Ultimi commenti alle biografie - pagina 3455

Venerdì 20 marzo 2020 17:41:18 Per: Giuseppe Conte

Come elettore, ma sopratutto come ITALIANO, proibisco a te e a qualsiasi altro ministro della Repubblica di firmare il MES.
NO MES!

Da: Vincenzo Parisi

Venerdì 20 marzo 2020 17:39:44 Per: Giuseppe Conte

Salve,
a chiunque stia leggendo queste mie parole,
con la speranza che chi le legga abbia il cuore grande.
Mi chiamo Beatrice Dibenedetto, ho 21 anni e vivo a Chiaramonte Gulfi, un paesino di montagna in provincia di Ragusa. Sono una studentessa dell’Università di Catania, in procinto di concludere i miei studi in psicologia. Non è una bella situazione per la Sicilia, come per tutta l’Italia, e lo sappiamo. Le consapevolezze sono tante, ma soprattutto in questo momento, vorrei urlare a chi ha il potere di rendere meno difficile questo momento, vorrei che qualcuno ascoltasse il grido di chi non ce la farà. Vi scrivo con il cuore in mano e le lacrime agli occhi perché in questi giorni, il mio dolore più grande è vedere l’uomo che mi ha dato tutto, distrutto. Distrutto dal dolore perché ciò per cui ha lavorato per una vita, non ha più un futuro, e con esso anche le sue due figlie: me e mia sorella Giulia. Mio padre si è costruito da solo la strada verso il successo, lavorando fin da giovane nel campo della ristorazione, sempre pagando affitti per i locali che gestiva. È stato il primo ad aprire una pizzeria nel nostro paesino, il primo ha portare la musica in un locale e anche il sorriso. Tutti qui conoscono mio padre, e tutti lo ricordano per quello che è riuscito a fare, partendo davvero dal nulla. Finalmente dopo tante soddisfazioni, arrivò quella più grande: 10 anni fa, comprò un locale tutto suo (erano i resti di una casa abbandonata). I lavori eseguiti, i mutui infiniti.. insomma i sacrifici sono stati davvero immensi.. ma nel corso degli anni fino ad adesso, le gratificazioni sono state più forti. Io e mia sorella, nonostante lo studio, abbiamo dato sempre una mano, lavorando soprattutto nel weekend come cameriere. E sapete, non c’è gioia più grande del portare avanti qualcosa che è cresciuto insieme a te, ma soprattutto nel farlo con la tua famiglia accanto. Arriviamo ad adesso però. Siamo nel bel mezzo della quarantena e già il nostro futuro è cenere. Mio padre non potrà sostenere il locale con i seicento euro del governo. Con quei seicento euro, mio padre non ci paga neanche la spazzatura. Cosa fare? Non rimane che chiudere. È questo l’argomento che in questi giorni ci fa male. In quanto figlia, mi fa male vedere distrutto qualcosa che avrei voluto portare avanti personalmente con tanto amore, proprio come ha sempre fatto il mio uomo. Adesso mi rimane solo un urlo, viscerale, che vi chiede di fare qualcosa di più. Le partite iva non sono tutte uguali. Mio padre lo è, ma paga dipendenti, il locale e molto altro. E poi c’è chi è dipendente che prende addirittura l’80% dello stipendio. Non è paradossale questa cosa? Vi prego ridatemi il futuro.

Da: Beatrice

Venerdì 20 marzo 2020 17:34:37 Per: Luca Zaia

Salve presidente sono nel comune di Montagnana a pochi km da Merlara, qui non arrivano alcune notizie dei contagi, tantissima gente che passeggia lungo il perimetro interno delle mura e super mercato lidl privo di controlli con rispettivo sovraffollamento essendo un paese con pochi controlli e pochissimo rispetto per le restrizioni le persone che veramente devono uscire per giusta causa rischino un contagio grazie per tutto quello che fate un abbraccio virtuale Giovanni

Da: Giovanni Zanchetta

Venerdì 20 marzo 2020 17:18:25 Per: Lilli Gruber

Buongiorno dr. ssa Gruber,
magari la mia è solo una ipotesi priva di fondamento, tuttavia sarei curioso di sapere se c'è un nesso tra gli elettori della Lega (o del Centro Destra) ed il numero di infettati dal Covid19 nelle Regioni del Nord.
Mi spiego meglio: mi è sembrato che le disposizioni del Governo - almeno inizialmente - non siano state prese con la dovuta convinzione da parte della maggioranza dei sostenitori di tale schieramento. Come dire che l'avversione nei confronti del Governo centrale, di diverso colore politico, potrebbe aver fatto scattare in costoro un meccanismo mentale e psicologico del genere: "io sono più forte del virus e me ne infischio delle disposizioni di legge di questo Governo, quindi continuo a fare quello che facevo prima". In sostanza i vecchi "celoduristi" infingardi, particolarmente presenti in Lombardia e Veneto, ma che anche in Emilia Romagna contano tante adesioni. E poi, sì, ci sono anche regioni come la Campania, la Sicilia, il Lazio e la Puglia dove però notoriamente il rispetto delle norme è un tantino più blando, stanno rimontando la classifica. Grazie dell'attenzione, dei contenuti del suo programma e del suo stile garbato, ma deciso. Cordiali saluti

Da: Bruno

Venerdì 20 marzo 2020 17:16:24 Per: Giuseppe Conte

Buongiorno, scrivo solo poche righe per far presente e chiedere se sia giusto vietare alle persone attività motoria e passeggiate (restrizione presa da poco ad esempio dal governatore Zaia). .. è vero che in questo momento c’è il picco di persone ammalate, ma è dovuto al fatto che queste siano state contagiate 15 gg fa quando ancora i negozi erano aperti.

Inoltre ricordo che ci sono milioni di persone che a casa vivono situazioni difficili, di violenza, alcolismo ecc quindi restare chiusi in casa per giorni (forse mesi) è deleterio. Una passeggiata rimarrebbe l’unica valvola di sfogo per sfuggire ai propri aguzzini... vogliamo proprio togliere anche questo? Piuttosto chiudiamo i veri e propri luoghi di contagio, ossia i luoghi chiusi come le fabbriche.

Ipotizzo infine che la restrizione completa della propria libertà personale potrebbe portare ad altre patologie quali ad esempio depressione, quindi la gente in questo periodo non morirebbe solo di coronarivirus, ma anche di altre patologie. Pensateci bene prima di vietare le uscite all’aria aperta perché ci potrebbe essere una vera e propria selezione naturale. Grazie

Da: Samantha

Venerdì 20 marzo 2020 17:10:02 Per: Luca Zaia

Buongiorno Governatore, la ringrazio per l'impegno con cui sta affrontando l'emergenza Coronavirus, il mio messaggio è per suggerirle che si facciano controlli sui mezzi pubblici per vedere se chi è a bordo tra i passeggeri ha reale necessità di usarli.
Actv ha limitato le corse degli autobus, ed ora chi come me lo prende per andare al lavoro si trova non solo con le misure di sicurezza non garantite perché i passeggeri sono concentrati in meno autobus, ma con gente (molti ragazzi ed extracomunitari) che soprattutto nelle ore pomeridiane è evidente siano in giro a "passeggio" e non per reale necessità... Grazie infinite

Da: Chiara Brunello

Venerdì 20 marzo 2020 17:06:37 Per: Giuseppe Conte

Buonasera presidente... sono Manuela una donna di 43 anni, mamma di un bambino di 12 anni, divorziata... sono una parrucchiera... ora in questo tragico momento sono a casa... esco solo una volta a settimana per fare una bella spesa... sto sempre a casa... O paura... tanta!!! Ma cerco di proteggere mio figlio e me... Non so quando finirà tutto questo... spero presto... vedo la tv e sento ogni giorno il grande lavoro che fanno i nostri medici infermieri e tutti coloro che si trovano in prima linea ha combattere con questo maledetto virus... che ci ha cambiato la vita... ma forse per capire tante cose serviva che il popolo si fermasse e far sì che ragionare e sulle cose che abbiamo perduto negli anni... io vorrei chiderele una cosa... avete fatto un decreto per aiutare gli italiani... ma non tutti... io pago un affitto... bollette... devo fare la spesa per far mangiare mio figlio... il lavoro è fermo e non riceverò nulla per il momento... mi chiedo? Come farò? Cosa dirò a mio figlio quamdo mi chiederà da mangiare e io non o nulla da darle? O paura... perché non avete pensato di aiutare anche noi mamme sole... perché non avete pensato di aiutare anche noi che paghiamo un affitto di casa? Signor presidente me lo dica lei... abbiamo paura... o paura... mi scusi per le lunghe parole... le auguro un buon lavoro e la ringrazio per la sua attenzione per questo mio lungo msg... Buon lavoro... manuela

Da: Manuela

Venerdì 20 marzo 2020 16:56:55 Per: Paolo Del Debbio

Salve dott. Paolo Del Debbio sono un tuo affezionato ascoltatore e visto che sei un uomo giusto vorrei che denunciassi l'abuso che l'Inps sta facendo nei miei confronti. Ho 59 anni e sono disoccupato con figlia a carico e senza più ammortizzatori sociali, scaricato in un limbo di fronte a solo il deserto per me.  Sono un macchinista litografo offset disoccupato dal 30 settembre 2018, mi è stata accolta la domanda Naspi per la fruizione di 704 giorni 23 mesi circa, ma dopo 9 mesi di erogazione mi è stata bloccata per accertamento ispettivo nei confronti dell'azienda in cui lavoravo.       Sono passati 9 mesi e nonostante solleciti, diffida, incarico dell'avvocato a risolvere l'abuso da parte Dell'Inps nei miei confronti, a tutt'oggi mi ritrovo senza lavoro e senza l'unico diritto acquisito (ammortizzatori sociali) creandomi gravi difficoltà economiche.      Sono un padre singolo con una  figlia che vive con me ed è universitaria, ero in regola con l'azienda LINEA OFFSET sono in regola con l'Inps, che non mi ha mai detto quale fosse il problema, spiegandomi solo che con un'ispezzione amministrativa anno bloccato il cod. fiscale della suddetta, e che solo quando finirà l'ispezzione in corso verbalizzando l'azienda potrà essere erogata la Naspi. Ma io con tutto ciò non centro niente dicendomelo anche loro. Quindi cortesemente non so più a chi rivolgermi, e se solo voi potete tutelarmi a farmi usufruire degli ammortizzatori sociali rimanenti, riuscirei a sopravvivere io e mia figlia fino alla scadenza della Naspi,   vi sarei molto grato.                        
 Distinti Saluti                                             
Agostini Paolo

Da: Paolo Agostini - Macchinista Offset Litografo

Venerdì 20 marzo 2020 16:53:39 Per: Massimo Gramellini

Scenario apocalittico (ma non troppo)

La pelle è di carta. Il sole la brucia, per difendermi una sciarpa di seta quando esco per le solite cose, la spesa, il cane. Gli occhi protetti da lenti sempre più buie. Sono passati due anni da quella maledetta infezione. Siamo in attesa, i giorni se ne vengono, i giorni se ne vanno, uguali, le stagioni immobili scogli da circoscrivere. Nelle strade radi passanti, con maschere e cappelli. Un'aria di latte dolce, una luce che dà sonno. L'asfalto più sporco. La pioggia, quando scende, non lava. Siamo noi la Nuova Zona, quella di Cernobyl, quella di Fukushima. Saremo anche noi, come là, meta dei turisti della morte, sopravvissuti al disastro.

Che succede, la morte si è portata via all'ingrosso, subito, decine di migliaia di vite, poi tutto si è fermato, solo il virus è rimasto, è padrone delle città, delle campagne. E di noi. Un padrone indifferente, un padrone abituato a regnare su un popolo rassegnato, informe.

Siamo in guerra, una guerra silenziosa. Da due anni. Le guerre, quelle di una volta, si combattevano sul campo, ch'era sempre lontano, e riguardavano sempre gli altri, popoli lontani, soldati stranieri, scopi che non condividevamo. Simmetriche o asimmetriche, pensavamo che non si poteva andare oltre un limite già abbondantemente valicato. Non potevamo – non volevamo – pensare a un'altra guerra, una guerra che avrebbe preso la strada di casa, la nostra.

Passeggio nell'ora del tramonto, il disco si appiattisce rosso all'orizzonte, domani sarà un altro giorno di sole. Sono col mio cane, che è felice per il muro e la palina da insozzare, qualche sagoma lontana, le auto lente, altre parcheggiate da tempo, carcasse di animali preistorici. E la vita va. Ma come darle un senso? Attendere e basta? E che cosa e fino a quando?

Mi accorgo, intanto, di perdere a poco a poco la capacità di riconoscere gli altri, o forse sono gli altri che sono cambiati. E con loro anch'io. Li guardo attraverso la paura di due anni di terrore, e la fortuna di sopravvissuto. I miei occhi e i loro, sopra la mascherina, sono fili che si aprono per scrutare la strada, attenti a impedire che qualcun altro si avvicini. Uno slalom nel nulla. Vedo il naso appiattito, la bocca sigillata, le guance imperlate come muschi, quelle delle donne più tirate e fragili. Il tronco tutt'uno con le gambe, il corpo una lamiera che si muove. La grazia non è per questi tempi. Siamo ancora uomini? Che cosa fare, che cosa fare dell'indifferenza, della paura, che cosa fare per riconoscerci umani?

Franco Berton Giachetti, Milano

Da: Franco Berton Giachetti

Venerdì 20 marzo 2020 16:52:31 Per: Giuseppe Conte

Buonasera Sig. Presidente,
Innanzitutto volevo ringraziarLa per tutto quello che Ella e tutti i rappresentanti della Repubblica Italiana state facendo in questo periodo così triste per l'Italia e per il mondo intero. In questo momento così delicato sotto molteplici aspetti, mi permetto di suggerirLe un mio modestissimo pensiero circa l'allestimento di un tempo televisivo quotidiano dedicato ai piccoli studenti della Scuola Primaria al fine di mantenere alta a livello nazionale l'attenzione per l'educazione e l'istruzione per tutti e percio' anche a favore di quanti non possono fruire dei sussidi elettronici di ultimissima generazione. Nel ringraziarLa per la cortese collaborazione, porgo deferenti ossequi. VIVA LA REPUBBLICA ITALIANA.

Da: Donato