Messaggi e commenti per Maurizio Landini - pagina 69

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Frasi di Maurizio Landini

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Biografieonline non ha contatti diretti con Maurizio Landini. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Maurizio Landini.

Venerdì 20 marzo 2020 07:40:08

Buongiorno Landini
Ho apprezzato molto il suo intervento su la 7 sul lavoro che in questo momento tragico restare a casa è la salvezza di tutti noi. Per questo lavori non necessari come il nostro operaie e operai del settore pulizie all'interno delle facoltà universitarie di Roma dove impiegati e studenti non ci sono
L'ateneo non chiude
L'azienda con cui lavoriamo ci invita ad ad andare a lavorare a sanificare senza mezzi protettivi ciò che in questo momento non ha senso visto che qualcuno entra e manda all'aria il lavoro fatto mettendo a rischio noi operai per recarsi a lavoro con mezzi di trasporti treni svotral bus e metro
Il rettore lascia aperto per quattro tecnici dei pc che controllano i server
Ma noi cosa ci facciamo la dentro se possiamo sanificare tutto una settimana prima che rientrano gli impiegati allora ha senso
Se chiudesse potremmo applicare gli ammortizzatori sociali
Non facciamo pulizie negli ospedali
Le facciamo all'università
E non è necessario in questo momento
Sono una rsa filcams Cgil e non abbiamo strumenti per opporci all'azienda consorzio instant service se non quelli di chiedere ferie e permessi ma una volta finiti quelli non sappiamo cosa attingere.
La paura di tutti gli operai è tanta per come si lavora
È vergognoso che una committente come l'università non si attiva con la nostra azienda per risolvere il problema e viceversa. Pensano soo allo straguadagno mettendo vite in pericolo
Abbiamo lo strumento dello sciopero ma siamo troppo deboli in questo momento e frsgili. Il nostro funzionario Cgil si sta applicando ma non riesce a spingere contro un ateneo che fa finta che non esistiamo

Grazie

Giovedì 19 marzo 2020 18:44:44

Buongiorno Landini sono un tesserato fiom non capisco come fate a fare lavorare così tante aziende in Lombardia e non solo in Tutta Italia dove è finito il sindaco che tutelava gli operai

Martedì 17 marzo 2020 21:30:58

Spett. le Dott. Landini..
La. stimo per il suo grande impegno, ma mi permetta di reclamare un mediocre impegno verso la classe operaia rimasta disoccupata ed oggi con meno speranze di trovare un lavoro.
Distinti saluti.

Sabato 14 marzo 2020 18:47:49

Buonasera.
Bisogna provare, prima di firmare un decreto quando un paese intero è bersagliato da notizie spiacevoli e con scritto, in tutte le reti nazionali "STATE A CASA"... … A CHI LO DITE?
Anche se un azienda è in "Regola" ti posso assicurare, che timbri, ma entri in azienda con gli occhi della paura, quella paura che non dimentichi facilmente.
Lavori, ma come lavori? con il figlio a casa, genitori anziani, e dentro di te pensi: "Se mi ammalo che faccio".
Bene, parlo a nome di tutti gli operai che come me hanno paura…
Il sacrificio ogni tanto lo possono fare anche le aziende.
Grazie

Sabato 14 marzo 2020 18:34:39

Caro segretario,
L'accordo firmato oggi 14 marzo non contiene obblighi ma solo raccomandazioni e vaghi inviti. Le aziende se ne faranno un baffo, tanto i padroni sono nella casa di villeggiatura.
È proprio vera l'affermazione: Italia ottimi soldati, pessimi comandanti.
Saluti.
Luca Pignataro

Sabato 14 marzo 2020 15:57:22

In questo momento difficile che attanaglia l'Italia ho poche parole da dire. Sia Lei che Conte e tutte le autorità competenti avete abbassato la testa ai padroni e a chi comanda. Come al solito gli operai sono invisibili e buttati come carne da macello in mano ai padroni che li trattano come burattini.

Mercoledì 11 marzo 2020 23:52:47

La funzionaria di mestre ha negato l'iscrizione ad una dipendente pubblica (iscritta alla cisl) con in corso un provvedimento disciplinare nonostante il legale del sindacato CGIL l'avesse consigliata a fare liscrizione per avere l'assistenza legale. Le è stato risposto che non si può cambiare il sindacato perché c'e un procedimento disciplinare in corso.
Ma che sindacato e'? che priva una lavoratrice bisognosa di assistenza?
Vorrei essere contattato dal signor. Landini per un chiari ento.
Grazie e buon lavoro

Mercoledì 11 marzo 2020 16:42:55

Salve. Vivo in una regione, le Marche, dove a suo tempo sono approdato lavorativamente purtroppo per mia volontà: Ebbene in questa regione ci sono tante incoerenze non solo col resto d'Italia, ma anche incoerenze intestine.. In pratica in questa regione, unica dell'Italia centrale da me sperimentata da lavoratore, vige l'usanza che molti servizi della Pubblica Amministrazione funzionino anche di sabato, mentre nelle altre regioni il weekend erano sospesi i servizi non urgenti, riservando tutt'al più parte del personale per le evenienze urgenti: ovviamente detto personale compensava stando a casa in mezzo alla settimana..
Qui no, qui molte categorie lavorano sei giorni su sette senza riposo infrasettimanale e senza un cospicuo aumento delle ferie (4 giorni all'anno sono un insulto, considerando quanti sabato ci sono in un anno. Fuori da questa regione avevo visto che la sanità, salvo garantire i servizi urgenti, ma solo quelli, tutti i giorni e tutte le ore dell'anno, non ergava i servizi routinari per il pubblico, che qui per divina ragione devono esserci anche il sabato. Io sono del parere che se siamo in Italia una cosa così importante debba essere uniformata. Le faccio notare che i direttori generali, come pure i direttori di reparto, il sabato libero ce lo hanno non vedo perché non debbano averlo tutti i dipendenti salvo compensare in altri giorni della settimana i turni di urgenza svolti di sabato e di domenica: la maggiore importanza del lavoro di un dirigente è già compensata, giustamente, dal maggiore stipendio, ma ritengo che il tempo libero debba essere uguale per tutti.
Qui, con la connivenza (oso dire, altrimenti non mi spiego il diffuso fatalismo giustificante) di chi dovrebbe controllare, si vedono pure dipendenti di categorie come la mia impiegati 14 giorni consecutivi (e spesso tagliano il personale mantenendo tali orari al pubblico) !
Io trovo offensiva la giustificazione "si fa per dare la possibilità a quelli che gli altri giorni lavorano", in quanto anche i dipendenti della sanità e della Pubblica Amministrazione sono persone, e anche essi hanno bisogno di fare commissioni in altri uffici: loro quando stanno chiusi ? o quando riposano ?
Io sono del parere che nel 2020 la settimana debba essere obbligatoriamente corta per tutti, privati compresi, al massimo con la concessione dell'orario su sei giorni soltanto s chi per motivi propri espressamente lo richiedesse per iscritto. Non è facile cambiare la Costituzione, che prevede il riposo settimanale senza stabilire che esso sia doppio, ma credo che nel 2020 il weekend o, in alternativa, il doppio riposo debbano essere inseriti tra i requisiti atti a definire il concetto di vita dignitosa, esattamente come le calzature ai piedi e l'acqua corrente in casa.
Inoltre mi perdoni: oltre ai diritti dei dipendenti, in quanto persone, lei si fida di farsi servire, soprattutto in sanità, da personale sfruttato, frustrato e che non riposa mai ?
E ci ha mai pensato che il dipendente che non ha tempo libero spende di meno e fa circolare meno denaro, almeno nel terziario ? E lo sa quanta gente in più lavorerebbe se non venisse sfruttato il personale risicato che c'è ? Forse se facesse un pensierino a quanto Le ho scritto la Sinistra potrebbe rinascere elettoralmente.

Domenica 8 marzo 2020 17:28:40

Sono un'infermiera iscritta all'Ordine degli Infermieri di Bergamo. Per diverse ragioni attualmente non esercito ma, non è di questo che voglio parlare. Mi sono presentata così solo per informare la persona che sta leggendo questo mio messaggio (il Sig. Landini, io spero) che so di quello di cui dirò tra breve. O meglio ne so tanto (cosciente di sapere sempre comunque poco) per non sottovalutare ciò che sta accadendo in Lombardia, Bergamo e non solo, riguardo la situazione della diffusione del Coronavirus.
Ho appena finito di avvisare tutti i miei contatti telefonici della grave situazione. Per quel che mi riguarda, come è ragionevole che sia, dopo tre giorni di confusione e tentativi di capire cosa sta succedendo dentro e intorno a me, è arrivato il tempo di reagire sul serio. È per questo che scrivo ciò che sto scrivendo.
Come è noto il virus è in mezzo a noi. Due settimane fa c'è stata la chiusura totale della Scuola in Lombardia. È lì dove ora lavoro come Assistente Amministrativo. Faccio parte del personale A. T. A. Proprio in questa settimana ho cominciato ad intrattenere contatti tramite Whats up con i miei colleghi e, ad un certo punto uno di questi mi gira un audio anonimo dove una voce sommessa di donna mandava questo appello, che io NON APPROVO e nell'uso di certe espressioni e nel modo, ma che comunque si capiva chiaramente che era un appello di una lavoratrice che cercava di aiutare a modo suo qualcun'altro, di cui i punti salienti sono i seguenti:
“ospedale di Ponte non ha usato precauzioni per dieci (10) giorni, se non isolare in Pronto Soccorso chi aveva sospetti... arrivati esiti dei tamponi ha cominciato a ribaltare i reparti assemblando, smistando il personale, dandoci adesso le mascherine, dopo dieci (10) giorni, che stavamo a contatto con pazienti di m... e con pazienti almeno nel mio reparto con febbre alta … che ci sono ieri sera diciassette (17) positivi a Ponte. Fai firare la voce. Chi non ha bisogno prettamente di Ponte di non andare a Ponte... prima che lo faccia qualcuno... parlano solo di un caso a Ponte. Il Sindaco ha emanto una ordinanza con un (1) caso e ieri sera erano diciassette (17). .. non sono tutti gravi ma ci sono dentro dei gravi... ”
La mia prima reazione ad un messaggi del genere è stata quella di indignazione verso il termine che aveva usato quel “paziente di merda” mi accapponava la pelle e, ho scritto al mio collega che mi aveva girato il messaggio che la signora non doveva esprimersi in questo modo. E lui, il mio collega, in modo “ingenuo” mi ha risposto che i pazienti non dovevano andare al Pronto Soccorso. E io di prima reazione gli ho risposto che comunque siamo tutti nella stessa barca e che era criminale la Direzione che permetteva una cosa del genere.
Durante quella notte mi tormentarono sogni che ora non ricordo. Il giorno seguente, visto che ero a casa in ferie, programmate già da prima che scoppiasse il caos, ho deciso che la cosa migliore da fare era quello di informare l'Autorità pubblica di quel che poteva essere successo in quell'ospedale. L'idea che tutti queste persone contagiate curate senza DDP per così tanti giorni mi torturava. E poi i messaggio non parlava di quarantena per gli operatori sanitari, ne dei parenti.
Così ho contattato telefonicamente la ATS di Bergamo. Sono stata un bel po' al telefono, sballottata da un numero all'altro. Poi sono approdata ad una Dottoressa, che tra le altre cose io avevo conosciuto nella mia attività di infermiera proprio sul territorio, nella vecchia USL n. 28. Sì però la dottoressa non c'era, era in riunione. Così ho dovuto richiamarla e, richiamarla e, richiamarla. Ecco al terzo tentativo la trovo e le spiego quel che mi era successo. Le parlo anche del fatto che avevo sentito parlare una mia collega attuale che aveva ricoverato la madre in quella clinica per un intervento chirurgico programmato già da tempo e che però il medico esortava i famigliare di “portare a casa la paziente perchè c'era il reparto pieno di Coronavirus”. Nessuna parola di un eventuale contagio. Ne di ulteriori eventuali misure di cautela o di quarantena per la paziente e/o i familiari. La Dottoressa non mi ha riconosciuto. Con un sorrisetto mi ha risposto che comune “dimettere i pazienti asintomatici fa parte dei protocolli”. Alla domanda: “allora lei mi assicura che a Ponte stanno seguendo tutte le procedure? ” risposta: “Che ne so io? Non sono mica a Ponte”. Con voce incredula insistevo per fare capire la gravità della cosa. Certo se fosse stata vera. Ma non bisognava tralasciare nulla in questi casi (secondo me). E lei su mia insistenza: “allora si rivolga all'URP! ” soggiunse con voce scocciata.
Tralascio il resto. Comunque chiudo la telefonata e mi metto a riscrivere il messaggio. Non riuscivo ad allegarlo alla e email. Mentre lo trascrivevo continuavo a ripetere dentro di me: certo che se è così è grave, ma forse non è vero, è una fake; certo che se è così è grave, ma forse non è vero, è una fake. Così ho scritto all'URP dell'ATS, al protocollo della ATS e al sindaco del comune di Ponte San Pietro. Fatto ciò non ero ancora tranquilla. Poteva essere che qualcuno poteva insabbiare tutto e allora, tutto il nostro territorio dell'isola bergamasca era in pericolo... allora.. ho scritto ad altri sindaci della zona.
Risultato: ho ricevuto un comunicato stampa dove si avvertiva che giravano “messaggi falsi sul nostro nosocomio. Non corrispondenti al vero. ….. dal messaggio, la polizia postale, poteva rintracciare l'autore … PUNITO PER PROCURATO ALLARME. ” In modo ingenuo ho riscritto al firmatario del comunicato che riportava oltre che al nome anche una sigla di un sindacato confederato: cisl. Ho risposto dicendo che io avevo il messaggio sul mio telefonino, ho lasciato il mio numero di cellulare, e insieme potevamo verificare chi aveva mandato quel messaggio... e se non era vero. Poi mi sono accorta che mi ero rivolta al collega della CISL invece era stato il sindaco che mi aveva girato di sana pianta il comunicato, quasi a mo' intimidatorio. Non ho avuto paura. Ho girato lo stesso messaggio ancora a lui chiamandolo per nome. Senza risposta.
Gli altri sindaci non hanno risposto. Però... Ho ricevuto, come da me richiesto, il numero di protocollo.

Lo stesso giorno ricevo sempre tramite W. U. Un messaggio vocale., mi è stato girato da mia sorella. Era l'appello di una Dottoressa di urologia, che lavora in un ospedale di Parma, parente della sorella di mio cognato.
Il messaggio nei suoi punti salienti:
“Mi raccomando... è una cosa grave... non è come ci dicono in televisione. La cosa è più grave di quello che ci vogliono far credere... Ho smontato ieri sera con gli occhi fuori dalle orbite... hanno messo tutti i pazienti ammalati di polmonite in urologia e in altri reparti. Ora anche noi facciamo i turni in Pronto Soccorso... la cosa è grave... capisci che hanno messo gli urologi a curare la polmonite... e cosa ne può sapere un urologo di una polmonite.. non abbiamo nemmeno tutta la bardatura che ci serve.. non abbiamo i mezzi di protezione. Mi raccomando tieni i tuoi figli a casa... luoghi all'aperto sì ma, scordati supermercati o posti affollati... l'ho detto anche ai miei per almeno un mese di stare in casa... Andrà a finire che cureremo solo quelli che riusciremo... la mortalità si alzerà perchè non riusciremo a curare tutti... Io farò quello che posso.. fin quando posso... spero non ammalarmi anchio... fin che posso vado avanti poi vedo.. ”

Riporto altri due messaggi che mi sono arrivati da una collega infermiera dell'HPG 23, l'altra sera:
“Qui oggi la situazione è veramente drammatica. L'appello disperato che mi sento di dare a tutti voi è di stare in casa il più possibile per evitare la situazione del virus. Siamo al collasso. Aiutateci on non saremo più in grado di garantire l'assistenza” il messaggio è accompagnato da un memo dell'omino che piange.

E ancora

“Maffy abbiamo fuori da pronto le ambulanze che suonano perchè hanno su i pazienti che non respirano. Ce ne sono tante che non riusciamo a farle entrare... ”

Mi è arrivato anche un messaggio video del Professore Stefano Benussi (ASST Spedali Civili di Brescia – Unità di Cardiochirurgia), il suo è un appello molto lucido e preciso di ciò che bisogna fare... Anche lui afferma che la situazione è molto difficile...

Chi legge questa lettera per favore Ti supplico di fare qualcosa per fermare tutto questo.
Noi operatori sanitari sappiamo cosa vuol dire morire di polmonite senza assistenza respiratoria, e sappiamo cosa significa vedere e lasciare morire le persone in questo modo.

IL MIO E' UN APPELLO! Non possiamo far finta di niente. Continuare la nostra vita come nulla fosse. Non possiamo pensare che tutto ritornerà come prima. Nulla sarà più come prima.
Mi sono scervellata pensando a cosa potevo fare io, in tutta questa sporca faccenda. Così oggi ho fatto girare in W. U. Il messaggio del Professor Benuss. L'ho girato a tutti i numeri anche quelli che non riconoscevo o non sentivo da tempo.
L'ho fatto perchè il mio codice Deontologico me lo impone. Mi sono fatta forza di questo, altrimenti non mi sarei mai esposta così tanto e, non avrei scritto questa lettera.
Rimangono comunque nel mio cuore e nella mia mente molte altre considerazioni. Prospettive. Progetti per poter fronteggiare questo “nemico”. La metafora della guerra non è mai stata nelle mie corde. Ma sembra che le persone, le organizzazioni, gli istituti governativi regionali territoriali riconoscano solo quella.
Nel mio io cerco di mettere in pratica la massima:
non chiederti quello che il tuo paese possa fare per te ma, quello che TU puoi fare per il tuo paese”.
Non dobbiamo avere paura del panico. É una balla. Questa sì che è una fake. E' da secoli che l'uomo lotta e vive con la paura. Bisogna imparare a gestirla. Non sempre si riesce. A volte sì e dobbiamo incentivare quelle. Certo ci vuole qualcuno che ci mostri come fare.
In particolare Tutta e dico tutta la classe medica è chiamata, in questo momento ad uno sforzo mai visto prima. Tutti devono fare la propria parte.
E sindacati? Dove sono i sindacati?
Settimana scorsa ho chiesto di poter stare in ferie questa settimana (quella del 9 marzo), prima avevo chiesto alle colleghe del mio ufficio se a loro poteva andare bene. Simo in ufficio in quattro, a volte in cinque persone. Mi è stato risposto che no... perchè c'è “il protocollo”. In un'altra situazione, forse in un altro mondo questa mia lettera poteva intitolarsi “Bergamo, la Lombardia, l'Italia... dei protocolli! ”

Margherita Tasca
via ------- 8
24040 Bonate Sopra – Bg
cell 339 -------

Sabato 7 marzo 2020 16:09:16

Salve Segretario, sono Jumy, Rsu presso una scuola di Roma sono una Assistente Tecnico informatico e quindi nel personale della scuola faccio parte del comparto ATA.
Sono una iscritta convinta del sindacato in quanto tutela dei lavoratori. Credo in lei perchè ho avuto modo di ascoltarla e mi piacque un discorso che fece dove raccontando la sua prima esperienza nel parlare a chi l aveva votata sottolineava l assenza di terminologie proprie dei suoi capi e la semplicità delle parole che poi l hanno fatta amare.
Ecco io non essendo nessuno sono Una donna mamma e impiegata che vuole aiutare i suoi colleghi a capire e chiarire un po di perchè
Devo però constatare che nel caso specifico Coronavirus per quanto riguarda la scuola tutti sono Stati tutelati tranne gli ATA del quale non si é parlato neanche un attimo.
Perchè? Perchè non dire che le scuole non sono chiuse come continuano a battere testate giornalistiche e tg talk show... Perchè non si parla in maniera semplice e si fa capire che hanno fermato l attività didattica (cioè i ragazzi non vanno a scuola) i docenti li seguono perchè legati alla attività didattica e chi è immune a tutto ciò sono gli ATA (bidelli, tecnici, amministrativi). .. Perchè noi ATA non veniamo tutelati?.
Certa di una sua risposta porgo distinti saluti a lei il suo staff.
Jumy Orazietti

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