Messaggi e commenti per Mario Tozzi - pagina 8

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Lunedì 30 marzo 2020 10:58:40

Ciao, Mario.
Spero ti arrivi questo messaggio.

Un grazie speciale
da parte degli animali,
da parte degli ecosistemi,
da parte della Terra
e da parte di una vecchia compagna di facoltà
per le 4 crocette a noi assegnate in antropologia, salute, ambiente, etica.

Grazie, Sapiens!!!
Un abbraccio.
Da sempre, vegana, Rosalba

Domenica 29 marzo 2020 17:38:50

Gentile Tozzi, se non ricordo male qualche hanno fa ho visto un documentario sulla storia dello sviluppo-evoluzione del fumo-sigarette, con relativa visione del fenomeno nel mondo: l'invio, di balle tabacco gratis, da parte degli USA a fine guerra, le lobbies, l'Olanda ecc.
Mi è rimasto il Suo nome come autore del documentario, se è così, sarà possibile rivederlo?
La ringrazio per l'attenzione e mi complimento per gli attuali servizi
Cordialmente
Franco Franz

Domenica 29 marzo 2020 12:21:48

Buongiorno.
Ho seguito la sua trasmissione ieri sera, 28 marzo 2020.
Come sempre ho apprezzato la sua capacità di divulgare le informazioni scientifiche con semplicità e chiarezza.
Il tema trattato mi sta particolarmente a cuore, avendo la consapevolezza che condividiamo questo pianeta con gli altri esseri viventi.
Abbiamo il diritto di trarre da esso sostentamento, ma anche il dovere di preservarlo per tramandarlo alle future generazioni, in modo che anche loro possano goderne.
Questo per ora non avviene, non comprendiamo che proprio le persone che più amiamo, figli e nipoti, saranno penalizzati per questo comportamento.
Ho apprezzato con quanto rispetto ha trattato il tema degli animali così detti da reddito: subiscono maltrattamenti negli allevamenti intensivi, come se non fossero capaci di provare diffidenza, paura, sofferenza, come se non fossero senzienti.
Quante volte ha definito i maiali, esseri molto intelligenti!
Ha ragione, lo so bene perchè ne accudisco alcuni, che vivranno fino a morte naturale.
In modo chiaro e deciso ammonisce l'uomo affinchè riveda il suo operato, nello stesso tempo lo fa con garbo, senza demonizzare alcuno, per questo ritengo
il messaggio maggiormente efficace.
Volevo esprimerle questi miei pensieri, ringraziandola anche per la pazienza di leggermi.

Sabato 28 marzo 2020 23:07:39

Salve, dopo aver visto la sua trasmissione Sapiens del 28/03/20 ed averne apprezzato la grande capacità comunicativa su i contenuti trattati, ho pensato di contattarla nella speranza che in un suo prossimo lavoro in merito alla questione "pesca sostenibile", quanto segue possa essere preso in considerazione.
Il mio suggerimento si riferisce esclusivamente alla pesca in Italia ove comunque determinate tecniche di pesca professionale vengono svolte con forte impatto e pressione su gli stock ittici.
Una soluzione per la riduzione devastante del prelevamento, potrebbe essere l'instituzione di una regolamentazione sul commercio con il divieto di vendita delle specie di maggior interesse durante lo specifico periodo riproduttivo (.. attuaalmente avviene esattamente il contrario in particolare con le reti a circuizione che prelevano enormi branchi proprio durante i periodi riproduttivi).
Instituire un circolo virtuoso ove chi commercia solo specie fuori dal periodo riproduttivo con incentivi dati da riduzione fiscale... sostenute inoltre con fondi per le flotte da pesca che aderiscono attraverso le entrate derivate dal pagamento di una licenza per i pescatori sportivi (sono migliaia in Italia tra cannisti e sub)
Si tratta di un qualcosa che in Corsica ad esempio viene attuato da anni... ove la licenza della pesca sportiva annuale è a pagamento ed i proventi vengono in parte riutilizzati come sopra e per la tutela delle zone Riserva.
Niente periodi di fermo pesca come avviene adesso.. dove in pratica poi non si ferma niente perche i pescherecci cambiano tipologia di attrezzi in funzione del periodo di interdizione... ma dare vita ad un circolo virtuoso che da veramente respiro ad ogni specie consentendone almeno la riproduzione.
Spero di averla almeno incuriosita e resto a disposizione per eventuali approfondimenti.

Sabato 28 marzo 2020 22:49:22

Dott. Mario Tozzi buongiorno,
volevo segnalare una cosa: un po' di tempo fa, forse un anno, la sera tardi ho visto una pubblicità spaventosa: in questa pubblicità si elogiava l'agricoltura industriale, c'erano grandi trattori che si muovevano su grandi distanze e io ho un vago ricordo anche che si elogiassero i pesticidi, senza i quali la disponibilità alimentare odierna non sarebbe garantita. Terrificante perché vera, l'esatto contrario del rassicurante Mulino Bianco. L' ho vista solo quella sera e poi non l'ho vista più, ma mi ha scioccato. Mi ha dato una dimensione terribile di quali siano le forze in campo se, pur di non rinunciare ai loro profitti, hanno avuto la sfacciataggine di mandare in onda una pubblicità del genere, poi forse si sono resi conto dell'errore e l'hanno ritirata (sarà stata sponsorizzata da Monsanto? ?). Forse arriveremo al biologico in forme più estese, ma non in tempi brevi. Mi chiedevo se lei l'avvesse mai vista, o forse è stato un sogno (incubo) ?

Lunedì 23 marzo 2020 15:49:03

Gentile Professore, ho seguito la trasmissione di Sapiens in TV, puntata del 21 marzo scorso, in cui oltre a molte cose interessanti, ho ascoltato – ahimè – anche una teoria che mi ha letteralmente fatto sobbalzare: i Romani, una volta conseguito (di colpo ? !) il dominio del Mediterraneo nel 146 a. c. (riferimento alla fine della conflittualità greca e distruzione di Corinto), avrebbero impedito, compresso e infine distrutto ogni attività speculativa di ricerca matematica e scientifica – di puro ed esclusivo stampo ellenistico - che da allora rimase ferma senza più offrire novità e vitalità fino alla rinascita verificatasi con l’Umanesimo. A dimostrazione di questa teoria viene raccontata l’attribuzione del ruolo di responsabile della Biblioteca di Alessandria ad un ufficiale militare (senza specificare in che occasione e per quale motivo) e l’aneddoto di Plinio il Vecchio alle prese con l’enigma degli esagoni cellulari delle api.
Al riguardo mi permetto di rammentare quanto risulta da una storiografia che si è stratificata e consolidata nei secoli mediante l’apporto di studiosi di tutte le epoche e di tutto il mondo.
Il “potere” romano ha sempre lasciato piena libertà di usi, costumi, espressione artistica e naturalmente culturale oltre che religiosa, ai popoli che facevano parte dell’Impero: hanno fatto eccezione solo le religioni ebraica e cristiana perseguitate per il loro rifiuto della “sacralità” stessa del potere romano, istituzione politico-religiosa essenziale al sistema (come a tutti i sistemi di potere dell’epoca). Ad eccezione dunque di queste religioni, Roma stessa ha accolto e accettato con estrema serenità la mescolanza di culture facendosene essa garante e crogiuolo e non si capisce perché avrebbe dovuto esercitare una inopinata censura nei confronti di attività di studio e ricerca.
In secondo luogo, almeno dalla fine del periodo monarchico e specialmente nel corso degli ultimi secoli della Repubblica, la classe dirigente e di potere romana si è intrisa di cultura ellenica. Intere generazioni di nobili romani hanno studiato e si sono formati nell’area ellenica. Roma stessa divenne il massimo veicolo di diffusione della civiltà ellenistica nel Mediterraneo occidentale e nell’Europa continentale. E’ proprio grazie al ruolo svolto dalla civiltà romana che la cultura ellenistica è giunta fino a noi salvandosi, tra l’altro, dallo tsunami dell’islamizzazione che ha colpito il Mediterraneo nei primi secoli del medio evo.
I Romani, seppure non dotati di particolare capacità di astrazione matematica, hanno pur sempre riempito il mondo allora conosciuto di strade, ponti, acquedotti, città dotate di ogni servizio pubblico (teatri, circhi, ippodromi, templi e terme), mostrando una più che adeguata competenza in tema di scienza delle costruzioni, architettura, impianti idraulici ecc. Ovviamente hanno utilizzato strumenti e principi di calcolo preesistenti, ma vi pare mai che, nel loro pragmatismo, non avrebbero accettato ulteriori innovazioni di cui fare volentieri esperienza?
Come si può sostenere una tesi quale quella da Voi data per certa, affermata e ripetuta, basandosi tra l’altro su un episodio tratto delle vicende della Biblioteca Alessandrina?
Orbene, ricordo che la Biblioteca, dopo aver vissuto momenti di gloria nel suo primo periodo, già all’epoca dei Tolomei (quando ancora i Romani erano distanti) ha sofferto dei loro conflitti interni e molti incendi successivi furono effetti collaterali del disordine politico vissuto dal territorio egizio fino alla sua pacificazione avvenuta in epoca augustea; una precisa testimonianza di Tiberio Claudio Balbillo, direttore della biblioteca sotto l’imperatore Claudio, prova la continuità almeno parziale del sito culturale e la sua sopravvivenza è attestata fino all’avvento dell’era cristiana: fu allora che il nuovo zelo religioso antipagano provocò il vero declino e la distruzione del sito, come la triste vicenda di Ipazia esemplifica chiaramente, e la storia si concluse sotto gli imperatori Teodosio e Giustiniano in piena epoca di annientamento della cultura e della religione “pagana”.
L’episodio cui si riferisce il prof. Russo va corretto: Cydas, guardia di Palazzo, pare sia stato nominato da Tolomeo VIII (non dai Romani, più o meno alleati ma di certo non ancora presenti in Egitto, siamo ancora nel II sec. a. c.) bibliotecario capo, ruolo che aveva assunto in quell’epoca un valore solo onorifico e veniva attribuito come premio per meriti speciali.
Quanto a Plinio il Vecchio, per favore! Limitarsi a prenderlo in giro per la teoria delle zampe delle api non fa giustizia di un uomo che ha dedicato gran parte della sua vita a raccogliere il sapere antico nelle sue innumerevoli forme e che per osservare da vicino il fenomeno naturale più imponente capitatogli a tiro ci ha rimesso la propria vita.
Una domanda, infine: se nel periodo finale dell’evo antico si è davvero riscontrato un declino della speculazione filosofica e della ricerca scientifica, non sarà stato per la fisiologica decadenza di un’intera civiltà, decadenza di cui la stessa “rozza” civiltà romana ebbe a soffrire?
Mi auguro che in una prossima puntata di Sapiens ci sia modo di correggere se non rigettare quella tesi che, francamente, mi sembra più frutto di un fanatico e sterile tentativo di porre in conflitto culturale due civiltà – l’ellenistica e la romana – che furono complementari e che dettero vita entrambe (proprio grazie al lascito complessivo dell’Impero) alla nostra civiltà occidentale.

Domenica 22 marzo 2020 10:13:01

Sig Tozzi,
Ho seguito con interesse la trasmissione di Sapiens un solo pianeta trasmessa su Rai 3 di sabato 21/marzo/2020.
Su una cosa però sono rimasto perplesso. Nella parte finale della trasmissione dedicata al laboratorio CESI li parla della differenza di potenziale dei fulmini usando come unità di misura i Watt mentre a mio parere per le differenze di potenziale si misurano in Volt.

Giovedì 19 marzo 2020 00:04:17

Caro dott. Tozzi,
colgo l'occasione per farle i miei complimenti ed esporle la mia gratitudine; da tempo infatti ho smesso, quasi, di guardare la televisione e solo di rado mi capita di incappare in qualche trasmissione davvero interessante: il suo programma “Sapiens, un solo pianeta” è senz'altro una di queste. Ho potuto così apprezzare una persona, uno scienziato, che già in passato avevo conosciuto come ottimo divulgatore culturale, ad esempio in programmi come “Gaia, il pianeta che vive”.
Guardando le puntate della sua nuova trasmissione percepisco, nell'approccio interdisciplinare e nel modo particolarmente intelligente di trattare temi ed argomenti, richiami a modelli e a prospettive rivoluzionari quali la Nuova Storia degli “Annales” o ancora e meglio, l'Ecologia Profonda. Non sono un esperto, ma da quando ho appreso dell'esistenza di questi campi di studi, di queste modalità alternative e innovative di considerare la realtà e anche di fare scienza, penso che solamente seguendo questi nuovi percorsi l'Umanità potrà trovare valide soluzioni alle drammatiche crisi che sta vivendo.
Mi è anche capitato di pensare, di recente, che “solo una catastrofe ci potrà salvare”: sarà forse un paradosso, ma in realtà credo che dobbiamo davvero augurarci tutti che qualcuno o qualcosa riesca a destarci, anche se dolorosamente, dal torpore, prima che sia troppo tardi...
Non so se le mie considerazioni abbiano un qualche senso, anche per lei, e mi piacerebbe moltissimo veder trattati in qualche puntata del suo bel programma temi quali l'Ecologia Profonda, il Pensiero Sistemico, la Teoria della Complessità... Nella speranza di ricevere qualche suo seppur breve ma graditissimo commento, rinnovo i complimenti e la saluto cordialmente.
Fabio Rigoni.

Sabato 14 marzo 2020 22:26:30

Buonasera, nei suoi programmi, che pure apprezzo per competenza e chiarezza, non mette mai in risalto o in discussione, che ciò che vediamo nelle antiche opere dell'uomo come fossero incontestabili nella loro storia cronologia. Voi scienziati ortodossi parlate come se le opere grandiose dell'uomo antico visibili, ad esempio le piramidi egizie, siano "certamente" le prime grandiosi manifestazioni tecnologiche dell'uomo sapiens. Sarebbe come dire che l'universo che oggi vediamo attraverso i telescopi è sicuramente il "tutto" perché la tecnologia non vede oltre. In realtà l'universo (dicono alcuni studiosi) è molto più vasto di quello possiamo vedere, addirittura infinito, o ancora infiniti universi. E allora perché non usare lo stesso metro quando si parla di antichità? Forse perché non abbiamo rovine che lo testimoniano? Forse non è così. Basterebbe dare un'occhiata al libro <<archeologia proibita>> di Cremo e Thompson per, quanto meno, dubitare e riflettere sulla storia raccontata dall'establishment accademica.
Cordialmente, Giampietro Napoleone.

Mercoledì 11 marzo 2020 22:41:57

Salve, sono una studentessa di Cinema, Televisione e Nuovi media presso l'Università di Roma Tre, sto per laurearmi, purtroppo telematicamente, data la brutta situazione che stiamo vivendo e sono al termine dello svolgimento della tesi incentrata prettamente su di lei, sul suo modo di rendere la divulgazione scientifica soprattutto ricerca. Mi ha affascinato il suo modo di presentare i lavori di Leonardo, così dettagliatamente e ne ho svolto una tesi. Vorrei porle, se non le reco disturbo, delle domande da inserire nell'appendice della mia tesi di laurea e dalle quali nutro molta curiosità:
Come sia aspetta che sia la divulgazione scientifica nel futuro? Si aspetta cambiamenti? Miglioramenti?
Quanto è importante per lei il linguaggio nel suo lavoro e quali sono secondo lei i rischi della semplificazione scientifica?
Se dovesse fare un augurio ad una giovane studentessa, quale sarebbe?
La ringrazio infinitamente, buona serata.

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