Messaggi e commenti per Fabio Fazio - pagina 35

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Sabato 4 aprile 2020 16:38:50

Buonasera, grazie di esserci. Mi:chiedevo da chi o cosa dipenda la totale manxanza di alcol nei supermercati e se sia cosi'impossibile garantirne la disponibilita' al consumatore. grazie

Sabato 4 aprile 2020 13:07:14

Buongiorno sig Fazio.
Innanzitutto grazie per la sua presenza in tv da anni. Per me fondamentale.
Poi vorrei illustrare questa problematica.
Io ho uno studio professionale di amministrazione di condomini (sono anche iscritta all'albo degli avvocati di Ancona ed esercito anche come condominialista). Il mio lavoro si è ovviamente interrotto nella parte delle riunioni condominiali che non si possono tenere risultando un assembramento. Questo sta succedendo in tutta Italia (almeno dovrebbe) e non si può pensare di convocare assemblee online visto che molta parte della popolazione soprattutto di una certa età non ha neanche il computer). Questo blocca la vita in genere degli stabili. Non si possono prendere decisioni e non si sa fino a quando. Ovvio che si debba ottemperare ai decreti ma come si può ovviare? Per es lavori anche urgenti sono bloccati anche a discapito della sicurezza degli stabili. Le ditte non lavorano per la maggior parte dei casi. Inoltre continuano ad arrivare bollettini da pagare di Enel Metano Acqua condominiale ed è quasi impossibile poter pagare. La crisi già prima evidente nelle case degli italiani ora è fuori controllo. Ora ciò che è importante è fondamentale per tutti noi è la salute (io peraltro abito in un Comune - Chiaravalle AN - in cui si è riattivato un ospedale, funzionante anni fa e poi diventato RSA, e che ora è covid 19), ma come ci si deve comportare in certe professioni per cercare di continuare ad essere utili anche per la collettività? (Io ho 52 anni e ho aperto il mio studio con una vecchia amica senza alcun aiuto 22 anni fa). Sono consapevole della situazione e si ha paura. La mia regione, le Marche, è una delle più provate.
Grazie per la sua attenzione e saluti cordialissimi a lei alla signora Litizzetto e alla signora Lagerback da chi la segue dal suo esordio.
Patrizia Farinelli

Sabato 4 aprile 2020 11:49:23

Buongiorno, ho sentito dire che i comportamenti avuti in questi quindici giorni hanno salvato 38 mila morti in Italia, mi piacerebbe sapere quante vite si sarebbero potute salvare se qualcuno avesse istituto la zona rossa nei comuni di Nembro e Alzano quando sono stati chiesti a fine febbraio. E non mi venga detto che non si è fatto perché è stata istituto la zona arancione in tutta la Lombardia perché questa è stata istituto una settimana dopo e il tempo in questo caso non mi sembra un piccolo dettaglio ma, soprattutto non è esattamente la stessa cosa perché con la zona arancione lo spostamento all'interno di essa è consentito e questo ha permesso la diffusione massiccia anche nella città di Bergamo. La regione Lombardia dice che la decisione spettava al governo ma come mai tutte le altre regioni lo hanno fatto autonomamente? Ed un'altra considerazione è questa, se noi stiamo chiusi a casa ma nella maggior parte di esse c'è un asintomatico questo evidentemente continuerà a contagiare gli altri e, secondo me, questo è il motivo per cui in tutta la Lombardia non finiscono i contagi. Grazie per l'attenzione

Giovedì 2 aprile 2020 17:28:54

Caro Dr. Fazio,

per accelerare il superamento di questa crisi sanitaria, economica e sociale generata dal COVID 19 ritengo che possano essere utili queste poche considerazioni che riporto di seguito.
Le sarei grata se potesse condividerle con il Prof. Burioni nel corso delle sue interviste.

Da quello che leggo o vedo in tv, mi sembra che manchi un approccio pratico alla risoluzione del problema, che non può essere solo l'isolamento sociale, se non entro certi limiti temporali, oltre i quali i danni economici e sociali superano quelli sulla salute.

Le sarei grata se potesse sollecitare un confronto con i decisori politici e tecnici, che vada oltre lo slogan "state a casa".

La ringrazio per quanto potrà fare!
Laura

1.
La carica virale è rilevante: studi in laboratorio hanno dimostrato che cariche virali basse non sono letali perché ingaggiano una battaglia tra virus e sistema immunitario in cui vince quest’ultimo (https://www. nytimes. com/2020/04/01/ opinion/coronavirus-viral-dose. html? smid=em-share).
2.
Le persone che sono entrate in contatto con il virus e hanno avuto l’infezione in maniera asintomatica o paucisintomatica sono nell’ordine di 9-10 volte i positivi accertati con test.
3.
Queste persone, una volta negativizzate, sono contagiose? Sono immuni? Se si, possono tornare a lavorare o a uscire. La gestione dell’epidemia deve prevedere prescrizioni differenziate per le diverse casistiche.
4.
Per una gestione differenziata occorre una campagna di test a tappeto, con costi a carico dei cittadini secondo le regole dei medicinali (prescrizione e pagamento ticket secondo le fasce di reddito).
5.
I test devono essere in grado di dire non solo se il soggetto è positivo, ma anche se è stato positivo, se è immunizzato e, in questi ultimi due casi, se è contagioso.
6.
Al test deve seguire il rilascio di una certificazione, che il cittadino potrà portare con sè per eventuali controlli delle forze dell’ordine.

Giovedì 2 aprile 2020 13:05:14

La restanza obbligata
Nel numero di novembre 2019 della Voce del Campo ponevo l’attenzione su due concetti quello di esodanza e quello di restanza.

Il primo, di mia invenzione, connota la tendenza consumistica al viaggio motivato dalla ricerca del piacere individuale, dalla ricerca dell’esotico, in parte alimentato dai mass media e dall’industria turistica del low cost.

La restanza invece appartiene di più alla sfera valoriale umana: la condizione, il sacrificio di chi vuole rimanere legato alle radici. Di chi sta dov’è. Il desiderio di ciò che è vicino.

Indubbiamente si tratta di tendenze che hanno implicazioni diverse sulle persone, sulla comunità, sul territorio soprattutto in termini ambientali, non ultimo il rischio del cosiddetto urbanicidio (v. articolo di novembre).
Sembra incredibile ma solo pochi mesi fa ognuno di noi era “libero” di scegliere di andare o restare a proprio piacimento, una scelta che trovava limiti solo nel tempo/denaro a disposizione. Chi restava forse aveva capito che ci si può muovere anche nell’immobilità.
E’ stato proprio il superamento del limite della natura una delle cause della diffusione della pandemia che ora cerchiamo di controllare restando a casa.
Questo ti voglio dire
ci dovevamo fermare.
Lo sapevamo. Lo sentivamo tutti
ch’era troppo furioso
il nostro fare. Stare dentro le cose.
Tutti fuori di noi.
Agitare ogni ora – farla fruttare.
Ci dovevamo fermare
e non ci riuscivamo.
Andava fatto insieme.
Rallentare la corsa.
Ma non ci riuscivamo.
Non c’era sforzo umano
che ci potesse bloccare.
(…)
(Mariangela Gualtieri Nove marzo 2020)
Ce lo dicono i versi di Mariangela Gualitieri, ce lo dice Luca Parmitano dallo spazio quando parla della estrema fragilità della terra. Ce lo dicevano gli sguardi persi delle persone in strada dentro le loro gabbie con le ruote. Ce lo dice da tempo la natura quando scatena i suoi elementi..
“ L’alveare felice” teorizzato da Bernard de Mandeville più di tre secoli fa il cui paradigma ideologico si fonda sull’ingiustizia, l’ingordigia e la prevaricazione rappresenta bene il nostro sistema socio-economico.
Mandeville preconizza anche la fine dell’alveare “Parecchie migliaia di queste valorose api perirono. Il resto dello sciame, che si era indurito nella fatica e nel lavoro, credette che l’agio e il riposo, che mettono a sí dura prova la temperanza, fossero un vizio. Volendo dunque garantirsi una volta per sempre da ogni ricaduta, tutte queste api si rifugiarono nel cupo cavo di un albero, dove a loro non resta altro, della loro antica felicità, che la contentatura dell’onestà”
Il nostro alveare è stato pesantemente attaccato da un virus letale che ha disperso le api. Tutto si è magicamente fermato.
Siena nella sua altera bellezza sembra un castello incantato, le poche persone che si incontrano per le strade quasi si scusano per profanare tale incanto. Le auto impolverate abbandonate nei vicoli e nelle piazze danno la dimensione della loro relativa utilità.
Sembra di essere tornati al medioevo alla descrizione che fa Agnolo di Tura del Grasso in Cronaca senese della peste nera che imperversò a Siena tra aprile e ottobre del 1348 quando morirono migliaia di persone e tra loro i fratelli Lorenzetti:
“La città di Siena pareva quasi disabitata, ché non si trovava quasi persona per la citta”
Oggi la bellezza della città, non diversa dai tempi di Agnolo, a malapena riesce a lenire le preoccupazioni, le paure di molti che temono per la loro salute anche economica.
Non solo, lo svuotamento progressivo della città verso la periferia di attività economiche e di famiglie accentua il senso di vuoto sociale che si respirava già prima dell’epidemia. Fortunatamente restano aperte alcune botteghe di vicinato che riescono a rendere più umano lo sforzo di sussistenza.
C’è da chiedersi che sarà del tessuto socio economico della città una volta finita questa emergenza? Un tessuto fortemente provato dalle vicende accorse negli ultimi anni.
Che sarà del “sottobosco virtuoso” della città fatto delle poche attività marginali rimaste (botteghe artigianali negozi storici) che denotano il carattere unico e personale della città e sono un baluardo contro l’urbanicidio?
In generale sarà sufficiente questa dura lezione per rallentare la corsa e per rivedere il sistema dell’economia globale che ci fa correre come api impazzite?.
Questo dipende dai comportamenti che individualmente e come comunità metteremo in atto, dalla lungimiranza delle politica, dalla volontà collettiva di un radicale cambiamento delle nostre abitudini.
L’importante in questo momento di restanza obbligata è nutrire il seme dello “stare dentro le cose” che tale evento ha posto dentro di noi senza rifugiarsi in nessun albero cavo a leccarsi le ferite.
Luciano Fiordoni
2 Aprle 2020

Giovedì 2 aprile 2020 12:55:48

Bandiera
Ci credevo
a quel girotondo di stelle e di luce in un pezzo di blu.
Mi sbagliavo
Ora è solo uno straccio di stoffa sbiadita senza dignità.
Avete spento le stelle!

Mercoledì 1 aprile 2020 18:29:46

Salve, potete sollevare questo problema in trasmissione per favore? Dei neolaureati in medicina, ormai via web, dicono "oggi laureati, domani a lavoro" FALSISSIMO!!! E ORA ONEROSO PER LE FAMIGLIE!!!
Per poter agire anche minimamente nel settore sanitario si deve avere l'ABILITAZIONE, di norma 4 mesi di tirocinio non retribuito più l'esame abilitante. Il decreto ha sancito che coloro che si stanno laureando adesso, facciano i 4 mesi di tirocinio ma non facciano l'esame abilitante, per quelli dell'anno successivo è stato abolito anche il tirocinio, quindi la laurea sarà già di per sé abilitante. Dopo l'abilitazione è possibile svolgere attività come le guardie mediche o presenza in manifestazioni dove è richiesto un medico e così inizia un minimo di AUTONOMIA ECONOMICA. Solo dopo si può fare la SPECIALISTICA, che occorre anche per medico di famiglia, che implica un esame di accesso a livello nazionale e altri quattro anni di tirocinio retribuito, quindi arriva L'AUTONOMIA ECONOMICA. Alla fine si può svolgere la libera professione o lavorare come dipendenti, nella specializzazione conseguita. Mio figlio, laureato il 17 marzo scorso a Pisa, doveva iniziare il tirocinio il 6 aprile, glielo hanno rimandato a data da destinare per scarsità di presidi sanitari. Questo vuol dire che non potrà fare l'esame per la specializzazione della prossima estate e sembra che slitterà di un anno, QUINDI NON SOLO I NEOLAUREATI NON POSSONO SVOLGERE ALCUNA ATTIVITA' IN CAMPO SANITARIO, MA GRAVERANNO ECONOMICAMENTE PER UN ALTRO ANNO SULLE FAMIGLIE GIA' IN DIFFICOLTA' PER LA SITUAZIONE ECONOMICA CHE SI E' CREATA CON IL CORONAVIRUS!!! INOLTRE SI ACCAVALLERANNO AGLI SPECIALIZZANDI DEGLI ANNI FUTURI in una situazione dove già normalmente ci sono grosse difficoltà per trovare le disponibilità. E POI ma non mancavano i medici? Facevano proprio schifo dei tirocinanti a titolo gratuito nei reparti? Che magari potevano liberare qualche medico per situazioni più delicate?

Mercoledì 1 aprile 2020 15:24:08

Caro Fabio,
Intanto complimentissimi per le trasmissioni di questi giorni... L'unico programma serio di vera informazione... O quantomeno uno di pochi! Vorrei fare una domanda al prof. Burioni: io e la mia famiglia abbiamo avuto tosse e sintomi influenzali senza febbre però... È possibile che abbiamo avuto una forma lieve di covid? E se si come si fa a sapere se non siamo più contagiosi? Comunque noi siamo chiusi in casa dal 21 febbraio. Grazie per tutto quello che fate. Buon lavoro a tutti. Giuditta

Mercoledì 1 aprile 2020 14:18:49

Salve!
Prima volta nella mia vita che scrivo a personaggi, giornali...
In questi giorni si piangono, giustamente, tanti morti e si considerano eroi, giustamente, tanti sanitari, ma perchè non si dice che se in tutti questi anni non si fossero fatti tanti tagli alla Sanità pubblica, tutti questi disastri sarebbero stati meno gravi? Non credo che una giustificazione possa essereil fatto che c'è troppa evasione fiscale... Ho sentito che i soldi sono stati dirottati sugli armamenti, non so se sia vero...
Qualcuno ha ammesso che sono state fatte scelte sbagliate? Nel futuro si sosterrà la sanità pubblica? Cioè si sarà più lungimiranti? Mi piange il cuore pensando a tutte le morti che potevano essere evitate se avessimo avuto più posti letto, più attrezzature (come ha fatto qualche altro Paese...) Grazie dell'ascolto.

Mercoledì 1 aprile 2020 09:46:58

Quesito che vorrei sottoporre al dott. Burioni: dovremmo indossare tutti la mascherina quando usciamo? Ma come è possibile farlo, se in giro non se ne trovano? Ci ritroviamo dunque ad utilizzare per giorni la stessa mascherina usa e getta. Ma non è più dannoso riutilizzare una mascherina (che nel frattempo potrebbe essere diventata infetta) piuttosto che non metterla affatto?
Grazie dell'attenzione,
Silvia

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