Messaggi e commenti per Paolo Mieli - pagina 23

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Biografieonline non ha contatti diretti con Paolo Mieli. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Paolo Mieli.

Lunedì 1 febbraio 2021 16:18:22

Storie di parte e storie condivise


Egr. dott. Mieli,
fra pochi giorni sarà celebrata la "Giornata del ricordo": mi attendo la rituale contrapposizione di estremisti dell'una e dell'altra parte.
Mi chiedo se non sia utile fare riferimento alla "Relazione della Commissione storico-culturale italo-slovena"anno 2000, redatta da illustri storici delle due parti, su iniziativa dei rispettivi Governi; analoga operazione era prevista anche con il Governo croato, ma è venuta meno -non so a causa di chi, ma me lo immagino- la volontà di realizzazione.
Il discorso è più ampio rispetto al tema "foibe e confini orientali": ad esempio analoga iniziativa si è realizzata con il governo tedesco con il "Rapporto 2009 sulle stragi nazifasciste in Italia".
Certo non si può pretendere di trovarvi in questi documenti la verità definitiva, ma almeno dal punto di vista storico si chiariscono alcuni punti controversi e si offre una lettura lontana dagli estremismi ideologici che tuttora imperversano. Non è un caso che questi documenti sono stati criticati in egual misura da destra e da sinistra.
Grazie dell'attenzione
Paolo Jean
Acconsento alla pubblicazione del mio nome

Sabato 30 gennaio 2021 23:31:05

Quando biasimiamo i giovani che non vogliono più entrare in politica


Se dovessimo redigere un elenco di personalità politiche italiane che hanno consegnato alla storia delle istituzioni politiche, prima di ogni altra cosa, valori, onestà e partecipazione, legalità e amore per la verità, ci troveremmo di fronte ad un ulteriore inventario di sommi mali, storie di penose estromissioni o silenzi deturpanti volti a eliminare dalla scena dell’arte del governo le loro gesta.
In epoca moderna il ricorso alla magistratura per troncare azioni politiche troppo indisponenti è ben noto, Andreotti, Craxi e per ultimo Matteo Salvini.
Se osserviamo il nostro recente passato, troveremo molte persone che hanno saputo davvero nobilitare, con la loro azione politica, la società tutta portando alla luce, grazie al loro impegno, verità scomodissime, vissuti di oscena illegittimità oppure trame oscure definibili come veri e propri attacchi allo Stato.
Colpisce vedere anche donne che, con tempra quasi maschile, sicure nella incrollabile fermezza dei loro principi altruistici, hanno combattuto con la malapolitica con grande coraggio sempre al servizio della democrazia, sempre nel rispetto della sacra Carta Costituzionale.
Ci fu una donna, oggi dimenticata, che, per sacrifico ed encomiabile dedizione allo Stato, meritava, a detta di molti parlamentari, l’elezione alla carica di Presidente della Repubblica Italiana, una donna che seppe con duro lavoro, dedizione e sacrificio, scovare il marcio più infame, presente nelle istituzioni, e portarlo alla luce nelle Commissioni che diresse su incarico di esponenti di governo che ben conoscevano la sua determinazione.
Nelle nostre scuole il suo lavoro andrebbe letto ogni giorno, come esemplare modello di “educazione alla legalità, quella vera fatta di ferma denuncia della corruttela che sempre afferra le nostre istituzioni.
Diceva questa donna: “Lavoro e salute: ti senti al centro della vita del paese, è una grande assunzione di responsabilità. Soprattutto per quanto attiene alla Sanità, le ingiustizie, gli sprechi, la mancanza di tutela sono insopportabili»
Tina Anselmi incarnò tutte queste doti: Presidente della Commissione incaricata di svelare le trame oscure della Loggia Massonica P2, ad un certo punto venne abbandonata dal suo gruppo politico la Democrazia Cristiana, per quale motivo non è dato sapere.
Seppe fare, costruire, svelare verità assolutamente scomode e rischiose, ma in politica non si usa fare nomi e cognomi, non si usa fare ed agire contro l'economia e il sacro denaro.
Perché venne messa da parte Tina Anselmi?
La memoria storica poi la infilerà di sicuro nella sua cronologia, in tal modo la sua figura diverrà sacra, si procederà con la beatificazione, si santifica il tutto, intanto le persone come lei, colpite nel cuore, muoiono, da sole, mentre noi cittadini, responsabili di questo silenzio colposo, non riusciamo a separare i valori del diritto dai profitti economici, sempre, in ogni tempo.
Nel 1968 Tina Anselmi venne eletta alla Camera, dove fu confermata fino al 1987. Appena entrata in Parlamento mise mano al suo progetto di revisione della legge Noce del 1950 che ampliava la tutela alle lavoratrici madri e che fu approvato nel 1971. Nella sua carriera firmò 475 progetti di legge – di cui 54 come prima firmataria, 98 dei quali furono approvati, fra cui importanti leggi destinate all'ampliamento dei diritti delle donne, quali quella sul lavoro a domicilio (legge n. 877/1973), che estese al settore le norme valide per il lavoro dipendente e la legge n. 903/1977 che sancì l’illegittimità della discriminazione delle donne sul lavoro. dal 1968 al 1973.
Membro della Commissione lavoro e previdenza sociale, dal 1974 al 1976 fu sottosegretaria al Lavoro e in questa veste presiedette il Comitato italiano per l’anno internazionale della donna proclamato dall’ONU nel 1975 e organizzò una Conferenza nazionale su Sviluppo sociale ed economico del paese e occupazione femminile, tema a lei molto caro.
Oggi, Epoca Covid, i disastri istituzionali la Divina provvidenza li ha collocati bene in vista: la sanità pubblica è stata gestita in questi anni come additivo di denaro, in assenza di industrie fuggite all’ estero.
L’incarico di ministra della Sanità fu affidato a Tina Anselmi per condurre in porto l’istituzione del Servizio sanitario nazionale, che divenne legge nel 1978; nello stesso anno firmò anche la 'legge Basaglia' sull’abolizione dei manicomi. Erano altri tempi?
La guida dei due ministeri sarebbe tornata poi nelle sue memorie come un’esperienza straordinaria: «Lavoro e salute: ti senti al centro della vita del paese. È una grande assunzione di responsabilità. Soprattutto per quanto attiene alla Sanità, le ingiustizie, gli sprechi, la mancanza di tutela sono insopportabili» (Anselmi - Vinci, 2006, p. 103). Erano altri tempi, erano altre etiche.
Durante il rapimento Moro (16 marzo - 9 maggio 1978), che definì «la più grande tragedia politica che potesse abbattersi sull’Italia» (Anselmi - Vinci, 2006, p. 105) ebbe l’incarico di informare la famiglia Moro di quanto veniva discusso nel partito e nel governo; fu lei a comunicare a Eleonora Moro l'assassinio del marito. Tina Anselmi fu peraltro tra coloro che ritennero il delitto Moro un attacco decisivo alla stabilizzazione democratica del Paese, un evento non sufficientemente indagato nelle sue dinamiche e nelle sue implicazioni e nella sua visione organicamente collegato ai successivi omicidi di riformisti come Vittorio Bachelet, Roberto Ruffilli ed Ezio Tarantelli. Da quella tragica esperienza uscirono rafforzati il suo attaccamento alla democrazia e la sua fedeltà alle istituzioni. Ma solo frugando nei segreti della P2 ho scoperto come il potere, quello che ci viene delegato dal popolo, possa essere ridotto ad un’apparenza. La P2 si è impadronita delle istituzioni, disse, ha fatto un colpo di stato strisciante. Per più di dieci anni i servizi segreti sono stati gestiti da un potere occulto» (in Vanzetto, 2011, p. 176). Nel marzo del 1986 la Camera approvò una Risoluzione con 322 voti favorevoli e 45 contrari, in cui i deputati fecero proprie le conclusioni della Commissione e gli interventi di riforma proposti. A distanza di quasi vent’anni, in un’intervista del 2003, Tina Anselmi commentò il lavoro svolto con parole amare: «Tanto lavoro di indagine, tanti buoni risultati, ne emergeva una trama così chiara: eppure non gli è stato dato alcun seguito […]. Credevo e credo – non penso affatto che il pericolo sia cessato – che la P2 costituisca un grave pericolo per la democrazia. [Dopo vent’anni] sono ancora tutti lì, uno è diventato presidente del consiglio. […] Bisognerebbe che reagisse la parte sana dello Stato […] ma se non è mai stato fatto [niente] finora, si figuri se lo faranno un governo e una maggioranza parlamentare costellata di ex affiliati alla Loggia» (in Vanzetto, 2011, p. 178).
Quando biasimiamo i giovani, che non vogliono più entrare in politica e se ne disinteressano, forse per lo sgomento di finire come Tina Anselmi, diventiamo troppo catastrofici noi o sono loro che hanno capito tutto?

Prof. ssa Carolina Manfredini
Ghedi Brescia
Cell. 339-------
Autorizzo alla pubblicazione con mio nome

Sabato 30 gennaio 2021 18:38:03

Non sono stati gli Americani i primi a entrare ad Auschwitz


Ho visto la trasmissione su Auschwitz. però non capisco perche si debba dire il falso sulla Liberazione, dire che sono stati gli Americani i primi a entrare dentro al campo e non dire la verità..
La liberazione del campo di concentramento di Auschwitz iniziò intorno a mezzogiorno del 27 gennaio 1945 ad opera delle truppe sovietiche guidate dal generale Kurockin. Qui liberarono circa 7 mila prigionieri ancora presenti nel campo. Molti erano bambini e una cinquantina di loro aveva meno di otto anni. I sovietici trovarono anche cumuli di vestiti e tonnellate di capelli pronti per essere venduti, in più occhiali, valigie, utensili da cucina e scarpe Tutto oggi è custodito nel museo di Auschwitz.
Adriano Soci

Sabato 30 gennaio 2021 17:36:02

I moti del 1821


Buongiorno dott. P. Mieli,
seguo spesso la sua trasmissione dedicata alla Storia. Complimenti per la conduzione. Quest'anno considerato che son trascorsi 200 anni dai moti del '21 chissa se riuscirà a organizzare una puntata dedicata al sacrificio di quegli eroi, anche se perdenti.
Fiducioso cordialmente la saluto.
Prof. Guido Olivero

Sabato 30 gennaio 2021 11:52:00

Pandemia e anglomania


In questo tormentato periodo c’è la pandemia che ha infettato il mondo e c’è l’anglomania che ha infettato la lingua italiana: e per stupire si sparano a raffica parole inglesi, spesso nemmeno in corsivo o fra virgolette. Questo comportamento è dovuto più che altro alla presunzione d’apparire importanti, aggiornati e colti; ma in realtà nasconde la tendenza a scimmiottare gli stranieri con servilismo e conformismo.
Così ora si preferisce dire e scrivere: lockdown (coprifuoco), spillover (salto di specie), droplet (gocciolina), hospice (ospizio), Covid free (senza Covid), Covid center (centro Covid), Covid point (punto Covid), Covid residence (residenza Covid), burn out (prostrazione), smart working (lavoro agile) e remote working (lavoro da casa), take away (asporto), recovery fund (fondo di recupero) e recovery plan (piano di recupero), no vax (contrario al vaccino), vax report (rapporto sul vaccino), vax day (giorno del vaccino) ; e fra la pandemia si sono inseriti anche un election day (giorno delle elezioni) e un open day (giorno d’apertura delle scuole). Per i cittadini si cerca la security (sicurezza) e ci sono norme per gli over 60 (ultrasessantenni) e altre per gli under 15 (minori di 15 anni), mentre per i vaccinati s’istituisce una card (tessera). E alla lista s’è aggiunto anche un cashback (rimborso).
Ciò avviene in un contesto storico-politico in cui l’anglomania in Italia imperversa da anni, tanto che sembra di trovarsi in una colonia anglo-americana.
Invano nel 2012 è stato lanciato un “allarme per la lingua italiana”, pubblicato in vari giornali e riviste, fra cui l’organo ufficiale della Società Dante Alighieri; e invano il linguista Francesco Sabatini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca, dalla sua rubrica di Rai1 ammonisce che le indicazioni devono essere chiare per tutti gl’italiani, e quindi espresse con parole italiane.
Perciò non resta che auspicare l’immediata fine non soltanto della pandemia, ma anche dell’anglomania.
Carmelo Ciccia

Venerdì 29 gennaio 2021 19:49:13

La disturbo ancora, forse inutilmente. Nel programma Il giorno e la storia, molto spesso capita di non capire il nome della persona in oggetto, ma anche nel caso, non si comprende di chi si tratta. Spesso si tratta di persone non conosciute da tutti. Riterrei utile sovrascrivere questo e/o altri nomi per una migliore comprensione. Vale anche per la Sua trasmissione con gli esperti. Grazie e saluti. Ivan Plivelic

Giovedì 28 gennaio 2021 18:58:47

Gent. mo Dott. Mieli,
ho avuto il piacere di vedere, nella scorsa stagione, il servizio su Cosma Manera, con il quale la mia famiglia era imparentata e del quale ho alcune foto/cartoline inviate ai parenti durante la sua avventura in Russia.
Volevo indicare agli autori del programma Passato e Presente, come eventuale stimolo per un altro servizio, la figura dello zio di Cosma Manera, certo Camillo Ricchiardi del quale facilmente troverà notizie viaggiando nel web.
Brevemente e per stimolare la curiosità,. lo zio Camillo lasciò l'esercito italiano per trasferirsi in Siam dove con il colonnello Gerini si mise al servizio del re Rama V o Chulalongkorn addestrando all'arte della scherma uno dei suoi figli; da li andò in Cina, negli Usa e poi nelle Filippine con le truppe di Emilio Aguinaldo che combatteva contro gli spagnoli.
Ma la sua avventura più particolare fu durante la Guerra Anglo Boera del 1900 quando formò i "commandos" contro gli inglesi catturando il giovane Winston Churchill e salvandolo perchè era in possesso delle vietate pallottole "dum dum". Con l'appoggio dei vertici boeri, tra i quali il presidente Kruger del quale aveva poi sposato una nipote, fondò le colonie boere in Argentina.
Se vi interessa ho documenti e foto per un eventuale servizio televisivo.
Complimentandomi per la trasmissione porgo cordiali saluti.
Giuseppe Garbarino

Giovedì 28 gennaio 2021 18:26:30

Commenti sul giorno della memoria


Etim. mo Br Mieli. *
pone, uni teIespettatere della trasmissione Passato e presente, I cui
intervell'ítisono professionali.
Il motivo dellim scrivere è dovuto aIHriewidiw_delle memoria
sugli ebrea cui giorno eè state, fissate, per il2tAgemmaie.
Ebbene con tutte il rispetto che ho dalla vile umaMarressendo uni
gristiano, dthho farLe nilevareche li giorno dell'elocaustopsugli
. ihrel perpetrato dat naziattpinGermania at dannt della stirpeebrli
item nella starla 1121412a limite° crimine definito olocausto.
_ •1 perchA crimini più efferati teme quello sulla Sacra Inqui,
Citionidnr-keneeelipev enuta senza alcuna ideologia u motiva da
parte della Chiesa che nen). ha mai dato una splegaziene. A quelili
dì Stalftn, e Lenin nei aonfroctt unta classificata contad'Pna, per
oltre centocinquanta milioni dt unitk. Senza rivendicarne alcuna me
-mania acni scuse legittimate versa questa gente,
4 At. arentrucidatinel Ruanda primi &i co44a. Ghe sono stata quasi
sta lOat-, 44M4*-1#01-Wei --
-. 2 AL-ti: lite questa Persona si_ dovrebbe qualcuno falle ricordpve
Quello cheinveee roc iè rna± avvenute. Rispetta agIi ebret che hanmw
avuto da parte di Hitler una ideologia a motivazione messa io atto
anche se &sfinita perversa. Perché agri si è) rimesse al volere di
'lese. Che condanna fl popolo ebree, ad essere errgaidia. --nei secoli a
*eatre.. Senza ora terra premessa. E akessamO2-identificato eht ha ett,..
L--4- - dannato nastroSignore nel: sintdrio con lui marchlopconsiaten
ne" mettere al pesta cltiko Degnane una cittavper ricordare il sue
. seprifirl, o sulla terra. Putte-GueSta per rispetto &ella Storia che
''aomti-4d6 eaMbtlavtbisogna dirle alle giovani masse che 1G ignorano.
Le camere a gas scapertO mei campi di deportazione, adoWate
dai nazis heeuna schiera di tedeseht eleatita tuttowk tempeCa eassat,
4 STa1 dolore che provi per la carne che brucia viva. Le cui
urla si sentono lontano senza che nessun* possa soffecarle. 4i pensa
ad esempio a Giovanna a'ArceGirelamo Saveranola xGiordanollrunal etc. 0
etc. Riguardo Salvatore d'Acquisto sacrifiaatost per salvare 22 o-
_ staggi n mano ai nazisti bisogna sapere che esiste una Legge':
ta-taWnEjohrWar±ina danno puhita la pena è moltiplicate pertait: s
-veltootead: e: Semi-Le rOnisilium stpermereato una stecca JL ciocco. -
) ata di E cinquanta oaffltesiminIJa peng d± cinquanta EUra più la muli_
t4diacreziofle. Questo per evitare furti. QueIIG eke non si verifica
in Italia dove tutto è possibile.

Mercoledì 27 gennaio 2021 15:43:55

Appello non ascoltato - Auschwitz e l’utilizzo di espressioni erronee


Riguardo all'espressione usata nel programma RAI 3 "Passato e presente", ore 13: 18 circa del 27/01/2021.

Non esistevano campi "polacchi". Appello ai media italiani
26. 01. 2021

Domani celebreremo la Giornata della Memoria, data stabilita per ricordare la liberazione del campo nazista tedesco di Auschwitz il 27 gennaio del 1945. Anche quest’anno l’Ambasciata di Polonia vuole rivolgere ai media italiani l’invito a prestare massima attenzione all’uso della denominazione corretta del campo di Auschwitz, basata sulla formula ufficiale approvata da UNESCO: “Auschwitz Birkenau. Campo nazista tedesco di concentramento e sterminio” (http: //whc. un esco. org/en/ ne ws/36 3).

Con questo invito vorremmo prevenire l’insorgere di situazioni sgradevoli che ci hanno spesso costretto a chiedere chiarimenti e rettifiche di espressioni erronee e fuorvianti come “lager polacco” o “campo polacco”, che aggravano la confusione già esistente riguardo alla storia della Shoah. Tali espressioni costituiscono un grave e pericoloso errore che deforma la verità storica sullo sterminio perpetrato dallo stato nazista tedesco sul territorio occupato della Polonia e che insinua il dubbio sulle responsabilità dello stesso, offendendo così la memoria dei milioni di cittadini polacchi, ebrei e non, vittime del nazismo.

Sappiamo bene, primi fra tutti i professionisti dell’informazione, che non esistevano campi “polacchi”. Eppure leggendo articoli o ascoltando notiziari continuiamo a imbatterci in questa definizione, non solo in riferimento a Auschwitz, utilizzata spesso come una “scorciatoia linguistica” per collocare geograficamente questi luoghi di genocidio. I giornalisti o redattori si riferiscono infatti spesso soltanto alla localizzazione geografica di Auschwitz o di altri campi. Anche in tal caso utilizzare espressioni quali “campo polacco” rimane comunque inaccettabile, in quanto lo stato polacco non esisteva negli anni del funzionamento dei campi di sterminio; i territori sui quali i campi erano situati era stati invasi e occupati dai nazisti tedeschi.

Benché l’errore non possa essere considerato intenzionale, questo spontaneo “automatismo” nell’accostare all’aggettivo “polacco” i nomi di luoghi di genocidio costruiti dai tedeschi nazisti sul territorio della Polonia occupata è ancor più preoccupante. Contribuisce infatti a creare errati “codici” di memoria storica. E questo, purtroppo, riguarda soprattutto i giovani e coloro che non hanno una buona conoscenza della storia.

L’utilizzo di tali espressioni erronee potrebbe essere peraltro interpretato come una forma di negazionismo, considerando la definizione adottata dall’International Holocaust Remembrance Alliance – IHRA (http: //www. holo caustreme mbrance. com/work ing-definitio n-holocaust- denial-an d-distortion).

Confidiamo nella collaborazione di tutti quelli che, in quanto giornalisti, sono chiamati a contribuire alla diffusione delle notizie esatte sulla storia della Shoah e pertanto all’uso corretto del linguaggio. Se vogliamo estirpare i semi dell’intolleranza, dobbiamo tutti, a cominciare dai media, stare attenti alle definizioni.

Fonte: https: //ww w. gov. pl/web/italia/a ppello-ai-me dia-italiani

Martedì 26 gennaio 2021 00:20:14

Merate 26-1-2021

Caro Dr Mieli

io la seguo in diverse trasmissioni, compresa quella su Rai3, Presente e passato.
La cosa che mi stupisce e mi amareggia è che nelle interviste con Lilli Gruber
lei, storico, giornalista ed ebreo parteggi per personaggi di uno squallore micidiale
come Salvini e la Meloni.
Ma come fa ? ?

Cordiali saluti
Alberto Dell'Arme

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