Messaggi e commenti per Lilli Gruber - pagina 72

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Biografieonline non ha contatti diretti con Lilli Gruber. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Lilli Gruber.

Martedì 8 dicembre 2020 21:18:40

Otto e mezzo del 8 dicembre 2020


Sua intervista Boschi. Dimostrata sua indiscussa fermezza e signolirita'. Complimenti anche x riuscire digerire tante persone cosi inutili...

Venerdì 4 dicembre 2020 10:29:48

Cara signora Sieglinde,
No, signora, se ne parla, ma solo se mancano in Lombardia, la Signora Gruber è specialista in faziosità. Il problema è che ne sono state ordinate 17 milioni di dosi, così ha spiegato il sottosegretario Sileri contro i 13 milioni dello scorso anno, ma poi hanno continuato a ripetere, compreso l'esimio Galli, che era bene che la vaccinazione la facessero tutti gli adulti che sono circa 40 milioni e matematicamente non ci siamo. La regione Lombardia è accusata di non averli ordinati per tempo ma se le dosi le ha ordinate il ministero il resto, ampliato sempre dall'esimio Galli, è questione di lana caprina: non le pare, signora, che chi le ha ordinate dovrebbe assegnarle in base ai numeri degli abitanti ? ma forse io la metto troppo semplice altrimenti come si potrebbe mettere in piedi una trasmissione?
Gionni Tito

Venerdì 4 dicembre 2020 09:42:58

Buongiorno ! Riguardo al messaggio dell'ultraottantenne abitante a Roma che non riesce ancora a fare il vaccino antinfluenzale, desidero far presente che io ho fatto il vaccino 2 settimane fa ed 1 settimana fa anche quello antipneumococco ed abito a Roma. Consiglio di non aspettare di essere chiamato ma di chiamare lui il proprio medico se già non lo avesse fatto. Grazie. E. Di Carli

Giovedì 3 dicembre 2020 18:19:00

Perché non si parla mai del vaccino antinfluenzale in tv? Sono una ultraottantenne che vive a Roma e
non sono ancora stata chiamata dal mio medico dì base per la vaccinazione. Motivo le dosi non sono ancora arrivate È uno scandalo e nessuno ne parla. !!!

Martedì 1 dicembre 2020 16:59:21

Cara Lilli,
grazie se vorrai leggere per mio conto questa lettera nella tua trasmissione.

La Grande Guerra …Caporetto … Sigmundsherberg … il ’68 … Il Covid-19.

Dopo più di mezzo secolo, ancora una lettera ai professori, perché a loro è demandata l’ educazione dei nostri figli.

Gent. mi professori,
sono un ingegnere laureato a Bologna in Ingegneria Elettronica, il 29 marzo del 1974, dirigente della Siemens, oggi in pensione.
Parto da molto lontano per arrivare ad oggi e constatare che i comportamenti che un secolo fa hanno causato la disfatta di Caporetto sono tuttora attuali.

Dopo Caporetto, nella prima decade di novembre del 1917, due fanti, mio nonno materno, Cermaria Elmo, ed un suo amico, Ugo Massaro, abbandonati nelle prime linee del Fronte Carsico dai loro Generali, assieme a decine di migliaia di altri fanti prigionieri, fecero un viaggio allucinante verso l' Austria, partendo da San Daniele del Carso (oggi Štanjel in Slovenia).
Questo viaggio durò otto giorni e nove notti, su un treno merci con vagoni scoperti: pioveva e nevicava.
Il treno era diretto a Mauthausen (questo lager, come tantissimi altri in uso nella seconda guerra mondiale, fu costruito durante la Grande Guerra).
Il lager di Mauthausen era già strapieno di prigionieri Italiani e Serbi... il treno proseguì per il lager di Sigmundsherberg.
In questo lager, il 27 di dicembre del 1917, Ugo morì di nefrite. Mio nonno, rischiando la vita facendo un buco nella rete che divideva le loro baracche, lo andò a trovare, per dargli l' ultimo saluto.

Con questo episodio che riguarda due ragazzi, due fanti italiani contadini, due amici, due compagni di sventura, vorrei ricordare che in Austria, a Sigmundsherberg, un secolo fa esisteva il più grande lager della Grande Guerra, dove transitarono, sul finire del 1917, più di 300. 000 prigionieri Italiani, la maggior parte Fanti, di cui 100. 000 sparirono nel nulla.

Il posto dove sorgeva questo lager, con annesso il Cimitero di Guerra Italiano, dove è sepolto anche Ugo Massaro, assieme a migliaia di ragazzi Italiani (2. 363), il 12 aprile del 2018, è stato dedicato dall' Austria, su indicazione di un professore di storia dell' Università di Vienna, Rudolf Kock, ad un fante contadino marchigiano, Cermaria Elmo: mio nonno materno … un fante a rappresentare la povera gente.

L' Italia della retorica e degli eroi, ha preferito dedicare monumenti, piazze, stazioni, strade.. ai Generali che hanno abbandonato al loro destino, alla fine di ottobre del 1917, i fanti, tra cui mio nonno, sulla prima linea del del Carso.
Oggi, l’ Italia, ogni 4 di novembre si lacera in qualunque tipo di polemica alla ricerca di un assurdo tornaconto politico da ciò che è successo più di un secolo fa: dei poveri fanti non importa niente a nessuno.
Nessuno è mai stato a Sigmundsherberg a versare una lacrima sulle loro fosse comuni ricoperte a Primavera da viole selvatiche.

Il prof. Kock ha letto il libro che ho scritto, basato sul manoscritto che mio nonno mi donò nel 1979, come suo regalo di matrimonio: “fai sapere”, mi disse consegnandomelo.

Questo libro percorre le sue vicende di guerra da quando mio nonno partì da Pesaro, per il fronte, fino al suo ritorno a casa, dopo tre anni: aveva percorso 5. 500 km.
Il titolo del libro è: "Forte Verena, 24 Maggio 1915, ore 4 - Trilogia della Grande Guerra".
Ho incontrato mille difficoltà nel portare avanti, completamente a mie spese, il progetto del libro.. ma ho mantenuta la promessa fatta a mio nonno.
Le ricerche sono state difficilissime, altrettanto il viaggio che ho compiuto per mezza Europa sulle tracce di mio nonno, visitando i posti che lui aveva riportato nel suo manoscritto, testimoni dei suoi sacrifici inimmaginabili.

Ma ho avuto, per conto di mio nonno e di tutti i soldati della Grande Guerra, anche tante soddisfazioni, come la telefonata personale dell’ ex Ambasciatore Italiano a Vienna, Giorgio Marrapodi, che mi ha invitato, assieme a delle classi di studenti (“S. Marta” di Pesaro, “G. Marconi di Forlì) a visitare la nostra Ambasciata di Vienna, accompagnandoci poi a Sigmundsherberg … o la emozione di questi ragazzi, che, con gli occhi gonfi di lacrime, leggevano le migliaia di nomi dei loro coetanei, riportati vicini al monumento che rappresenta l’ Italia, costruito dagli scalpellini italiani prigionieri, guidati da Pasquale Matteucci, tutti morti anche loro, un secolo fa in questo campo di prigionia e seppelliti nel cimitero di Guerra Italiano, in fosse comuni, nudi … su sei file sovrapposte.

I ragazzi, increduli che potesse esistere un posto simile, si rivolgevano, … senza ottenere risposta, ai loro professori sempre con la stessa domanda: “perché non ci avete mai detto niente di questo posto ? ”

Il 18 di novembre del 2015 questo libro è stato selezionato dal Governo Italiano come una delle INIZIATIVE CULTURALI COMMEMORATIVE della Prima Guerra Mondiale.
http: //www. centenario1 914-1918. it/it/201 5/11/18/graduat oria-delle-iniziati ve-culturali-ban do-grande-guerra

Il 2 novembre di ogni anno, da parte dell' Austria, nel cimitero di Guerra Italiano di Sigmundsgerberg, viene celebrata, in onore dei nostri nonni, una cerimonia ricordo.
Normalmente nessun Italiano è mai presente alla celebrazione - per l' Italia questo posto non esiste, non fa parte della nostra Memoria.

All’ ingresso del cimitero si nota il pannello con l' effige di mio nonno e la dedica in Italiano, Tedesco ed Inglese:

“IN MEMORIA DI TUTTI I NOSTRI NONNI DEDICHIAMO QUESTO POSTO AL SIGNOR CERMARIA ELMO FANTE DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE”

Da parte austriaca, partecipano alla cerimonia, il sindaco di Sigmundsherberg, Franz Gòd, una rappresentanza dei reduci di guerra austriaci e della Croce Nera Austriaca. La funzione religiosa è officiata dal parroco di Sigmundsherberg, Don Milos. La signora Elena, come se fosse la madre di quei 2. 363 sfortunati ragazzi, assicura il decoro di questo posto.

Franz God, in rappresentanza dell’ ex nemico, ogni tanto mi scrive per sapere come sto e mi ricorda di portare in Italia questo messaggio:
“ ai tanti discendenti di quei padri, nonni e bisnonni, prometto che noi, qui in Austria, conserveremo di essi una onorevole e dignitosa memoria”.

Pensando a tutte le polemiche che ogni anno si verificano puntualmente da noi, forse l’ Italia, dopo più di un secolo, non è ancora pronta a capire il senso del messaggio dell’ ex nemico, che riserva ai nostri morti, con grande civiltà, la stessa “onorevole e dignitosa memoria” che riserva ai suoi morti.
La dignità di un popolo non si guadagna con la retorica e con sventolii di bandiere al suono di fanfare, ma con la sua capacità di dimostrare di essere finalmente diventato un popolo civile, in ogni occasione.

Normalmente la nostra Memoria non si spinge oltre le tragedie della seconda guerra mondiale, eppure queste non sono altro che l' effetto di una precisa causa: la immane tragedia che si concluse, temporaneamente, venti anni prima: la Grande Guerra.

Eric Hobsbawm, autore del saggio “Il Secolo Breve”, scriveva:
"La Memoria è vita. Essa è in perpetua evoluzione. Rimane a volte latente per lunghi periodi e poi ad un tratto rivive. La storia è la ricostruzione sempre incompleta e problematica di quello che non è più. La Memoria appartiene sempre al nostro tempo e forma un eterno presente".
Ed è per questo che Eric Hobsbawm preferisce, invece che della Storia, interessarsi alla Memoria, derivante dalla somma di tante infinite e piccolissime memorie: ed è per questo che mio nonno, con il suo manoscritto sgrammaticato, è diventato il mio Mito.

Il mio più grande cruccio è quello di essere venuto a conoscenza dell' esistenza di Sigmundsherberg "fuori tempo massimo"... e solo leggendo e contestualizzando il manoscritto di mio nonno.
Quanto vorrei essere stato in questo posto con lui quando era ancora in vita: forse lo avrei visto piangere, lui che non lo ha mai fatto !

I miei tanti "buoni maestri" che ho avuto nella vita, non mi hanno mai parlato di Sigmundsherberg ed ancora di più, cosa significhi questo posto per l' Italia... ed è per questo che propongo ai professori di incontrarci per analizzare l' eventualità di una presentazione della vicenda di mio nonno, agli studenti: anche a loro, ostinatamente, come sto facendo da molti anni, vorrei "far sapere".

Il racconto di mio nonno potrebbe essere utilizzato come viatico per analizzare le vicende di un secolo fa, raccontate "dal basso", dalla povera gente, allo scopo di innescare la lettura critica di quegli eventi, lettura che aiuti a capire i fenomeni, le tragedie ed i comportamenti del periodo in cui viviamo... così simili a quelli della Grande Guerra, sia come approccio (la improvvisazione) che come risultato: è sempre la povera gente che ne paga il conto salatissimo.. ieri nelle trincee della Grande Guerra e durante la ritirata di Caporetto, oggi nelle trincee degli ospedali e negli innumerevoli cimiteri Covid sparsi per l' Italia … come tanti cimiteri di Sigmundsherberg.

Farlo oggi, prima di affrontare la vita sociale, politica e lavorativa, potrebbe aggiungere consapevolezza al cammino degli studenti: sappiamo che prendere "30 e lode" nell' esame della vita non sarà poi così semplice.

Di fronte alle sfide di oggi, come si dice ciclicamente, toccherà ai giovani rimodulare la nostra Società: chi, come me, 50 anni fa, aveva creduto che allora fosse possibile, ha visto morire tutti i suoi miti, uno ad uno.
Troppo facile sarebbe scivolare nella nostalgia di quei tempi, ma nessuno dovrebbe impedire di insegnare ai giovani di oggi quello che, parafrasando Robert Kennedy (18 marzo 1968, Kansas University), non si è ancora capito:

<<Non troveremo né uno scopo a livello nazionale né soddisfazione personale nella pura continuazione del progresso economico, nell’ accumulare a non finire i beni terreni. Non possiamo misurare lo spirito nazionale basandoci sul Dow Jones, né i risultati della nazione basandoci sul Prodotto Interno Lordo. Perché del PIL fa parte l’ inquinamento dell’ aria, fanno parte le ambulanze che liberano le nostre autostrade dopo ogni carneficina. Fanno parte le serrature speciali per le porte delle nostre case e le celle per coloro che le scassinano. Il prodotto interno lordo comprende la distruzione delle foreste e la morte dei nostri mari. Il PIL aumenta con la produzione dei missili e delle testate nucleari, include la trasmissione di programmi televisivi che, per vendere merce ai nostri figli, glorificano la violenza.

E se il PIL comprende tutto ciò, c’ è anche molto che non comprende. Il PIL non rende conto della salute dei nostri figli, della qualità della loro istruzione, del loro piacere di giocare. E’ indifferente al carattere dignitoso delle nostre fabbriche come alla sicurezza delle nostre strade. Non include la bellezza della nostra poesia e la solidità dei nostri matrimoni, l’ intelligenza del nostro dibattito pubblico o l’ integrità dei nostri pubblici funzionari… Il PIL non misura né la nostra intelligenza, né il nostro coraggio, né la nostra saggezza, né la nostra cultura, né la nostra compassione, né la devozione al nostro paese. Misura tutto, insomma, tranne ciò che dà valore alla vita, e può dirci tutto sull’ Italia tranne se siamo fieri di essere Italiani >>.

Un cordiale saluto
Francesco Nicolini

Sabato 28 novembre 2020 14:08:00

Gentilissima Signora Gruber,
ovviamente anche ieri sera ho assistito alla sua trasmissione è desidero segnalare due aspetti: il primo è legato alla conduzione della discussione dove si è compreso molto poco per il fatto di parlare in due e spesso in tre contemporaneamente con danno della possibilità di comprendere le differenti posizioni e dunque rendendo inutile la stessa almeno per la maggior parte degli spettatori.
Il secondo punto riguarda invece un modo di condurre la trasmissione che, almeno per chi la segue quasi da sempre, appare nuova: da un po’ di tempo la sua conduzione appare alquanto orientata e spesso un po’ forzata verso l’interlocutore politico, il che non sarebbe negativo se non finisse per apparire come il fatto di schierarsi per una parte (a mio parere l’intervista al Presidente Conte ne è un esempio) fatto non negativo in se stesso ma che rischia di impattare negativamente se chi conduce la trasmissione è recepito come arbitro.
Buon lavoro.
Enzo

Sabato 28 novembre 2020 12:54:59

Che direste di un giornale che esca con gli articoli scritti uno sopra l’altro, in modo che non si riesca più a leggere niente? Scusate allora: la stessa cosa, avviene nei talk-show quando due o più partecipanti si parlano l’uno sull’altro, spesso e volentieri anche il conduttore. Il programma diviene così del tutto autoreferenziale, con i vari personaggi che interloquiscono tra loro senza che nessuno capisca più nulla. Forse, a testimonianza della loro inutilità e di quella del talk-show. Questo in generale: ieri sera poi con Giannini che si sovrapponeva ad Orlando e anche Lilli che gli dava sulla voce è successa proprio la stessa cosa. E non ce l'ho né con Giannini né con Orlando. Possibile però che il regista e il conduttore non si rendano conto che la sovrapposizione delle voci annulla del tutto il contenuto? Scrivo volentieri a Lilli (per la prima volta in vita mia) di cui vedo Otto e mezzo tutte le sere e che, devo dire, riesce in genere ad evitare l'inconveniente. Saluti

Venerdì 27 novembre 2020 10:44:26

Gentilissima Signora Gruber,

Vorrei sottoporre alla Sua attenzione questo articolo che ho reperito oggi 27-11-2020 nel sito di Russia Today (RT), di cui al seguente link:
https: //www. rt. com/op-ed/50 7937-covid-pcr-test-fail/
Le anticipo che trattasi di una sentenza della Corte d'Appello di Lisbona che dà ragione a 4 turisti tedeschi, tenuti illegalmente in quarantena sulle isole Azzorre a seguito della positività al tampone di uno di questi..
Per la Corte portoghese è stata una decisione illegale, poiché la metodologia attuale su cui ci si basa nella UE per asserire la positività al covid è inattendibile!
Quindi tutto il castello su cui si basano i "numeri" sfornati dai nostri media ed i conseguenti lockdown crollerebbe miseramente!
Sono sicuro che uno Spirito Libero come Lei non perderà occasione di approfondire l'argomento e di informare prontamente i telespettatori su un tema di così vitale importanza.
Cordiali saluti.

Roberto Orsi

Lunedì 23 novembre 2020 22:02:21

Gentilissima Lilly Gruber, ho ascoltato con interesse la sua intervista al Presidente Conte. Ho sempre apprezzato la sua sobrietà ed eleganza professionale in tutte le sue trasmissioni, venute a mancare, peraltro, questa sera. Peccato!!!

Lunedì 23 novembre 2020 21:55:52

È stato per me vergognoso ascoltare il suo modo di porsi con il presidente del consiglio: arrogante, saccente (e invece ignorante), frettoloso, con frequenti domande futili e da donnetta provinciale, e molto altro... forse credeva di abbellire il suo ego sembrando sferzante e priva di ogni rispetto? Creda, ho sentito le opinioni di molti conoscenti e amici, tutti concordi circa la squallida figura che ha fatto stasera. Con disgusto.
Gianpaolo Vicentin

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