Messaggi e commenti per Paolo Mieli - pagina 18
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Frasi di Paolo Mieli
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Biografieonline non ha contatti diretti con Paolo Mieli. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Paolo Mieli.
Venerdì 18 giugno 2021 15:44:12
Venerdì 18 giugno 2021 13:53:36
Egregio Signor Mieli,
Sentitamente a Lei mi porgo sin da ora ringraziando.
Mi chiamo Barbara Riboni e sono nata a Gorgonzola MI il 14. 03. 1967.
Attualmente loco in Brembate BG.
Per correttezza Le indico che la Presente sarà da me Conseguenzialmente inviata al Sen. Matteo Salvini, che non conosco Personalmente ma stimo Profondamente.
Medesima verrò da me inviata al Signor Marco Travaglio, quale Referenza di Fatto.
Desidero unicamente indicarLe Personale Sincera Approvazione rispetto al Suo argomentativo Intervento, privo di ogni Supponenza di Metodo.
In questo il Signor Travaglio giunge Sempre quale prima certa Referenza.
Non desidero esternare Personale Profondo Ausilio verso la Sua Persona, poiché di sentita preparazione Culturale espressa con Moderata esplicanza.
Non desidero comunque negare le Conoscenze Argomentative del Signor Travaglio, da Sempre di contro espresse con un Sorriso di espressiva ironica Arroganza.
La differenziazione tra Entrambe le Modalità Espressive é di notevole Entità, così come le Argomentative in oggetto rappresentano Comunque un Livello di Profonda Conoscitiva.
Cosicché diviene di Puerile Scopo cercare di rendere vano il Metodo Comunicativo e Contenitivo di ognuno dei Referenti.
Quando Raramente accade, come in questo Caso, desidero esprimere Personale Soddisfazione di Scopo.
A Lei una Poesia a Breve creata.
Grazie di Cuore.
In Fede
Barbara Riboni
Amara Espressiva
Una Egocentrica Visione.
Banalmente espressa.
Diviene raramente Essa Amara Espressiva.
Quando accade.
Profondo Senso di Oblio.
Barbara Riboni
"Non rispondi eh... ": Mieli asfalta Travaglio
18 Giugno 2021 - 10: 57
Duro confronto tra Travaglio e Mieli nel programma della Gruber su La7 sulla gestione commissariale di Arcuri e Figliuolo. Mieli zittisce Travaglio: "Figliolo ha ereditato una baracca poco chiara da Arcuri e Conte"
Novella Toloni
Nell'ultima puntata di Otto e mezzo è andato in scena un acceso confronto tra Marco Travaglio e Paolo Mieli. L'ennesimo scontro viste le visioni diametralmente opposte tra i due giornalisti. A far infiammare gli animi è stato l'attacco del direttore del Fatto Quotidiano all'operato del commissario Figliuolo. Negli ultimi sondaggi i cittadini italiani stanno premiando l'operato di Draghi e del commissario straordinario all'emergenza, mentre incolpano Il CTS, il ministro Speranza e le Regioni per i gravi errori commessi nella campagna vaccinale.
Travaglio però si è schierato in quella minoranza che non appoggia Figliuolo e non ha perso occasione per offendere l'operato del generale: "La colpa principale è di Figliuolo che si è inventato gli open day per i ragazzi per smaltire le dosi di AstraZeneca che languivano nei frigoriferi. Governo e CTS hanno la responsabilità di aver tardato a fermarli". Travaglio ha proseguito sminuendo il ruolo di Francesco Figliulo: "Ma non è stata iniziativa del governo, di Draghi o di Speranza bensì di Figliuolo che dato il casino è stato degradato a rider di Deliveroo, sembra uno che fa le consegne dei vaccini, invece è il responsabile della campagna vaccinale! ".
Travaglio senza vergogna: "I successi di Draghi? Merito di Conte"
A far tornare la memoria a Travaglio sui pasticci commessi da Arcuri nella precedente gestione dell'emergenza ci ha pensato l'editorialista del Corriere Paolo Mieli. Il giornalista ha smontato ogni accusa di Travaglio, partendo dall'eredità ricevuta da Figliuolo, una gestione disastrosa che portava il nome di Arcuri: "Figliuolo ha preso una baracca con tratti opachi o poco chiari che andava bene perché eravamo a inizio campagna vaccinale, mentre il generale è riuscito a portare i vaccini a numeri impensabili. Sul potere politico e sul mix delle vaccinazioni, invece, ho delle esitazioni. Appare evidente che si sono trovati nel pasticcio AstraZeneca e nell’onda emotiva della 18enne morta. Ma non c’entra niente con Figliuolo. Chiedere le sua dimissioni è una cosa ironica, è per non chiedere quelle di Draghi! Travaglio abbia il coraggio di chiederle. Figliuolo è stato un gigante".
La discussione si è accesa. Lilli Gruber ha stuzzicato Travaglio, invitandolo a replicare e il direttore di FQ è tornato alle solite critiche: "Se l’Aifa a fine maggio ti dice che AstraZeneca non devi darlo al di sotto dei 60 anni e ai ragazzi oltre che alle ragazze perché organizzi gli open day? Poi presentare la campagna come un happening anziché come un fatto medico è un problema grave di comunicazione. Non è un festival". E poi ha provato a difendere Arcuri: "Cosa ci fosse di opaco con Arcuri non lo so, so che a gennaio eravamo avanti alla Germania per dosi inoculate". Ma Mieli lo ha subito corretto: "Era il primo giorno… il primo mese… la vera e propria campagna è partita a febbraio".
"Non sono Travaglio... " È rissa Di Pietro-Gomez
Ma all'ennesimo tentativo di Travaglio di incensare Domenico Arcuri, parlando della costante rendicontazione delle spese dell'ex commissario, Mieli lo ha nuovamente zittito: "No, io sono contrario a fare questo giochetto. Quando è arrivato Draghi ha trovato che Conte e Arcuri avevano ordinato e acquistato mascherine per 763 settimane, 14 anni e mezzo, di qui al 2035". "Assolutamente no, è un dato completamente campato per aria" ha replicato seccato Travaglio, ma ad avere l'ultima parola è stato Mieli: "Non dico che siano ladri, però un giorno si dovranno fare i conti. Cose strane ce ne sono state, ammetti che sono troppe? ". Marco Travaglio però ha tergiversato, costringendo l'editorialista del Corriere a porgli la domanda più di una volta, senza ottenere però una risposta: "Ovemai fosse vero ammetti che sono troppe? Eh però non rispondi! ".
Giovedì 17 giugno 2021 11:29:56
Storie personali di fine ottocento
Buongiorno Direttore Mieli, la seguo sempre nella sua trasmissione di storia Passato e Presente, in cui le fa spesso riferimento anche a storie personali e generazionali. Vorrei sottoporle interessanti documenti storici che riguardano una storia personale. Se vorrà contattarmi sarò felice di metterli a suo disposizione con l'unico interesse da parte mia di contribuire esclusivamente ad arricchire le pagine della storia di fine ottocento del nostro Paese.
Mi diverte moltissimo il suo intervento del mattino su radio24. Offre sempre spunti di riflessione interessanti.
Cordialmente,
Federico Altieri
Mercoledì 16 giugno 2021 19:07:28
Il Metodo Notarnicola: elogio del "cadere"
Dott Mieli buonasera, in un'intervista televisiva di alcuni mesi fa, nella quale ha citato alcune esperienze di vita vissuta, lei ha elogiato l'importanza del "cadere" e del "sapersi rialzare", come aspetto esistenziale formativo. In questo periodo, sto predisponendo un testo dal titolo IL METODO NOTARNICOLA nel quale, trattando l'aspetto psicopedagogico dell'attività ludico motoria, affronto la dinamica educativa del "cadere" e del l'insuccesso. Sarebbe molto interessante e significativo un suo intervento, nella suddetta pubblicazione, Se ciò le interessasse, potremmo incontrarci e parlarne. Il mio recapito telefonico è 348 -------. Con stima. Roberto Malaspina
Martedì 15 giugno 2021 15:35:26
Piazza Tito Minniti Milano 13 Giugno 2021
Buongiorno dott. Paolo Mieli,
le scrivo perché questa mattina ho sentito il suo intervento su Radio24, tra le altre cose ha parlato di una iniziativa a Reggio Calabria, per cambiare il nome di una Piazza da Tito Minniti a Mario Minniti.
Credo con molta probabilità che ci sia uno scambio di città, questa iniziativa è avvenuta Domenica scorsa a Milano.
Ma non è per questo che le scrivo, una città o l'altra poco cambia.
Le scrivo perchè lei ha liquidato Tito Minniti come una innocua medaglia d'oro attribuita dal regime fascista.
Noi promotori, siamo due associazioni che hanno base nel quartiere Isola di Milano, non abbiamo nulla di personale contro Tito Minniti, era un giovane pilota partito volontario, che ha pagato con la vita la partecipazione a una guerra sbagliata.
Abbiamo molto da obiettare contro il contesto in cui è avvenuta questa morte, una guerra in cui l'Italia e il regime fascista che allora la governava, sono indifendibili.
Abitiamo in questo quartiere da anni, e quando alziamo gli occhi sulle targhe di questa piazza ci chiediamo perchè? Potremmo non farlo se fossimo in un paese in cui la destra ha saputo cambiare e guardare avanti, invece ancora tocca vedere persone che per ignoranza, mancanza di riferimenti o non sò cosa, non trova di meglio che riferirsi al passato.
E allora togliamo queste targhe, parliamone ancora una volta, non tutti hanno capito.
Non credo che lei abbia tempo, ma se fosse, sarebbe bello che portasse la sua competenza di storico quì all'Isola, per parlarne e approfondire, gentilmente e nel rispetto delle opinioni,
cordiali saluti,
Massimo Foletto
mobile 335 -------
Martedì 15 giugno 2021 08:43:30
Gentile dott. Paolo Mieli
Desidero ringraziarLa perché, attraverso la Sua trasmissione "Passato e Presente", ho potuto conoscere la verità storica riguardante gli IMI. Ciò mi ha permesso di ricostruire la vicenda personale di mio nonno Martino Pulvirenti deportato nei lager nazisti dal 1943 al 1945.
L'11 giugno scorso è stato insignito, alla memoria, della Medaglia d'Onore. Grande è stata l'emozione di noi familiari.
Grazie ancora per il Suo lavoro di Storico e Giornalista.
Cordiali saluti,
Maria Pulvirenti
Domenica 13 giugno 2021 11:56:30
Il velo islamico in una democrazia laica. Tolleranza o speculazione politica?
Da: Edgardo Pinto Guerra - 53047 Sarteano (SI) ------- 348 -------
13 Giugno 2021
Promemoria a: Paolo Mieli già Direttore del Corriere della sera
Premessa: Sono nato e cresciuto fino a 18 anni in una città che non esiste più:
la vera cosmopolita Alessandria d’Egitto che ho dovuto lasciare nel 1956.
Parlo, leggo e scrivo l’arabo, che ho dovuto studiare alla scuola inglese dove mi hanno mandato. Sono in Italia dal 1972.
Egregio Dott Mieli,
- lettera che le ho scritto il 6 Ottobre 2002 quando il suo giornale parlò di un simile caso successo in Spagna. Non è servita.
- L’ho ripetuto nel 2018 con copia a vari giornalisti “di peso” di allora. Di nuovo non è servita.
Oggi è il 16 Giugno 2021 Spero, ingenuamente e onestamente... che, dopo il fatto successo alla pakistana da noi vorrete finalmente adoperarvi per far capire alla sinistra di agire davvero invece di limitarsi a deprecare per non perdere voti arabi bigotti criminali? Grazie.
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IL VELO ISLAMICO IN UNA DEMOCRAZIA LAICA
TOLLERANZA o SPECULAZIONE POLITICA?
Lettera 2002: Caro Mieli, mi riferisco alla Sua risposta di Domenica scorsa riguardo al velo imposto dalla famiglia alla ragazzina minorenne musulmana per andare a scuola in Spagna. Non la condivido per niente. Difendo la mia posizione:
Vede, anch'io sono pronto genericamente a tutelare e rispettare, o anche ad apprezzare, condividere, e al limite, assumere, manifestazioni di identità culturale diverse dalle mie, MA solo e PURCHÉ' non siano generate da sopruso, non siano cioè, manifestazioni lesive della libertà e della dignità umana del singolo e della giustizia nella società. Questi ultimi sono valori superiori a qualunque "tradizione culturale", ed è in rapporto ad essi che va misurata, a mio parere, la moralità di qualunque precetto politico, religioso o familiare.
Non ho niente contro il velarsi in certe circostanze quando è una libera scelta, ad es. a carnevale, ma nel caso nostro, è la costrizione privata che vedo dietro il velo alla quale obietto perché mi ripugna. Non mi venga a dire che una ragazzina può scegliere. Ugualmente applicherei l'esistente divieto di occultarsi la faccia in occasione di manifestazioni di piazza, ma il lassismo italico impera e questo viene "tollerato".
Il disagio, o aggressività, che un occidentale prova nel vedere una donna girare velata non deriva da "intolleranza per il diverso" cioè da razzismo di bassa Lega.
Deriva invece dal fatto che riteniamo (GIUSTAMENTE) questo velo imposto alla donna, ed è questa imposizione ad un essere umano, donna, che è da noi vissuta come umiliante per la donna stessa, che ci ripugna. Essendo singolarmente impotenti contro chi l'ha costretta, vorremmo che la poveretta si ribellasse e affermasse la sua libertà.
Ma essa non può: è costretta sia dalla violenza di "leggi" islamiche (ma anche di alcune comunità ebraiche e cristiane) interpretate in modo biblico estremistico, e sia dalla violenza in cui un marito-padrone (musulmano o anche moltissimi europei) culturalmente ancora crede, e infine dalla violenza di un indottrinamento crudele e martellante inflitto a bambine e bambini musulmani fin dalla nascita.
Perciò la mia intolleranza c'è, ma è "intolleranza per il sopruso"; deriva dal fatto che fa pena e offende la mia coscienza occidentale democratica educata nella libertà dell'Illuminismo (che ha dovuto stroncare con la forza il potere politico della Chiesa, e con esso le sue "leggi" talebane) il vedere un essere umano mutilato nella sua libertà.
Già oggi come nel 2002 e nel 2018 sono citabili i vecchi e recenti i casi di cronaca di ragazzine rapite o uccise da padri pakistani o musulmani "doc" perché cresciute in libertà in Europa.
Se consideriamo il velo obbligato come "manifestazione di identità culturale" e non come "sopruso" perché non accettare il taglio del clitoride e la cucitura della vagina? oppure, se una "cultura" lo proclamasse, il sacrificio umano?
E che dire dell'arte? dovremmo vietare agli scolari musulmani di dipingere un paesaggio perché l'islam Sunnita considera la cosa una "creazione" e perciò "blasfema e vietata"? e noi che diciamo?
Questa "tolleranza" è inaccettabile perché compromette il principio laico di libertà. Mi dirà che sono le famiglie a dover essere persuase, certo, ma lo si fa anche regolando la condotta sociale. A parte il fatto che lo Stato interviene anche all'interno del nucleo familiare laddove lede fondamentali diritti del minore, e quanto dovrebbe intervenire ancora.
Purtroppo quasi tutto il mondo islamico è ancora oppresso dalla sessuofobica cultura biblica che si traduce in un sostanziale disprezzo per la donna riducendola a oggetto regolamentato da maschi. Mi fanno pena gli sforzi (comprensibili dal loro punto di vista) dei vari imam che cercano di dimostrare che la donna musulmana è "libera" anzi, più libera in conseguenza della sua costrizione islamica, della donna europea!
Nessuno di loro cita in TV il Corano laddove dice "Le vostre donne sono per voi come un campo, andate quindi al vostro campo come vi piace", e fattelo fruttare che diritti ha un campo? ! bisogna solo accudirlo bene perché produca... figli. E’ infatti... ci sommergeranno.
Ugualmente, nel Corano una donna eredita meta di quanto erediti un uomo, o che è doveroso picchiarla (dopo ammonimento). Togliamoci dalla testa che in questo settore abbiamo da imparare dal Corano, o peggio, che si possa negoziare. Solo la Francia, non a caso patria della Rivoluzione laica, ha avuto il coraggio di affermare ciò.
Nelle società repressive dei diritti delle donne quale donna ha, o ha mai avuto, voce in capitolo nel decidere delle "leggi" che la opprimono? Crede Lei che il velo e il vestire umiliante perché "casto" sopravvivrebbero in una sola società islamica se fossero le donne a poter decidere sulla sua obbligatorietà? No. Sono gli uomini a decidere "per il bene" della donna e/o della società; cioè per semplice opportunismo culturalmente codificato dai maschi a loro privilegio, oppure per alleviare i loro profondi sensi di impotenza e di timore di essere "cornuti". Cosa che comunque succede regolarmente anche nei paesi islamici. Le lapidazioni lo dimostrano.
Dobbiamo avere il coraggio, anzi il dovere, di rifiutare questo tipo di "rispetto" delle culture. E chi viene a vivere da noi è bene che lo sappia, subito, prima di spiacevoli, a dir poco, equivoci.
Ben venga la saggezza islamica in altri campi, che ci sono.
Infine, se lo Stato sente il dovere morale di limitare la libertà dei cittadini obbligandoli a mettere il casco da motociclista in nome del loro bene fisico, a maggior ragione dovrebbe intervenire per aumentarla vietando l'imposizione del velo per il loro bene etico!
O forse lo spirito (laico) vale meno del corpo? In questa Italia forse.
Cordiali saluti dal Cittadino Edgardo
PS. Sarebbe un onore poter collaborare con il giornale per la contribuire alla conservazione della nostra eredità culturale costruita, mio vero lavoro al quale mi dedico dal 2008 che sono in Italia. (htt ps: //ww w. con sultingep g. co m)
Sabato 12 giugno 2021 23:44:47
Il Partito d'Azione, questo sconosciuto
Gent. mo dott. Mieli, seguo con interesse le trasmissioni di Storia che la vedono coordinatore e conduttore. In una puntata recente (non ricordo se su Rai 3 o sul canale 54) un giovane storico trattava il tema del Confino. Parlando degli oppositori del Regime (sia dei primi Antifascisti, sia poi dei protagonisti della Resistenza), si sottolineava la loro militanza nei Partiti Comunista e Socialista. Subito dopo, in maniera quasi consequenziale, a proposito del Confino, come se si stesse parlando di politici comunisti o socialisti, lo storico disse che aveva suscitato particolare impressione l'arresto di Ferruccio Parri. Né in questo passaggio, né successivamente, fu detto che Parri apparteneva al Partito d'Azione. Questo Gruppo ebbe figure splendide di politici laici, lungimiranti, di grande levatura intellettuale e morale, di grandissima importanza nel panorama dell'Antifascismo e della politica del dopoguerra, però non è stato mai nominato nel corso della trasmissione. Devo dirle che sono rimasta stupita di questa "damnatio memoriae", senz'altro involontaria, ma non accettabile in una presentazione storica che dovrebbe garantire un quadro completo e oggettivo del periodo trattato.
La ringrazio dell'attenzione e mi scuso per il disturbo. Cordiali saluti. Daniela Pongiglione
Sabato 12 giugno 2021 15:58:02
Richiesta suggerimenti
Gent. mo Dr. Mieli,
sono un suo appassionato ammiratore che apprezza la sua vastissima conoscenza storica.
Seguo giornalmente la sua trasmissione su Rai3 "Passato e Presente" e anche La Grande Storia.
Sono un pensionato che vive in Lombardia da 50 anni ma originario della Sicilia di cui ahimè conosco molto poco.
A lei, fonte autorevole, desidero chiedere qualche suggerimento per leggere dei libri sulla storia della Sicilia dal Rinascimento al giorni nostri: quello che vorrei capire é da dove viene questo endemico stato di arretratezza della mia isola e le origini della mafia.
Non sono uno storico e, quindi, non desidererei leggere una storia dettagliatissima, almeno in questa fase.
Spero che voglia aiutarmi e la ringrazio per la pazienza di leggermi.
Buon lavoro e un cordiale saluto.
Raimondo Grillo
Sabato 12 giugno 2021 14:19:30
I naufraghi del Pentcho
Intervengo ancora per suggerire un altro argomento: quello dei naufraghi del Pentcho durante la seconda guerra mondiale, una storia di coraggio (o disperazione? O incoscienza?) che merita di essere raccontata.
Grazie