Luigi Filippo di Francia
Biografia • Il re Borghese dei francesi
Luigi Filippo, duca di Valois e poi di Chartres, nasce a Parigi il 6 ottobre 1773, figlio primogenito di Luigi Filippo Giuseppe d'Orléans, detto Filippo "Egalité", e di Luisa Maria di Borbone - Penthièvre. A soli diciassette anni si iscrive al Club dei Giacobini, condividendo le posizioni paterne in favore della Rivoluzione. Due anni dopo combatte nell'esercito del Nord al comando del valoroso generale Charles François du Périer, detto Dumouriez, che decide di seguire anche quando l'alto ufficiale sposa un orientamento controrivoluzionario. Insieme riparano in Austria, mentre in Francia tutti i suoi beni vengono confiscati.
Durante l'esilio si trasferisce prima in Svizzera, poi negli Stati uniti e quindi in Sicilia, dove sposa, nel 1809, Maria Amelia, figlia del re Ferdinando IV; un matrimonio utile perché lo riconcilia con il ramo principale dei Borbone. Nel 1814 rientra a Parigi, accolto con entusiasmo dal partito liberale che, dopo il 1824, guarda a lui come alternativa al traballante governo borbonico restaurato da Carlo X. Intanto gli vengono resi tutti i beni confiscati, oltre a ingenti somme a titolo di risarcimento.
La rivoluzione del luglio 1830 depone Carlo X e induce i capi degli insorti, fra cui La Fayette, a far ricadere su di lui la scelta del nuovo sovrano per le sue note simpatie liberali e perché si vuole evitare, per ragioni di equilibri internazionali, la nascita di una Repubblica. È così che il 7 agosto Luigi Filippo d'Orleans viene proclamato dal Parlamento re dei Francesi, ed assume il nome di Filippo I.
La definizione di re "dei Francesi" e non "di Francia" è importante perché vuole evidenziare come le logiche del potere siano mutate: la nuova Carta costituzionale, ad esempio, non viene concessa dal sovrano, ma approvata dal Parlamento, cioè dal popolo francese.
Salito al trono adotta una politica conservatrice, prendendo le distanze dalla Rivoluzione ed alleandosi con la "grande bourgeoisie" in forte ascesa dei banchieri ed industriali: ciò gli vale l'appellativo di "re borghese", e gli procura l'avversione di tutte le atre parti in gioco, dai repubblicani ai liberali costituzionali, fino a bonapartisti, socialisti e comunisti. Ma gli vale anche una serie di attentati, il più eclatante dei quali rimane quello del 28 luglio 1835, nel corso di una parata militare, ad opera del rivoluzionario corso Giuseppe Marco Fieschi. L'attentatore, uomo di ingegno, ha messo a punto una rudimentale mitragliatrice che, anziché sparare più colpi dalla stessa canna, ne spara uno da ciascuna delle 28 canne di cui è dotata. Un'arma micidiale, insomma, che viene utilizzata nell'attentato e che vede cadere decine di persone, diciotto delle quali uccise.
Luigi Filippo ne esce illeso; fra i caduti invece si annovera il generale Édouard Adolphe Casimir Joseph Mortier, duca di Treviso e già maresciallo dell'impero con Napoleone I. Subito catturato, il Fieschi è condannato a morte e ghigliottinato il 19 febbraio 1836.
Gli insuccessi in politica estera e le agitazioni interne delle classi operaie che il suo ministro Guizot non riesce a gestire portano all'insurrezione del 23 novembre 1848 ed alla sua inefficace abdicazione in favore del nipote Luigi Filippo, conte di Parigi, che resterà pretendente al trono col nome di Luigi Filippo II, ma anche di Filippo VII.
Mentre si affretta a lasciare Parigi per riparare in Inghilterra, il Parlamento francese proclama la Repubblica. Due anni dopo, il 26 agosto 1850, Luigi Filippo I si spegne a Claremont House, in Inghilterra, all'età di 77 anni.
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