagine per poi immergermi nei mie pensieri prima di addormentarmi.
Con cordialità, Loffredo.
P. S. grazie

Giovedì 28 maggio 2020 17:56:36

Ch. mo Dott. Corrado...

Nell'andato in Orvieto avrei potuto incontrarLa, ma non è stato possibile per sopravvenuti impegni.
Sarei molto grato se Lei inviasse il suo indirizzo alla mia posta elettronica, dal momento che desidererei
inviarLe uno dei miei libri " L'Enigma della Genesi", presentato in Orveto nell'anno 2018 dopo circa un ventennio di studi e ricerche.

In attesa di cortese risposta, Le auspico " Che il Futuro Le Sia Amico "...

Claudio Cianchella

Martedì 26 maggio 2020 18:17:44

Egr. Dott. Augias, sono un anziano chirurgo, in pensione, che con l'età ha raggiunto una serena libertà di pensiero, a cui Lei ha contribuito con le sue sagge, documentate e condivisibili argomentazioni, in materia di fede Con estremo piacere, ho trovato su Facebook la Sua rubrica "l'ultima oasi di libertà" in cui pensavo di poter esprimere delle mie personali riflessioni, appunto in libertà. A tale proposito, dopo la mia accettata iscrizione, ho postato alcuni miei pensieri, ottenendo peraltro, immediati consensi. Con mio rammarico ho successivamente constatato, la cancellazione della mia iscrizione, con l'impossibilità di utilizzare, un angolo di libero pensiero, che con entusiasmo, pensavo di poter usare per condividere le mie idee. Non so Lei possa cambiare questa spiacevole e deludente esperienza, ma la ringrazio comunque, per quanto la sua intelligenza mi ha sempre regalato. Sperando, possa almeno leggere questa mia, le invio un cordiale saluto.
Otello Galante

Domenica 24 maggio 2020 19:01:11

Egr. Sig: Augias, a distanza di un anno (scellerato), mi piacerebbe che Lei leggesse queta mia lettera di pensionamento.. Ci spero. Grazie. Giovanni Luzzi

L ‘ ultima lezione
... ultima scena dell’ultimo atto dell’avventura!
... da collocare a riposo per raggiunti limiti d’età!
E’ proprio così! L’età! Arriva il momento che non si è più capaci di..., ed è giusto
che... ! Non serve far finta! E’ sicuramente un momento che non passa inosservato,
che non scivola via così, per caso! Vuoi o non vuoi, fai un bilancio! Io, che per
quarant’anni ho passato bilanci ai raggi X! Questo bilancio ha una tecnica d’analisi
particolare; non obbedisce alle leggi dell’economia, anche se il dare e l’avere pesano
fortemente, ma i punti salienti costituiscono vita vissuta con emozioni, attenzioni,
obiettivi, illusioni, ragioni, fatiche, gioie, frustrazioni, amore, ecc., ecc., ecc..
Insegnante è il termine che ho sempre prediletto, “in signum”, lasciare il segno!
Straordinario il significato che gli accordavo da studente, ancor di più quando, nel
1979, ho iniziato ad essere insegnante. A ben guardare una parabola che penso, oggi, al suo
punto più basso. Dalle stelle alle stalle? Caro Studente, anche tu non scherzi! Eri
motivato, attento, un po' indisciplinato, se non studiavi sentivi ch’era una tua
mancanza, adesso... invece! Siamo entrambi passati per fasi assai alterne. Dal
mestiere più bello del mondo, creativo, libero, espressivo, propositivo per me; a
quello attuale, per te, di bambinone da accudire ed assecondare! Ricevevi input che
ti facevano crescere ed andare anche in crisi, discutevi con furbizia ed intelligenza sui percorsi da intraprendere, sugli obbiettivi da raggiungere, ti abbandonavi, a volte, ad intemperanze critiche sterili e di principio; tra di noi c’era una tacita e silenziosa lotta nello spingerti in avanti e non farlo a vedere, la didattica applicata
dell’autopropulsione la chiamavo! Cercare insieme gli elementi di faticosa sintesi era
un piacere per entrambi. Tu riuscivi quasi sempre, anche se a volte con fatica, a
metterti in un circolo didattico virtuoso. C’interrogavamo sulla strada che stavamo
percorrendo in funzione di obiettivi tangibili, mai astratti o surreali. Metodo di
studio, qualità dell’apprendimento e relativa utilizzazione, esercizio critico
contrapposto, mai ti davo tregua nel susseguirsi di queste fasi e mai tu ti sottraevi;
certe volte le crisi adolescenziali ti mordevano, ma erano eventi del tutto prevedibili
e tenuti sotto controllo. Gran bell’apprendimento divertente! I tuoi genitori
partecipavano a questo arcaico rito fidandosi di entrambi, anche quando il circolo
tanto virtuoso non era, si affidavano ai tempi ed alle modalità proprie dello studio:
applicazione, esercitazioni, “sedimentazione dei saperi” –si diceva-, per meglio poi
utilizzarli e crescere. Queste erano le regole per competere sul circuito
dell’apprendimento e della crescita. Tu, i tuoi ed io eravamo, negli obiettivi da
raggiungere, una maestosa trinità. Odoravamo tutti di principi verginali:
responsabilità, impegno, tensione, lavoro. Certo, c’erano tra noi anche macchie nere
di pecore selvagge, ma, “l’occhio esperto” li sgamava subito! Andavano a finire
presto nella spazzatura didattica differenziata! La famosa età dell’oro, anche se molti
luccichii erano falsi! Stavamo assai meglio e ce ne lamentavamo! Le lamentele!
Altroché se legittime! Fino agli anni ’90, a costo zero, la Scuola ha fornito il collante
ad uno Stato prima deviato, poi distorto; nella sua candida ingenuità formatrice,
l’Eccellente Scuola è stata l’alter-ego della nostra vera coscienza nazionale.
Formidabili quegl’anni! E poi? Poi..., poi..., poi..., la cultura della resa ha preso,
gradualmente, lentamente, inesorabilmente il sopravvento. Logori siamo arrivati
all’appuntamento con Berlusconi. Qui una rappresentazione tragicomica! Nel buio
della sala è sparito tutto: la cassa, la dignità, il pudore, la ragione, la Cultura! Via tutto! Tra
un tempo e l’altro qualche effimero bagliore di luce. Da quel momento in poi la
catastrofe, non s’è capito più niente, son saltati i fondamentali! Scuola azienda,
scuola impresa, manager didattici, operatori culturali, standard formativi,
regionalizzazione delle strutture –la guerra dei poveri-, concorrenza didattica sleale,
premi di merito –quale? -, “bacini d’utenza”, progettualità didattica alternativa – a
che? -, ve li ricordate? Intanto tu, caro Studente? Ed il mio “In Signum”? E la
Famiglia? Ognuno contro gli altri armato. La teoria, applicata, del caos! Essere
Studente è diventata una pura locuzione nominale; Insegnante un baluardo solitario
ed insignificante nel Deserto dei Tartari che, al primo cenno di scontro si finge subito
morto; i Genitori carichi di astiosa “revanche” se solo si nomina il “pannolino” del
proprio figliolo! Riforme a gò-gò effetto placebo, quando non addirittura
ulteriormente rovinose, anche se con effetto marketing dirompente. E si continua!
Ricordate quando, di notte, una “collega” componente di Governo, tra una lacrima e
l’altra, “sconsolata”, ci ha annunciato che avremmo dovuto restare tutti al lavoro per sette anni in più! Questi nostri sacrifici, son serviti? Caro Studente e caro Collega, vi ricordate quando studiavamo cosa fare per ottimizzare le risorse impiegate finalizzate ad una maggiore resa produttiva? Si discuteva tanto su efficienza ed efficacia! Non era solo teoria economica ma pratica di vita che ognuno di noi ha potuto sperimentare, all’incontrario, sulla propria pelle! Da vent’anni in avanti il ciclo di lezioni sulla programmazione, pianificazione e sul controllo di gestione sono andate sempre deserte! E si vede, eccome se si vede! Molte scuole hanno attivato, su questo, anche i corsi di recupero; ulteriori risorse sprecate! La scuola..., la scuola!
Tutti sempre pronti a correre in suo aiuto negando la prima cosa da fare: contribuire
con ogni mezzo ed in ogni modo a dare dignità a chi ci sta dentro! Tutto questo oggi
è negato! Sento di: perdita d’identità, principio di autorità, assunzione di
responsabilità con sottoscrizione di relativi patti. Si cominci con le cose semplici da
chiamare con il loro nome: primo) la retribuzione del personale della scuola italiana
è attualmente da paesi in via di sviluppo; secondo) conseguentemente, si
rimodulasse tutto (orari, strutture, competenze) in funzione di una Scuola a Pieno
Ritmo Formativo, aperta alle esigenze ed alle opportunità dei suoi studenti e di
tutta la collettività di cui è espressione. La formazione non vista come appannaggio
di un referente adolescenziale ma come una progressione formativa d’intervento su
tutti intesa come metodo di democrazia formativa partecipata da esplicare su tutto
quello che di volta in volta si ritiene utile e necessario per una crescita mirata e
consapevole. Mi rendo conto che in queste poche righe si annida la rivoluzione. La
Scuola deve essere messa in grado di soddisfare al meglio qualsiasi richiesta di
cultura che proviene dall’ambiente a lei circostante, anzi anticiparla ed indirizzarla.
Nuova formazione civica del cittadino, a Scuola; riconversione per un nuovo
collocamento lavorativo, a Scuola; alfabetizzazione digitale, a Scuola; percorsi
formativi mirati alla crescita della famiglia, a Scuola; formazione permanente
degl’insegnanti, a Scuola; cinema e sentimento, a Scuola; e così via. La Scuola ha
tutte le competenze per quest’interventi. Bisogna solo iniziare a metterla al centro
del motore di sviluppo e di crescita in generale con tutto ciò che ne consegue. Non
deleghiamo al politico di turno che non può far questo. La concezione politica
attuale è dissonante con questo tipo di essere Scuola. Bisogna che ognuno di noi,
tutti, a poco a poco acquisiamo consapevolezza di questo percorso mirato e che
ognuno di noi ci metta del suo per rendere fattivo tutto ciò. Cari ragazzi e cari miei
colleghi, non voglio lasciarvi solo le macerie, di questo me ne dolgo assai! Se
vogliamo investire in noi in un Nuovo Cittadino (libero, consapevole, partecipante,
aperto al confronto critico e trasparente), bisogna far in modo di favorire queste
opportunità e la Scuola Pubblica Italiana dovrebbe essere, per natura e
caratteristiche proprie, il veicolo prediletto. Fino a quando Dio mi darà la possibilità,
mi piacerebbe, in questo contesto, mettere a servizio la mia esperienza e sapere che insieme a me ce ne sono tanti. Ringrazio mille volte tutti augurandovi come sempre buon lavoro. Prof. Giovanni Luzzi (-------)

Sabato 23 maggio 2020 08:37:23

Gentile Dott. Corrado Augias,

ho letto con grande interesse il suo articolo del 30 Aprile scorso su "La Repubblica", dal titolo “Un giorno per i morti soli”.
Mi presento; sono una Psicologa e Psicoterapeuta e Docente Universitaria, faccio parte del Comitato Scientifico del Progetto Nazionale Penelope (S) comparsi.
La nostra Portavoce è Elisa Pozza Tasca, che durante le due legislature svolte come parlamentare della Repubblica, si rese conto che il problema delle perone scomparse era sottovalutato e come Presidente di Penelope, negli anni successivi, ha promosso la legge che poi ha istituto il Commissario Straordinario per le Persone scomparse, presso il Ministero dell’Interno.
Le scrivo questa lettera a nome Suo, a nome della nostra coordinatrice Prof. ssa Maria Gaia Pensieri e di tutto il Comitato Scientifico.
Riteniamo che il tema da Lei giustamente sollevato, della mancanza di un rito funebre durante questa emergenza sanitaria, sia perfettamente paragonabile al lutto sospeso dei familiari delle persone scomparse.
Si tratta di un lutto cristallizzato, non elaborato, che blocca le persone nel tempo.
Senza un rito funebre, che come ha ben evidenziato Lei, è alla base delle civiltà più antiche e che si è trasformato nei secoli e nelle culture, non è possibile “congedarsi” da quella persona. Manca poi il sistema corale e degli affetti, che durante il rito funebre si danno forza e coraggio, attivando quel circolo di ricordi, di emozioni, di apprezzamento della qualità di quella persona, che permettono di mantenerla viva nella memoria, componendo un puzzle della sua personalità e delle sue gesta, ma allo stesso tempo, questa ritualità consente di “lasciar andare” il corpo.
Le famiglie delle persone scomparse, che dal 1974 a dicembre 2019 sono 61. 036, non hanno potuto salutare i propri congiunti. Molti di loro sperano ancora di poter avere un segno della presenza in vita dei loro cari. Il 25% sono minori e minori non accompagnati.
Queste famiglie non hanno avuto la possibilità di esprimere il dolore, perché non hanno avuto un corpo su cui piangere.
E’ una sofferenza enorme non sapere che cosa sia successo, che cosa può avere provato il proprio caro, o che cosa stia vivendo adesso.
Come i familiari delle migliaia di persone morte in questi mesi, che non hanno potuto regalare un sorriso, un abbraccio, al proprio genitore, nonno, zio, cosi i familiari delle persone scomparse sono rimaste nel silenzio assordante del vuoto e dell’assenza della persona cara.
Come Comitato scientifico di Penelope (S) comparsi, ci uniamo pertanto alla Sua proposta di istituire una giornata di lutto nazionale per tutti quei familiari che non hanno potuto celebrare il funerale del proprio congiunto.
Come Comitato Scientifico di Penelope (S) comparsi, riteniamo che quella giornata possa essere dedicata anche a quelle migliaia di famiglie che da anni aspettano di poter ritrovare i propri cari o nella peggiore delle ipotesi, il loro corpo.
L’importanza di questa giornata risiede innanzi tutto nel riconoscere a migliaia di famiglie il loro dolore per la perdita e per l’assenza dei loro cari, morti, o presunti tali, in solitudine.
Si tratta poi di un atto sociale corale di vicinanza, che può alleviare la sofferenza di queste famiglie e consentirli di non sentirsi sole, ma parte di un ‘entità più ampia, che si chiama Umanità.

Un sentito e cordiale saluto,

Prof. ssa Laura Volpini

Venerdì 22 maggio 2020 14:20:26

Desidererei chiederle la cortesia di leggere alcune mie poesie per un severo Suo giudizio. Una poesia si riferisce alla sofferenza della pandemia. In attesa di un Suo riscontro porgo distinti saluti e ringraziamenti

Mercoledì 20 maggio 2020 15:49:22

Sig. Augias,
Ho letto l'articolo "prima la scuola pubblica" critico per lo stanziamento (in realtà un'elemosina), a favore delle scuole paritarie, di somme previsto nel decreto ultimo per il Covid 19.
Voglio solo ricordare che la legge n°62 del 2000 ha stabilito che le scuole paritarie svolgono un servizio pubblico e sono inserite a pieno diritto nel sistema nazionale di istruzione.
Non mi risulta che tale legge sia stata considerata finora in contrasto con la tanto decantata Costituzione.
Purtroppo ancora una volta constato che le idee marxiste su certi argomenti tardano a morire.
Eppure sono ormai trascorsi 30 anni dal crollo del comunismo!
Sig. Augias, se prova nostalgia per una scuola veramente "libera" La invito semplicemente a trasferirsi in Cina o in Nord Corea. Lì l'Istruzione è prerogativa esclusiva dello Stato. Lì forse vengono formate menti veramente libere!
Distinti saluti.
Prof. Giorgio Mauti
(Per 36 anni docente nelle scuole statali italiane).

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