Messaggi e commenti per Maurizio Landini - pagina 73
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Frasi di Maurizio Landini
Nota bene
Biografieonline non ha contatti diretti con Maurizio Landini. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Maurizio Landini.
Sabato 5 ottobre 2019 19:22:08
Mercoledì 2 ottobre 2019 12:03:36
Caro Landini sono un infermiera professionale da 35 anni ASL na 1... VORREI URLARE DI NOI come CATEGORIA... A CHI???.. CON CHi??? Nessuno ascolta o risponde dopo tanti anni di esperienza potrei dare indicazioni precise e giuste per come risolvere veramente il problema sanitario ma chi ti sente... Ora abbiamo l'ennesimo ebetino di turno che solo a guardarlo non sa da dove viene... Boh!!! Confido in te il mio numero di cellulare è 380------- incontriamoci non vorrei aver vissuto invano ma vorrei che la mia grande esperienza fosse al servizio di un miglio VERO.
Mercoledì 2 ottobre 2019 09:32:36
Buongiorno Segretario Landini sono una lavoratrice che a febbraio raggiunge il 64° anno di età ed attualmente ho una contribuzione di 36 anni e 3 mesi (purtroppo ho 8 anni non versati, in quanto lavoravo come collaboratrice familiare in un'azienda ed i miei genitori non mi hanno regolarizzato, ora non essendoci più la ditta e nemmeno i miei genitori, l'INPS a cui ho chiesto di poter riscattare almeno 2/3 anni di contribuzione per raggiungere i 38 richiesti per quota 100, mi ha risposto che non posso farlo "non ora per allora").
Ho letto che la Presidente del CODS Orietta Armiliato ha chiesto (e si rivolge anche a voi sindacati che nella quota 100 fosse inserita la "quota 100 rosa", che, come Lei ben sa, agevolerebbe le donne che avendo figli non raggiungono i 38 anni.
Volevo chiedere se ci sarà questa possibilità.
Ringraziando porgo cordiali saluti.
Frassin Rosalba
Domenica 5 maggio 2019 16:15:45
Alla attenzione di Maurizio Landini
Come lei saprà ci sono 21 operai della Nuova Pignone che hanno perso la causa contro la multinazionale americana proprietaria per l'amianto presente sul luogo di lavoro che ha fatto ammalare e morire molti di loro. Per una modifica alla legge del 2014 - prima le spese legali si compensavano- sono stati condannati a pagare 90. 000 euro di spese legali.
Questa è una questione che il sindacato non può ignorare. C'è una piattaforma di raccolta fondi GoFundMe - Davide contro Golia, ma per ora la raccolta stenta.
La risonanza mediatica è stata scarsa, la notizia è comparsa solo sulla stampa locale e la televisione non se ne è occupata. Voi avete 12. 000. 000 di iscritti. Un po' di solidarietà operaia risolverebbe il problema anche con una piccolissima donazione. Questa persone rischiano di perdere la casa perchè non sono in grado di pagare. Una vita da operai e una pensione operaia non consentono grandi risparmi. Se fate una ricerca su internet trovate le informazioni e il nome dell' avvocato Nicoletta Cervia che li ha difesi senza compenso e che cerca ancora di aiutarli.
Sono certa che questa situazione non la lascia indifferente e che nonostante il momento politicamente e sindacalmente impegnativo troverà il modo per dare una mano. Se la sinistra si deve riconnettere alle persone queste sono le battaglie della storia del sindacato di ieri e purtroppo ancora di oggi.
Auguri per il suo difficile lavoro.
Maria Cristina Castagna
Milano
Mercoledì 30 gennaio 2019 15:16:53
Per molti anni vi siete autoreferenziati di titoli e benefit alla faccia degli onesti Italiani, Sta cambiando un'epoca e tutti i politici e sindacati e compagnia avete fin troppo abusato della buona fede di tutti. Campate con 1000 e andate a fare i lavoratori, quelli veri ! Delusione totale verso i partiti di Sinistra, Destra, estremisti e non che continuano a percepire intrioti alla faccia di chi lavora.
Aspetto una risposta, contano esempi e fatti concreti !!!
Giovedì 17 novembre 2016 15:38:15
Sono convinta che la sinistra è morta e sepolta e che per cambiare le cose ci vorrebbe oltre alle idee, che come si diceva che : ... non moriranno mai, .... un lider carismatico come lo è stato Enrico Berlinguer ad esempio. In questo ci vedo Landini perché è una persona autentica, che parla un linguaggio comprensibile a tutti e che arriva al nocciolo delle questioni e al cuore della gente. Spero che questo desiderio si realizzi altrimenti la vedo davvero grigia sia per i vecchi che per il futuro dei giovani che sicuramente si svegierebbero e farebbero politica invece che subirla o peggio ignorarla. Pensaci Maurizio, pensaci seriamente.
Grazie
Enza
Lunedì 2 marzo 2015 15:33:49
costruiamo una nuova sinistra o meglio una vera sinistra per il bene del paese italia, solo i figli del popolo sanno cosa e' il sacrificio. forza maurizio giacono c'e' bisogno di te !!| cell- 348-------
Sabato 24 gennaio 2015 10:34:06
Modelli di sviluppo economico - strategie sindacali per la dignità del lavoro-armonia sociale (Mario Zorzetto)
(distribuzione del denaro e maggiore redditività)
Renzi scrive che il jobs act è una rivoluzione copernicana che mette al centro ….. il lavoro; Cesare Damiano, Susanna Camusso e Maurizio Landini dicono che è una rivoluzione.. tolemaica ; Salvini e Fratelli d'Italia contestano il jobs act e Grillo, dalle sue pagine aggiuge:" Tra qualche giorno iniziano i saldi, e il Governo quest'anno propone la svendita del diritto al lavoro. Sei stato licenziato senza giusta causa? Non ti preoccupare, ti verrà dato un piccolo indennizzo, e così potremo fare finta di nulla. Nessuna tutela reale, ma solo un ristoro economico, vero ricatto morale che fa leva sulla fragilità di chi oggi non si può permettere di perdere il lavoro, di chi è costretto ad adeguarsi, per sopravvivere, al detto "pochi, maledetti e subito". Sarai costretto a chiudere più di un occhio, per non vedere che stanno calpestando i tuoi diritti fondamentali. "
Sembra che molti uomini, molti politici del PD, travolti dai loro twitter e dall'ansia di cambiamento, abbiano dimenticato recentemente quali valori hanno contraddistinto la sinistra democratica e in particolare i temi economici legati al plusvalore prodotto dal lavoro.
Allora chiediamoci: quale scelta fare ? quella legata alla storia economica della sinistra democratica o quella anarchica- liberista? Da che parte stare??? !!!
Si tratta di decidere come ripartire la ricchezza legalmente e democraticamente prodotta. Non è un piccolo tema, c'è molto da fare, è un fatto di cultura democratica che deve svilupparsi e prendere coscienza in un movimento di lavoratori democratici, onesti, che lottano per la dignità del lavoro e per il riconoscimento meritocratico del loro ruolo e funzioni svolte nella produzione, a vario livello, della ricchezza intesa nel senso più ampio del termine. E' un insieme di strategie mediante le quali le organizzazioni Sindacali si rendono responsabili del miglioramento continuo della partecipazione dei lavoratori all'utile d'impresa e al raggiungimento-mantenimento di elevati standard di partecipazione alla gestione aziendale.
La riflessione che segue aiuta a rispondere alla questione: quali INTERESSI PRIVATI favorire? quelli PERSONALI e di POCHI o gli INTERESSI PRIVATI DELLA COLLETTIVITA'?
Il potere finanziario oligarchico e il potere economico di casta (ricchi banchieri e gruppi capitalisti potenti e molto attenti al profitto e spesso disonesti perché evasori), riunito in potenti lobby, hanno costruito nelle società un modello di sviluppo economico (etichettato come capitalismo o supercapitalismo) che comporta accumulo della ricchezza ad un ristretto gruppo di soggetti con esclusione di importanti fasce di popolazione in taluni casi ridotte allo stato della sopravvivenza. Per mantenere questo stato viene esercitata dai poteri forti una pressione mediatica e politica che si contrappone alla cultura della "solidarietà economica di matrice democratica", tipica della sinistra democratica, e al modello economico di "impresa a capitale economico e di partecipazione all'utile" che distribuisce la ricchezza secondo merito alla collettività e in sintonia con i diritti costituzionali dei lavoratori (in ambito UE la grande maggioranza fatta dai cittadini onesti e non evasori, dipendenti del settore pubblico e privato). Il cambiamento economico a cui aspira giustamente la società civile e democratica nel suo insieme non può essere senza un cambiamento culturale di simpatia e adozione di altri modelli economici societari. In questa ottica il successo è garantito, non richiede alcuna rivoluzione di classe (contro il capitalismo), e nessun "scoppio rivoluzionario" contro il coperchio a pressione del capitalismo che tiene in pentola cittadini e lavoratori onesti in nome di un principio di libertà di mercato che vuole la massima libertà di profitto senza riconoscere la dignità del lavoro) ; il modello economico "rivoluzionario" è già insito nella democrazia e nelle sue leggi economiche di società di capitale di lucro in genere. E' in sostanza nella società democratica, nei suoi principi costituzionali, e nell'articolo 3 e 24 e 45 della Costituzione della Repubblica Italiana:art. 3…… È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese ; è ancora nella Carta dei Diritti UE e nella Carta Costituzionale dei principali Paesi occidentali, incluso gli USA.
I lavoratori devono rivolgere più attenzione alla classe dirigente e imprenditoriale di questo Paese, promuovendo la riappacificazione dei differenti interessi delle singole parti in gioco, riconoscere le responsabilità del rischio d'impresa, condividerli nella gestione, rivendicare l'importanza fondamentale del lavoratore nel successo dell'impresa ed economicamente la loro partecipazione all'utile prodotto in azienda.
In democrazia c'è proprio tutto e il contrario di tutto, ma la democrazia_di_ fatto è una conquista e un impegno di tutti. Se tutti votassimo a "destra" per Berlusconi e soci saremmo tutti " procapitalisti" berlusconiani e faremmo la sua fortuna non la nostra, se votassimo tutti a sinistra saremmo tutti "democratici", ma saremmo ancora "idioti economisti" se non fossimo capaci di darci modelli economici con cui sopravvivere e distribuire la ricchezza da produrre e ripartire con ciascuno. Insomma le regole economiche di sopravvivenza. A questo punto sta a noi scegliere quelle migliori e denunciare quelle che sono, nel rispetto del libero mercato, contro la dignità del lavoro e il riconoscimento economico della forza lavoro che deve diventare partecipe in varia misura al rischio gestionale d'impresa. Non si tratta quindi di richiedere solo salario, ma di partecipare come socio a vario livello all'utile d'impresa. Nel modello di "impresa a capitale economico e partecipazione all'utile", l'impresa si forma con soci (i lavoratori) che nel contratto aziendale investono con quote iniziali di capitale differente in genere (perché le posizioni di ciascuno saranno simili ma non uguali). I soci partiranno da posizioni economiche molto simili (se non trovano un socio ricco molto solidale) e investiranno piuttosto nelle proprie risorse fisiche e intellettuali o di esperienza professionale per realizzare l'impresa piccola o media o grande. Se l'attività economica realizza utile, questo potrà essere in parte reinvestito in innovazione dell' impresa e in riserva di capitale e in parte distribuito ancora secondo quote di incremento di capitale tra i soci diciamo "solidali": ogni socio avrà più quote e quindi più capitale. Se la produzione attraversa una crisi di mercato potrebbero tuttavia verificarsi perdite di quote di capitale. Questa è già una società d'impresa collettiva e solidale in buona misura e potrebbe funzionare tutto bene. Tutti hanno interesse al lavoro e alla produzione perché sanno che l'utile è tra essi ripartito. Anche la conflittualità sindacale diminuisce perché è ridotta al solo miglioramento delle regole di ripartizione dell'utile. Se l'impresa ha bisogno di assumere altre persone per l'attività quale trattamento economico riserveranno al nuovo assunto? Quali condizioni si devono prospettare al potenziale socio_lavoratore? Quelle di partecipare con una quota di capitale se disponibile nelle possibilità economiche del nuovo assunto e quelle di partecipare per contratto (ripeto per contratto) anche all'utile d'impresa secondo quote proporzionali all'incarico e funzione ricoperta in azienda. Senza usare la parola "socialismo reale" che incute storicamente paura al capitalista, le condizioni economiche contrattuali dell'economia solidale e non oligarchica accettano e convengono tabelle economiche, sindacalmente conquistate e civilmente adottate nel consiglio di amministrazione, di ripartizione secondo merito. Come si vede la questione culturale di partecipazione al profitto è fondamentale e correttiva del capitalismo e del supercapitalismo. La responsabilità gestionale dell'impresa è piu condivisa e comprensibile tra i soggetti imprenditori di se stessi, ha una azione positiva di riflesso sul potere finanziario fine a se stesso e oligarchico. E' la concertazione aziendale dei soci, unitamente alle forze sindacali rappresentanti di categoria, che fissa le regole del gioco e i fattori di merito.
Questo modello di sviluppo economico, oltre ad avere basi di equità e di beneficio qualitativamente superiori, apre a prospettive sociali di sviluppo via via più solidali migliorando il livello di qualità della convivenza civile e riducendo al minimo la conflittualità di classe. La soluzione a profitto partecipato è applicabile anche nel caso di una società di struttura capitalista che sta fallendo: in questo caso l'acquisto da parte dei soci e riavvio in forma societaria potrebbe essere ancora più efficace assumendo solo un bravo manager che conosce il mercato del prodotto venduto. Cittadini e lavoratori democratici è questo il modello di sviluppo economico da sostenere perché esso è l'unico che può realizzare il riconoscimento del vostro lavoro ; se si realizza anche solo in qualche grande azienda, poi si allargherà a macchia d'olio. Preparatevi a diventare imprenditori solidali. Ci sono solo due problemi da affrontare: il primo è con i liberisti e le imprese che non permetteranno ai propri lavoratori di crescere culturalmente e partecipare all'utile d'impresa; questi attaccheranno e cercheranno di annientare o comperare sul mercato l'impresa che adotterà il nuovo modello solidale e allora si dovrà porre resistenza all'interesse oligarchico privato; Il secondo è dentro di Voi, è nella Vostra indole, nel vostro "io" perché la tentazione del capitalismo è radicata nella natura umana fino al punto di pretendere e deliberare atti legislativi e regole fondate sulla disonestà intellettuale, contro gli interessi della collettività e contro la dignità del lavoratore e i suoi diritti costituzionalmente proclamati.
Saluti
Mzorzetto