Messaggi e commenti per Mario Tozzi - pagina 4

Messaggi presenti: 125

Lascia un messaggio, un suggerimento o un commento per Mario Tozzi.
Utilizza il pulsante, oppure i commenti di Facebook, più in basso.

Scrivi un messaggio

Leggi anche:
Frasi di Mario Tozzi

Nota bene
Biografieonline non ha contatti diretti con Mario Tozzi. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Mario Tozzi.

Martedì 24 novembre 2020 15:29:58

Gent. mo dottor Mario Tozzi,
in data 26 settembre 2020 Le ho mandato un messaggio da questo stesso modulo, nei riguardi del Bosco Sacro nel Parco della Caffarella.
Avrei piacere di avere una sua risposta ai quesiti formulati nel messaggio stesso.
Se vuole, mi può rispondere via mail all'account -------
Sono il Presidente dell'Associazione "Lorenzo Cuneo" Onlus, molto nota ed attiva nella zona della Caffarella.
Grazie e distinti saluti.
Roma, 24 novembre 2020. Claudio Cuneo
tel: 06-------- cell: 338-------

Martedì 24 novembre 2020 11:54:24

Salve. Nel suo libro "un'ora e mezzo per salvare il mondo" lei afferma che l'agricoltutra e l'allevamento intensivo sarebbero tra le principali cause dell'effetto serra. Mi sono permesso di fare alcuni calcoli. Quanta capacità di assorbimento di biossido di carbonio ha una foresta nei confronti della specie agricole coltivate? Va subito chiarito che non è facile stabilire con certezza questi parametri che dipendono da tantissimi fattori come la quantità e la distribuzione delle piogge (senza acqua le piante non crescono), dalla temperatura (la foresta amazzonica e la taiga siberiana hanno ritmi di crescita diversissimi) dalla composizione del terreno e via dicendo. Comunque ho cercato nei migliori siti internet paragonando i risultati di molte ricerche e facendo medie. Questi sono i risultati:
In un anno, un ettaro di foresta delle medie latitudini assorbe dalle 2 alle 3 tonnellate di CO2. Poche. Sono dati ufficiali La biomassa per ettaro di una foresta è molto grande ma la parte che attua la fotosintesi è ridotta alle foglie più alte che svettano all'apice dell'albero. I tronchi e le grandi radici non sono verdi e non partecipano all'assorbimento della CO2. Inoltre la grande quantità di materiali in decomposizione nel sottobosco da parte di funghi e batteri produce CO2 in quantità. Quindi 1 ettaro di nuova foresta potrebbe compensare le emissioni annuali di 1 italiano.
Io abito in una zona votata quasi interamente alla cultura del mais. Le foreste ormai nella pianura Padana sono solo un ricordo. Così ho voluto calcolare la capacità di assorbimento della CO2 di un ettaro di terreno coltivato a mais. Il calcolo non è difficile. La reazione della fotosintesi è la seguente:
6 CO2 + 6 H2O danno 6 O2 + C6H12O6 (GLUCOSIO)
Prendendo i dati da "L'informatore Agrario" risulta che un ettaro coltivato a mais produce dalle 18 alle 24 tonnellate di sostanza secca. Utilizziamo il dato medio, al netto di tutto, di 21 tonnellate. Con la fotosintesi dunque si producono 21 tonnellate di biomassa ovvero 21. 000. 000 di grammi di glucosio poi trasformato in amido e cellulosa dalla pianta. La massa molare del Glucosio è 180 g/mole quindi dividendo 21. 000. 000 di grammi per 180 g/mole otteniamo il numero delle moli di glucosio prodotte:
21. 000. 000 gr diviso 180 gr/mole = 116. 666 moli di glucosio
Come si vede nella reazione della fotosintesi, per ogni mole di glucosio prodotta vengono assorbite 6 moli di CO2. Quindi 166. 666 moli di glucosio richiedono 166. 666 X 6 = 700. 000 moli di CO2
La massa totale della CO2 assorbita sarà quindi 700. 000 moli X la massa molare della CO2 (PM 44) ovvero 44 gr/ mole
700. 000 moli X 44 gr/mole = 30. 800. 000 gr. ovvero più di 30 tonnellate!!! Non c'e da stupirsi le piantine di mais sono seminate fittissime e la pianta è quasi totalmente verde quindi fa fotosintesi in ogni sua parte o quasi. Questo calcolo l'ho fatto esclusivamente per far capire a tutti che le nostre opinioni stanno a zero. Nelle questioni scientifiche contano i numeri anche se non ci piacciono.
Ma attenzione, tutto questo ragionamento per capire quanto biossido di carbonio riusciamo ad immagazzinare nelle piante non ha senso e vi dico il perchè.
Iniziamo col dire che un nuovo fronte di polemiche riguarda gli allevamenti intensivi (ovini e vacche da latte e da carne) e l'alimentazione umana con carni rosse che è risaputo non fanno bene alla salute (se consumate in grandi quantità). Ebbene queste bestie, allevate in quantità enormi a causa della grande richiesta di consumatori prevalentemente carnivori, con il loro catabolismo emettono una incredibile quantità di CO2. Questo è perfettamente vero ma da dove arriva questo gas? Semplicemente dalla digestione e successiva demolizione del glucosio nel processo della respirazione:
6 O2 + C6H12O6 (GLUCOSIO) a dare 6 CO2 + 6 H2O
dunque la CO2 prodotta non è niente altro che quella assorbita dalle piante di cui si nutrono. Il ciclo del carbonio così si chiude e il saldo è zero. Esattamente come usare la legna nella stufa. Si rimette nell'atmosfera il biossido di carbonio che la pianta aveva immagazzinato nel tronco che andiamo a bruciare.
grazie
Riccardo (biologo)

Venerdì 20 novembre 2020 10:40:47

Buongiorno. Mi permetto di segnalarle un argomento pertinente il riscaldamento globale ma di cui ancora non si parla e che per questo potrebbe essere oggetto di un suo approfondimento. Già a fine di questo secolo è previsto un innalzamento dei mari di almeno 50 cm, ma credo saranno molti di più. Ciò comporterà problemi enormi per tutte le città di mare e i presagi per il secolo 22° saranno nerissimi. Potrebbe avere un profondo significato che la comunità internazionale cominciasse a prendere in considerazione la possibilità di preservare la civiltà che si affaccia sul Mediterraneo intraprendendo la chiusura dello stretto di Gibilterra quale misura di non difficile realizzazione, anche se richiederebbe diverse decine di anni di lavori e un costo certamente alto ma sicuramente inferiore a quello che richiederebbe la salvaguardia di ogni singola città marinara. Nella prima parte del '900 il progetto Atlantropa dell' arch. Hermann Soergel ne aveva ipotizzato l' esecuzione ma per lo scopo di parziale prosciugamento del Mediterraneo. Ora si tratterebbe invece di mantenere l' attuale livello del "lago Mediterraneo-Mar Nero" difendendoci per secoli dall' innalzamento dell' oceano Atlantico. Poichè il flusso d' acqua è notoriamente prevalente da Atlantico a Mediterraneo, potrebbe essere prodotta anche una ingentissima quantità di energia idroelettrica che nel tempo contribuirebbe a ridurre gli immani costi sostenuti. Cordiali saluti. Aldo Zevi

Martedì 17 novembre 2020 11:58:34

Caro Tozzi
sono Carlo Lombardi, professore in quiescenza del Politecnico di Milano. Insegnavo Impianti Nucleari e mi sono sempre interessato di problemi energetici. Ho delle perplessità sull'effetto serra antropico. Ho apprezzato la sua trasmissione su Atlante. Le faccio i complimenti più sinceri e sentiti; sono proprio queste le trasmissioni che elevano il livello della TV. Volevo osservare che sono un po' scettico sul fatto che Platone abbia confuso i mesi con gli anni: era solo il 400 a. C e Platone era Platone. Io credo che ci siano molti segnali, anche se contrastanti, che grosso modo 10000 anni a. C. ci possa essere stata un civiltà superiore, poi sparita per
eventi traumatici meteorologici o vulcanici. Quello che più mi turba in particolare è la piramide di Cheope, che nessuno sa a che cosa servisse, non certo come tomba del faraone, né soprattutto come sia stata costruita, comunque certamente molto prima di tremila anni a. C..
Ringrazio dell'attenzione e le invio i miei migliori saluti.

Venerdì 30 ottobre 2020 14:27:16

Buongiorno Sig. Tozzi,

Mi chiamo Meneghello Giorgia e sono una sua sfegatata fan.

Al momento, ho letto solo il suo libro "Come è nata l'Italia" e devo dire che è stato formativo e costruttivo dal punto di vista del nostro territorio.

La stimo tantissimo e, non mi perdo mai una sua intervista da "Kilimangiaro" la domenica pomeriggio.

In conclusione, non mi è mail capitata l'opportunità e spero che Lei possa essere il primo, avrei piacere di ricevere una sua copia autografata del libro "Come è nata l'Italia" ovviamente, pagando il dovuto della richiesta.

RingraziandoLa, spero che possa cogliere la mia richiesta.

Saluti

Meneghello Giorgia

Giovedì 29 ottobre 2020 20:11:41

Egregio Dottor Tozzi voglio congratularmi con lei per il modo con cui spiega i vari problemi che illustra nelle sue trasmissioni. A mio modesto parere ho trovato un piccolo grande neo in una spiegazione che ha dato al pubblico presente e ai telespettatori a proposito di un quesito che lei ha posto verso la fine della puntata intitolata “La grande storia di (quasi) tutto”. Lei, in studio si poneva la domanda seguente. Perché siamo stati noi eurasiatici a invadere, anzi a scoprire le Americhe, e non una popolazione del continente americano, ad esempio i messicani a scoprire noi? Lei dà delle spiegazioni validissime di quanto è avvenuto in passato, ma, secondo appunto il mio modesto parere, omette di dire il vero motivo di ciò che poi è quello originario. Mi permetto di aggiungere, a quello che ha spiegato lei, il vero e primitivo motivo per cui la storia si è svolta in questa maniera. Lei saprà, come mi sembra oggi sia di pubblico dominio, che l’uomo è nato in Africa, come trasformazione di alcuni Primati e, una volta acquisita la stazione eretta, ha preso a dilagare inconsapevolmente, per l’Africa e poi in Europa e in Asia, come cacciatore raccoglitore. Quella era ed è la geografia. A piedi non poteva andare altrove. Solo successivamente si è portato nelle Americhe, chi dice da Nord 30 mila fa e chi dice da Sud 12 mila anni fa. Quindi seguendo questo naturale percorso obbligato, il primo sito dove l’uomo ritenne di potersi trasformare da cacciatore raccoglitore in agricoltore, sempre inconsapevolmente, ed essendoci le condizioni adatte, acqua a volontà, fu quella che noi oggi chiamiamo mezzaluna fertile. A parte quelli che si fermarono qui altri uomini proseguirono verso l’India e la Cina. Ma è nella mezzaluna fertile che nella storia dell’uomo sapiens c’è stata quella che lei definisce partenza anticipata, per ovvi motivi temporali e non per merito o demerito di altri. Le prime civiltà sono partite ottomila anni fa, proprio lì quando nel resto del mondo e soprattutto nelle Americhe, l’uomo non era ancora arrivato. E’ dalla mezzaluna fertile che è partito tutto, con i Sumeri, gli Assiri e via dicendo fino ai Greci e i Romani. In America c’era già il cavallo, poi estintosi e poi riportato dagli spagnoli, insieme alla civiltà, la dominazione e le malattie. E’ così che è andata la Storia. Tutto il resto è storia successiva. Ed era logico che fosse così. Finita la preistoria, la storia è cominciata ottomila anni fa o anche prima quando del futuro nuovo mondo nessuno sapeva ancora nulla. Mi sembra chiaro quindi, e mi corregga se sbaglio, che gli europei sono partiti prima perché l’uomo essendo nato in Africa ha avuto modo di passare da queste parti e cominciare qui vicino la sua storia fatta di civiltà con tutti i suoi lati positivi e negativi. La ringrazio per l’attenzione e la saluto.

Martedì 27 ottobre 2020 23:40:15

Buonasera prof. Tozzi.
Questa mattina ero a casa, mi sono sintonizzato su radio radio e proprio in quel mentre c’era un dibattito piuttosto acceso tra lei e in altra persona che non ho capito bene che fosse, in merito a COVID, misure ultimo DPCM, proteste, ecc...
Sostengo in pieno la sua linea, il suo interlocutore semplicemente farneticava.
Sono in medico radiologo, lavoro h24 in un piccolo ospedale della provincia di Roma.
LA SITUAZIONE È DRAMMATICA!!!
Polmoniti bilaterali da Covid tutti i giorni, anche in giovani. PS strapieno, pazienti intubati da giorni che non trovano posto letto in reparto idoneo. Reparti di degenza e terapia intensiva già saturi.
SIAMO Al COLLASSO!!!
Infezione virale molto subdola, pericolosa, altro che influenza!!!
Lo faccia presente in radio, dove purtroppo intervengono e conducono molte persone con posizioni insostenibili, minimizzando e negando la gravità della situazione, ormai estesa in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale.
Le misure gradualmente più restrittive dei vari DPCM che si susseguono purtroppo non sono sufficienti, la diffusione del virus è troppo veloce. Non si riesce più a tracciare i contatti, troppi positivi asintomatici o paucisintomatici riconosciuti tardi.
Stiamo andando incontro alla catastrofe sanitaria, molto rapidamente, come suggeriscono i dati.
Purtroppo penso che bisognerà ricorrere a misure sempre più dure, omogenee in tutta Italia, se vogliamo salvarci.
La saluto cordialmente,
Pietro Marziale

Sabato 24 ottobre 2020 23:46:50

Buongiorno dott. Tozzi,
Le volevo chiedere come mai, visto il suo punto di vista scientifico, lei chiami sapiens l’essere umano quando l’evoluzione è una teoria ancora tale e mai scientificamente dimostrata (manca tutta la dimostrazione, fra cui i fossili stessi, dei passaggi intermedi fra le varie specie) ?
Poi riguardo al covid, come mai lei propone il vaccino come soluzione, quando, come l’HIV, essendo un virus RNA è praticamente impossibile trovarne uno efficace?
Grazie per la disponibilità.

Lunedì 5 ottobre 2020 20:53:32

Buona sera tozzi mi scuso per il disturbo ma ho un immensa fiducia nei suoi ragionamenti e essendo con alcuni amici consapevoli che l'argomento ambiente e tutte le sue sfaccettature e di importanza vitale per le prossime generazioni ci piacerebbe, visto che frequentare nostre zone, Orbetello e dintorni, organizzare un iniziativa, anche capendo la situazione di sicurezza, siamo a sua disposizione grazie mille

Sabato 26 settembre 2020 18:49:05

Gent. mo dottor Mario Tozzi,
io sottoscritto Claudio Cuneo, domiciliato a Roma, via ------- 73, sono il Presidente dell’Associazione “Lorenzo Cuneo” Onlus, sorta nel 1998 per mantenere desta la memoria e l’opera di questo giovane, che ha dedicato la sua vita all’ambiente e non solo. Lorenzo, dopo un lungo periodo fra gli scout, è stato per 12 anni componente autorevole del Comitato per il Parco della Caffarella: è morto sull’autostrada mentre soccorreva un automobilista in difficoltà. Le scrivo per proporle alcuni problemi.
Premetto, come Lei ben saprà, che su di un piccolo colle all’interno del Parco esiste da qualche secolo il cosiddetto “Bosco Sacro alla Ninfa Egeria”, piantato a lecci, i quali però sono stati completamente abbattuti nel corso dell’ultima guerra.
Negli ultimi 22 anni, nel mese di ottobre, per commemorare la dipartita di Lorenzo (23 ottobre 1998) ed al fine di ottenere il rimboschimento di tale bosco (a cui lui teneva moltissimo), abbiamo messo a dimora nello stesso sito, a nostra cura e spese, più di 250 giovani lecci, sughere e roverelle, uno per ogni bambino nato nell’anno, figlio/a di nostri soci e/o amici: su ogni alberello è posto un cartellino con le generalità. I genitori e i familiari sono molto contenti, contribuiscono alla piantumazione, si fanno fotografare presso l’albero e promettono di curarlo (anche se poi non lo fanno frequentemente).
Gli alberi da noi piantati tuttora viventi (circa un centinaio si sono seccati) in gran parte crescono poco e male, sia per noncuranza, sia per mancanza di attenzioni, ma soprattutto di acqua, cosa ormai abituale in questi ultimi anni di siccità.
Il problema, a nostro giudizio, riveste carattere economico, ambientale e psicologico:
- economico: la perdita di circa 100 alberi, messi a dimora dalla ns Associazione, che non gode di proventi pubblici, ma soltanto del contributo annuale dei soci, si può calcolare dell’ordine di € 5000
- ambientale: la perdita di alberi significa perdita di bellezza, di ombra, di ossigeno, ecc., cioè di tutti i benefici apportati dalla vegetazione, in un momento di crisi ecologica
- psicologico: sia noi soci che i genitori dei bambini ci demoralizziamo alla constatazione della scomparsa di tanti giovani alberi così fortemente voluti
Nella zona c’è una cisterna di acqua piovana per l’irrigazione, con regolari bocchette di adduzione, situate proprio nei pressi del Bosco Sacro, le quali purtroppo vengono messe in funzione raramente; così pure lo sfalciamento delle erbacce viene effettuato saltuariamente e soltanto nelle aree libere da alberi, cosicchè gli alberi più giovani vengono “affogati” dalle erbe stesse, in quanto l’Ente Parco è mancante di mezzi adeguati alle superficie più piccole. La nostra Associazione è disposta a contribuire alle operazioni di sfalcio presso gli alberi da noi messi a dimora.

Pertanto le domande che Le pongo a nome dell’Associazione sono queste:
- far funzionare più spesso il citato impianto di innaffiamento, specie d’estate
- far effettuare con una maggiore frequenza e su ogni tipo di terreno lo sfalciamento delle erbe
- poter rafforzare più proficuamente i contatti tra la ns Associazione e l’Ente Parco.
Gradirei conoscerLa di persona per poter allacciare un più frequente dialogo con Lei.
Tengo molto alle sue risposte, per comprendere meglio come difendere gli alberi che sono stati da noi piantati, i quali sono ormai un patrimonio del Parco.
Cordiali saluti.
Roma, 26 settembre 2020. Claudio Cuneo
(Presidente dell’Ass. ”Lorenzo Cuneo”)

Commenti Facebook