Messaggi e commenti per Maurizio Landini - pagina 56
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Frasi di Maurizio Landini
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Biografieonline non ha contatti diretti con Maurizio Landini. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Maurizio Landini.
Martedì 26 maggio 2020 23:32:38
Martedì 26 maggio 2020 08:38:20
Quando un individuo rimane disgraziatamente coinvolto in evento, come un incidente stradale o di lavoro che lo riduce fra la vita è la morte, la modalità frequente di intervento medico è di sottoporlo a coma farmacologico. Si ritiene cioè che tutta l’energia vitale residua debba essere destinata al mantenimento in vita e che sia l’organismo stesso, fatto regredire a quello primitivo nascente della logica embrionale del primo sviluppo alla nascita ad operare le scelte opportune per rinascere. Io credo che come società umana stiamo vivendo qualcosa di molto simile e che gli interventi che i politici continuano a proporci, purtroppo siano forieri di vana speranza. L’atteggiamento costruttivo deve metterci di fronte a scelte diverse che tenga presente la realtà della situazione. L’umanità si salva solo se si rende conto per esempio che la nostra speculazione che ha trasformato la carne viva degli animali in grande produzione di cibo vendibile, cioè trasformabile in denaro ci ha offerto comodità a prezzo di dissolvimento dell’equilibrio della vita. Di queste comodità, di cui quello espresso è solo un esempio fra tanti dobbiamo chiaramente privarci senza sollevare obiezioni. Se siamo ancora in grado di sopravvivere dobbiamo sfruttare al massimo centellinandola l’inerzia di cui gode il nostro processo vitale, ma cominciare a trasformare il processo stesso. Ad esempio inizialmente abbiamo dovuto procacciarci le mascherine per evitare il contagio dall’estero ma ora abbiamo cominciato a produrcele da noi. Tutte le misure devono tendere all’utilizzo di quanto esiste ma ance in ogni caso alla sostituzione del necessario con produzione in loco. Non possiamo sconvolgere il sistema della distribuzione dei beni che avviene mediante il denaro, ma possiamo operare nel senso di fare fluire il denaro dove manca in modo automatizzato, approfittando delle grandi capacità tecnologiche di cui siamo in possesso. Ne parlo da anni e non ricevo risposta, Ho molta paura di parlare al vento che ci porta a sbattere. Salute!
Domenica 24 maggio 2020 18:16:17
A Maurizio Landini
Ho letto la tua intervista su Repubblica di oggi 24 maggio 2020 e penso di poter dire alcune cose sulla formazione professionale dei lavoratori. Il fatto è che mi stupisce che non sia ancora stato elaborato nulla di diverso da quanto si discuteva negli anni novanta del secolo scorso e cioè di una impostazione che già allora ritenevo ampiamente inadeguata.
Negli anni ottanta ero nella Segreteria Confederale della CGIL Veneto con l’incarico specifico di seguire il mercato del lavoro. Sia prima che dopo il mio incarico in CGIL ho insegnato elettrotecnica e sistemi automatici in un ITIS. Dopo il mio incarico sindacale sono stato docente in molti corsi di formazione per lavoratori in CIGS o nelle stesse aziende in cui erano occupati.
Ti dico subito che sulla base di queste esperienze non condivido le posizioni che hai espresso e riassumo la critica in una domanda: "Formazione professionale per andare a lavorare dove? ".
Tu sai bene che un lavoratore in cassa integrazione ha parzialmente risolto il problema del reddito, ma non sa se alla fine troverà l'azienda dove lavorava e, se anche la trova, non sa come sarà la sua posizione di lavoro. Quale formazione professionale proporre a questi lavoratori?
Uno dei corsi in cui ho fatto il docente era rivolto a degli operai altamente specializzati che lavoravano al montaggio delle piattaforme petrolifere e che cercavano di ritornarvi al più presto. Dopo il primo colloquio mi stato facile capire che loro ne sapevano molto di più di quello che potevo insegnare dal punto di vista professionale. Così ho fatto esporre le loro esperienze cercando di inserirmi con delle nozioni teoriche là dove era possibile. Ho imparato in quel caso e verificato in altri che che una base teorica costruita sulla pratica è il mezzo per trasferire le competenza acquisite in altre situazioni. In altre parole credo che la logica prassi-teoria cioè l’esatto opposto di quello che si tendeva 8e forse si tende ancora) fare, sia l'unica gestibile nella formazione professionale dei lavoratori. Ovviamente è necessario che ci sia nel futuro dei lavoratori in CIGS una destinazione lavorativa almeno in parte definita.
Per la formazione professionale dei giovani senza esperienze di lavoro il discorso è diverso anche se i migliori esempi di formazione professionale per giovani li ho visti nei casi in cui c'era nello stesso territorio un settore industriale o commerciale corrispondente e già sviluppato. In questo caso erano le stesse aziende del settore che fornivano le macchine su cui imparare a lavorare mentre il corso forniva un sostegno teorico articolato.
Ancora diverso è il discorso della formazione permanente che non può essere rivolta a una singola specializzazione, ma all'aggiornamento professionale in modo da sostenere il lavoratore a fronte di eventuali innovazioni.
Qui mi fermo altrimenti invece di un messaggio scrivo un documento di dieci pagine e non mi pare il caso. Spero che siano state chiare le cose che volevo dire, ma che sono solo comunque cenni per un tema i cui contenuti andrebbero profondamente rinnovati.
ciao
Marcello Albanello
Domenica 24 maggio 2020 11:19:03
Mettiamoci nelle condizioni di essere oggettivi..
Parallelismo di crisi dell’epidemia e di crisi economica.
Le due crisi hanno molti punti in comune.
La pandemia colpisce violentemente la - La crisi economica colpisce violentemente
società umana. - la società umana.
La violenza si concretizza riducendo i - La violenza si concretizza riducendo i
cittadini allo stato di malattia e morte - cittadini allo stato di indigenza e morte
Il morbo (stato di malattia) si trasmette - La povertà (stato di impossibilità di acquistare
per insufficienza del sistema immunitario - i beni di sopravvivenza) si trasmette ai cittadini
dell’individuo quando il virus ha occasione - quando non sono raggiunti dal circuito di
di attaccarlo da un già contaminato vicino. - distribuzione del reddito.
La società in attesa di aver accresciuto - La società riconosce che l’imposizione di tenere
le capacità di difesa immunitaria dei - le distanze impedisce che la distribuzione del
cittadini mediante la reazione degli organismi - reddito avvenga per tramite delle relazioni
accelerata da un vaccino ha l’unica possibilità - lavorative, perciò ha l’unica possibilità di far
di impedire la contaminazione distanziando - distribuire agli indigenti il denaro necessario
gli individui. - direttamente dal tesoro dello Stato
Il distanziamento fra i cittadini lavoratori - Le attività che riguardano le funzioni di
Impedirebbe qualsiasi relazione che comporti - produzione dei beni di sopravvivenza si varranno
la vicinanza fra le persone. Si rende però - delle strutture e organizzazioni già preposte
necessario escludere dal distanziamento tutte - adottando però tutte le misure più opportune
le attività che riguardano i beni di sopravvivenza - che diminuiscano il rischio di contagio.
Il morbo ci ha investito all’improvviso e questo si - Il sistema economico, costruito col criterio della
riflette in una casistica diversificata che impone - massima produzione di beni vendibili in cui al
pratiche d’intervento a misura di ogni situazione, - lavoro dei cittadini si sta sostituendo quello dei
cioè: Pratica di rilevazione dei sintomi di partenza - robot, non sta reggendo all’impatto del virus e
quando l’organismo non è stato ancora debilitato - dopo aver disumanizzato l’uomo si rivela
e può più facilmente concorrere alla guarigione. - incapace persino di fornire a tutti i beni necessari
Eseguire esami che riconoscano i portatori senza- per vivere. Come al morbo ogni individuo resiste
sintomi in modo da non farli entrare in contatto - con le proprie condizioni di salute e gli anticorpi
con le persone più a rischio (specialmente gli - cosi utilizza il denaro per difendersi dalla fame.
addetti alle cure in contatto con anziani o deboli) - L’unico rimedio per il cittadino avere denaro.
Dal precedente rilievo della situazione, logico ma volutamente sintetico allo scopo di riconoscere l’essenziale a fronte del groviglio inestricabile dell’interdipendenza delle relazioni sociali, si deducono le misure operative da eseguire necessariamente con immediatezza per salvare la comunità.
- La prima misura il distanziamento fra le persone è stata accettata dalla popolazione con molta facilità e messa in atto con grande attenzione proprio per la perentorietà degli eventi tragici che abbiamo potuto condividere quasi come fossimo presenti dalle televisioni e dagli altri media. Nessuno ha potuto dire tanto facilmente a me non toccherà!
- La seconda misura consiste nel non interrompere le due funzioni di approvvigionamento dei beni di sopravvivenza e della loro ridistribuzione ai cittadini di ogni territorio. Queste attività necessarie saranno eseguite facendo incidere il ravvicinamento dei cittadini resosi necessario malgrado la misura precedente, il meno possibile mediante gli accorgimenti opportuni, maschere e guanti. Le organizzazioni preposte alle due funzioni hanno finora risposto molto bene agli adempimenti ben consci di eseguire un compito delicato e importante.
Ma la funzione di distribuzione si esplica con l’approvvigionamento da parte del cittadino. Anche i cittadini hanno adempiuto bene osservando le regole. Interviene però a distinguere le situazioni diverse dei cittadini il fatto economico come vediamo successivamente.
- La questione sospesa al punto precedente corrisponde a dire che l’organizzazione economica della società al suo stato attuale per rispondere bene all’esigenza di approvvigionamento e di distribuzione dei beni di sopravvivenza deve rendere capaci tutti cittadini di assolvere al pagamento dei beni comprati. Solo in questo modo i flussi dei beni di sopravvivenza potranno avvenire senza alcun intervento di modifica dei criteri di gestione economica.
- Riuscire ad ottenere la stessa mobilitazione nei riguardi delle misure economiche richiede interventi che aprano spiragli di speranza diffusa. Un esempio abbastanza recente che può essere ricordato da tutti, fu il sacrificio chiesto agli italiani per entrare nell’Euro. L’aspettativa di miglioramento fu tale che l’operazione andò a buon fine senza grandi difficoltà e investì una buona parte della popolazione.
- Lo Stato è già in possesso di una organizzazione che dovrebbe rendergli possibile l'evidenza del reddito di ogni suo cittadino, Il sistema mentre è sufficientemente ben impostato relativamente all individuazione del cittadino reso univocamente reperibile mediante il codice fiscale non lo è altrettanto relativamente alla determinazione del reddito. Ma come può essere mai possibile combattere il male delle enormi differenze di reddito senza che i redditi di ciascuno siano veramente conosciuti? Cominciamo allora a intervenire per legge sulla parte di reddito più facilmente tracciabile che è proprio la parte monetizzata. Il criterio proposto è che le banche debbano inserire nel contratto di conto corrente il codice fiscale dei contraenti e che ogni cittadino deve avere almeno un conto corrente. Il criterio proposto è che le banche debbano inserire nel contratto di conto corrente il codice fiscale dei contraenti e che ogni cittadino debba avere almeno un suo conto corrente. Le banche debbano comunicare a scadenze periodiche ricorrenti al tesoro dello Stato i codici fiscali di ogni conto corrente con il saldo relativo. Con un apposito data base si rende in questo modo possibile un’applicazione informatica che dia l’evidenza di disponibilità di denaro liquido disponibile per ciascun centro di spesa costituito dai codici fiscali che fanno riferimento a conti correnti collegabili. Certo esisterebbero scappatoie per poter apparire in situazioni di necessità ma i truffatori potrebbero almeno essere perseguibili. Naturalmente il tesoro dello Stato dovrà provvedere a rendere i conti correnti dei poveri sufficienti al loro approvvigionamento di beni essenziali. Tutti i centri di spesa (dei poveri e dei ricchi) subiranno lo stesso controllo perché gli approvvigionamenti non cadano in eccessi di sperpero delle risorse disponibili.
- La resistenza ad un sistema del genere è culturale. Si tratta di una sorta di pudore che riguarda il ricco che vuole nascondere la propria ricchezza, dice per difenderla dai ladri o forse perché se ne vergogna confrontandola con tanta miseria e il povero che se ne vergogna quasi fosse l’espressione di un giudizio di inettitudine.
Ma il ricco non rende forse manifesta la propria ricchezza col suo tenore di vita e il povero ogni volta che si sottopone alla umiliazione di chiedere aiuto. Il sistema che funziona facendo utilizzare un facsimile di bancomat non permette di riconoscere se l’acquirente è ricco o povero di modo che sarebbe il più opportuno per ovviare al pudore prima descritto.
- Io intravedo altre implicazioni positive, come il fatto rilevante di una flessibilità delle attività che non sia punitiva per le parti. La spinta evolutiva richiede sempre più che le attività umane possano trasformarsi per rendersi più sostenibili, invece fino ad oggi tutti i soggetti che partecipano alle attività produttive risultano incatenati a difendere la propria modalità di sopravvivenza che gli impedisce trasformazioni.
- Intravedo anche una maggiore possibilità di difendersi dai ricatti dei mafiosi che oggi si possono far passare con tanto denaro disponibile come benefattori verso tante persone in situazione di necessità.
Giovedì 21 maggio 2020 19:46:25
Dal lavoro, dalla sua dignità e qualità, dipende il futuro del Paese e dell'Europa. Senza diritto al lavoro e senza diritti nel lavoro non ci può essere sviluppo sostenibile..
Rammaricato riporto le parole del nostro presidente in quanto ancora oggi i nostri ragazzi l'eccellenza del paese sono costretti ad elemosinare un contratto che no arriverà mai.. Parlo dei tanti giovani brillanti che quando servono alle aziende vanno bene, nei momenti di difficoltà scaricati e lasciati soli. Un paese che non ha coraggio di investire nei giovani quale destino avrà.
Giovedì 21 maggio 2020 13:20:00
Buongiorno, le scrivo questo messaggio perché non riesco a capire, in tempi di Covid-19, se le mascherine siano obbligatorie o se basta il distanziamento sociale per chi lavora nello stesso reparto. Grazie e mi scusi
Mercoledì 20 maggio 2020 18:51:15
Egregio Sig. Landini,
vorrei segnalarle la situazione paradossale di alcuni lavoratori che io conosco.
Tali lavoratori sono stati assunti alcuni anni fa con contratto part time a tempo indeterminato, presso una piccola azienda artigiana in campo alimentare.
L’azienda, appena iniziata la pandemia, per il mese di marzo ha dimezzato a tali lavoratori l’orario di lavoro e quindi lo stipendio, e dal mese di aprile li ha mandati a casa, senza licenziarli.
Ha promesso verbalmente che li avrebbe richiamati al lavoro non appena la situazione avesse migliorato.
Questo naturalmente li rassicura, tenuto conto che nella loro zona comunque non hanno alternativa di trovare altro lavoro; e sono ben consapevoli che anche le piccole aziende locali si trovino a loro volta in grande difficoltà.
Fatto sta che dal mese di aprile questi lavoratori, con famiglia a carico, non hanno stipendio, né cassa integrazione.
L’unico reddito di tali famiglie era quello stipendio.
Il Comune, al quale hanno presentato domanda per un contributo, ha fatto loro presente che non ha i fondi sufficienti per far fronte a tutte le richieste ricevute.
Considerato che non sono riusciti a reperire utili informazioni al riguardo, mi permetto chiederle, gentilmente, se le risulta che esista qualche possibilità di accedere a bonus o contributo statale o regionale per tali situazioni.
La ringrazio e la saluto cordialmente.
Antonio
Mercoledì 20 maggio 2020 16:57:06
Scrivo questo messaggio a Maurizio Landini, poiché è una persona che stimo per la sua lotta continua contro i poteri forti, ed è proprio per questo che invio questo messaggio poiché io sono un Tecnico Teatrale, possessore sia di Partita I. V. A. sia vengo assunto con contratti intermittenti da ditte che lavorano in questo ambito, quindi pago anche una doppia contribuzione INPS, i così detti "servizi coincidenti", dal 23-02-2020 non lavoro più causa COVID19 poiché sono vietati gli assembramenti e quindi i teatri sono chiusi, quindi dietro consiglio della commercialista ho fatto la domanda come partita IVA per i famosi 600 euro come indennità COVID19, in quanto la partita IVA era preminente, io contemporaneamente ho anche un contratto intermittente con una ditta che scade il 30-06-2020, ma in realtà come ho già detto sono disoccupato dal 23-02, -2020, questo ha fatto si che mi negassero l'indennità 600 ed al contempo mi hanno anche detto di farla come Tecnico teatrale ma che l'avrebbero negata perché ho la partita Iva e l'unica via è il ricorso per vie legali.
Questo che sta facendo l'I. n. p. s. è secondo me un'ingiustizia sociale, tenuto conto che io ho anche 3 figli minorenni a carico e per prendere i 600€ come partita iva poiché si poteva prendere solo un finanziamento, sia alla cassa integrazione in deroga, sia all'aiuto per i figli a carico.
Oggi mi ritrovo a non aver nessun tipo di aiuto ed in più l'i. n. p. s. mi ha mandato da pagare i contributi previdenziali I. N. P. S. ammontanti a € 3. 850, 52 per il 2020 oltre al saldo del 2019 € 479, 04, in totale €4. 329, 56 già notificati dall’I. N. P. S oltre alle spese del consulente e le altre spese di gestione.
Scrivo a lei perché penso sia un'uomo che lotta per i suoi e gli altri ideali, perché questa prima di essere una lotta per i 600 euro che comunque mi aiuterebbero molto almeno a pagare i contributi allo stato senza togliere del pane ai miei familiari, è una lotta di principio poiché mentre alcuni soffrono e non gli viene dato nessun supporto altri benestanti prendono l'indennità di 600 euro, tutto questo avviene sotto lo slogan "Noi non lasceremo indietro nessuno" Eccomi! IO sono uno dei tanti NESSUNO che avete lasciato indietro.
Mercoledì 20 maggio 2020 16:24:38
Le voglio segnalare di come per accedere all'ape sociale ci siano paletti discriminanti. Pur avendo i requisiti sono esclusa x non avere 18 mesi di lavoro dipendente nell'ultimo rapporto di lavoro e x aver beneficiato della naspi... che è prevista per legge... !!!
Titolare di contratto a termine non più rinnovato per riduzione di personale! Non è questa oggettivamente una giusta causa x la quale l'ape sociale viene riconosciuta? Non è una norma anticostituzionale? Ma ci sono disoccupati di serie A e serie B?
Perché illudere e peggiorare le condizioni di persone esasperate con questi paletti? Lavoro x noi non ce n'è più! Non abbiamo presente e nemmeno futuro! La prego intervenga, confido nella sua sensibilità morale e politica, grazie
Lunedì 18 maggio 2020 20:44:36
Non so se il DOtt. landini leggera' mai questo messaggio ma in ogni caso la mia rabbia e' tale che mi sembra giusto mettere a conoscenza a chi legge il forum che purtroppo in italia i soldi arrivano sempre a chi gia'ce li ha. avvocati commercialisti notai. mi riferisco ai famosi bonus. mentre mio marito che e'uno stagionale che per i sei mese estivi ha lavorato presso un villaggio turistico come lavapiatti nella cucina del villaggio turistico l' inps ha negato il bonus 600 euro x stagionali. la risposta e' arrivata dal 2 aprile che e 'stata richiesto il bonus allinps il 15 maggio. mio marito non e' uno stagionale del turismo per inps perche' azienda che ha fatto contratto non ha il codice ateco turismo ma servizi di pulizia. ma che scherziamo? quindi marzo aprilre e maggio senza ne' soldi ne disoccupazione con tanto di tasse trattenute nelle buste paghe 2019 x un codice ateco?. Il governo doveva aiutare tutti i lavoratori che x colpa epidemia sono rimasti senza reddito non mettere tutti questi cavilli burocratici. Mi sembra un paradosso assurdo ma solo in italia puo succedere questo