Honoré Daumier
Biografia • Il coraggio della satira
La caduta di Carlo X segna, per la Francia, la fine della restaurazione dell'assolutismo monarchico e l'inizio, con Luigi Filippo d'Orléans, del riscatto del liberalismo borghese. Ma il processo di emancipazione della società francese è solo all'inizio, perché già durante il regno di Luigi Filippo comincia a fare capolino una nuova coscienza sociale, quella dei ceti più popolari, della gente che ha sempre fatto le rivoluzioni per conto di altri e che ora invece comincia a maturare, per l'appunto, una coscienza di classe.
Fra i primi ad esprimere e diffondere, attraverso la sua arte, questi sentimenti, è Honoré Daumier.
Pittore, litografo, incisore, disegnatore e scultore, Daumier nasce a Marsiglia il 26 febbraio 1808 da Jean Baptiste Louis, poliedrico artigiano-poeta, e da Cécile Catherine Philip.
Con la sua copiosissima produzione artistica che si sforza di descrivere la realtà in maniera distaccata e asettica, Honoré Daumier va a collocarsi, insieme a Gustave Coubert e Jean Francoise Millet, fra i padri del Realismo, movimento culturale - erede del positivismo - nato in Francia intorno al 1840.
L'attività che più lo ha reso noto è quella di caricaturista: negli anni dal 1830 al 1835 pubblica sul giornale di opposizione "La caricature" litografie di asperrimo sarcasmo socio-politico ed antiborghese, proseguendo, dal 1835, sulla testata "Charivari" producendo, complessivamente, circa 4.000 vignette create con la tecnica litografica.
Una delle più celebri caricature è "Gargantua", dedicata a Luigi Filippo: la dissacrazione del re, fino a rasentare l'insulto, gli costa sei mesi di carcere ed una pesante multa. Ma il sovrano resterà anche in seguito l'oggetto prediletto della sua satira. L'irrigidimento delle norme sulla libertà di stampa, che giungono fino alla censura, lo inducono però a mutare stile, imprimendo alle proprie vignette contenuti esclusivamente culturali: in questa fase Honoré Daumier collabora alla "Chronique de Paris", il giornale del grande Honoré de Balzac e sposa, nel 1846, Marie-Alexandrine Dassy.
Nella seconda metà degli anni '40 inizia a dedicarsi alla pittura, anche in seguito all'amicizia col pittore romantico Eugène Delacroix. In seguito stringe ottimi rapporti anche con Charles-François Daubigny, Jean-Baptiste Camille Corot e Jean-François Millet, artisti che lo arricchiscono tanto nello spirito quanto nell'espressione artistica.
Anche in questo campo i suoi soggetti traggono spunto dalla realtà quotidiana, ma l'evidente novità rappresentata dalla sua pittura fa di lui un artista di nicchia: trascorre gli ultimi anni in povertà e solitudine, con il conforto di pochi amici che continuano a considerarlo un maestro, in particolare di Corot che lo sostiene anche economicamente.
Ormai settantunenne e privato quasi del tutto della vista, Honoré Daumier si spegne a Valmondois, il 10 febbraio 1879, all'età di 70 anni.
Per l'incisività e la forza innovativa della sua arte, si colloca fra i maggiori artisti dell'Ottocento e fra i precursori dell'impressionismo.
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